In continuità con il lavoro di animazione iniziato nel sessennio 1990-1996 e in dialogo con i SDB, l’Ambito promosse la costituzione e il consolidamento di Commissioni continentali (America, Europa) e nazionali (India), per dare nuovo slancio e qualità alla proposta educa-tiva della Scuola-Fp.
Si rilevò ben presto che le FMA Coordinatrici delle Commissioni, nate rispettivamente in America, Europa e India, avevano un ruolo chiave nel cammino di animazione. Oltre ad organizzare concretamen-te la reconcretamen-te delle responsabili ispettoriali, furono per l’Ambito un punto di riferimento e di confronto costante per concertare strategie e pro-poste di azione. Esse raccoglievano informazioni a livello continentale, mediavano orientamenti, valutavano proposte.
Le Commissioni continentali furono progettate come luoghi di ri-flessione, di autoformazione, di confronto, di scambio di esperienze, di studio e di ricerca sulla realtà dell’educazione formale in rapporto
33 Attualmente la conferenza è denominata CIEM, a motivo della partecipazione a questo gruppo dell’Ispettoria del Medio Oriente.
34 Illustrerò questi incontri nel paragrafo 4.8. Altre proposte e la verifica dell’anima-zione perché indicano elementi per la continuità e importanti prospettive di riflessione per il CG XXI.
Un’animazione in ascolto dei diversi contesti 151
al carisma e alla realtà giovanile contemporanea. Particolarmente rile-vanti furono nel sessennio 1996-2002 la progettazione e la realizzazione di convegni di studio per dirigenti, educatori, educatrici in America Latina, Europa e in India.35
Questi importanti raduni coinvolsero attivamente SDB, FMA, laici e in alcuni casi altri membri della Famiglia Salesiana e possono essere considerati punti di arrivo e nello stesso tempo di partenza di un nuovo cammino condiviso con le Ispettorie.
I processi attivati a livello continentale avevano come punto di ri-ferimento fondamentale gli orientamenti dell’Organizzazione Interna-zionale dell’Educazione Cattolica (OIEC). L’Ambito, come membro attivo delle diverse commissioni, le animava secondo queste linee: la corresponsabilità con i laici e la formazione salesiana degli adulti (FMA - educatori - educatrici - genitori), la rilettura del Sistema preventivo nella linea della reciprocità, la Scuola come ambiente in cui si educa alla solidarietà e si elabora una cultura che non genera esclusione, anzi la combatte, il rapporto educazione-comunicazione per una cittadinan-za attiva e democratica.
4.4.1. L’esperienza dell’America Latina
In America Latina la commissione Scuola FMA risultava già orga-nizzata, a differenza dei SDB che dedicarono il 1997 e il 1998 a incontri regionali per riconsiderare l’importanza delle linee operative di Cum-bayá (Quito, Ecuador, 1994). Nello stesso arco di tempo l’Ambito cercò di consolidare il cammino già iniziato nel precedente sessennio.36 Nel gennaio del 1999 si realizzò il primo incontro della Commissione Scuo-la America delScuo-la Famiglia Salesiana a ChacScuo-lacayo - Perú, con l’obiettivo
35 Mi riferisco ai seguenti eventi: Salesian Vision 2020. Quality Education of Poor Youth (Hyderabad - India, 13-16 settembre 1999); Segundo Encuentro Continental de Educación Salesiana (Cumbayá, 7-12 maggio 2001); Congresso Europeo di Dirigenti di Scuola-Formazione Professionale Salesiana (Roma, 14-18 novembre 2001).
36 Il cammino della commissione FMA ha avuto i seguenti momenti significativi:
l’incontro del 23 settembre 1997 a Santafé di Bogotá dopo il congresso educativo che celebrava i 100 anni di presenza delle FMA in Colombia sul tema Memoria y profecía de un carisma. Escuela Salesiana; il raduno del 25-26 maggio 1998 a San Paolo - Brasile in seguito ad un convegno indetto dall’Università di San Paolo sul tema “Comunicazione-educazione”; l’incontro del 9 e 18 gennaio 1999 a Lima - Perú dopo il Congresso della CIEC (Confederación Interamericana de Educación Católica).
