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l’attività formativa attraverso la rivista «Da Mihi Animas»

I membri del CCI, a partire dal 1964, assunsero la piena responsabi-lità della pubblicazione della rivista DMA. Numerosi furono gli articoli firmati in quell’anno da Maria Sonaglia, Carmela Calosso, Maria Pia Bianco e Maria Pia Giudici.28 I contenuti che meglio interpretavano gli orientamenti del CCI, erano quelli relativi alla catechesi.29 Da una

25 Cf ivi 884.

26 séïde Martha, Il Sistema preventivo per l’educazione della donna nei capitoli ge-nerali dell’Istituto delle FMA (1884-2002), in ruFFinatto - séïde (a cura di), L’arte di educare 302.

27 Cf ivi 877.

28 Maria Pia Giudici vive a Subiaco (Roma) ed è fondatrice della casa di spiritua-lità di San Biagio. Autrice di numerose pubblicazioni diffonde tra i giovani la pratica della lectio divina. Maria Pia Bianco si trova attualmente nella casa generalizia (Roma), recentemente ha pubblicato il volume: Il cammino dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nei solchi della storia (1923-1943).

29 Nel 1964 la rivista era costituita da 4 fascicoli: il fascicolo 1° (colore rosa) dedi-cato a tematiche catechistiche; il fascicolo 2° (verde) agli SCS; il fascicolo 3° (giallo) alle attività formative delle Pie Associazioni Giovanili; il fascicolo 4° (azzurro) giochi,

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sintetica ed essenziale visione delle diverse annate tra il 1964 e il 1969, risulta evidente come, attraverso le periodiche variazioni apportate alla rivista, il CCI avesse voluto rispondere con sempre maggiore consape-volezza ai bisogni formativi soprattutto delle FMA, anche se la rivista negli anni Sessanta era letta da un pubblico molto più vasto.30

Dal gennaio 1965 al discorso catechistico venne dedicato intera-mente il fascicolo 1° (rosa) che presentava una nuova impostazione.

Scomparvero le proposte di lezioni, sostituite da articoli che riportava-no espliciti riferimenti alla riflessione conciliare.31

Un’altra area contenutistica costantemente proposta era quella edu-cativa. All’interno di questa prospettiva si possono individuare temi ricorrenti quali: la formazione della donna, strettamente legata a temi mariani; lo scopo e la natura dell’Oratorio e l’importanza di questo am-biente educativo; la necessità di conoscere le dinamiche psicologiche che guidano e in parte spiegano le varie fasi evolutive; fragilità e limiti dei soggetti in formazione.

Carmela Colosso, ad esempio, attraverso la rubrica Precatechesi alle adolescenti proponeva alle educatrici considerazioni puntuali sulla for-mulazione del progetto di vita nell’adolescenza, sul valore formativo dell’amicizia sana, sulla ricerca dell’autenticità personale, sull’uso re-sponsabile del tempo, sull’urgenza di aiutare l’adolescente a imparare ad amare, a pensare, a esercitare la volontà, nell’accoglienza dinamica dei grandi ideali.32

Attraverso la rivista venne pure richiamata la necessità di rispettare il bisogno di segretezza e di interiorità dell’adolescente; si invitavano le educatrici a valorizzare gli apporti della cultura del tempo per poter

barzellette, canti, teatri, sport (cf Borsi, Un laboratorio 68-69).

30 Il CCI per la redazione dei singoli numeri della rivista si avvaleva anche di col-laborazioni esterne, gli articoli sono firmati soprattutto da FMA esperte in vari campi.

Nel 1966 la tiratura fu di 4000 copie nell’edizione italiana e di 2600 nell’edizione spa-gnola. La rivista fu largamente utilizzata anche da sacerdoti, altre religiose e catechisti.

Il moltiplicarsi inoltre dei convegni di catechesi e di pastorale in genere diede di fatto la possibilità d’informare e di essere informati sui contenuti di DMA, e questo influì sul numero dei lettori (cf Calosso carmela, “Da Mihi Animas” compie 30 anni, in DMA 31 [1984]4, 221-222).

31 L’articolazione del fascicolo è la seguente: Dal mondo cattolico, L’alimento di ogni vita umana: il Catechismo, suddiviso in Precatechesi e Catechesi vitalizzata, seguono le indicazioni di Libri e Notizie (cf DMA 12 [1964-’65]4, Fascicolo (F) 1, 1-28).

32 Cf calosso, Precatechesi alle adolescenti, in DMA 13 (1965-’66)F1.

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meglio educare le giovani.33 Non mancavano considerazioni critiche sul contesto sociale e sulla sua negativa influenza nella formazione delle ragazze e nella vita cristiana in genere.

A partire dal 1966, il CCI, attraverso DMA, proponeva contenuti in sintonia con l’evento del Concilio Vaticano II. In numerosi fascicoli e rubriche si trovano infatti riferimenti precisi alle costituzioni dog-matiche, ai decreti e alle dichiarazioni conciliari. Grande fu lo sforzo per orientare le comunità educanti a vivere il rinnovamento promosso dalla Chiesa. Nell’introduzione al tema per la catechesi alle adolescenti, nell’ottobre 1966, si legge: «È possibile che il desiderio di dire qualcosa di ‘nuovo’, di un certo mordente per le giovani porti a dire delle ine-sattezze. La catechista, perciò, dovrà controllare continuamente la sua catechesi alla luce del più genuino magistero ecclesiastico, in particola-re a quello dei particola-recenti documenti conciliari, come la Lumen Gentium e la Gaudium et Spes».34

