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ché spesso manca all’operare il tempo

46 Voi] vo Fn5 • idioti] edotti Rn indioti Fl42 dioti Tr2 disiate Fn54 desiate Vl1 • pur

seguite] e pur seguite

c

48 e della carne] de la charne Tr2 • il zelo;] il çello Rn 49 cercando] chredendendo Fn5 e cerchando Fn54 corcando Vl1 • i vizi,] tutti Vch1 i uisi Tr2 • fuggite]

figite Tr2 50 e questi] e ’n questo Vch1 e in questo Fr8 Tr2 Fn5 et in questo Prm en questo Fl42 • son] sonno Vl1

• gli acquisti] li aquisti Tr2 51 che fan] che fa Fr 8

Fn5 che far Tr2

• portar] portare Rn Fl42

Vl1 • il velo.] neri Rn il uello Tr2 53 le mortal cose] le mortali chose Rn Fl42 le morta chose Fr8 • terreste,] terestre Tr2 55 che son] che simbre Tr2 • più belle]

belle Tr2 56 E qui] it qui Prm • le cose] be chose Rn 57 che ciò] che çio Rn chesso Fn54

ch’io so Vl1 • ch’ amate] amate Rn 58 è corruttibil] e tu mutibil Rn e coruptibelle Tr2 e

corretibile Tr2 chorruttibile Fn54 conruttibile Vl1 • s’egli è] sel è Fn54 sellei Tr2 solo et Vl1 59 e col vizio] e∙cchol viçi Fn5 che con uitio

c

e choi uiçi Fr8 e co uitii Prm e cun vici Tr2 • venir non si dè] venire nn de si Vl1

venire non si dee Rn non se dee Tr2 uenir non si del Fr8 • in tempo] al tempo

c

venir in tenpo Tr2 60 ché spesso] chi spesso Vl1 • all’operare] all’operar Fl42 Prm a l’operar Tr2 all’opera Tr

2 allo perire Rn

46. Voi giovani idïoti: ʻvoi giovani ignoranti che non avete ancora esperienza della vitaʼ. (rif. a gli ostinati tuoi del v. 3 e a chi ’l tuo pensiero / seguita dei vv. 7-8).

In merito all’aggettivo giovani in un simile contesto vocativo, cfr. es. “O voi giovani ingannati, i quali lo vostro amore v’ ha ingannato d’ogne parte, venite a’ miei amunimenti; imprendete a essere sanati per me, lo quale voi aparaste ad amare; una è quella mano che vi darà e ferita e aiuto.”, Anonimo, Rimedi d’Amore d’Ovidio volgarizzati (Volgar. C), 438.20; “Voi, giovani, per tempo / vogliate el tempo porre, / che sì veloce corre, / ne la virtù, ch’ogn’altra cosa avanza.”, Poesie musicali del Trecento, ball. 88, F. Landini, Nessun ponga speranza, vv. 9-12.

pur: avv. con valore continuativo.

seguite: imperativo presente di seconda persona plurale. 48. lussuriosi: agg., rif. a diletti del verso precedente.

e della carne il zelo: ʻe (seguite) l’ardore passionale del corpoʼ.

In merito al significato di “zelo”, cfr. “Onde, con ciò sia cosa che sei passioni siano propie dell’anima umana, delle quali fa menzione lo Filosofo nella sua Rettorica, cioè grazia, zelo, misericordia, invidia, [amore] e vergogna, di nulla puote l’anima essere passionata che alla

finestra delli occhi non vegna la sembianza, se per grande vertù dentro non si chiude.”, Dante, Il Convivio, III, VIII, 10 (e con esso, cfr. Tommaso, Sum. theol., I, II, 28 4c; in rif. a Aristotele, Rhet., II, 11).

49. cercando: ʻricercandoʼ, ʻinseguendoʼ. Questo gerundio esprime una valenza tanto temporale quanto strumentale.

50. questi: rif. a vizi del verso precedente (possibile riferimento anche a diletti del v. 47).

gli acquisti: quanto si ottiene dalla costante ricerca e dall’appagamento del piacere carnale. Si osservi in particolare il riferimento a vende del v. 12.

