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B. P ARTE SECONDA : L A POESIA MISTICA DI E RNESTO C ARDENAL

I. La poesia cosmica

I.5. I codici comunicativi del misticismo cosmico

I.5.2. Gli amanti

Non ci stupisce ritrovare in Cántico Cósmico il ricorso al linguaggio erotico per definire l’incontro dell’anima con Dio, sia perché ne avevamo già trovato segno nella poesia precedente, sia in virtù dell’impronta sanjuanesca della poetica mistica di Cardenal, come una paternità intellettuale a cui aggiungere del proprio, conservando la gratitudine. Nei versi sopra citati era ben esplicito il riferimento. Ma lungo tutto lo sviluppo del Cantico sono presenti, a tratti, invocazioni mistiche, fraseggi di amanti, voci altre dal consueto ‘io’ lirico di Cardenal. Tali inserzioni mistiche sono sporadiche nel corso dell’opera e divengono sistematiche nelle ‘cantigas 41 e 42’, in corrispondenza con il crescere dell’enfasi estatica. La ‘cantiga’ 2 contiene il primo strale mistico che perfora il testo cardenaliano, quasi riprendendo un discorso interiore ininterrotto nel poeta, che ogni tanto sfora, esonda nella poesia:

Te repito, mi amor:

Yo soy tú y tú eres yo. Yo soy: amor.

Cardenal si rivolge a Dio, che si connota da subito come suo ‘Amado’, rivendicando la loro consustanzialità. L’ultimo verso con i due punti crea anche l’anfibologia di ‘io soy’ quale nome di Dio. E’un gioco di identità espresso, ancora, in una figura grafica a specchio. Nel contesto che definirei saggistico del discorso cardenaliano si distacca nettamente un’espressione come questa, rivolta ad un ‘Tú’ che è chiaramente Dio ma non è mai stato nominato prima.

L’espressione mistica appare improvvisa come lo sono lungo tutta l’opera le uscite epidittiche verso il ‘tú’ del lettore. Nella ‘cantiga’ 5, al termine di un’appassionata lode alla

154 bellezza della natura, il pensiero e con esso la penna del poeta, sono rapiti nuovamente in un’espressione ‘a lo divino’:

Ámame, y si soy nada,

seré una nada con tu belleza en ella refractada.

Al fin y al cabo de la nada nació todo, nada vacía llena de toda ella, de la urgencia de ser.

Amor ciertamente fuera de este mundo sublunar.

Con esta vocación de algunos de un amor sin cromosomas. Tu belleza te permite ser tirano’256

Ecco rappresentata la gioia dell’annichilimento mistico di fronte a Dio: è spiccatamente cardenaliana la dinamica scientifica del ragionamento in base al quale nobilita la sua nullità, traendo spunto dalla fisica; e la vuotezza del ‘nada’ attende di essere colmata dall’amore divino come nelle più classiche concezioni mistiche. E’ un amore che vive l’estraniazione (‘fuera de este mundo sublunar’) ma che rifugge la ‘platonicità’, che rifugge la concezione immateriale della sua realizzazione. E si riprende quello che alcune tradizioni gli negano, la fisicità (un ‘amor con cromosomas’) dell’ eros mistico. Siamo su uno dei punti caldi dell’espressione mistica cardenaliana. Come risultava forte il linguaggio erotico di San Juan de la Cruz ai suoi contemporanei, così risulterà intenso quello che incontreremo in Cardenal: ma, ancora una volta, non è che una ‘puesta al día’ dei codici erotici mistici con quelli del suo tempo, attivi in una società moderna.

Nei versi seguenti la necessaria materialità dell’eros divino è messa in relazione con il suo essere parte della realtà superontica, più vera dell’apparenza che la vista ci fa considerare concreta (ancora incarnata dal cinema, come antonomasia dell’effimero).

El deseo de un beso más real, más reales abrazos No esos besos fugaces, irreales como de cine.