Nelle proposte di catechesi si costata pure in quegli anni un riferi-mento più preciso e frequente alla Parola di Dio e alla liturgia. Com-parvero nella rivista le prime proposte di celebrazioni della Parola.35 La stessa vita religiosa venne reintepretata alla luce del Concilio, con la precisa consapevolezza di dover adottare nuovi stili di vita. Significativa è la motivazione data alla scelta del numero speciale su Vita consacrata e responsabilità: «La ragione di questa scelta? È il desiderio di aderire agli inviti della Chiesa che, seguendo gli orientamenti del Vaticano II, ci chiama a una presa di coscienza sempre più responsabile sia dei nostri voti sia dell’apostolato».36

Considerevole fu lo sforzo di approfondire il decreto conciliare In-ter mirifica,37 per dare un quadro di riferimento sicuro alle educatrici

33 Cf suPParo, Perché non sempre c’è accordo fra le giovani e i genitori?, in DMA 14 (1966-’67)3, F3, 7-8.

34 calosso, Il mistero della Chiesa, in DMA 14 (1966-’67)1, F1,14.

35 DMA propone, ad esempio, nell’ottobre 1967 in forma sintetica una celebrazio-ne della Parola tratta dalla rivista Catechesi (cf Celebraziocelebrazio-ne della Parola, in DMA 15 [1967-’68] 8, F1, 24-26).

36 Vita consacrata e responsabilità, in DMA 15 (1967-’68)7, 1 numero speciale.

37 Cf concilio ecuMenico Vaticano ii, Inter Mirifica. Decreto sui mezzi della co-municazione sociale, 4 dicembre 1963, in Enchiridion Vaticanum, 1. Documenti uffi-ciali della Santa Sede 1962-1965. Testo ufficiale e versione italiana, Bologna, Centro Editoriale Dehoniano 197911, 96-117.

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incaricate degli SCS, nelle diverse comunità educanti.38 Già da quegli anni si cominciò a parlare di educazione all’uso critico e responsabile dei media e di produzioni alternative. Interessante è la presentazione e la valutazione delle opere di grandi registi del cinema italiano e interna-zionale, delle quali si mette in evidenza il messaggio e i valori di fondo dal punto di vista artistico e culturale.39

I membri del CCI, attraverso DMA, tentarono di fornire a lettrici/

lettori gli strumenti per comprendere le provocazioni che il contesto sociale poneva alla cultura cristiana. I fenomeni culturali erano sempre letti in funzione educativa. Negli articoli che trattavano della forma-zione delle ragazze al matrimonio troviamo indicazioni chiare su come affrontare la questione del divorzio.40

Significativa fu pure l’interpretazione, a partire dai discorsi di Paolo VI, della situazione giovanile di quegli anni. Gli articoli della rivista stimolavano a non chiudersi nello sterile rimpianto dei tempi passati e orientavano ad adattare linguaggio e modalità educative alla necessità di andare incontro ai giovani, molti dei quali afferrati nella spirale della contestazione studentesca.41

Venne esplorato in modo sempre più esplicito il rapporto tra vita cristiana e politica. Furono illustrate, sia pure sommariamente, ideolo-gie di sinistra e di destra, diverse forme di governo e, sempre nell’am-bito sociale e politico, si affrontarono alcune problematiche relative al lavoro femminile.42

38 A partire dal 1965 suor Maria Pia Giudici propone commenti e approfondimenti relativi al Decreto sugli Strumenti della Comunicazione Sociale (cf ad esempio giudici, Commento al decreto sugli Strumenti della Comunicazione Sociale, in DMA 12

[1964-’65] F2; DMA 13 [1965-’66] F2).

39 Tra i registi più noti: Pasolini (novembre 1966); Antonioni (gennaio 1967); Berg-man (febbraio 1967); Fellini (maggio 1967); Visconti (febbraio 1968); Kurosawa (mar-zo 1968).

40 Cf sonaglia Maria, Noi e le nostre giovani, in DMA 14 (1966-’67)1, F1, 24-26.

41 Significativo ciò che si legge in un articolo intitolato Urgenza di un problema:

«L’essenziale è che non pretendiamo di andare avanti con degli schemi fatti, ma non ci diamo pace sino a che non saremo riuscite ad adattare il nostro sistema educativo alle giovani d’oggi» (calosso, Urgenza di un problema, in DMA 16 [1968-’69]10, F1, 24-27).

42 Queste tematiche vengono affrontate nelle rubriche Educazione Civica, curata da Caterina Pesci, e Lavoratrici proposta da Maria Rosa Cirianni, laureata in giurispruden-za, entrambe, in quel tempo, docenti all’Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze religiose di Torino.

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Tra i temi propriamente educativi è da segnalare quello dell’edu-cazione all’amore. La tematica era affrontata alla luce dell’antropo-logia cristiana proposta dal Concilio e con significativi riferimenti al metodo preventivo di don Bosco. I contenuti proposti sottolineavano la necessità di un’educazione sessuale che non fosse semplicemente informazione, ma educazione integrale della persona: un’educazione che mirasse concretamente a dare alle giovani una visione organica del cristianesimo,43 a promuovere in loro l’integrazione tra cultura e fede, a formare al senso cristiano della libertà e della responsabilità, ad edu-care al dialogo con tutto ciò che è autenticamente umano, a inserire le giovani sempre più consapevolmente nella comunità ecclesiale, ad orientare alla scoperta della vocazione, come piena realizzazione di sé nel servizio di Dio e dei fratelli.44

Il CCI attraverso la rivista proponeva obiettivi formativi che teneva-no presenti le diverse dimensioni dell’educazione, l’intero arco dell’età evolutiva e le caratteristiche proprie dell’educazione rivolta specificata-mente al mondo femminile.45

1.3. l’istituzione del Centro Internazionale di Pastorale giovanile

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