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che possa descrivere la reale dimensione della città come organismo urbano, andando oltre ai concetti di limite amministrativo: si tratta di una definizione che incorpora l’area urbana contigua ma anche quella gamma di relazioni (flussi pendolari, spostamenti del tempo libero, scambi commerciali) che possono rendere un comune adiacente ad una città (ma non contiguo per area edificata) parte di quella città, come qualsiasi altro quartiere interno al perimetro comunale.

L’urbanismo è quindi un concetto statistico che tenta di fornire un metodo di chiara lettura per definire le reali dimensioni di una città: cluster di urbanismi definiranno l’area metropolitana, più aree metropolitane la regione metropoli- tana. Questi tre descrittori possono fornire a decisori, progettisti, cittadini e agli stessi utenti della città un quadro completo – e immediato – cui far riferimento nella pianificazione, nella progettazione delle infrastrutture, nella valuta- zione di scelte di vita quotidiana aprendo la strada a quella conoscenza del territorio – del proprio territorio – indispensabile per acquisire una consapevolezza che porti ad una reale sostenibilità e ad una vita migliore.

La metodologia proposta è più restrittiva di quella adottata da Istat nella definizione dei Si- stemi Locali del Lavoro1, perché seppure in via

semplificata attraverso la densità territoriale, il meccanismo aggregativo considera il carattere della contiguità urbana.

L’elemento base: il dominio

Anche se non possono tuttavia essere ignorate le impostazioni che partono da altre nozioni più complesse, il concetto di insieme costituisce l’elemento fondante di gran parte delle esposi- zioni della matematica moderna. Il concetto di insieme è considerato primitivo ed intuitivo:

• primitivo perché viene introdotto come nozione non derivabile da concetti più elementari;

• intuitivo perché viene introdotto come generalizzazione della nozione di insie- me finito, concetto a sua volta introdotto con metafore come quella dell’elenco di identificatori di oggetti o di scatola contenente oggetti materiali omogenei. Il concetto di insieme aperto si trova in mate- matica in molti ambiti e con diversi gradi di

generalità. Intuitivamente, un insieme è aperto se è possibile spostarsi sufficientemente poco in ogni direzione a partire da ogni punto dell’in- sieme senza uscire dall’insieme stesso. In real- tà, seguendo le definizioni generali ci si può allontanare abbastanza da questa idea intuiti- va; attraverso la definizione di insieme aperto si possono definire concetti come “vicino”, “lontano”, “attaccato”, “separato”; definizioni non intuitive di insiemi aperti corrisponderanno a situazioni matematiche in cui questi concetti vengono utilizzati in modo non intuitivo. Un do- minio è la chiusura di un insieme aperto, ovve- ro l’insieme chiuso costituito dall’unione tra un insieme aperto e la sua frontiera. Lo spazio og- getto di questa trattazione è quello geografico e in particolare il territorio (spazio delle terre emerse): tutti i concetti di topologia dovranno essere quindi rapportati ad uno spazio reale e non astratto. Per tale motivo si assumerà come elemento base il dominio. L’unità ammi- nistrativa minima (il Comune) è assunta come dominio. Un dominio si dice connesso se non è divisibile in porzioni autonome. In termini matematici si dice che uno spazio topologico non vuoto si dice connesso se l’unica coppia di sottoinsiemi aperti disgiunti (separati) la cui unione sia X è {Ø,X}. In maniera poco forma- le ma abbastanza intuitiva si può dire che la connessione è la proprietà topologica di un insieme di essere formato da un solo “pezzo”. Uno spazio topologico X è connesso per archi se per ogni coppia di punti x e y dello spazio esiste un arco che li collega. In altre parole, esiste una funzione continua f dall’intervallo [0,1] in X tale che f (0)=x e f(1)=y.