Que aunque pasen 1.000 años o 1.000 millones de años El beso no pase, no pase el abrazo.

Amor sin reloj,

Que el minutero del reloj no mida en minutos Más allá de la muerte de los sistemas solares.

Y rotas, todas nuestras moléculas.257

256 Ibid., p.34. 257 Ibid., p. 355.

155 Da subito si mostra peculiare anche il tono di inaspettata confidenza con il quale Cardenal si rivolge a Dio. Anche questo atteggiamento particolare, che era già presente nell’autore, continuiamo a trovarlo lungo il testo del cantico.

Fui llamado a Corte Y cumplí tu voluntad.

Miro las estrellas y digo: He cumplido tus mandatos.

En nuestro pequeño rincón, la revolución planetaria Una humanidad sin clases

Aquello

Por lo que gira el planeta alrededor del sol ¡La unificación

del universo!

Y las “tinieblas exteriores” ¿Los espacios inter-estelares? Todo es movimiento

Hágase tu voluntad

así en el planeta como en las galáxias258

Qui il rapporto tra gli amanti appare sotto una luce differente: Dio è rappresentato nella sua regalità alla quale obbedisce tutto il cosmo. Il poeta compie la sua volontà, e lo sottolinea con toni da guerriero medievale, in stridente contraddizione di tempo storico e di registro espositivo con l'idea del suo ‘mandato’ come compimento della rivoluzione. I versi sopra riprodotti ci permettono una riflessione sul meccanismo di citazione. Ne troviamo infatti una implicita, camuffata nel ‘por lo que gira el planeta alrededor del sol’. E’ uno dei gradi più alti di dissimulazione, ma la ricorrenza della citazione (esplicita) di Dante ‘amor che move’l sol e l’altre stelle’ ci fa capire che è all’amore che si riferisce anche il verso qui in analisi. Gli ultimi due versi, invece, presentano un’altra maniera di citare aggiungendo significati nuovi, molto comune in Cardenal. I versi in questione sono interessanti anche dal punto di vista contenutistico, nel loro ribadire la ‘cosmicità’ della sottomissione a Dio. Il riferimento intertestuale, anche senza virgolette, è di riconoscibilità immediata, essendo una frase del ‘Padre Nostro’; ma Cardenal ne cambia inaspettatamente una parte, sostituendo a cielo e terra, pianeta e galassie. E’ un meccanismo che permette di creare una reazione

156 stupita nel lettore, facendogli rimettere in gioco la sua cultura pregressa, in contatto con il nuovo sistema di lettura della realtà proposto dall’invadente poeta.

En el principio fue el Amor.

¿Qué quiere decir que el amor consiste En que Dios nos amó primero(1 Jn. 4,10)?

El macho suele tomar la iniciativa en las especies. San Juan también dice:

Dios=Amor

O sea su esencia, SU ESENCIA, es tomar la iniciativa. El ama desnuda en la noche al fin dice: ¡Cógeme! Al encontarte me encontré. Al encontrarme te encontré. Mi yo donde Dios es dos.

Recostado en mi pecho esta noche,

Noche oscura, ¿no escuchás el ritmo de mi amor? Estando dentro de mí

Desde que no era sino un huevo fertilizado,

Serie de instrucciones flotando en una cavidad del seno materno. Hijo de mujer, y más antes

De ser unicelular. Como Mauriac

No hubo en mi adolescencia angustia que no prefiriera a Vos. Catarata comprimida dentro un cable eléctrico259

