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Salmo uno: la voce poetica dalla parte degli oppressi

A. P ARTE PRIMA : U N PERCORSO MISTICO NELLA POESIA RELIGIOSA DI E RNESTO C ARDENAL

III. Salmos

III.2. Salmo uno: la voce poetica dalla parte degli oppressi

Cardenal compone la sua versione di ventisei salmi sui centocinquanta biblici. Attraverso l'analisi puntuale di cinque di essi, ci si propone di portare alla luce tutte le tecniche di elaborazione del testo poetico e la peculiare concezione di poesia religiosa del nicaraguense. Le tappe esemplificative di questo percorso intertestuale sono: il Salmo 1, prologo a tutto il Salterio; il 21, il Salmo di denuncia per eccellenza, che ci darà modo di analizzare i mezzi con cui Cardenal dà forza ai significati; il 130, distillato dell'abilità di Cardenal nel costruire il testo; il 136 (137 secondo la numerazione ebraica), sapienziale, del quale anche San Juan de la Cruz e Merton hanno scritto una versione; e, infine, il 150, un inno, che chiude la raccolta e presenta il preludio della futura poesia cosmica.

55 Il Salmo 1 riveste un'importanza enorme nel Salterio, in quanto ne costituisce il prologo, definendo subito le due vie che il fedele si trova davanti e indicando, con forti connotazioni dualistiche, la beatitudine del giusto in contrapposizione alla rovina degli empi. Rispetto al testo biblico Cardenal conserva il senso di "scelta di campo", pur impostando la riflessione sulla beatitudine in modo spiccatamente personale.

Salmo 1

Bienaventurado el hombre que no sigue las consignas del Partido ni asiste a sus mítines

ni se sienta en la mesa con los gangsters ni con los Generales en el Consejo de Guerra Bienaventurado el hombre que no espía a su hermano ni delata a su compañero de colegio

Bienaventurado el hombre que no lee los anuncios comerciales ni escucha sus radios

ni cree en sus slogans

Será como un árbol plantado junto a una fuente. 108

Psalmus 1

1 Beatus vir, qui non abiit in consilio impiorum et in via peccatorum non stetit et in conventu derisorum non sedit,

2 sed in lege Domini voluntas eius, et in lege eius meditatur die ac nocte.

3 Et erit tamquam lignum plantatum secus decursus aquarum,

quod fructum suum dabit in tempore suo; et folium eius non defluet,

et omnia, quaecumque faciet, prosperabuntur. 4 Non sic impii, non sic, sed tamquam pulvis, quem proicit ventus.

5 Ideo non consurgent impii in iudicio, neque peccatores in concilio iustorum.

6 Quoniam novit Dominus viam iustorum, et iter impiorum peribit.109

L'impatto fortissimo del testo è dato primariamente dalla traslazione semantica che trasporta nella realtà latinoamericana degli anni sessanta del secolo passato, il messaggio biblico. Colpiscono subito l'attenzione i "temi sporchi" che entrano crudamente nel testo poetico, e, per di più, in un testo sacro in forma poetica: ‘las consignas del Partido’ (con la

108 Per i Salmos utilizzo l'edizione Trotta del 1998.

56 maiuscola che ne denota specificità), i ‘gangsters’, i ‘Generales del Consejo de Guerra’, con ‘espías’, ‘anuncios comerciales’ e ‘slogans’. Il rigetto della corruzione politica, della guerra, della delazione e della mentalità consumistica si presenta come la chiave di accesso al Regno dei cieli. Si evidenzia una riduzione semantica rispetto al Salmo biblico, derivato verso temi forti della realtà latinoamericana di quegli anni.

Il primo verso riprende la formula ‘bienaventurado el hombre’. E' la benedizione dell'uomo alla quale introduce il ‘midrash tehillim’ del Salmo 1: ‘Come Mosè benedisse Israele con le parole: "benedetto sei tu Israele" (Dt.33,29), così Davide benedisse Israele con le parole "Benedetto l'uomo"110. Ed è l'uomo al centro dell'attenzione in questo testo, dove Dio non compare.

Ma ecco l'intervento di Cardenal: il ‘consilium impiorum’ diviene ‘las consignas del Partido’, l'indugio sulla via dei peccatori diviene ‘no asiste a sus mítines’ ed il ‘conventus derisorum’ diventa ‘la mesa con los gangsters’, reiterato con un versetto aggiunto in forma di parallelismo sinonimico cumulativo: ‘ni con los Generales en el Consejo de Guerra’.

