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l’istituzione del Centro Internazionale di Pastorale giovanile (1969)

Subito dopo la chiusura del Concilio Vaticano II uscì il documento pontificio Ecclesiae Sanctae, che diede il via ad una revisione delle Co-stituzioni di tutte le Congregazioni religiose.46 Con la circolare straor-dinaria dell’11 ottobre 1966 Angela Vespa annunciava a tutte le FMA di voler adempiere quanto veniva richiesto dalla Chiesa nel minor tem-po tem-possibile.47 La sua attenzione agli stimoli provenienti dal magistero

43 Maria Pia Bianco autrice degli articoli propone il tema per la prima volta nel 1967 (marzo e aprile) e lo ripresenta con caratteristiche simili nel 1969 (marzo e aprile). Par-ticolarmente interessante è il richiamo esplicito all’Humanae vitae di Paolo VI.

44 Cf calosso, Per una catechesi alle adolescenti, in DMA 17 (1969-’70)7, F1,166.

45 Cf Borsi, Un laboratorio 176.

46 Cf Paolo VI, Norme per l’applicazione del decreto “Perfectae caritatis” del Concilio Vaticano II “Ecclesiae Sanctae, in Enchiridion Vaticanum, 2. Documenti ufficiali della Santa Sede (1963-1967), Bologna, Edizioni Dehoniane 197610, 701-768.

47 Nella circolare straordinaria si legge: «Vi comunico che in obbedienza fedele e sacra a quanto ci viene richiesto, abbiamo determinato di preparare e convocare il Capitolo Generale straordinario [...]. La determinazione, come potete immaginare, fu

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ecclesiale è testimoniata tra l’altro da una lettera a Maria Sonaglia in cui, riferendosi alle attività e al lavoro del CCI, ribadiva la necessità di diffondere gli orientamenti del Concilio circa la pastorale: «Diffondete il pensiero di Gesù e della Chiesa: sul rispetto alla persona umana, alla libertà ben intesa, come ricerca della verità; su come Dio vuole venga risolto, nell’amore reciproco, il problema della famiglia, della proprie-tà, dei rapporti fra classi sociali. Senza amore tutto inaridisce».48

Il CG XV Speciale fu convocato per il 16 gennaio 1969 a Roma. I membri del Consiglio generale, nei due anni di preparazione visitarono tutti i centri ispettoriali dell’Istituto, per presentare i questionari con cui consultarono le suore su tutti gli aspetti della loro vita e della loro missione. Ogni FMA veniva chiamata in causa personalmente senza la mediazione dell’Ispettrice o della direttrice.49

Gli elementi di novità in questo Capitolo furono molti. Nuove fu-rono le modalità con cui si svolsero i lavori capitolari. Il nuovo rego-lamento, la consultazione dopo gli esercizi spirituali di esperti su vari problemi, la democraticità introdotta attraverso votazioni segrete, l’in-tenso lavoro svolto nelle commissioni e le discussioni aperte e franche fecero percepire un reale cambio di prospettiva.

Nei decenni precedenti «la corresponsabilità si esprimeva attraverso una grande concessione di fiducia alle superiore, che venivano conside-rate l’anima di tutto [...]; ora, nel bellissimo e arduo dopo-concilio, si esprimeva invece con una presa di posizione personale molto intensa, a cui corrispondeva, da parte delle superiore, un nuovo riconoscimento della sovranità dell’assemblea».50

Nel CG XV Angela Vespa, a motivo del suo stato di salute, rinunciò al suo mandato. Il 2 febbraio 1969 fu eletta Superiora generale Ersilia Canta a cui toccò il compito di assumere e dirigere, fin dalla sede capi-tolare, l’itinerario di approfondimento degli orientamenti conciliari.51

preceduta da molta preghiera e ben ponderata. E dovrà effettuarsi in una collabora-zione totalitaria dell’Istituto» (VesPa, Lettera circolare Straordinaria, Torino, 11 ottobre 1966).

