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sostegno, ché non caggia per follia

46 ben ricco] bel ricco Vch1 ben l rico Rn il ben richo Tr1 • di fortuna] o di fortuna (

f

) Fl

Prm1 • O del ben riccho e di fortuna stolto (

f

) Vl 47 che t’è] chi te Vch1 Rn • chi te amico diresti Vl 48 chi coda] di choda Rn • mangiarti] mangiare Prm1 • chi coda facti per mangiarti il pane Vl 49 prudenza] aprudensa Prm1 • volto] il uolto Fl uolta Rn • se tu auessi di prudentia il uolto Vl 50 non] nol Rn Tr1 • cosi non chiameresti Vl 51 come carogna cane.]

come a carogna cane Fr12 Prm1 coma charogna chane Lu1 • che seguon te come carogna cane Vl 52 Ma tali amici] chotali amici Rn • e tal] e ta’ Vch1 Fl e tali Rn Fl42 Prm1 Fr12 Tr1

• cotali amici & tal riccheççe uane Vl 53 dispregeresti & porresti sperança Vl 54 in cosa che fidança Vl 55 tenerne] trouarui Fl Prm1 (

f

) tener Tr1 • avessi] hauesse Vch1 • come fermeça

alcuna auer potessi Vl 56 d’avere uno amico] dauer vn amico Tr1 e d’auere uno amico Rn de

auere vno amicho Fl da vero uno amicho Prm1 d’auere un amico] uno amico Fl42 Fr12 • fidato] prouato Fl Prm1

Fr12 Tr1 Lu1 • & infra gli altri un amico fidato Vl 57 tanto] tanton Tr1

fatto Rn • in te tanto incarnato Vl 58 piangessi] piangie si Rn • che pianga quando tu per duol piagnessi Vl 59 e che] che Prm1 Tr1 • nel tempo] al bisogno (nel tempo posto in interlinea)

Prm1 • che al bisogno tuo felice sia Vl 60 caggia] cagi Rn caggi Fr12 Tr1 Lu1 Prm1 • sostegno

che non caggia per follia Vl

46-48. Si costruisca ed intenda: ‘O tu (sottinteso) ricco di beni (del ben ricco) ma reso sciocco dalla fortuna (di fortuna stolto), che ti dimostri pronto a dichiarare (che diresti) che ti è amico (t’è amico) colui che (chi) invece ti segue (coda fatti) unicamente per godere (per mangiarti) delle tue ricchezze (il pane)’.

46. di fortuna stolto: lett. ‘fatto stolto’; ‘condotto alla follia’; ‘privato della ragione dalla sorte’ (rif. a rubato da fortuna d’ogni altezza del v. 36; per perder della mente del v. 40; per lor perder del v. 41).

di fortuna: compl. d’agente.

47. costruzione brachilogica del verso. Il pronome relativo iniziale, riferito al soggetto di questo periodo di seconda persona singolare, svolge anche la funzione di complemento oggetto di diresti.

48. coda fatti: espressione da interpretare nel suo significato letterale, ‘fa a te coda’; ‘accodarsi’. Di conseguenza, per estensione, si può intendere tale espressione nell’accezione di “seguire”, “inseguire”.

per mangiarti il pane: prop. subor. di terzo grado con valore finale.

il pane: metafora rinviante al ben del v. 46. Si comprenderà il significato precipuo di tale metafora osservando il v. 51.

49. Protasi di un periodo ipotetico con il verbo di modo congiuntivo e di tempo imperfetto. Si intenda: ‘se tu riflettessi prudentemente’.

avessi di prudenza volto: lett. ‘avessi il volto (sostantivo) improntato alla prudenza’. Dunque: ‘osservare con estrema attenzione’, ‘considerare un fatto o una questione, analizzandone ogni dettaglio in modo non avventato’.

50-51. apodosi del detto periodo ipotetico. Si intenda: ‘non definiresti un amico colui che fedelmente ti segue così come un cane insegue la carcassa di un animale per potersene cibare’. 50. così: elemento grammaticale distinto da ambivalenza sintattica. Esso infatti potrebbe essere interpretato sia come avverbio, dipendente da chiameresti e rinviante ad amico diresti del v. 47, sia quale congiunzione correlativa con il come del v. 51.

51. come carogna cane: immagine ricorrente nelle canzoni del Soldanieri; vd. es. Così del mondo o stato alcun ti fida, v. 34.

52-55. Ampia apodosi di un periodo ipotetico la cui protasi, qui sotto intesa, è rappresentata dalla protasi del v. 49.

52. tali amici: ‘siffatti amiciʼ, rif. a chi del . 47 e del v. 51.

tal ricchezze vane: rif. a ben del v. 46. Queste ricchezze sono definite con l’aggettivo “vano” a causa della loro natura strettamente materiale e dunque transeunte. Cfr. es. Ec 1, 2 e 12, 8. 53. disprezzeresti: lett. ‘ritenere di valore modesto o nullo’; “non considerare”, “rifiutare” (vd. TLIO, disprezzare, 1; 3; 3.3; 3.4).