Si prosegue poi nei versi del rifiuto dell'appiattimento consumistico incarnato nella dipendenza dai ‘mass-media’, mentre continua il parallelismo sinonimico che aumenta la carica emotiva col ritmo incessante e con la ripetizione di strutture paratattiche introdotte da anafore, sino all'apice dello sforzo di ridondanza asseverativa. Dal punto di vista del rapporto con l’intertesto biblico, si nota, già da questa prima parte, il processo di adattamento alla contemporaneità di materiali allotemporali, già tipico della poetica cardenaliana nei primi scritti storici111, unito ad un marcato senso di denuncia dell'ingiustizia sociale. L'impatto tematico violento di questi primi versi è sottolineato dall'inserimento nel testo poetico di elementi che normalmente ne erano esclusi. Si tratta di un procedimento letterario che, come abbiamo visto, Cardenal mette a punto in questo periodo e costituisce uno degli elementi più nettamente caratterizzanti della sua poetica, che lui stesso definì “esteriorista”.

110 Il biblista Ambrogio Spreafico cita il midrash nell'introduzione al Salterio Corale edito a Milano dalle Edizioni

Paoline nel 1992.

111 Si vedano Proclama del Conquistador, (in E. Cardenal e O.Cuadra Dawning, Ansias y lengua de la nueva poesía

nicaraguense, edita in Messico nel 1946 come riadattamento della tesi di laurea di Cardenal) o Con Walker en Nicaragua e Raleigh in Antología, Managua, Nueva Nicaragua, 1983, p. 58.

57 Da queste prime considerazioni si evince che il poeta si inserisce nelle dinamiche di strutturazione del testo poetico già presenti nell'intertesto biblico, determinando nuovi significati, senza, però, violarne le regole di costruzione. La specificità dei riferimenti e l'organizzazione dei contenuti per parallelismi si possono, quindi, rilevare come mutuate dalla poetica dei Salmi; e rimangono tra gli strumenti argomentativi preferiti dall'artista, anche quando è libero dall'intertesto.

Torniamo al Salmo 1. Rispetto al testo biblico il versetto 2, relativo alla meditazione della legge, è interamente rimosso. Questo corrisponde ad una precisa scelta di Cardenal nel voler parlare di una fede pienamente immanente, incarnata nella storia, eliminando gli aspetti relativi alla contemplazione (che pur praticava e stimava forma suprema del rapporto con Dio). Al lettore si sceglie di comunicare una maniera di stare nella storia profondamente improntata all'azione. Questo aspetto si riscontra anche in altri Salmi, nei quali si richiede a Dio un intervento concreto nella vita degli uomini112.

Dopo una brusca interruzione, data dal cambio di strofa e di struttura sintattica, giunge il versetto 3, decisamente compattato: conserva solo il primo verso, mentre tutto il resto di quanto si trova nella Bibbia è rimosso. L'immagine biblica è però ripresa quasi intatta, data la sua efficacia: l'artista si limita a sfrondarla e lasciarla nuda, come ad apporre un sigillo al testo. E' utile tener presente che, dal lavoro sugli Epigramas113, Cardenal ha

nutrito il gusto per l'’aguijón’ in chiusura, che rompe o ricapitola i contenuti. ‘Será como árbol plantado junto a una fuente’ è l'immagine che racchiude, con buon impatto sull'intelligenza visiva e su quella emotiva, la promessa all'uomo giusto di avere una vita feconda. Rispetto alla versione biblica si notano due piccole variazioni, che hanno un'incidenza soprattutto semantica: la prima è il verbo al futuro, che, oltre a contribuire alla rottura con il resto del componimento, cui abbiamo fatto cenno, dà origine a una promessa. L'importanza dell'aggiunta di questo contenuto è notevole se si considera che Cardenal rimuove, di solito, dai testi dei salmi, tutti i riferimenti escatologici, mentre qui è lui stesso

112 Cfr. Maria Enrica Castiglioni, op.cit., p. 43.

113 Al suo ingresso in monastero Cardenal aveva da poco consegnato a Mejía Sanchez perché le pubblicasse le sue

prime opere, tra cui proprio gli Epigramas (México, Unam, 1961), che contengono traduzioni di Catullo e Marziale e alcune composizioni originali, che si distinguono per l'abilità espressiva e l'esercizio di sintesi nel presentare temi amorosi e politici.

