18 si dèe] si uole Rn • vuole errar] uole erare Rn uol erare Tr2 19 d’infanzia o püeril] o infanzia puerile Vb3 dinfantia pueril Tr2 d’infançia o pueril non dei menare Rn d’infanzia e di pueril Fl42 • se vien] se uiene Vb3 se vieni Vch1 Rn si uene Tr2 • in tempo] il tenpo Vb3
20 non de’] non dei Vch1 Rn 22 Natura ha ordinato] natura e ordinata Vb3 23 volta] uolra Vb3
24 scusa] iscusa Tr2 • è tolta] sezione omessa Vb3 25 a que’ ch’ha córso] sezione omessa Vb3 a quey cha corso Tr2 a que’ ch’han corso Vch1 • il primo nostro] il primo mostro Rn nostro primo Tr2 26 a questo] a quella
a
• esser ha vizio] esser nel uizio Vb3 essere e vitio Tr2 essere uizio Vch1 esser vizio Fl42 28 infuscar] ofuschar Tr2 • la ragion] la ragio Rn • il passato] un passato Vch1 li pasato Rn Fl42 Vb3 lo passato Tr2 29 che ène l’età perfetta] che nel’otta perfetto Vb3 che ne l’età perfetto Tr2 ch’ è nell’età perfetta Vch1 che ne l’età perfetta Rn che nell’età perfetta Fl42 • è un legista] uno legistta Vb3 qual segista Vch1 e vlegista Fl42 30 ma con] mancho Vb3 • e buona] buona Vb316-18. Si intenda: ʻPoiché il tempo ordina e dispone ogni attività umana, è necessario agire secondo i suoi dettamiʼ. L’autore riprende l’immagine del tempo quale giusto giudice e amministratore delle attività e dei comportamenti umani.
19-20. Ribaltamento in termini moralistici della figura classica del puer senex.
19. d’infanzia o püeril: rif. a vita del v. 20; ovvero, le due stagioni iniziali della vita dell’uomo. Cfr. “(…) che l’etadi dell’uomo, secondo che pone Ughiccione e Papia, sono sei; cioè infanzia, puerizia, adolescenzia, giovanezza, virilità e vecchiezza. Infanzia è infino alli 7 anni; puerizia infino alli 14; adolescienzia da indi infino alli 24; giovanezza da indi infino alli 49; virilità, o vero senior che così la chiamano, da indi infino alli 70; vecchiezza, o vero decrepità, da indi infino al fine della vita.”, F. da Buti, Commento all’Inferno, c. 15, 43-54, 408.
püeril: cfr. es. Niccolò Soldanieri, La tarda grazia tu’, donna, fa lume, v. 4.
se vien in tempo: lett. ʻse avanza nell’etàʼ; ovvero, ʻse giunge alla stagione della vita umana solitamente definita vecchiaiaʼ. In merito a questa accezione del termine, cfr. “e poi [rif. Catone] le disse: donna, io so’ omai in tempo venuto: prende un altro marito; sì n’averai filluoli”, Anonimo, I Fatti di Cesare , Luc. L. 2, cap. 4, 91.
Il soggetto grammaticale è chi del v. 18.
21. Si intenda: ʻdal momento che l’anziano non può in alcun modo giustificare un tale suo folle comportamentoʼ.
Cfr. “Ke ssì come disse Seneca nele Pistole: «Soçça cosa è avere actoritade deli vecchi e li vitii dei fanciulli». Ke li vecchi no(n) fanno l’opere deli fanti p(er) l’etade ma p(er) vitio; onde Martiale Coco disse: «Alphessibeo dipo cient’ a(n)ni è fanciullo, no(n) p(er) etade ma p(er) vitio. E tu Maximiano, coma(n)de me di fanciullo venire vecchio, (e) tu di vecchio voli venire fanciullo. Essere una volta fanciullo l’ordine dela natura no· lo vieta, ma volere essere fa(n)ciullo più volte, questo viene da vitio».”, Albertano da Brescia, Il Trattato della Dilezione di Albertano da Brescia volgarizzato, L. II, cap. 21, 143.