152 Capitolo quarto
di dare continuità al processo di riflessione sulla Scuola iniziato con il grande convegno di Cumbayá. In questo raduno si decise di dedicare due anni di lavoro alla preparazione per il 2001 di una grande convoca-zione di educatori-educatrici della Famiglia Salesiana per rilanciare la qualità educativa della Scuola in America. In continuità con Cumbayá
’94 e in sintonia con le conclusioni del Congresso della Confederación Interamericana de Educación Católica (CIEC) 1999, si delinearono le grandi aree tematiche di Cumbayá 2001 e le indicazioni metodologiche ritenute più pertinenti.37
Il cammino congiunto e il programma impostato in quest’occasione furono costantemente verificati dalla Commissione di coordinamento centrale nei raduni di Cochabamba – Bolivia (agosto 2000) e di Tlal-pan – Messico (gennaio 2001).38 Il processo Cumbayá 2001 fu pensato come uno spazio di verifica del cammino percorso dalle Ispettorie dal 1994, di socializzazione della riflessione delle regioni circa alcune te-matiche educative, di ricerca di prospettive di futuro, capaci di rendere più significativa l’azione educativa della Famiglia Salesiana.
L’obiettivo del Congresso – «motivare il rilancio della Scuola sale-siana nel continente americano per rispondere significativamente, in chiave evangelizzatrice, alle sfide che presenta un continente sempre più impoverito»39 – ha stimolato una ricca e feconda riflessione.
Per la realizzazione di questo raduno ogni gruppo regionale, attra-verso percorsi differenziati, propose un approfondimento sul Sistema preventivo. La regione CIMAC - MESOAMERICA40 espose il tema:
Rilettura del Sistema preventivo a partire dalla realtà giovanile, la regio-ne CINAB – ANDINA presentò una Rilettura del Sistema preventivo a
37 Cf Acta. Encuentro conjunto de Familia Salesiana para las escuelas y centros profe-sionales salesianos en América, Chaclacayo - Perú, 16-17 enero, 1999, in APGS/Lettere e verbali.
38 Cf Acta. Encuentro del Equipo Coordinador Central hacia Cumbayá 2001, Co-chabamba, 26-31 agosto 2000; Acta. Encuentro del Equipo Coordinador Central hacia Cumbayá 2001, Tlalpan - Messico, 29 julio -1 agosto 2001, in ivi.
39 equiPo coordinador central, Memorias del segundo encuentro Continental de Educación Salesiana “Cumbayá” II (7-12 maggio 2001), Cuenca, Editorial Don Bosco 2001, 5.
40 CIMAC - MESOAMERICA la sigla comprende le Ispettorie FMA e SDB dell’America Centrale e del Messico; CINAB - ANDINA si riferisce alle Ispettorie FMA e SDB di Bolivia, Venezuela, Perú, Colombia, Ecuador; CICSAL - SEPSUR com-prende le Ispettorie di Cile, Argentina, Paraguay, Uruguay; CIB si intende le Ispettorie FMA e SDB del Brasile.
Un’animazione in ascolto dei diversi contesti 153
partire dall’ottica della reciprocità. Questo gruppo di lavoro sviluppò il suo sottotema rivisitando le esperienze educative di don Bosco, Maria Domenica Mazzarello, don Luigi Variara e cercò di cogliere le grandi intuizioni antropologiche e lo spirito della metodologia educativa tipica dei Fondatori.
L’Educazione nella dimensione sociopolitica per una cultura della vita e della solidarietà fu il tema studiato dalla regione CICSAL - SEPSUR.