58 che aggiunge una visione futura114. Ma con due importanti specificazioni: innanzi tutto, che il giusto può attendere con fiducia anche i frutti che non vede nel presente; e poi, che la ricompensa destinata a premiare i suoi sforzi è concreta ed arriverà in questa vita: non è qualcosa di trascendente, attesa ‘post mortem’, ma una concrezione immanente del frutto del proprio impegno attivo.

Sono scomparsi anche i versetti 4, 5 e 6 relativi alla condanna dell'empio. Si legge in tale selezione la volontà di comunicare una fede che non sia negativa né colpevolista (e in questo riconosciamo l'impronta mertoniana). Cardenal sceglie di parlare all'uomo moderno con modalità diverse da quelle degli inizi della rivelazione: rinuncia a minacciarlo agitando il timore della punizione e cerca di attrarlo alla via del bene solo perché lì potrà trovare beatitudine, quindi felicità e fecondità.

A concludere il componimento resta quindi solo l'ipotiposi di tale fecondità del giusto. L'immagine sintetica, secondo il credo "imagista" fatto proprio dal nostro autore, basta a comunicare un contenuto ampio (ed in effetti del salmo 1 resta impressa nella maggior parte dei lettori proprio quell'immagine, tramite la quale si fissa tutto il significato). Risulta che il taglio di metà del testo biblico non crea una riduzione semantica di corrispondente entità, ma ne esalta il potere espressivo, calibrando sul destinatario il proprio messaggio.

La brevità della composizione rispetto all’intertesto ci fornisce lo spunto per evidenziare la tensione di Cardenal verso l'essenzialità espressiva, che abbiamo sottolineato come elemento di chiara derivazione poundiana115. In base a quanto abbiamo sin qui affermato, appare chiaro che i tagli operati rispetto al testo biblico sono da considerarsi meditati in base all'urgenza comunicativa dell'autore e non frutto di un'estrapolazione casuale in direzione di una forzatura tematica. Si tenga presente, ancora una volta, che Cardenal non ha mai praticato una scrittura spontaneista, ma ha sempre ricercato una composizione derivante da una difficile gestazione e una lunga meditazione116.

114 L'aspetto contenutistico delle omissioni nei Salmos è trattato in José Promis Ojeda, "Espiritu y materia; los

Salmos de Ernesto Cardenal", in Ernesto Cardenal poeta de la liberación latinoamericana, Buenos Aires, Fernando García Cambeiro, 1975, pp. 16-38.

115 Per quanto riguarda l’essenzialità del linguaggio si può vedere Maria Enrica Castiglioni, op. cit., pp. 21-38. 116 Vida perdida, op.cit., p.179.

59 Anche la nuova strutturazione del salmo è frutto di consapevoli scelte tecniche e manifesta la capacità di creare dei picchi d’attenzione. Dieci versi in polisindeto creano un ritmo pesante, incalzante. A partire dal quinto verso, nel cuore del componimento, iniziano versi che non hanno corrispondenza diretta con l'intertesto ma che sono, invece, apposizioni sinonimiche cardenaliane: si tratta di quelli relativi allo spionaggio ed alla delazione, sui quali si richiama particolarmente l'attenzione del lettore.

La capacità dei contenuti di dettare la forma della poesia è evidente in questa organizzazione del ritmo, incalzante fino al nono verso e poi bruscamente interrotto. Dall'analisi delle strategie formali che determinano lo stacco, appare evidente la non casualità delle scelte: si notano, infatti, il salto di linea nella grafica, la fine delle anafore dal punto di vista fonematico, il verbo al futuro sotto il profilo grammaticale e la fine della paratassi nella prospettiva sintattica. Un'integrazione di risorse dal felice risultato.

Nella poetica di Cardenal è frequente il ricorso a pause nel ritmo: come nel testo musicale, nei suoi componimenti il silenzio articola le fasi espressive, determinandone il succedersi, al pari di quanto lo fa il suono.

Anche l'aspetto visivo determina la lettura, il respiro quindi, dei versi. Il verso 10, per esempio, oltre a seguire un salto di rigo, è stampato a partire da metà linea.

Il poeta, gestendo queste risorse, gioca non solo sull'organizzazione dei contenuti e sulla loro efficacia, ma anche sul mantenimento del ritmo interiore del componimento, che deve venire dettato dal tema che si tratta e fondersi con il respiro del lettore. Il verso cardenaliano sembra così autoassestarsi sul suo contenuto, rispondendo al suo ritmo interno117. L'aspetto ora descritto è amplificato da un'altra scelta tecnica: quella di rimuovere la punteggiatura. Il componimento ha solo le maiuscole ed è solo la veste grafica a dare indicazioni di ritmo, ma quanto ne risulta è una lettura molto accessibile. Con una tecnica vicina a quella del correlato oggettivo di Eliot, Cardenal gioca sulla supposta ingenuità della sua scrittura per far passare contenuti forti.

