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A. P ARTE PRIMA : U N PERCORSO MISTICO NELLA POESIA RELIGIOSA DI E RNESTO C ARDENAL

V. Genesi di una poetica mistica

La produzione poetica sin qui analizzata presenta molti caratteri di indubbio interesse. Sebbene il tratto essenziale della sua identità non sia, forse, quello mistico (o lo sia solo nell’ispirazione del poeta e non sempre in maniera consapevole), abbiamo elementi sufficienti per definire il processo di elaborazione di una poetica mistica da parte di Ernesto Cardenal.

La prima considerazione necessaria è proprio quella sulla assenza di volontà, in queste prime tappe della poesia cardenaliana, di esplicitare i riferimenti alla sua personale esperienza mistica. La prosa, invece, come abbiamo ricordato, ne dà già resoconti piuttosto dettagliati. Nell’espressione poetica di Gethsemani, Ky. è dato rilevare, anzi, un delicato senso di pudore per l’esperienza più intima e anche una soavità espressiva totalmente estranea alla lirica successiva.

123 La particolare postura artistica del Cardenal trappista si offre in tratti concreti del suo linguaggio. Il poeta, che conoscevamo vivido nell’espressione, conciso ed efficace nella forma e sanguigno nel temperamento, da Epigramas, si immerge in una totale alterità dalla sua stessa indole: e scrive una poesia a nostro avviso mimetica, fintamente ingenua, espressione, artisticamente molto valida, di una forzatura della sua indole, rispondente al suo cammino monacale.

Il rapporto con la natura è l’espressione migliore di questo delicato e pacato interrogarsi su Dio, che è l’origine della sua poetica di questa fase. La natura compare con due valori essenziali, che abbiamo definito in Gethsemani,Ky. Non facciamo, qui, che riepilogarli, per darne una visione d’insieme: l’uno è quello contemplativo e l’altro è allegorico. Il primo si esprime nella costante attitudine di curiosa ricerca del poeta. Gli aspetti etologici o scientifici sono presenti, in questi casi, solo come strumenti, come chiavi di lettura che permettano di decifrare il codice della natura. Ogni dinamica fisiologica, come ogni manifestazione naturale, è, secondo una linea teologica squisitamente paolina, lettera di Dio all’uomo, messaggi che contengono informazioni sul Creatore e sulla verità ultima dell’uomo e delle altre Creature. L’osservazione è un pretesto per indagare realtà ulteriori e superontiche.

Un secondo significato degli elementi della natura nell’opera religiosa di Cardenal è quello allegorico. Abbiamo infatti notato che tra gli animali che compaiono nell’intertesto e quelli che compaiono nella poesia compiuta, ci sono solo alcune coincidenze. Negli altri casi gli animali citati rivestono simbologie specifiche, che abbiamo scoperto ascrivibili a piani di referenza simbolica tradizionali o a semantizzazioni nuove, operate da Cardenal sulla base, soprattutto, di scoperte scientifiche (si pensi al caso dei pipistrelli).

In questo senso appare netta la distanza dalla mistica classica, in cui la natura è molto presente, ma secondo stereotipi pastorali che sortono, prevalentemente, l’effetto di creare il ‘locus amoenus’ dell’estraniazione dell’anima nell’incontro con l’amato.

L’altro codice espressivo dell’estraniazione in San Juan de la Cruz, le ‘insulas extrañas’, l’abbiamo trovato citato, ma completamente travisato, in Cardenal, come un riferimento nostalgico alla lussureggiante natura della sua patria. Essendo nato in Nicaragua, infatti, Cardenal vive l’esotismo non come una suggestione lontana, piuttosto

124 come la nostalgia di casa sua168. La risemantizzazione del canone appare del tutto logica in questo caso.

In altro senso, invece, il dialogo intertestuale con la tradizione, e soprattutto con San Juan, è più articolato. Possiamo chiaramente delineare, già dal corpus sin ora analizzato, come sono ripresi i temi concettuali e i sistemi analogici della mistica spagnola del XV secolo, innanzi tutto, sulla simbologia della ‘noche’. Questa si ripresenta con forza, nella pienezza della sua valenza semantica classica, nella poesia del nicaraguense, ma arricchita da connotazioni nuove. In primis è, spesso, la notte lunare in cui viene percepita una realtà più vera di quella apparente e in cui si creano le condizioni dell’incontro mistico. E’ il luogo dell’incontro tra gli amanti. Secondariamente, rappresenta, nella sua dimensione tragica, il dramma intimo dell’‘ausencia’. In Cardenal, però, l’ausencia non si avverte solo in chiave individuale, ma anche sul piano sociale e collettivo, come l’assenza di Dio nella storia. Dai