Questo gruppo di lavoro identificò tre grandi sfide che la Scuola era chiamata ad affrontare: passare dalla logica ispirata dall’economia di mercato all’accettazione della vita come dono, gratuità; dall’individua-lismo autoreferenziale alla dimensione comunitaria della vita; dalla crisi di rappresentatività, apatia sociale e politica, all’impegno politico. Scuo-la salesiana inclusiva in chiave evangelizzatrice fu il tema studiato dalle Ispettorie FMA-SDB del Brasile.41
Oltre a queste tematiche, particolarmente significative furono la presentazione realizzata dalle Ispettorie degli Stati Uniti della realtà delle Scuole salesiane in America del Nord e il contributo offerto da ECOSAM (Equipo de comunicación social de America de las FMA) sulla Proposta di Educomunicazione per la Famiglia Salesiana.42 Le pro-vince statunitensi evidenziarono il volto di una società multicultura-le che si trovava ad affrontare i movimenti migratori più imponenti dell’ultimo secolo. In questo contesto urgeva educare all’accettazione della diversità e dare vita a una cultura solidale.
Nel corso del Congresso fu elaborato un Documento finale, che rac-colse gli accordi fondamentali raggiunti. Le politiche individuate furono raggruppate attorno a quattro aree tematiche: realtà giovanile, reciproci-tà, Scuola non selettiva, che non genera esclusione, educomunicazione.
Ci si proponeva di curare l’accoglienza, la presenza, l’accompagna-mento del/della giovane nella sua realtà concreta con una particolare attenzione al suo inserimento nel mondo del lavoro. Si voleva potenzia-re nella CE uno stile di gestione partecipativo e democratico. Si propo-neva un nuovo modello di Scuola solidale, aperta alla realtà sociopoliti-ca del territorio ed impegnata nella sua trasformazione.
La costituzione di una rete continentale, per promuovere
politi-41 Cf equiPo coordinador central, Memorias 59-285.
42 Cf ivi 342-353. Le delegate di ECOSAM illustrarono la Proposta di educomuni-cazione articolata attorno ad un quadro di riferimento sulla situazione socioculturale, a elementi teorici sul tema e all’indicazione di alcune aree di intervento (cf ivi 290-339).
154 Capitolo quarto
che e legislazioni in favore dei più poveri, era ritenuta indispensabile per contrastare le crisi strutturali in atto nell’America Latina. Infine, nell’area dell’educomunicazione, si invitava a educare alla comunica-zione, alla mediazione tecnologica, all’espressione e arte, all’esercizio della cittadinanza.43
4.4.2. La ricerca e il confronto in Europa
In Europa, in continuità con il lavoro di animazione già avviato, l’Ambito propose alle Ispettrici e alle responsabili nazionali o ispet-toriali della Scuola-Fp di formare una commissione di lavoro a livello continentale, in vista della collaborazione con i SDB.44 Dalla proposta di convegni per FMA e laici si passò, nel sessennio 1997-2002, a raduni di ricerca e di studio sui problemi dell’educazione formale. Nel 1998 iniziò ufficialmente il cammino tra la Consulta SDB e la Commissione FMA: due gruppi autonomi, ma uniti da criteri comuni e da un piano d’azione concordato. 45
Il confronto tra i due gruppi, nei raduni annuali, portò alla decisio-ne di progettare un convegno per il personale dirigente della Scuola e della Fp, che si svolse a Roma, nel novembre del 2001. Durante il Congresso, a partire dalla riflessione delle diverse nazioni europee, si consolidarono le convinzioni circa la missione, i valori, le prospettive dell’educazione formale salesiana in Europa.
Circa la missione, si sottolineò che la Scuola-Fp salesiana vive la vocazione educativo-evangelizzatrice nello spirito di famiglia, mette i giovani al centro e si lascia guidare dal criterio oratoriano. Il Sistema
43 Cf ivi 359-364.
44 Nel luglio del 1997 Georgina McPake in dialogo con le Ispettrici avviò il pro-cesso di formazione della nuova commissione FMA per l’Europa e annunciò il primo incontro che si tenne a Roma in casa generalizia dal 10 al 12 ottobre 1997 (cf McPake, Lettera invito, Roma, 24 luglio 1997, in APGFMA/Circolari 1996-2002).
