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come ch’altri vi venga lento o ratto

31 fe’ meno] fe mena Vch1 Rn Fl42 femina Fn54 fenima Vl1 fe meneo Tr2 • è] a Tr2 Prm • al proprio] ’l propio Vch1 Fn5 il proprio Fl42 Fn54 il propio Rn el proprio Tr2 Prm 33 e

mutevol,] mutevol

c

Fr8 Fn5 Lu3 e mnteuol Tr2 e muteuole Rn Prm • sanza] e sança Rn • posa] cosa Vl1

possa Tr2 34 vaga] vaga è Vch1 uagha e Rn Fl42 • signoria] signua Prm

35 de l’ uomo] del homo Tr2 36 apprezza] apretia Tr2 prezza Lu3 Fn5 Fr8 • ch’ ha la cosa;] che la cosa Tr2 37 e sì nascosa] in se nascosa

c

in se ascosa Tr2 e sì ascosa Fn5 Fr8 e sì oscosa Lu3 38 che mostra] mostrando

c

• il volto] dentro Fn5 il uiso Rn uolto Tr2 • e dentro] en dentro Rn • ha ’l tosco,] e dentro toscho Prm 39 talor] e talor Fr8 Fn5 Lu3 et talor Prm talora Vl1 e tal hora Tr2 fa lor Rn • si tigne] tigne Fr8 Fn5 Prm Lu3 tinge Tr2 40 il viso] il uolto Rn Vl1 el uolto Fn54 • nel cor per festa] per festa dentro Rn nel cor perfetta Fn5

Fr8 Lu3 Fn54 nel cor per feta Vl1 41 Ella ha,] ea Prm • amor,] amar Fn5 Fr8 Prm amore Rn

Fl42 Vl1 • sempre] sempre ha Vch1 senpra Fl42 42 al propio] el proprio Vl1 • diletto] didletto Fn5 43 si piglia tosto] tosto si piglia Rn • schianta] istianta Vl1 44 ed è insaziabil del coito] e l’insaçiabil del choito Fn5 e insatiabil del coito Prm Tr2 et e insaziabile al choito Fn54 al

choito insatiabile Vl1 e de insaziabile del choyto Fl42 e de insaçiabile de choito Rn • a l’atto,] et a latto Fn54 e all’atto Vl1 45 ch’altri] ch’altrui Fn5 Fr8 • vi venga] uegna Fr8 ui uenghi Vch1 vengnio Fn5 • lento] o lento Rn Fl42 • o ratto] o ’l ratto Fn5

31. fe’ meno: lett. ʻche possiede meno fedeʼ; ʻche non è fedeleʼ.

Definizione para-etimologia del termine “femmina”. Si consideri: “Dicie l’uno di que’ che son col cavaliere: La fenmina si lasciò ingannare e fu cagion di tanto nostro danno e afanno, e però fue detta fenmina, però che fè men ha ch’alcuno altro animale. Ancora la fenmina però debol è, perché ll’uomo la potesse e dovesse singnioreggiare.

Risponde la Donna: Minor difetto fu alla fenmina lasciarsi ingannare al nimico, che non fu all’uomo lasciarsi ingannare alla fenmina; e però detta è femena, perch’ella fè mena e fè guberna. Debile non fu fatta per essere singnioreggiata, ma perché no· lle bisongniava tanta forza, poiché con sottigliezza sa vinciere.”, F. da Barberino, Del Reggimento e costumi di donna (secondo la lezione dell’antico testo a penna barberiano), pt. 19, cap. 2, par. 4, 416.

al proprio dire: ʻnel preciso significato del termineʼ, ʻstando alla lettera”; cfr. es. Anonimo, Rubriche della Commedia, Par., c. 2, 21.

32. animal: creatura, essere vivente (sotto inteso è del v. 31).

vario e mutevol: incostante; ʻmobileʼ; dittologia sinonimica. Per quanto concerne tale binomio aggettivale, cfr. “Varium et mutabile semper femina.”, Virgilio, Aen., IV, 569. Sul medesimo passo virgiliano, cfr. “Vergilio, in quarto Aeneidos. Variata e sempre mutevole cosaè femmina”, Bartolomeo da San Concordio, Ammaestramenti degli antichi latini e toscani, dist. 35, cap. 2, par. 3, 495. Si consideri anche: “la femina è varia e mutevole.”, Andrea Lancia, Eneide volgarizzata, L. 4, 238.13.