48 id., Lettera a suor Maria Sonaglia, 27 gennaio 1966, in APGFMA/CCI.

49 Cf Collino, Le mani nelle mani 375-376.

50 Ivi 377.

51 Il periodo di governo di Madre Ersilia Canta (S. Damiano d’Asti, 25 marzo 1908 - Nizza Monferrato, 28 dicembre 1989) fu segnato da profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali ed ecclesiali. Durante il suo mandato curò in modo particolare la for-mazione delle suore e lo studio dello spirito di Mornese. Fu Superiora generale dal 1969

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Il tema di studio risultava impegnativo e interessante: «Rinnovamen-to, aggiornamen«Rinnovamen-to, adattamento nella vita interna e apostolica dell’Istitu-to; nella formazione del personale e della gioventù».52

In questo Capitolo l’Istituto dette il via alla revisione delle Costi-tuzioni, lavoro che si concluse nel 1982. Sulla spinta del Concilio era emersa la necessità di impostare una vita religiosa meglio fondata teo-logicamente e meglio caratterizzata dalla spiritualità del fondatore.53

La visione pastorale del Vaticano II orientò, quindi, il rinnovamento dell’Istituto. Negli Atti si legge: «La prospettiva pastorale, che ha costi-tuito il motivo di fondo del Concilio Vaticano II, è l’aspetto nuovo alla cui luce il Capitolo ha ripensato il contenuto, le forme e i metodi della catechesi. Tutta incentrata nel mistero pasquale di Cristo è diretta alla persona umana di oggi che, protesa verso le realtà future, costruisce la città terrena».54

La riflessione capitolare, ricca di elementi innovativi, riconfermava l’impegno dell’Istituto nella qualificazione catechistica del maggior nu-mero di FMA a tutti i livelli.55 Inoltre, con l’affermazione «la catechesi miri sempre a realizzare l’integrazione delle allieve e delle oratoriane nella parrocchia»,56 si intraprendeva un cammino di progressiva aper-tura nei confronti della Chiesa locale e particolare.

Tra le deliberazioni riguardanti l’apostolato catechistico troviamo la decisione di costituire un Centro di Pastorale Giovanile (CIPG) che funzionasse a livello internazionale, ispettoriale e locale, per

permette-al 1981. Ebbe la fortuna di conoscere Caterina Daghero, Enrichetta Sorbone e Eulpermette-alia Bosco, FMA della prima generazione che vissero con Maria Domenica Mazzarello.

Uno dei maggiori impegni portato avanti nel suo governo è stato quello di ricondurre l’Istituto alle sorgenti della spiritualità salesiana, curando la formazione soprattutto nell’ottica dell’interiorità semplice e profonda che caratterizzò la prima comunità di Mornese (cf collino, Il poema dell’essenzialità. Lineamenti biografici di madre Ersilia Canta Superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Roma, Istituto FMA 2005).

52 Atti. Capitolo Generale XV Speciale (Roma 16 gennaio - 29 maggio 1969), Roma, Istituto FMA 1970, 15.

53 Cf ivi 29.

54 Ivi 58.

55 Negli Atti si legge questa dichiarazione: «Il Capitolo, nello studiare il fine speci-fico dell’Istituto, che per natura e vocazione è educativo e missionario, ha dichiarato di voler raggiungerlo nell’educazione della fanciullezza e della gioventù, nelle opere sue caratteristiche, principalmente attraverso l’apostolato catechistico» (ivi 53).

56 Ivi 57.

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re all’azione educativo-catechistica un migliore coordinamento.57 L’as-semblea capitolare decretò così lo sviluppo del Centro Catechistico in Centro di Pastorale giovanile.