45 Tra il 1998 e il 2001 si tennero quattro incontri della Commissione Scuola FMA e della Consulta SDB: Bruxelles - Groot Bijgaarden (Belgio), 15-17 maggio 1998; Parigi (Francia), 9-11 aprile 1999; Lisbona (Portogallo), 8-11 aprile 2000; Londra (Gran Bre-tagna), 2-5 marzo 2001. Nei raduni annuali si approfondirono temi importanti come la formazione di tutti i membri della CE, con un’attenzione speciale per gli educatori-educatrici e i dirigenti, gli elementi essenziali della relazione educativa nel contesto europeo contemporaneo, la qualità nella formazione dei giovani, delle giovani, l’incul-turazione del Sistema preventivo in Europa.
Un’animazione in ascolto dei diversi contesti 155
preventivo, connotato di familiarità, accoglienza incondizionata, dia-logo educativo, accompagnamento personale, conduce a privilegiare i ragazzi e le ragazze più in difficoltà, aiutandoli a divenire responsabili della loro esistenza. La missione si realizza in un ambiente educativo di relazioni autentiche all’insegna della comunione e della corresponsabi-lità. In questo ambiente la funzione dirigente consiste nello stimolare il contributo di tutti, curare il coordinamento, la qualità educativa, se-guire puntualmente la formazione per assicurare l’identità carismatica.
La Scuola-Fp salesiana si presenta come comunità, in cui la vita quo-tidiana è il luogo dove si realizza concretamente la sintesi tra cultura e fede, in virtù di una proposta educativa, alla cui elaborazione parteci-pano tutti i suoi membri. È aperta e inserita nel territorio, fa proposte per una migliore qualità di vita della comunità civile ed ecclesiale; è attenta al mondo del lavoro, alla sua attuale complessità e ha in Europa un volto multiculturale, multireligioso.
Per quanto riguarda i valori necessari per rendere la Scuola o il Centro di Fp (CFp) capace di evangelizzare educando i partecipanti al Congresso segnalarono soprattutto: lo sguardo positivo sulla vita e sui giovani, l’accoglienza, l’ascolto, la comunicazione, la relazione educati-va familiare e amorevole, la capacità critica, la credibilità della testimo-nianza cristiana e la pazienza.46
Al termine dei lavori furono individuate prospettive di futuro in sei aree. Nella prima, quella della formazione, viene ribadita la necessità di curare tutte le dimensioni della personalità dei diversi membri della CE, in modo particolare degli insegnanti. Per facilitare questo compito, si propone ai dirigenti l’approfondimento del Sistema preventivo come metodo e spiritualità, come pure il potenziamento di spazi formativi comuni tra SDB, FMA e laici.
In riferimento al coordinamento e alla continuità, si evidenzia l’importanza di sviluppare la collaborazione e il lavoro in rete a tutti i livelli. A questo scopo si ritiene utile organizzare incontri e scambi regolari a livello regionale (interispettoriale), che facilitino la parte-cipazione di un più grande numero di educatori, dirigenti e l’appro-fondimento degli aspetti della missione educativa più urgenti nella propria area culturale.
46 Cf Documento finale. Congresso Europeo di Dirigenti di Scuola/Fp salesiana (Roma, 14-18 novembre 2001), in APGS/Lettere e verbali.
156 Capitolo quarto
Circa la CE, si conferma l’impegno di fare di ogni Scuola e CFp una vera comunità, nella quale l’attenzione prioritaria sia per la per-sona piuttosto che per l’organizzazione. Si sottolinea l’importanza di promuovere una vera condivisione dei valori, dei criteri e degli obiet-tivi che costituiscono il progetto educativo, di rivedere la gestione, la suddivisone dei compiti e soprattutto di rafforzare il rapporto Scuola-famiglia.
A proposito della dimensione europea, da coltivare negli ambienti educativi, si insiste sulla collaborazione con la comunità ecclesiale e ci-vile per contribuire a ridare un’anima e una spiritualità cristiana all’Eu-ropa, pur nella complessità delle situazioni e dei processi.
Per quanto riguarda l’evangelizzazione nell’attuale contesto multi-culturale e multireligioso, si riafferma l’importanza di una comunità educativa che evangelizza nello stile salesiano: attraverso la testimo-nianza personale e comunitaria degli educatori-educatrici, la trasmis-sione di una cultura aperta e ispirata al Vangelo, l’offerta alle/ai giovani di un’esperienza positiva della Chiesa.
