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B. P ARTE SECONDA : L A POESIA MISTICA DI E RNESTO C ARDENAL

I. La poesia cosmica

I.3. Un misticismo scientifico

Leggiamo nella ‘cantiga’ 38: ‘El universo entero es alegórico’218. Abbiamo visto come la compenetrazione di significati tra piani semantici diversi sia una delle ricchezze della forma di espressione di Ernesto Cardenal, secondo quanto abbiamo definito come correlazione oggettiva. Vogliamo ora completare queste osservazioni comprendendo come il Cántico Cósmico presenta il culmine dello sforzo unitivo di Cardenal per fondere scienza

215 Ibid., p.22 ( cantiga 2, versi 149-158). 216 Ibid. pp.21-22 (cantiga 2, versi 125-126)

217 Ibid., p.338. Il testo è contenuto nella cantiga 38, ai versi 153-154. 218 Ibid, p. 341 (cantiga 38, vers0 261).

142 e misticismo, nella pratica e nel linguaggio. Riprendiamo solo una piccola parte dell’intervista precedentemente citata: ''A mi me tocó unificar Ciencia y Poesía, que no se había hecho, y Misticismo y Ciencia, que tampoco se había hecho.''219 Sono, infatti, di carattere scientifico le osservazioni che Cardenal riporta (rispondendo al suo fine educativo); ma già mentre si esprimono suggeriscono letture su altri piani analogici. A volte il poeta le mette in luce, altre lascia sottintesi significati ulteriori, con un procedimento, in effetti, simile a quello parabolico dei Vangeli. Inoltre sappiamo che per Cardenal l’osservazione del creato ha sempre avuto (fin dalla poetica di Gethsemani, Ky.) lo scopo di decriptare lettere del creatore alle creature, scritte nell’amore della creazione.

Possiamo spingerci oltre seguendo un paio di affermazioni illuminanti contenute tra i versi del Cantico:

En un universo cognoscible almenos en parte cognoscible.

La diversidad de la realidad Y su unidad.

Todos los seres somos de la misma esencia, Compuestos de las mismas partículas elementales. Ahora los físicos hablan como los místicos. “Soy hijo de la tierra y del Cielo Estrellado”220

Soffermando l’attenzione sul verso ‘Ahora los físicos hablan como los místicos’, comprendiamo quanto l’operazione di Cardenal sia ancor più ambiziosa, rispondendo alla sfida di unificare il linguaggio dell’umanità, unendo il parlare fisico a quello metafisico. La sfida di Cardenal è radicata nella sua cultura mistica, soprattutto in Teilhard de Chardin sul fronte cristiano e nella mistica sufi da quello musulmano, come si evidenzia nei versi seguenti.

Así cantaba Chelalu D-Din Rumí “Basta decir aquí

Que la naturaleza pareciera estar forzando en la ciencia El misticismo”221

219 Raquel Fernández, ‘Cardenal habla de su Cántico Cósmico’ en Nuevo Amanecer Cultural, 524, 4 de agosto de 1990,

pp.1-2.

220 Ibid., pagina 41 (cantiga 6, versi 106-113).

143 Questa estrema peculiarità del linguaggio cardenaliano ci appare come un’eredità profonda della frequentazione con il linguaggio biblico. Carlo Maria Martini ha portato avanti un’opportuna riflessione su questo punto:

Non tardai a rendermi conto che il linguaggio della Bibbia era alquanto diverso dalle forme di espressione del mondo moderno; e incominciai a chiedermi in che modo quello biblico si ponesse in relazione con questi altri linguaggi parlati nella vita quotidiana […] Ma il problema si avverte più acutamente quando cerchiamo di comprendere come il linguaggio biblico si rapporti alle diverse forme del linguaggio scientifico: quelle della matematica, della geometria, della fisica moderna, della biologia, dell’astrofisica, della meccanica quantistica e così via.[…]Ma, stando così le cose, le differenze di linguaggio tra le varie scienze non dipendono in primo luogo da un diverso modo di ragionare, bensì dalla diversità dei dati. Doveva essere possibile allora comparare i linguaggi, non tanto attraverso il loro contenuto, ma piuttosto prestando attenzione al modo in cui arrivano a determinate conclusioni.222

Ecco spiegata la possibilità di una conciliazione epistemologica dei diversi linguaggi, la cui base è nel tipo di ragionamento sotteso a ogni enunciato specifico. E’ esattamente il procedimento analogico di Cardenal, quello che gli permette di cogliere in discipline e forme espressive diverse, se non antitetiche, un fraseggio in una lingua ulteriore, che rifletta il pensiero del creatore di ogni codice. Questo punto di fusione mi sembra raggiungere un’espressione altamente poetica nei versi che seguono, nella paradossale attribuzione dei sentimenti più profondi al livello più meccanico della materia:

No somos átomos tan sólo, o somos átomos con una sed de ilusión infinita

Átomos que se besaron bajo los álamos. De los álamos vengo,

Átomos, madre, que no quieren morir.223

Qui la leggerezza fonetica delle parole sdrucciole veicola un’immagine straordinaria di poeticità di un elemento fisico. E leggiamo poco oltre:

(Cada vez más parecidas física y mística) [...]

222 Carlo Maria Martini, ‘Il dialogo tra le religioni, in La Repubblica, martedì 13 giugno 2006, pp. 1e 21. 223 Cántico Cósmico, ed. cit., p. 54 (cantiga 7, versi 127-131).

144 Se dice que ninguna teoría explica por sí sola todo el mundo real,

Salvo una basada en una partícula hipotética llamada...

Pero yo te digo, muchacha, tu cabellera de ahora, tus ojos negros, Se comportan de una forma cooperativa,

Obedecen a un plan determinado.

Un “extraño elemento sujetivo en el mundo físico”, según Davies. O que el libre albedrío se inmiscuya en el micromundo.

Una especie de dominio de la mente sobre la materia Y revaluar el concepto tradicional de realidad. Materia somos pero no toda materia

A no ser que hablemos algo así como de materia espiritual.224

La chardiniana idea della santità della materia diviene ora come una cerniera in grado di ricomporre la frattura tra spirito e materia che si colloca alla radice della nostra civiltà occidentale. Cardenal, almeno nei suoi momenti più alti, riesce a coniugare felicemente microcosmo, individuo e macrocosmo, in un dialogo di amore dettato dalla sua passione entusiastica per il creato.