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le indicazioni del Capitolo generale XVIII per il Progetto di pa- pa-storale

In seguito alla morte di Rosetta Marchese, avvenuta l’8 marzo 1984, fu convocato, nell’agosto dello stesso anno, il CG XVIII. In esso si ebbe un approfondimento del concetto di animazione, definita come

«una circolazione di vita, che pone le persone in un particolare rap-porto dialogico tra loro, con i valori e con la realtà circostante».59 Essa

57 Relazione sul dossier “L’associazionismo delle FMA: dalla realtà associativa del gruppo alla spiritualità giovanile salesiana”, in ivi 5.

58 Cf ivi 5-10.

59 Atti. Capitolo Generale XVIII (Roma, 24 agosto - 29 settembre 1984), Roma,

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fu considerata una mentalità, un modo di essere, un metodo di azione collegato ad una ben precisa antropologia.60

Il CG XVIII si pose in diretta continuità con gli orientamenti dell’assemblea capitolare precedente; la prospettiva di fondo fu l’as-sunzione vitale delle Costituzioni e lo stile di animazione come efficace coinvolgimento della CE per un autentico servizio di evangelizzazione delle giovani.61

L’assemblea capitolare colse la necessità di un continuo processo di formazione per le FMA e riconfermò la scelta della CE come luogo di collaborazione e condivisione tra giovani, FMA e laici. Invitò pure a coinvolgere le/i giovani per renderli protagonisti della loro stessa cre-scita, e ripropose l’assistenza come presenza, accoglienza, condivisione e testimonianza; stimolò a ridare vita ai gruppi giovanili, animandoli nello stile della spiritualità salesiana e a far conoscere la figura di Maria come modello di donna realizzata.62

Nel CG XVIII venne presentata una relazione dal titolo Documenti di Formazione e di P.G. Osservazioni e prospettive,63 che offriva la valu-tazione da parte dei capitoli ispettoriali, le integrazioni alle bozze del Piano di formazione e del Progetto di PG, le riflessioni da parte del centro sulle osservazioni delle Ispettorie, le prospettive di lavoro post-capitolare per la definitiva stesura dei documenti che erano stati riela-borati dalle rispettive équipe di lavoro nel periodo di tempo trascorso tra il CG XVII e il CG XVIII.

La bozza del Progetto di PG era stata riscritta dal CIPG in fedeltà alle indicazioni del CG XVII: erano stati ampliati i contenuti, precisato il quadro di riferimento di carattere educativo, pastorale, salesiano a fondamento del progetto, applicata la programmazione curricolare – già presente nel testo del 1975 – in maniera più coerente all’itinerario pastorale.64

Dalle risposte dei capitoli ispettoriali emergeva una valutazione

po-Istituto FMA 1984, 21.

60 L’animazione è da considerare nell’orizzonte dell’antropologia cristiana, che vede la persona creata a immagine di Dio (cf ivi 22-23).

61 Cf ivi 43.

62 Cf ivi 47.

63 Cf Documenti di Formazione e di P.G. osservazioni e prospettive, in APGFMA/

PPGU.

64 Cf ciPg, In margine alle osservazioni sulla bozza del progetto di P.U. Iter storico, in ivi 4.

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sitiva dei documenti in quanto davano la possibilità di approfondire, di far crescere l’identità della FMA, come consacrata per le giovani, e di superare ogni forma di dualismo tra missione e consacrazione, tra formazione e pastorale. Veniva, inoltre, rilevato che i documenti fa-vorivano l’unità nell’Istituto e la fedeltà al carisma nella pluralità del-le situazioni. Circa il progetto di PG, la sintesi deldel-le risposte metteva in evidenza che il testo rivisto delineava più compiutamente la figura dell’educatrice secondo lo stile del Sistema preventivo, favoriva la com-petenza educativa per una più adeguata PG e lo sviluppo della CE.65

La relazione Documenti di Formazione e di P.G. - Osservazioni e pro-spettive presentava anche le richieste dei capitoli ispettoriali. Circa il Progetto di PG, si voleva una maggiore esplicitazione dell’aspetto ca-rismatico, dell’animazione nel rapporto educativo, dell’attenzione alla giovane per un’azione pastorale, che potesse potenziare ed esprimere l’apporto della femminilità nella società. Circa il rapporto tra il Piano di formazione e il Progetto di PG, dai capitoli ispettoriali proveniva la richiesta di elaborare un documento unitario, che fornisse un quadro di riferimento comune e linee specifiche per la formazione e la pastorale:

tale richiesta veniva collegata alla necessità di esprimere con maggiore chiarezza come la formazione si attuasse a partire dalla missione e per la missione e come l’azione pastorale esigesse una formazione adeguata.66

Nella relazione si rileva che tale richiesta fu quella maggiormente considerata tanto che su di essa si realizzò uno studio approfondito a livello centrale, Consiglio generale ed équipe di formazione e di pa-storale. La relazione ne riportava così il risultato: «Le riflessioni fatte hanno portato a concludere che la vera risposta all’esigenza espressa dalle Ispettorie non viene assicurata dall’elaborazione di un documento unico, ma dall’attenzione a garantire la specificità del discorso forma-tivo e pastorale, nel rispetto della natura propria dei documenti; sarà importante rendere i documenti sempre più idonei a orientare le FMA a vivere operativamente l’unità vocazionale nella Chiesa oggi».67

La relazione, infine, presentava delle prospettive di lavoro post-capitolare; quelle relative al Progetto di pastorale vertevano sull’atten-zione a permeare maggiormente il testo di aspetti propri del carisma salesiano, a esprimere più chiaramente come il carisma orientasse una

65 Cf Documenti di Formazione e di P.G., in ivi 2.

66 Cf ivi 5-6.

67 Ivi 9.

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scelta pastorale, a usare un linguaggio semplice e lineare, a operare le integrazioni suggerite dalle Ispettorie circa l’aspetto socioculturale, pe-dagogico, focalizzando l’orientamento vocazionale, la specificità fem-minile, il rapporto educazione e pastorale.68

L’assemblea capitolare non aveva il compito di elaborare documen-ti, ma di confrontarsi e condividere le scelte in vista del futuro. Veri-ficando, perciò, il cammino realizzato circa il servizio di animazione e coordinamento, gli Atti del capitolo evidenziano lo sforzo di chiarire i ruoli dei membri dell’équipe, la valorizzazione della stessa nell’ani-mazione delle comunità, l’impegno nella stesura di progetti a livello provinciale, l’attenzione alla formazione delle animatrici di comunità e di pastorale.69

Lo scopo di questo capitolo fu, soprattutto, valutare il cammino e ri-lanciare quanto era stato individuato nel CG XVII. Dall’assemblea ca-pitolare emerse una prospettiva globale, verso la quale l’Istituto rivolse la sua attenzione: «approfondire [...] l’unità vocazionale attraverso l’as-sunzione vitale delle Costituzioni nella loro integralità, ed esprimerla attuando con nuova consapevolezza lo stile di animazione, intrinseco al Sistema preventivo, mediante un efficace coinvolgimento della co-munità educante per un più autentico servizio di evangelizzazione alle giovani, soprattutto le più povere».70

Il CG XVIII avvertì pure la necessità di avviare nell’Istituto una precisa riflessione sull’inculturazione, tema urgente anche nell’attuale contesto ecclesiale. Su queste indicazioni di percorso si aprì un nuovo sessennio animato da Marinella Castagno, nuova Superiora generale.

Ella orientò con decisione le FMA ad assimilare e ad assumere vital-mente le Costituzioni rinnovate.

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