In riferimento all’attenzione ai più poveri si intende rinnovare in ogni Scuola e CFp l’attenzione alle nuove povertà giovanili. Per rag-giungere questo obiettivo si propongono le seguenti strategie: curare la prevenzione del fallimento scolastico, elaborare progetti concreti per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, proporre programmi per la gioventù emarginata dal mondo scolastico e lavorativo in stretta collaborazione e dialogo con altre istituzioni educative, come gli Ora-tori, le associazioni, i servizi sociali.47
È da segnalare che in Europa la Commissione FMA elaborò e pub-blicò una riflessione, dal titolo Appunti di viaggio, rivolta alle comunità educanti della Scuola di base.
Interlocutori privilegiati della proposta sono i genitori, gli educatori e le educatrici. Il testo sollecita soprattutto gli adulti a prendere sul serio le esperienze dei piccoli e a riconoscere il loro diritto alla parola.
Affermare questo diritto significa far sì che l’ambiente educativo diven-ti un laboratorio aperto al cambiamento, flessibile, attento a favorire processi di cooperazione e di condivisione, a proporre nuovi modi di essere al mondo e di agire nell’Europa di oggi.
L’educazione di base viene descritta come un indispensabile
passa-47 Cf ivi 2-4.
Un’animazione in ascolto dei diversi contesti 157
porto per la vita che consente di imparare a scegliere, di partecipare alla costruzione di un comune futuro e di continuare ad apprendere.
Nel testo si legge: «Se vogliamo combattere con successo l’inegua-glianza tra i sessi, che permane anche in Europa, le Scuole salesiane sono chiamate a curare, in modo speciale, l’educazione di base e a consolida-re l’impegno per un’educazione, un insegnamento di qualità e una vera coeducazione. È importante ricordare che il periodo dell’educazione di base costituisce sia una preparazione per la vita sia il tempo migliore per imparare ad imparare, requisito indispensabile per affrontare la cultura contemporanea, dinamica e sempre in continua evoluzione».48
Emerge il volto di una Scuola come comunità di persone in relazio-ne, animata dallo spirito di famiglia in cui ci si sente accolti, benvoluti e rispettati nella propria dignità; una Scuola in dialogo privilegiato con la famiglia, impegnata ad impostare una relazione con i genitori, fondata sui valori da perseguire, sulle identità da formare, sui modi di educare.
La Scuola è orientata ad essere un luogo dove il genitore possa fer-marsi, quando ne sente il bisogno, per confrontarsi su come sta educan-do i propri figli, su come trasmettere loro un’immagine della vita e della comunità, che integri le molte conoscenze virtuali che accumulano, su come comportarsi con i figli.
4.4.3. Le proposte differenziate per l’Asia
Data la grande differenziazione delle culture asiatiche, l’Ambito av-vertì la necessità di stimolare la costituzione di due commissioni: una per le Ispettorie che appartengono alla CIAO49 e una per l’India.50
Le Ispettorie della CIAO, pur essendo consapevoli della validità dei criteri e degli obiettivi proposti, li ritennero realisticamente prematuri rispetto alla situazione di partenza, tuttavia si dichiararono pronte a lavorare per una migliore qualità della presenza educativa nelle Scuole, nei CFp e del dialogo con i SDB.
48 coMMissione scuola-ForMazioneProFessionale euroPa FMa, Appunti di viaggio sull’Educazione di base, Roma, Istituto FMA 2002, 8.
49 La sigla indica la Conferenza interispettoriale formata dalle Ispettorie di Filippi-ne, Corea, Thailandia, GiappoFilippi-ne, Timor Est, Cambogia-Mianmar, Vietnam.