51. Si intenda: ʻ(i quali acquisti) ottenebrano la ragione, impedendo di vedere la veritàʼ.

Cfr. Niccolò Soldanieri, ivi, Così del mondo o stato alcun ti fida, v. 84; “ma ’nnanzi agli occhi m’era post’un velo / che mi fea non veder quel ch’i’ vedea, / per far mia vita sùbito più trista.”, F. Petrarca, O giorno, o hora, o ultimo momento, vv. 12-14; “Lieva dagli occhi mia l’oscuro velo / che veder non mi lascia lo mio errore, / e me sviluppa dal piacer fallace;”, Boccaccio, O glorïoso Re, che ’l ciel governi, vv. 9-11; “Omè, dove per nostra colpa abiamo a gli occhi il velo?”, F. Sacchetti, Festa ne fa il ciel <o>, piange la terra, v. 60.

52. volgetevi in su: imperativo presente di seconda persona plurale.

mirate il cielo: imperativo presente di seconda persona plurale. Cfr. F. Petrarca, Rime disperse e attribuite, Occhi miei lassi, che piangendo stanchi, v. 9.

53. odiate: ʻabbiate in odioʼ, ʻdisprezzateʼ; imperativo presente di seconda persona plurale. Cfr. es. D. Cavalca, Vite di eremiti dalle “Vite dei Santi Padri”, Vita di Antonio, cap. 13, 129. terreste: terrestre; aggettivo rif. a cose. In merito alla forma di tale aggettivo, cfr. es. F. da Barberino, Del Reggimento e costumi di donna (secondo la lezione dell’antico testo a penna barberiniano), pt. 16, cap. 8, par. 1, 364; F. da Buti, Commento al Purgatorio, c. 30, 1-21, 730; F. Sacchetti, Teologo non fu già mai in terra, v. 71.

Per quanto concerne invece il numero di tale aggettivo (vd. v. 22), cfr. es. “al quale si piega ogni ginocchio delle cose celestiali, terrestre e infernali.”, Anonimo, De contemptu mundi di Lotario Diacono volgarizzato, Libro III, cap. 16, 212.

le mortal cose: cfr. es. “Però non dèi tu avere speranza nelle mortali cose, chè l’uno anno tolle all’altro, e una ora fa perdere tutt’ il dì”, Anonimo, Il Tesoro di Brunetto Latini volgarizzato da Bono Giamboni, L. 7, cap. 50, 415; “[rif. a Seneca] De li rimedii de le venture (…) Tu se’ folle, che piagni la morte de le cose mortali.”, Anonimo, Fiori e vita di filosofi e d’altri savi e d’imperadori, 186.

54. bramate: imperativo presente di seconda persona plurale.

le celeste: (rif. a cose del verso precedente). In merito alla forma plurale, cfr. “La quinta colonna sia lo spirito ritto, da le cose terrene levato e co’ le celeste inseparabile congiunto:”, Simone da Cascina, Colloquio spirituale, L. 1, cap. 10, 73.

56. le cose: vd. v. 53.

con ragione: ʻcon intelligenza e buon sensoʼ.

usate: imperativo presente di seconda persona plurale.

58. corruttibil: agg., rif. a ciò che amate. Si noti l’ambivalenza semantica che questo termine sembra assumere nel contesto precipuo di questa stanza. Tale termine infatti può esprimere sia l’essere soggetto a decadimento sia l’essere causa di corruzione morale (vd. TLIO, corruttibile, 1; 2).

ben terreno: il bene materiale.

59. venir … in tempo: lett. ʻavanzare nel tempoʼ; ʻinvecchiareʼ.

Cfr. es. “Chi vuol sanza fallir venire in tempo, / le cose dè l’uon far secondo il tempo.”, Niccolò Soldanieri, I’ fui già usignolo in tempo verde, vv. 7-8; “Egli è orgoglioso, ed ontoso, e lascia tosto ciò ch’egli ama, chè giovane uomo non ha punto di fermezza. E quando vien in tempo, ed in coraggio d’uomo, egli muta la sua maniera”, Anonimo, Il Tesoro di Brunetto Latini volgarizzato da Bono Giamboni (ed. Gaiter), L. 7, cap. 25, 306.

60. Si intenda: ʻ(e non si deve invecchiare nel vizio) poiché, essendo ormai prossimi alla morte, accade frequentemente che manchi il tempo necessario per porre rimedio (all’operare) a questa condizione di peccatoʼ.

Canzon, se noi non difendiàn le donne