Salmos, come abbiamo visto, compare, pressante, il richiamo dall’esterno sul poeta, tramite

lo scandalo dell’ingiustizia e della povertà. E Cardenal soggiace totalmente a questo appello, sposando la causa sociale degli ultimi sia come artista che come religioso. Si tenga presente che l’interrogativo, drammatico, sulla morte di Dio e il silenzio della Chiesa sui campi di concentramento, era al centro della riflessione filosofica e teologica del secondo dopoguerra; per quanto ci riguarda, sappiamo dalla prosa (e lo troviamo menzionato anche in questa poesia) che Cardenal si era interrogato su questi temi, soprattutto sul lancio delle bombe nucleari (anche in seguito alla sua conoscenza di un confratello che, da pilota militare, aveva partecipato al bombardamento di Hiroshima).

Si assiste ad una trasformazione sostanziale nella personalità e nell’espressione artistica di Cardenal.

Il cambiamento della sua voce poetica in voce profetica, che abbiamo precedentemente definito, ne è il tratto essenziale e condiziona pesantemente la poesia successiva di Cardenal, lasciandola cedere progressivamente al propagandismo. Ne è conseguenza il graduale disinteresse verso la qualità formale, dovuto alla scelta di assegnare priorità al contenuto (che, alla fine, ci sembra, non guadagnarne).

168 Piuttosto l’essere nato in un paradiso tropicale rende feroce il suo attacco alla retorica pubblicitaria delle agenzie di

viaggio. E’proprio in questa poesia che appare più marcata la contaminazione tra i linguaggi poetico e pubblicitario con lo scopo evidente di combattere la mercificazione consumista.

125 Anche quando il peso dell’esigenza propagandistica non assume caratteri pesanti e di indebolimento dell’espressione poetica, la poesia di Cardenal ci appare, sempre più, un dialogo aperto tra forma e contenuto, in cui la priorità assoluta è costituita dall'urgenza comunicativa. Il messaggio di Cardenal, "profetico" nel senso che abbiamo cercato di mettere in luce, nel suo ergersi a strumento della comunicazione tra Dio ed il suo popolo dolente è, in effetti, nella fase poetica espressa dai Salmos e da Oración, efficacemente veicolato. Abbiamo visto che, oltre a constatare il raggiungimento degli obiettivi comunicativi che l'autore si era prefisso, è possibile determinarne attraverso un'analisi approfondita, i motivi formali. Gli elementi costitutivi dell'efficacia comunicativa del testo cardenaliano, che sono emersi dalla presente analisi, sono l’uso delle immagini, i richiami intertestuali, il tratto epidittico, lo scambio tra significanti e significati, l'organizzazione sintattica dei componimenti con collage e montaggi, la scelta di rendere il testo quanto più fruibile si potesse e di stupire il lettore con frasi ad effetto che coinvolgono registri linguistici sin ora estranei alla letteratura.

Per quanto riguarda l'essenzialità della parola cardenaliana diremo che il poeta, quando riesce ad applicare il suo principio di economia, aumenta l’efficacia espressiva veicolando molto abilmente i contenuti. In questa prospettiva, il lettore è attratto dall'argomentazione cardenaliana e condotto, più o meno consapevolmente, a accettarne la visione del mondo. Questo processo si è osservato allorché si è segnalata la capacità di Cardenal di proporre asserzioni e rappresentazioni della realtà in modo oggettivo, disponendole in modo tale da catturare il pensiero del fruitore, calandolo nella dinamica comunicativa predisposta dal poeta e indirizzata all'ottenimento della sua solidarietà. Ancora, l'affermazione oggettiva con la quale Cardenal presenta dati appartenenti a contesti diversi, nello spazio e nel tempo, mentre appare priva di funzione conativa, ne costituisce, invece, proprio l'arma più potente, spesso suggerendo la traslazione analogica al contesto attuale169.