La rottura del ritmo al decimo verso ha anche altre valenze: crea uno stacco totale che rilassa la mente dalla tensione emotiva accumulata nell'incalzare dei versi precedenti, per

60 lasciarla godere di un respiro più ampio e leggero. Questo accompagna, nel detto legame tra forma e contenuto, l'invito al riposo del confidare in Dio, che, come recita il Salmo 30 (31) di Cardenal è ‘como una línea de defensa / como un Refugio Antiaéreo’118

Altri elementi, che sono pur stati studiati come cardenaliani, sono invece derivati direttamente dal salmo biblico, senza intervento dell'autore e quindi meritano un'attenzione diversa: mi riferisco alle strutture anaforiche (tanto dei ‘ni’ quanto dei ‘bienaventurado’) che marcano energicamente il ritmo dell'opera, connotando il percorso asseverativo duale che abbiamo delineato come proprio del salmo119. La struttura così marcatamente anaforica dell'opera crea un effetto di richiamo tra i dieci versi di Cardenal ed i dieci comandamenti di Mosè, quasi a significarne un nuovo superamento nell'indicazione di nuove regole di vita per l'uomo moderno.

Il rivolgersi a tutti gli uomini è evidente nella coralità delle voci espresse nei salmi cardenaliani. Una voce lirica che raduna l'umanità attorno al poeta si contrappone al "loro" degli empi, dipinti con connotazioni sempre più marcate. Si inizia, quindi, a delineare quella polarizzazione lessicale che distingue in modo molto netto i nemici nella dinamica poetica. E' un elemento che resta in tutta la raccolta come espressione del male incarnato nella società, nella politica degli interessi, nelle dittature, nelle forme di oppressione, nella pubblicità e nella violenza dei ‘mass-media’.

Ci interessa particolarmente evidenziare la voce poetica di Cardenal nel suo riproporre i Salmi. Qui non compare menzione esplicita di Dio: il canto sembra un unirsi alla voce delle beatitudini pronunciate da Gesù nell'indicare all'uomo un nuovo codice di comportamento per essere felici.

Il Salmo 1 è un messaggio di Dio agli uomini, mentre l'aspetto di denuncia dell'ingiustizia, molto presente nella raccolta, costituisce quello degli uomini a Dio al quale si chiede un intervento attivo nella storia.

Tramite l'enumerazione paratattica dei casi diversi di complicità con i poteri sporchi Cardenal denuncia, quindi, la perversità della società contemporanea e pronuncia una benedizione su tutti gli uomini che non accettano compromessi con l'empietà. Nel

118 Ernesto Cardenal, op.cit., p.44.

61 raccogliere la coralità lirica di un popolo, che nei salmi successivi si pone davanti a Dio ed invoca giustizia, si nota che l'"io" lirico scompare, fondendosi ora nella voce del popolo, ora in quella di Dio.

Proprio in questo essere altro da sé il poeta delinea la sua immagine nella storia come quella di un profeta che, tramite una forma di contemplazione tutt'altro che lontana dal "secolo", si costituisce fulcro del rapporto biunivoco tra cielo e terra, da un lato teso a raccogliere il grido degli uomini e dall'altro pronto a recepire e trasmettere il messaggio di Dio, divenendone il punto di contatto. Ciò nonostante nel salmo 1 non troviamo ancora l’altra parte della comunicazione profetica, quella rivolta a Dio, che invece incontreremo nelle composizioni successive. Mi sembra che in questo senso sia da cogliere anche l'importanza della comunicazione per Cardenal, definito da Mario Benedetti poeta comunicante.120Il nicaraguense stesso esplicita il suo obiettivo quando asserisce:

Me interesa la literatura al servicio de algo más grande que ella[...] Me interesa la poesía, sí, y es lo que más hago, pero me interesa de la misma manera en que les interesaba la poesía a los profetas. Me interesa como un medio de expresión; para denunciar las injusticias, y anunciar que el Reino de Dios está cerca121.

Quindi, la parola rivolta da Dio agli uomini è un messaggio di liberazione, che richiede anche a loro un ruolo attivo nella storia e il messaggio degli uomini a Dio è il disperato grido di protesta che si leva dalle più buie gole del male che si sono aperte nel XX secolo.