50 Cf McPake, Lettera alle Ispettrici della CIAO, Roma, 4 maggio 1998, in APG FMA/Circolari 1996-2002.
158 Capitolo quarto
Le Ispettorie indiane, invece, scelsero di realizzare un cammino e un confronto con i SDB che confluì nella Conferenza nazionale delle Scuole Salesiane realizzata a Hyderabad dal 13 al 16 settembre 1999.51 Questo incontro di studio metteva a fuoco il ruolo della Scuola e dei CFp come ambienti di evangelizzazione in un contesto pluriculturale e plurireli-gioso, l’attenzione ai più poveri e la promozione della giustizia e della pace. In questo scenario si vedeva necessario individuare linee comuni di azione per un’animazione di qualità a livello ispettoriale e locale.
Le 15 Ispettorie salesiane dell’India si confrontarono sui risultati di una ricerca orientata a valutare l’efficacia degli ambienti di educazione formale, in riferimento all’evangelizzazione e all’attenzione ai più poveri e su come aiutare le comunità nella revisione del progetto educativo.
Nel corso del raduno si ribadì che il contesto sociopolitico, econo-mico, plurireligioso e pluriculturale dell’India contemporanea, con le sue sfide e le sue opportunità, esigeva che Scuole e CFp ribadissero alcune convinzioni fondamentali, come l’importanza di rinforzare il lavoro con i più poveri ed emarginati, la necessità di favorire la forma-zione delle/dei giovani più emarginati attraverso l’educaforma-zione formale perché diventassero cittadini costruttori di giustizia e di pace, l’esigen-za di privilegiare l’educazione come risorsa per costruire il Regno di Dio e, infine, il valore della testimonianza come via privilegiata perché le nuove generazioni possano incontrare Cristo.
Da queste convinzioni scaturirono alcuni impegni concreti: dare maggiore qualità alla testimonianza personale e comunitaria radicata nel carisma, condividere il Vangelo con le/i giovani e la Famiglia Sale-siana, lavorare per un’educazione integrale nello stile del Sistema pre-ventivo, essere una presenza capace di testimoniare una sana relazione con Dio, con gli altri e con il creato, investire nella formazione di per-sone che operino nell’ambito dell’educazione non formale e dell’alfa-betizzazione, lavorare in rete come Famiglia Salesiana, con le istituzioni governative, le ONG e con le persone di buona volontà.52
Dopo il raduno di Hyderabad le Ispettorie furono impegnate nel-l’approfondimento dei contenuti della Conferenza nazionale con le co-munità educanti per cercare di concretizzare le linee di azione scaturite dall’incontro a livello indiano.
51 Cf Vettical Abraham (a cura di), Salesian vision 2020. Quality Education of Poor Youth, New Delhi, Don Bosco Youth Animation 2000.
52 Cf ivi 105-106.
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4.4.4. Le prospettive di futuro
Nel sessennio 1997-2002 l’Ambito non ebbe la possibilità di pro-muovere una commissione di riflessione sulla qualità della Scuola-Fp per le Ispettorie della Conferenza Africa e Madagascar. Il lavoro di sin-tesi finale, elaborato in vista del CG XXI, segnalò tuttavia che l’educa-zione formale nelle Ispettorie africane era in graduale crescita: subito dopo la Scuola di base, la Fp, con corsi di taglio e cucito, confezione in-dustriale e artigiana, meccanografia, informatica, inglese professionale, era l’istituzione scolastica più diffusa. Si costatava che «un’educazione inculturata e una formazione umana integrale rivolta al miglioramento della vita della comunità sociale del contesto in cui si trova a operare
Nel sessennio 1997-2002 l’Ambito non ebbe la possibilità di pro-muovere una commissione di riflessione sulla qualità della Scuola-Fp per le Ispettorie della Conferenza Africa e Madagascar. Il lavoro di sin-tesi finale, elaborato in vista del CG XXI, segnalò tuttavia che l’educa-zione formale nelle Ispettorie africane era in graduale crescita: subito dopo la Scuola di base, la Fp, con corsi di taglio e cucito, confezione in-dustriale e artigiana, meccanografia, informatica, inglese professionale, era l’istituzione scolastica più diffusa. Si costatava che «un’educazione inculturata e una formazione umana integrale rivolta al miglioramento della vita della comunità sociale del contesto in cui si trova a operare