Uno spazio connesso per archi è connesso. Le due nozioni però non coincidono, perché esistono spazi connessi ma non connessi per archi.Un dominio è semplicemente connesso se è “fatto di un pezzo solo” e “non ha buchi”. Più precisamente, uno spazio topologico è semplicemente connesso se è connesso per archi e ogni curva chiusa può essere deforma- ta fino a ridursi a un singolo punto. Sia p un punto di un dominio X. Un laccio centrato in p è una funzione continua f: [0, 1] → X tale che f(0 =f(1)=p. Il laccio è contraibile se esiste una omotopia che lo trasforma nel laccio costante g(t) = p per ogni t. In altre parole è contraibile se può essere “strizzato” con continuità fino a diventare arbitrariamente piccolo. Lo spazio to-

pologico X è semplicemente connesso se ogni laccio centrato in p è contraibile. Nel piano (spazio euclideo) un insieme si dice convesso se, per ogni coppia di punti (A, B) dell’insieme, il segmento AB che li congiunge è interamente contenuto nell’insieme. In termini più intuitivi una figura convessa è una figura compatta, mentre una figura concava è una figura “che rientra”. In insiemistica non si adopera la defi- nizione di insieme concavo, bensì la nozione più articolata di spazio connesso. Un insieme convesso dello spazio euclideo è semplicemen- te connesso. Un insieme concavo può essere suddiviso in due o più sottoinsiemi convessi. Urbanismo: definizione e morfogenesi

Un urbanismo è quindi uno spazio geografico avente le seguenti caratteristiche:

• ha una popolazione minima di 10.000 abitanti;

• è semplicemente connesso o connesso per densità.

Per la costruzione di un urbanismo si procede per semplici passi successivi, partendo dalla suddivisione amministrativa di terzo livello si individuano i comuni con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Il comune di rife- rimento si chiama “centrale”. Si può procedere in due modi: per aggregazione o disaggrega- zione. Il primo passo è la determinazione della densità di soglia drif a partire dalla densità regionale d dell’area di studio:

Formazione per aggregazione

Se il comune centrale ha una densità superiore a drif si annettono tutti i comuni adiacenti (prima corona) con una densità superiore a drif. Si pro- cede quindi con la cerchia di comuni contermini (seconda corona) con lo stesso criterio: si annet- te sempre per contiguità, senza salti. Una volta terminati i comuni annettibili, qualora fossero rimasti dei comuni non annessi (per densità infe- riore a drif) ma circondati da comuni annessi si procede per ulteriore annessione (chiusura del buco topografico: un urbanismo è un dominio connesso).Se il comune centrale ha una densità inferiore drif si procede annettendo solo i comuni

adiacenti che hanno una densità pari o maggio- re a quella del comune centrale.

Formazione per disaggregazione

Si adotta nel caso di un comune che ha una popolazione superiore ai 10.000 abitanti ma una densità inferiore ai drif e non è semplice- mente connesso in senso topologico. In questo caso si procede a frazionare il territorio origi- nario in due unità a loro volta semplicemente connesse, in cui una ha carattere urbano e una prettamente non urbano. Qualora questa operazione non sia possibile perché la den- sità territoriale è uniforme su tutto il territorio comunale si parla di connessione per densità (o connessione non in senso topologico) e si adotta come comune centrale il comune in esame. Si procede quindi per aggregazione: se il comune centrale ha una densità inferiore a drif si annettono solo i comuni adiacenti che hanno una densità pari o maggiore a quella del comune centrale.

Aggregazione di urbanismi

L’urbanismo diventa così la nuova unità terri- toriale minima di riferimento: in comuni non definibili come urbanismi o non accorpabili a urbanismi costituiscono la matrice territoriale di fondo. In questo modo il territorio è suddiviso in due spazi distinti: urbana (insieme degli ur- banismi) e rurale (matrice di fondo). Una volta individuati gli urbanismi si può procedere con le analisi territoriali successive. Quando due o più urbanismi sono contigui sono aggregabili in una struttura di livello superiore: il cluster urbano. Un cluster urbano è dato dall’aggre- gazione di urbanismi adiacenti o contigui: due urbanismi si definiscono contigui se distano meno della somma del doppio della somma dei rispettivi raggi urbani (o la somma dei diametri urbani, in quanto il doppio del raggio è proprio il diametro):

In caso di urbanismi contigui e non adiacenti, si incorporano nel cluster anche i comuni della matrice di fondo ricompresi nello spazio che separa U1 e U2. Se la popolazione di uno degli urbanismi del cluster supera del 50% quelli di tutti gli altri, si parla di cluster per agglomera- zione: il cluster corrisponde all’agglomerato urbano di quell’urbanismo.