Bisogna tenere presente che i Salesiani (SDB) con il CG XIX (1965)58 avevano avviato una revisione della missione tra la gioventù, in relazione all’assimilazione dello spirito del Concilio Vaticano II. Tra le delibere capitolari dei SDB troviamo la fondazione di un Istituto Salesiano di Pastorale collegato al Pontifico Ateneo Salesiano.59 Tra le altre importanti iniziative auspicate dai capitolari emerse la costituzio-ne di un Centro Salesiano di Pastorale giovanile, per studiare e mo-nitorare con tempestività la condizione giovanile, ossia le esigenze, le attese, i problemi dei giovani nelle varie situazioni geografiche, storiche e sociali, per raccogliere e socializzare riflessioni ed esperienze di PG.60 È evidente che le scelte e la strada tracciata dai SDB influirono sugli orientamenti dell’Istituto delle FMA.

Nelle pagine degli Atti della XV assemblea capitolare, relative alla tematica Nuove dimensioni della pastorale giovanile, troviamo una ri-flessione che, cogliendo le nuove istanze dei segni dei tempi, proponeva un vero e proprio cambio di mentalità. Alla luce e sulla spinta delle esi-genze di un’educazione integrale, adatta al nuovo assetto sociale, venne fatta una riflessione puntuale sugli SCS, sul tempo libero e sull’associa-zionismo. A fondamento di tutto il discorso su questi punti fu posto il mistero dell’Incarnazione. Si sottolineò la necessità di equilibrare a livello educativo l’aspetto corporeo con quello spirituale. Tra le righe si legge la proposta di una visione più serena della realtà, più aperta e comprensiva di fronte a un mondo che, pur minacciato dalle forze del male, porta in sé i frutti di salvezza dell’Incarnazione del Verbo. Nei

57 Cf ivi 58.

58 Cf società salesiana, Atti del Capitolo generale XIX (Roma, 8 aprile - 10 maggio 1965), in Atti del Consiglio Superiore della Società Salesiana 47 (1966) 244.

59 Negli anni Sessanta l’Università Pontificia Salesiana era chiamata Pontificio Ate-neo Salesiano (PAS). Il 3 maggio 1940 la Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi (oggi Congregazione per l’Educazione Cattolica) approvò uffi-cialmente il progetto voluto tenacemente da don Pietro Ricaldone (Rettor Maggiore).

L’Ateneo Salesiano per 25 anni ebbe la sua sede a Torino. Nel 1966 la sede si trasferì a Roma. Papa Paolo VI inaugurò la nuova sede il 29 ottobre 1966 e, il 24 maggio 1976, dallo stesso Papa l’istituzione venne insignita del titolo di Università Pontificia Sale-siana.

60 Cf società salesiana, Atti del Capitolo generale XIX 201.

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confronti degli SCS l’Istituto intraprese decisamente la strada indicata dall’Inter mirifica.61 Venne, inoltre, progettato l’incremento dei Cen-tri giovanili come risposta concreta ad una situazione sociale in cui si verificava un progressivo aumento del tempo libero. Gli Atti del CG XV sottolineano: «Attraverso i Centri Giovanili – se ben impostati e guidati – si vede la possibilità di effettuare una vera pastorale del tempo libero».62

Nel CG XV si modificò anche l’atteggiamento nei confronti dello sport, che fu considerato in una luce più positiva. Si escluse invece decisamente la compresenza di ragazze e ragazzi negli ambienti edu-cativi delle FMA. Il problema della mixité, accentuato dall’evoluzione sociale, dagli SCS, dalla promozione e valorizzazione della donna, fu risolto nella linea della preparazione delle ragazze a vivere serenamente

“il domani” della relazione con l’altro sesso.63

Nella riflessione capitolare un altro elemento significativo di rin-novamento fu l’interpretazione data al ruolo dell’autorità nella vita religiosa, connotata come servizio.64 I contenuti che emergono negli Atti di questo Capitolo Speciale si situavano all’interno delle precise indicazioni del Concilio Vaticano II. Per l’Istituto delle FMA si apriva una nuova epoca, segnata dalla revisione del testo delle Costituzioni e da una riflessione che gradualmente sarebbe passata dall’accento posto sull’apostolato catechistico alla pastorale giovanile unitaria.

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