Creo que la poesía es más duradera que otra clase de mensaje. Por eso busco decir más con la poesía que con otras cosas. A mí me interesa la poesía como medio, como se dice en inglés "mass medium". Me parece que su impacto es más profundo que el del periódico, o

126 de la radio o de la televisión [...] La llamada poesía pura es poesía que no tiene ninguna relación con realidades sociales y políticas. Esta clase de poesía a muchos no nos interesa, la poesía que es puramente una actitud estética.170

La scelta di fondo è quella di parlare a più persone possibile, alla gente, perché questo genere di poesia non è destinato a dilettare qualche intellettuale ma è indirizzato al compimento di una missione. Questo è il senso, profondamente liberazionista, dell’opzione religiosa di Cardenal. Da questa presa di posizione, che lo distanzia profondamente dai suoi ispiratori poetici, soprattutto da Ezra Pound, dipende l'antielitarismo della poetica di Cardenal. Con ciò s'intende l'impiego di un lessico semplificato, a volte colloquiale, popolare, scarsamente aggettivato e disposto secondo una elementare, esigua subordinazione a cui si aggiunge l'intromissione dei più disparati registri linguistici e codici comunicativi. In questo senso, leggiamo anche l’intrusione del linguaggio scientifico- tecnologico nella poesia, con un significato squisitamente mistico. La più grande difficoltà del mistico di ogni tempo è infatti quella comunicativa: in prima istanza, con Dio, in seconda istanza, con gli uomini con i quali vuole condividere, con scopi sempre e comunque didattici, la sua esperienza. All’ineffabilità Cardenal tenta una risposta. Abbiamo rilevato due canali di comunicazione con Dio: uno contemplativo e analogico, tramite l’osservazione della natura e uno mistico, che si esprime sempre per via uditiva, essendo fallace quella visiva. Quindi Dio ha una voce, chiama, e l’uomo lo cerca, invocandolo. Alla difficoltà di esprimere tale relazione con il linguaggio, Cardenal risponde esplorando nuove frontiere lessicali e trova nuove metafore della comunicazione mistica, introducendo termini e immagini che vengono dallo sviluppo tecnologico del suo tempo. In questa fase è egemone il simbolo del telefono.171

Oltre al piano lessicale ci è apparso essenziale quello sintattico. Cardenal opera un attento lavoro di strutturazione del suo "manufatto". Da scultore, qual è, dedica molta

170 Intervista a Cardenal riportata in Paul Borgeson, op.cit., p. 143.

171 M. Mc Luhan scrive in proposito: “Gli artisti sono sempre i primi a scoprire il modo con il quale un mass medium

può usare e sprigionare il potere di un altro” Da Gli strumenti del comunicare (1964), tradotto in italiano da Ettore Capriolo (Milano, Il Saggiatore, 1967, p. 64)

127 energia a modellare e montare i pezzi delle sue poesie, che spesso sono costruzioni sapienti, montaggi o addirittura collage di materiali anche eterogenei.

Abbiamo visto, in tutta l'opera, come debba essere il tema a determinare la forma. Possiamo ora illustrare questa convinzione del poeta. Ci sono componimenti in cui il tema determina il ritmo (per esempio per dare espressione all'affanno in contrapposizione alla pace dell'affidarsi a Dio); casi in cui il tema detta la struttura, creando parallelismi e antitesi (espressi per via lessicale o grammaticale), snodi, incipit e "aguijones". Il tema determina, inoltre, l'aspetto grafico, (come nelle disposizioni ‘a cascata’, nella definizione delle strofe, nell'uso delle maiuscole e della punteggiatura) e l'uso di figure ed effetti che incidono su diversi ambiti sensoriali. La sintassi delle poesie di Cardenal merita un’attenzione particolare. A una prima analisi si statuisce che questa si fa sempre più primitiva dopo

Gethsemani, Ky., essendo quasi esclusivamente paratattica (abbiamo rilevato in molteplici

occasioni quanto spesso sia disarticolata, proprio in questo senso). Alla luce di un'analisi più accurata ricaviamo, invece, che il ruolo di mettere in relazione le frasi è semplicemente demandato ad altro. Non è la sintassi tradizionale che determina le articolazioni del pensiero cardenaliano e lo snodarsi della sua poetica, bensì la disposizione delle parole nello spazio visivo e la fitta rete di ripetizioni e concatenazioni presenti all'interno del testo. E’ centrale in questo senso l’uso dell'‘encabalgamiento en cascada’, al quale abbiamo dedicato ampio spazio.

Possiamo concludere col mettere in evidenza come si sia andato sempre più accentuando, nella poesia di Cardenal da Gethsemani, Ky. al Cántico Cósmico, il carattere di sperimentazione post-modernista: è evidente tanto negli accorgimenti relativi alla strutturazione testuale, quanto nell’attenzione alla grafica e nella voglia di rinnovare il linguaggio. In questo processo la poetica di Cardenal non ha mai ignorato le tradizioni della quale è figlia, ma ne ha risemantizzato i contenuti ricollocandoli nel ventesimo secolo e plasmandoli in forme e significati nuovi.

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