In questo caso è la riflessione teologica a dare il ‘la’ per la divagazione ‘a lo divino’. Acutamente Cardenal definisce anche i ruoli sessuali degli amanti, in cui Dio, maschile, prende l’iniziativa e l’anima, femminile, non può che attendere ansimante la sua presentazione. Una strategia grafica che ancora non avevamo incontrato sottolinea il termine ‘esencia’, salvandolo dal rischio di essere scorso senza la dovuta attenzione dal lettore. La notte è ancora il momento del desiderio struggente, in cui l’anima grida il suo ‘Cógeme’ Dall’imperativo rivolto a un ‘Tú’( o più esattamente a un ‘Vos’ secondo il vivido eloquio di Cardenal che segue l’uso nicaraguense) muove l’innalzamento del tono poetico con la splendida rappresentazione a specchio della reciproca rivelazione ontologica. Ed ecco che si dipinge un’altra immagine della più classica ‘cámara nupcial’: qui il luogo è ancora più intimo e segreto, è l’intimo del poeta, abitato da Dio sin dai suoi inizi biologici. Si noti il senso forte dell’equivalenza yo/Dios espressa in virtù della compenetrazione di essenza ( e teologicamente giustificata nei versi che seguono). E’ artisticamente significativo il verso

157 che lo segue, con il gioco di parole ‘yo-Dios- dos. Possiamo definire una sorta di uso insolitamente elevato del calembour, in chiave mistica.

Nell'intimità del poeta Dio è invitato ad ascoltare il ritmo del suo amore. Ora Dio si fa presente nella dimensione microcosmica, oltre a quella macrocosmica consueta, ed in questo avvolge pienamente il mistico inebriandolo. Nei momenti di maggiore intimità si fa riconoscibile anche un altro atteggiamento peculiare dell’approccio erotico di Cardenal: un tono piuttosto malizioso nell’indicare quanto a lungo lui avesse preferito a Dio tutto il resto, quasi a scatenarne la gelosia. Un atteggiamento che Cardenal stesso codifica definendo l'anima 'coqueta’ nella poesia di Telescopio en la noche oscura, ancora più esplicita in questo senso.

I versi in analisi ci permettono di mettere in luce anche un altro aspetto di grande rilievo tra le caratteristiche essenziali dell’incontro degli amanti: l’intimità e la segretezza delle parole dette.

El cosmos.

Palabra secreta en la cámara nupcial [...]

Y toda cosa es secreto. Oye el susurro de las cosas...

Lo dicen, pero dicen en secreto. Sólo a solas se revela

Sólo de noche en lugar secreto se desnuda.260

Merita attenzione anche l’atteggiamento psicologico dell’‘amada’, che abbiamo visto passiva e vereconda, modesta.

El cósmico rubor. La naturaleza: tímida, vergonzosa. Toda cosa te baja los ojos. -Mi secreto es sólo para mi amado.261

Nella ‘cantiga 18’ troviamo un passaggio interessante per come mette in luce la modestia dell’anima rispetto alla grandezza di Dio: come tipico dei mistici e degli asceti,

260 Ibid., p.22. 261 Ibidem.

158 più questa è intima dell’assoluto, tanto più è consapevole di non poterlo conoscere a fondo, di non possederlo mai. Si apre al dramma dell’ineffabilità, dell’inadeguatezza delle parole a dire quello che più merita di esser detto.

Y yo que cada vez

he ido sabiendo menos de Dios. Un místico, o sea un amador de Dios,

Le llamó NADA,

Y otro dijo: todo lo que digas de él es falso.

Y lo mejor para que tuvieras vos conocimiento de Dios Era tal vez que yo no estuviera hablándote de Dios.262

O ancora,nella ‘cantiga 40’:

Y yo un día comprendí que ser enamorado de Dios era ser enamorado de la nada. Y apasionadamente enamorado. O creí que comprendí263

E’ da rilevare anche l’avvicinamento degli amanti alla ‘nada’, sempre più intenso verso la fine del cantico. Ne cogliamo l’espressione classica dello spossessamento di sé, del vuotarsi per riempirsi di Dio.

Tutti gli aspetti della dialettica mistica di Cardenal che abbiamo sin ora evidenziato trovano compimento nelle ultime ‘cantigas’ del Cántico Cósmico.