53-55. e porresti … avessi: versi la cui ricostruzione si rivela tutt’altro che pacifica. Di conseguenza si avanza una loro potenziale interpretazione. Si provi ad intendere: ‘e di conseguenza riporresti ogni tua singola speranza in quei beni, nei confronti dei quali tu avessi la convinzione di poter ricavare qualcosa di sicuro e di certo’.

53. e porresti speranza: cfr. “Diripite argentum et aurum; divitiarum enim non est finis. Dice: Lasciate l’oro e l’argento, e pigliate Dio; però che nelle ricchezze non è fine: cioè, che quante più n’abbiamo, più ne disideriamo; come ’l fuoco. San Gregorio dice: Rarum valde est, qui aurum possidet, tendat ad requiem. Dice ch’ è rarissime volte, che chi possiede oro, vada al cielo. E però non dobbiamo porre speranza nelle ricchezze, per ciò che non hanno fermezza, e sono doni di fortuna; la quale sempre dà e toglie: infine ti lascia pure al secco.”, M. Corsini, Rosaio della vita, cap. 16, 33.

54. in cosa: compl. di stato in luogo figurato, dipendente da porresti del verso precedente; rif. al bene della vera amicizia (vd. v. 33 e v. 56).

che: esempio di “che polivalente” il cui significato e il cui valore obliquo sono espressi dalla precedente preposizione semplice in e dal suo referente grammaticale, cosa. Si intenda dunque : ‘in cui’, ‘nei confronti della quale cosa’.

54-55. fidanza … avessi: lett. ‘avere la fiducia’, ‘avere la convinzione’. di tenerne: ‘di ottenere’.

fermezza alcuna: compl. oggetto di tenerne; lett. ‘qualche certezza’, ‘qualcosa la cui natura sia contraddistinta da fermezza e da costanza’. Dunque: ‘qualcosa di cui essere certi e su cui poter fare affidamento’. Cfr. es. “ma bene di ventura è vano e caduco senza alcuna fermezza.”, Anonimo, Il Tesoro di Brunetto Latini volgarizzato da Bono Giamboni, L. 7, cap. 74, 491. 56. come: rif. a cosa de v. 54.

un amico fidato: ‘un amico degno di fede’. Cfr. “Onde Cato disse: «Se p(er) ve(n)tura tu ài male, doma(n)da aiutorio dali tuoi co(n)ti, che neuno è milliore medico che lo tuo amico fidato».”, Anonimo, Il Trattato della Dilezione di Albertano da Brescia volgarizzato, L. II, cap. 17, 119; “Amico fidato, ch’al bisogno è provato.”, Garzo, Proverbi, v. 35.

Si osservi inoltre il seguente passo, nel quale compare anche l’aggettivo incarnato (ivi, v. 57): “Ma lo ’ncarnato amore / di voi che m’ha distretto, / fidato amico aletto, / mi sforza ch’io mi deg[g]ia rallegrare:”, Bondie Dietaiuti, Allorquando mi membra, vv. 17-20.

57. incarnato: ‘unito così saldamente da divenire un’unica persona’ (vd. TLIO, incarnato, 4). 58. che: cong. consecutiva in correlazione con tanto del verso precedente (tanto … che).

pianga … piangessi: poliptoto. Il soggetto della proposizione consecutiva è l’amico del verso precedente.

Cfr. es. “Deh, io non vo’ ch’ adiriti / se io mi doglio; tu sai ben ch’è regola / col suo amico, quando ei piange, piangere.”, F. degli Uberti, O caro amico, omai convien ch’ io lagrimi, vv. 9- 11.

per duol: compl. di causa.

59. e che: vd. v. 58. Subordinata coordinata per polisindeto alla precedente proposizione consecutiva ed avente il medesimo soggetto.

tuo: aggettivo possessivo riferito a tempo felice. Si intenda: ‘nei tuoi periodi di prosperità, di benessere e di serenità’.

Cfr. “Nessun maggior dolore / che ricordarsi del tempo felice / ne la miseria; (…)”, Dante, Inf. V, vv. 121-123; “Io non posso fuggir ch’i’ non mi doglia, / quando ricordo quel tempo felice”, F. degli Uberti, Il Dittamondo, L. 2, cap. 7, vv. 1-2.

60. sostegno: compl. predicativo del soggetto; ‘l’amico funga a te da sostegno’.

ché: congiunzione con valore finale. Si intenda: ‘affinché tu, a causa della follia, non cada in errore’.

caggia: congiuntivo presente di seconda persona singolare.

Il soggetto grammaticale della proposizione finale è il tu del verso iniziale (v. 46), coincidente con il soggetto logico dell’intera strofe. In questo contesto il verbo “cadere” esprime il significato di “compiere un errore” oppure di “incorrere in una malattia” (vd. TLIO, cadere, 3.1.4.2.3; 3.1.4.2.1).

per follia: compl. di causa; “improvviso ed inaspettato smarrimento della ragione” (vd. TLIO, follia, 2.1).

Vattene, mia canzon, pur passo passo