Se nessuno degli urbanismi del cluster supera la popolazione degli altri del 50%, si parla di cluster per conglomerazione di urbanismi equipollenti. Due urbanismi sono equipollenti,

ovvero sono di pari dimensioni se U1 (definito

come il maggiore tra i due):

L’urbanismo corrisponde alla estensione

Area urbana (kmArea 2) Popolazione 1/1/2015 15-20 Tdc Proiezione 1/1/2020 Densità Regione

1 Roma 563,00 2.461.978 0,10% 2.474.214 4.395 Lazio 2 Napoli 601,36 2.351.996 0,73% 2.437.766 4.054 Campania 3 Milano 454,22 2.141.668 1,96% 2.351.927 5.178 Lombardia 4 Torino 539,14 1.398.834 0,91% 1.462.576 2.713 Piemonte 5 Palermo 200,97 733.193 0,78% 761.865 3.791 Sicilia 6 Genova 240,29 595.228 0,47% 609.357 2.536 Liguria 7 Catania 330,74 532.479 1,35% 568.318 1.718 Sicilia 8 Firenze 327,11 522.975 1,53% 563.028 1.721 Toscana 9 Venezia 461,44 502.946 0,52% 516.055 1.118 Veneto 10 Bologna 202,92 464.509 1,41% 497.217 2.450 Emilia-Romagna 11 Padova 381,36 459.855 0,87% 479.930 1.258 Veneto 12 Bari 254,56 450.152 0,47% 460.655 1.810 Puglia 13 Brescia 368,12 414.496 1,17% 438.775 1.192 Lombardia 14 Bergamo 236,25 390.978 1,11% 412.702 1.747 Lombardia 15 Desio-Seregno 158,96 384.318 1,13% 405.950 2.554 Lombardia 16 Verona 358,50 381.344 1,04% 401.233 1.119 Veneto 17 Ostia-Fiumicino 262,57 356.338 2,37% 398.592 1.518 Lazio 18 Pescara 422,75 343.685 1,01% 360.959 854 Abruzzo 19 Monza 98,73 311.722 1,33% 332.466 3.367 Lombardia 20 Busto-Legnano 160,23 312.628 0,99% 328.038 2.047 Lombardia 21 Cagliari 304,38 314.649 0,73% 326.147 1.072 Cagliari 22 Caserta 267,82 318.819 0,34% 324.305 1.211 Campania 23 Prato 296,42 302.621 1,03% 318.256 1.074 Toscana 24 Castellammare di Stabia 136,46 311.224 0,27% 315.488 2.312 Campania 25 Modena 507,09 286.997 1,04% 301.959 595 Emilia-Romagna 26 Parma 650,23 274.747 1,83% 299.890 461 Emilia-Romagna 27 Novara 590,25 286.578 0,75% 297.389 206 Lombardia 28 Lecce 707,68 285.982 0,65% 295.241 417 Puglia 29 Taranto 463,51 273.898 0,22% 276.843 597 Puglia 30 Aprilia-Pomezia 474,58 233.656 3,62% 275.908 581 Lazio 31 Rimini 204,86 240.606 1,54% 259.172 1.265 Emilia-Romagna 32 Salerno 186,05 253.277 0,21% 255.962 1.376 Campania 33 Reggio nell'Emilia 436,57 236.455 1,54% 254.715 583 Emilia-Romagna 34 Vicenza 277,65 242.142 0,74% 251.100 904 Veneto Tab. 1 - Aree urbane

con oltre 250.000 abitanti al 2020. Tdc = tasso annuale di crescita nel periodo considerato Tab. 2 - Zone urbane vaste con oltre 250.000 abitanti al 2020. Tdc = tasso annuale di crescita nel periodo considerato

effettiva dell’area urbana del comune centrale (ipercentro). Il cluster all’agglomerato urbano del comune centrale oppure ad una conurba- zione di comuni di dimensioni simili.