In riferimento a quanto affermato dal Soldanieri in chiusura della precedente stanza, si consideri inoltre: “Nihil est tam mobile quam femnarum voluntas, nihil tam vagum.”, Seneca, De remediis fortutorum, XVI, 3;“Femina è cosa mobil per natura; / ond’io so ben ch’un amoroso stato / in cor di donna picciol tempo dura.”, F. Petrarca, Se ’l dolce sguardo di costei m’ancide, vv. 12-14. 34. Si intenda: ʻbramosa di servire un sempre differente padroneʼ; ʻdesiderosa di nuovi amantiʼ. vaga: ʻanelanteʼ; cfr. es. Commento all’Arte d’Amare di Ovidio (Volgar. B ms. Laur. XLI 36), ch. 61.

nuova signoria: lett. ʻnuovo potereʼ.

36. Si intenda: ʻe dopo aver approfittato dell’amante (e usata ch’ ha la cosa), cessa di stimarlo (non apprezza)ʼ.

usata ch’ ha la cosa: costrutto analogo all’ablativo assoluto latino. Tuttavia questo verso può essere anche così ricostruito: ʻe non apprezza l’amante di cui ha goduto (la cosa ch’ ha usata)ʼ. 37. malizia: cfr. “Malizia è una mala volontà d’animo nascosta di dare altrui danno.”, Bono Giamboni, Il Libro de’ Vizî e delle Virtudi, cap. 27, 50.23.

e sì nascosa: la donna cela la malizia nel più intimo del suo animo, cosicché nessun uomo può essere in grado di comprendere in anticipo i suoi inganni.

38. Prop. consecutiva (sì … che).

il volto chiaro: ʻil viso luminoso], ʻlimpido nella sua serenitàʼ (vd. TLIO, chiaro1, 1; 1.1.3). Cfr. es. “A ’namorarmi in te ben fu’ matt’io, / ché tu non donna se’, ma ’l dolor mio, / tu mi mostrasti prima il volto chiaro, / facendomi sentir di pace segno / e di cor dolce, amoroso e benegno.”, Matteo Correggiaio, vv. 1-5.

e: cong. con valore avversativo.

39-40. Si intenda: ʻtalvolta mostra esternamente (si tigne) un volto scuro (in fosco il viso), che in realtà è così felice nel suo intimo (nel cor) a tal punto da cantare di gioia (per festa canta)ʼ. 39-40. si tigne in fosco / il viso: lett. ʻsi dipinge (rif. a Femena del v. 31; soggetto) il volto di un colore scuro (in fosco)ʼ. Dunque: ʻsi incupisceʼ; ʻsi rabbuia in voltoʼ.

Con un significato differente una espressione simile si ritrova ancora in Niccolò Soldanieri, Non temo, donna, di pianger già mai, v. 4.

41-42. Benché riferita all’uomo, si consideri questa analoga espressione: «Sì, se in uom fusse fé; / ma uom ama a diletto di sé».”, Niccolò Soldanieri, Donna, se ’nganni me, chi poi ti crede?, vv. 9-10.

41. nel suo amor: ʻnel suo modo peculiare di amare’.

42. La donna si dimostra rispettosa e premurosa esclusivamente nei confronti del suo piacere (suo diletto).

43. Si intenda: ʻdunque la donna come rapidamente si innamora (si piglia tosto), altrettanto velocemente (tosto) si disinnamora (schianta)ʼ.

si piglia: vd. v. 26.

schianta: da “schiantare”; lett. ʻspezzareʼ.

44. insaziabil: ʻinappagabileʼ. In riferimento al sostantivo “femmina”, cfr. es. A. Pucci, Libro di varie storie, cap. 30, 209.

del coito a l’atto: del rapporto sessuale.

45. Con ogni probabilità questo verso deve essere considerato un’allusione (tutt’altro che velata), a parte obiecti (ch’altri), alla durata e all’intensità di questi rapporti.

Voi giovani idïoti pur seguite