22-23. Si osservi la riformulazione operata dal Soldanieri in chiave proibitiva ed in termini rigorosamente fisiologici del concetto espresso da Albertano e qui riportato nella nota precedente.
24-25. Soldanieri interviene, precisando l’affermazione precedente. Si intenda: ʻe questa giustificazione (ovvero, il comportarsi come dei fanciulli) non può essere chiaramente addotta dall’anziano, il quale ha già trascorso questa determinata stagione della vitaʼ.
24. è tolta: ʻè sottratta e dunque, non più usufruibileʼ. 25. il primo nostro stato: l’infanzia (vd. v. 19).
nostro: in quanto età precipua dell’uomo. In questo contesto ed in associazione con primo, il termine stato è inteso nel suo significato di “condizione esistenziale”.
26. a questo: rif. a stato.
più esser ha vizio: ʻil vizio di un comportamento infantile manifestato in età matura non deve aver più ragion d’essereʼ. Costruzione del verbo “avere” con un infinito retto a sua volta dalla proposizione “da” (qui omessa, “da essere”), e tesa ad evidenziare il carattere di necessità dell’affermazione (vd. G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti. Sintassi e formazione delle parole, pp. 99-100).
Cfr. Niccolò Soldanieri, I’ fui già usignolo in tempo verde, vv. 7-8 (cit., ivi, O dea Venus, madre del disio, v. 59).
27. de l’alma l’ospizio: il corpo, con i suoi sensi e con i suoi appetiti.
In merito alla metafora del corpo quale dimora e asilo dell’anima, cfr. Boccaccio, Teseida delle nozze d’Emilia, L. 11, ott. 6, v. 2.
infuscare: medesimo significato di “offuscare” (vd. Tr2); ottenebrare la mente. In questo contesto: ʻimpedire la normale attività intellettiva della ragione di una persona, disorientandola e confondendolaʼ.
29. che ène l’età perfetta: proposizione di non immediata e liquida comprensione. Il termine perfetto, qui aggettivo di età e riferito a passato, esprime il significato di “concluso”, “terminato”, alludendo nel contempo sia al concetto di tempo passato sia al concetto di maturità dell’uomo.
Il vocabolo passato deve essere qui inteso nei termini di una personificazione. Essendo di per se stesso compiuto e non più modificabile, il tempo passato ha raggiunto, come l’uomo ʻvirileʼ, la sua forma ʻperfettaʼ; ovvero, la sua maturità. Di conseguenza, come l’uomo si distingue dal fanciullo per il compimento delle suo sviluppo fisico ed intellettuale, così il passato (inteso nella sua dimensione ʻumanaʼ) può comprendere con lucidità e saggezza quanto accade ed è accaduto. Su queste fondamenta si giustifica la similitudine del passato con la figura del legista.
In merito al concetto di tempo (anche in senso grammaticale) connesso a “passato”, cfr. “Dunque come può la loro natura parere perfetta, che non hanno l’uso del tempo perfetto? Il tempo ha tre parti, presente, preterito, e futuro.”, Anonimo, Pistole di Seneca volgarizzate, 124, 417.
In merito invece al significato di “età della maturità umana”, cfr. “che ogni uomo che nasce e giogne a età perfetta”, Santa Caterina da Siena, Epistolario, lett. 50, 192; “Credesi anche, ed è da tenere, che l’uomo fu fatto in età virile, e perfetta”, D. Cavalca, Esposizione del Simbolo degli Apostoli, L. 1, cap. 44, 2, 75; “ma tutti quanti resusciteremo in corpi interi, e in età perfetta di trentatré anni e terzo, come il Nostro Signore Iesù Cristo.”, F. Sacchetti, Sposizioni di Vangeli, Sp. 27, 200.