Risultato e considerazioni generali In Italia l’insieme delle città con più di

100.000 abitanti – il cosiddetto nucleo urbano – concentra 25,1 milioni di abitanti (il 42% della popolazione totale) nel 4% della super- ficie del Paese (13.553 km2). L’insieme delle

corone urbane esterne degli agglomerati con

più di 100.000 abitanti comprende 12,7 milio- ni di abitanti su 42.616 km2 (il 14% della su-

perficie totale). Il 63% della popolazione vive nel 18% del territorio. I risultati dello studio in forma tabellare e grafica sono disponibili in apposito repositorio2. Le aree urbane (urbani-

smi) sono 268. La tabella seguente ne riporta le prime 34 secondo la popolazione residente al 2020, stimata sulla base delle proiezioni demografiche regionali Istat3. Le Zone urbane

vaste (cluster di urbanismi adiacenti) sono 84. Le Zone urbane estese (cluster di Zone urbane vaste adiacenti) sono 47.

Note

1. I sistemi locali del lavoro (SLL) rappresentano una griglia terri- toriale i cui confini, indipendentemente dall’articolazione am- ministrativa del territorio, sono definiti utilizzando i flussi degli spostamenti giornalieri casa/lavoro (pendolarismo) rilevati in occasione dei Censimenti generali della popolazione e delle abitazioni. Poiché ogni sistema locale è il luogo in cui la po- polazione risiede e lavora e dove quindi esercita la maggior parte delle relazioni sociali ed economiche, gli spostamenti casa/lavoro sono utilizzati come proxy delle relazioni esistenti sul territorio.

2. Al seguente indirizzo: https://www.dropbox.com/sh/se- q92emhl6upkc6/AAC1vP2POkt8FY-ICfLklmsra?dl=0 3. Disponibili al seguente indirizzo: http://demo.istat.it/uni-

prev2016/index.php?lingua=ita. Si veda anche la relativa nota metodologica: https://www.istat.it/it/archivio/199142

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Wievel W. e Persky J.J. (2002), Suburban Sprawl. Private Decisions and Public Policy, M.E. Sharpe, London

Zona urbana estesa Area Popolazione 1/1/2015 15-20 TDC Proiezione 1/1/2020 Densità Regione

1 Milano 7.510,69 7.933.932 1,28% 8.442.937 1.124 Lombardia/Piemonte/Ticino 2 Roma 7.251,26 5.232.682 1,16% 5.536.730 764 Lazio

3 Napoli 4.384,52 5.064.019 0,64% 5.225.113 1.192 Campania 4 Area Centrale Veneta 6.780,07 3.319.659 0,57% 3.414.602 504 Veneto 5 Torino 4.841,26 2.562.846 0,76% 2.660.198 549 Piemonte 6 Firenze 3.793,59 1.763.765 1,07% 1.858.398 490 Toscana 7 Bari 5.106,22 1.662.972 0,31% 1.688.894 331 Puglia 8 Catania 2.546,56 1.280.615 0,90% 1.338.133 525 Sicilia 9 Brescia 2.496,17 1.189.376 0,97% 1.246.828 499 Lombardia 10 Area Mediopadana 2.890,08 1.160.412 0,98% 1.217.240 421 Emilia-Romagna 11 Palermo 1.432,08 1.152.896 0,80% 1.198.827 837 Sicilia

12 Toscana marittima 2.017,77 1.143.895 0,64% 1.180.309 585 Toscana/Liguria 13 Romagna 2.596,94 1.021.427 0,92% 1.068.551 411 Emilia-Romagna 14 Bologna 2.310,51 957.367 1,11% 1.010.653 437 Emilia-Romagna 15 Genova 1.253,25 982.794 0,38% 1.001.689 799 Liguria 16 Lecce 2.966,54 833.980 0,18% 841.471 284 Puglia 17 Pescara 2.235,95 798.359 0,66% 824.679 369 Abruzzo 18 Verona 1.521,89 749.726 0,97% 785.979 516 Veneto 19 Taranto 2.095,12 565.587 0,18% 570.678 272 Puglia

20 Trieste 1.579,80 545.363 0,57% 560.908 355 Friuli-Venezia G./Slovenia 21 Messina 1.245,99 519.499 -0,11% 516.585 415 Sicilia

22 Cagliari 1.922,92 497.970 0,68% 514.858 268 Sardegna 23 Ancona 1.225,88 416.911 0,43% 425.830 347 Marche 24 Agrigento-Caltanissetta 2.182,48 415.014 0,28% 420.880 193 Sicilia 25 Reggio di Calabria 1.196,33 396.837 0,20% 400.721 335 Calabria 26 Parma 1.091,47 354.704 1,64% 383.788 352 Emilia-Romagna 27 Foggia 2.280,09 364.941 0,63% 376.481 165 Puglia 28 Perugia 1.422,10 357.963 0,83% 372.779 262 Umbria 29 Cosenza 1.811,87 365.152 0,33% 371.181 205 Calabria 30 Trapani 1.575,47 360.889 0,52% 370.272 235 Sicilia 31 Trento 992,49 323.758 1,06% 340.991 344 Trentino 32 Civitanova-Macerata 795,70 306.165 0,40% 312.332 393 Marche 33 Ragusa 882,84 292.583 0,96% 306.561 347 Sicilia 34 Riviera di Ponente 495,86 288.525 0,49% 295.591 596 Liguria

35 Udine 787,34 278.079 0,36% 283.077 360 Friuli-Venezia Giulia 36 Catanzaro 869,52 274.182 0,38% 279.429 321 Calabria

37 Bolzano/Bozen 759,15 240.743 1,14% 254.489 335 Alto Adige - Südtirol

Tab. 3 - Zone urbane estese con oltre 250.000 abitanti al 2020. Tdc = tasso annuale di crescita nel periodo considerato

Fig. 1 - Rete urbana nazionale (RUN)

Introduction: Access to opportunities, in- between urban and human development Contemporary urban settings can rely on inedited opportunities for everyday mobility. Paradoxically, thanks to infrastructure and dig- ital technologies our territories are more and more connected, while our societies appear to be more divided than ever. The new, end- less mobilities opportunities are not enough to facilitate the interactions between people and places; rather, the divide between the urban and the rural is once more relevant, showing opposite attitudes – rational or emotional – towards ongoing social changes (Tricarico, 2017). Everyday mobility provides in fact differentiated opportunities to participate in social life, according to varied urban popula- tions.The paper aims to investigate how to face urban mobility according to its impact on the opportunities available to individuals. The issue is crucial to address both human and urban de- velopment. Individuals in fact need to move, in order to access those urban opportunities they have reason to value, according to individual life aims and strategies (Cresswell, 2010; Kaufmann, 2002; Kronlid, 2008; Nordbakke, 2013; Nordbakke & Schwanen, 2014; Urry, 2007). A focus on access is relevant also for its contribution to the overall development of a country or a society, assuming that devel- opment can be identified with the possibility for everyone to flourish according to what she has reason to value (Nussbaum, 2000) and assuming thus individual freedom a social commitment (Sen, 1999). Access to opportu- nities is thus crucial both to improve personal well-being, both to provide those conditions that increase the attractiveness and the com- petitiveness of a territory (Camagni, 2002).

In metropolitan areas, the issue acquires a specific relevance, given that their urban and rural parts show very different performances in terms of access to significant services and opportunities (Immonen & Sintonen, 2016; Smith, Hirsch, & Davis, 2012). Access emerg- es thus as a relevant guiding principle when evaluating the urban mobility strategies of metropolitan areas, helping to consider which infrastructures and services contribute more to support individual opportunities. To explore this issue and its specific inflection in metropolitan areas, the paper investigates an emerging new urban-rural divide, as expressed by mobility and access to urban opportunities in metropoli- tan areas (section 2). Emerging practices high- light new forms of mobility as well as inedited ways of participating in urban life (section 3). Consequently, new evaluative and operational approaches for urban mobility planning and policy are required (section 4), especially to understand how everyday mobility can con- tribute to development in increasingly divided societies (section 5).

A new urban-rural divide?

Mobility is fundamental for each person: it allows to access the opportunities available in urban settings, allowing to pursue personal life objectives and to participate in the life of one’s society. Mobility is a key tool for more cohesive societies, as established academic research and devoted social policy demonstrate (Lucas, 2012; Lucas, Mattioli, Verlinghieri, & Guzman, 2016; Preston & Rajé, 2007; Schwanen et al., 2015; Stanley & Vella-Brodrick, 2009). And the city cannot exist without the interactions allowed (also) by mobility, given that “it is interaction, not place, that is the essence of the

ACCESS TO URbAN OPPORTUNITIES: