L’isola d’Ischia fra declino e rinascita
Nel territorio metropolitano di Napoli, l’isola d’Ischia è un luogo singolare, dove accade per esempio che:
• Su 46,3 Kmq e una popolazione di oltre 64.000 residenti, a cui si aggiungono nell’anno 3,5 milioni di visitatori, crescono città e traffico e, mentre si parla aperta- mente di declino del turismo, gli studi dei piani urbanistici comunali sono lenti a nascere;
• In quasi tutti i comuni il consumo di suolo ha praticamente saturato la maggioranza dei suoli adatti all’edificazione e quindi si assiste al paradosso di essere molto vicini allo sviluppo zero. È proprio quanto auspi- cato dal 1998 dal Piano Paesistico vigente – unico strumento di piano esistente – che ha il non piccolo difetto di imporre decisio- ni (senza successo) prive di rapporto con l’identità dei diversi paesaggi;
• Una delle attrazioni territoriali più rilevan- ti, ovvero il tratto costiero di Maronti e Sant’Angelo, galleggia da decenni senza un futuro e senza offrire prestazioni di qualità, con cronica mancanza di servizi, di fogne, di parcheggi e perfino di arenile, con un incredibile spreco di risorse e di prospettive.
L’isola, dopo anni di notorietà internazionale, si trova attualmente ad un punto critico e in una situazione di instabilità, sospesa com’è fra passato e futuro.
Vero è che l’originalità e la diversità dei pae- saggi, la ricchezza di acque termali, la qualità diffusa del sistema insediativo tradizionale, l’eccellenza della produzione vinicola, costitui- scono le valenze che ne fanno una località pri- vilegiata ed una meta turistica ancora ambita.
Oggi tuttavia il richiamo dell’isola non afferisce più, come in un passato non troppo remoto, a fasce d’utenza che esigono luoghi di residenza e forme di attività particolarmente qualificate, ma bensì riguarda sempre più transetti minori- tari di società cui conviene un turismo di tipo consumistico, di durata breve e di impegno ridotto.
Il ruolo primario che Ischia ha rivestito, e in parte ancora riveste, fra le località di sog- giorno e cura del bacino del Mediterraneo, sembra quindi cedere a fronte della concorren- za di mete italiane ed estere che al vantaggio di essere ubicate spesso in luoghi esotici e suggestivi aggiungono quello di presentare un’offerta ricca e diversificata utile a soddi- sfare le esigenze dei settori più evoluti della società contemporanea.
Nel momento in cui si avvertono i segni di un declino facilmente documentabile da più fonti, Ischia è da tempo terra di proclami, di consulte per il rilancio economico e sociale, di proget- ti di rigenerazione urbana, di manifesti, di elenchi di interventi prioritari, e questo accade praticamente ovunque, comune per comune. Il punto più emergente e noto è il “Patto per lo
sviluppo, un piano strategico territoriale per lo sviluppo socio-economico dell’isola d’Ischia” avviato fin dal 6 novembre 2015 e utilizzato per iniziative multiple, finalizzate ad ottenere finanziamenti nel nuovo POR 2014-2020. Il difficile è sempre e solo la sostenibilità, ovvero entrare nel merito di chi fa che cosa, quanto costa e chi paga: è comunque chiaro a tutti che solo entrando nel merito di cosa si vuole veramente fare oggi per domani, si potrà parlare di perseguire vantaggi competitivi. E a nostro avviso l’isola non ha altre soluzioni che quella di trovare le risposte praticando la nuo- va frontiera dell’urbanistica come progetto del
futuro.1 A tale proposito
e tenuto conto dei temi proposti dal convegno INU, vogliamo illustrare un singolare “proget- to di reti”, anche se minimale, quello di un sentiero pedonale di poco più di un chilo- metro, con riferimento alle proposte in corso per portare a soluzione l’area dei Maronti, ovvero la principale ri- sorsa ambientale della costa sud.
Quanto segue è frutto del coordinamento fra i PUC di Serrara Fonta- na e di Barano d’I- schia, ovvero dei due Comuni che condivi- dono questo territorio. Sbaglia chi crede che i PUC riguardino solo le previsioni di nuove espansioni edilizie. In realtà i PUC hanno il potere-dovere di individuare gli obiettivi strategici della crescita sostenibile delle città e dei territori del doma- ni. Dovrebbero altresì essere frutto della considerazione del pa-
esaggio non come vincolo ma come risorsa da utilizzare per promuovere la messa in valore sia dell’ambiente che dell’economia.
L’isola d’Ischia è notoriamente da mezzo seco- lo senza un progetto. La gestione (e il governo) di un territorio unico per bellezza e originalità, è stata attuata in forme di tipo “spontaneo”, in assenza di strumenti di pianificazione di livello locale e in carenza di quelli sopra ordinati. I PUC di Serrara Fontana e di Barano d’Ischia sono oggi in grado di proporre un’innovazio- ne importante per tutta l’area di Maronti – da Sant’Angelo a Olmitello – che, se condivisa, potrà opportunamente essere dettagliata nei progetti definitivi dei rispettivi PUC e sviluppata in appositi piani attuativi.
Non è un caso che dal 10 al 12 ottobre 2016 si è svolto ad Ischia il III Convegno mondiale
sui paesaggi rurali e terrazzati che non aveva per argomento la tutela di archetipi o di icone morte, ma che si é interrogato sulle scelte da prendere nel futuro su questi territori molto particolari, per creare nuove opportunità di crescita e il miglior assetto possibile delle risor- se di eccezionale valore.
La spiaggia di Maronti possiede un entroterra straordinario, ricco di valenze ambientali ad ampio spettro, ma oggi praticabile dal pubbli- co con difficoltà. In tutto il mondo, e natural- mente anche in Italia, nelle aree segnate da emergenze geologiche, la soluzione adottata per realizzare un’accessibilità spettacolare
Fig. 1-2 L’entroterra della spiaggia dei Maronti contiene risorse ambientali straordinarie, dai geotopi ai muri a secco delle “parracine”, ma oggi praticamente escluse dagli itinerari di visita, in attesa di un progetto di reti meccanizzate (stradali, ferroviarie, funiviarie) del tutto insostenibile. In realtà, per raggiungere S. Angelo dall’Olmitello sarebbe sufficiente un sentiero pedonale di 1500 m.
sono i ponti sospesi, essi stessi capaci di generale attrattività, per essere rispettosi della natura dei luoghi.
L’idea progettuale si fonda sull’impiego d’infra- strutture leggere, adatte allo stato ambientale presente, in grado di farli uscire dalla inac- cessibilità e di aprire agli occhi del mondo le ricchezze ambientali che possiedono. I ponti sospesi in acciaio, in qualche caso con pavi- menti di vetro, costituiscono essi stessi un’at- trazione da brivido, pur garantendo sicurezza che sarà facile assicurare ai frequentatori anche sui sentieri a pettine verso i luoghi di visita2, che nel nostro caso sono già noti quali
mete fortemente attrattive.
Nel nostro caso la domanda è: cosa c’è da visitare nell’entroterra di Maronti? E la risposta immediata è: dopo la spiaggia, la più impor- tante di tutta l’isola d’Ischia, ci sono i Pizzi Bianchi, le terme romane di Cava Scura, le “parracine” più belle servite da immobili adatti all’agriturismo, le sorgenti dell’Olmitello, ov- vero alcune diversità ambientali straordinarie dove chiunque vorrebbe passare almeno una giornata di esplorazione, degustazione, visita, relax, purché sia reso possibile superare in sicurezza le barriere della morfologia naturale dei luoghi (le “cave”), che in qualsiasi paese della terra sarebbero oggetto di promozione turistica, senza alcuna necessità di grandi opere. Si tratta di tracciare percorsi pedonali di visita per collegare a pettine e in modo agevole e sicuro il tratto di 1,5 Km fra Olmitel- lo e Sant’Angelo, dal quale siano raggiungibili attività termali di alto pregio, geositi, fumarole, paesaggi agricoli straordinari, alberghi e risto- ranti e, naturalmente, la spiaggia.
Così facendo, il problema degli abusi edilizi (che esiste ed è ben nota) passa in seconda linea rispetto al nuovo ruolo che il prezioso entroterra assume da subito per il prestigio e il rilancio turistico di tutta l’isola, facilitando le condizioni anche per risolvere ad uno ad uno i singoli casi particolari, entro uno o più piani attuativi.
Prende corpo, invece, l’idea che i Maronti costituiscano un “parco avventura”, ovvero un luogo di visita fra i più significativi di Ischia, con riferimento anche alle ipotesi di “geopar-
co” già in precedenza proposte, ma senza necessità di previsione di ulteriori cautele oltre quelle proposte e dettagliate dai PUC di Ba-
rano d’Ischia e di Serrara Fontana. Si torna a ripetere in particolare come un sentiero pedo- nale, per quanto servito da ponti di corda, non costituisca un fatto di innovazione ambientale intollerabile rispetto ai caratteri originali dei luoghi, ma al contrario possa proporne di fatto la conservazione, esaltandone l’importanza e quindi una gestione accorta e un governo delle risorse di tipo puntuale.
Il nuovo “parco avventura” dei Maronti e i servizi che contiene può riguardare uno degli obiettivi strategici dell’isola e potrebbe rendere giustizia, in particolare, al raccordo, sempre trascurato dagli strumenti urbanistici, fra edifi- cato e campagna o, se si preferisce, fra qualità della città e offerta di prodotti da parte dell’a- gricoltura, fra i quali, oltre alle derrate alimen- tari, al vino e all’olio, è opportuno considerare anche e soprattutto il paesaggio.
Privilegiare l’urbanistica come progetto del futuro
Gli obiettivi da privilegiare per rendere il territorio dell’isola nuovamente competitivo do- vrebbero a nostro avviso possedere le seguenti caratteristiche di base:
• i consigli comunali sono gli unici in grado di poter guidare il territorio verso soglie più alte di attrattività e funzionalità: si tratta infatti di assumere decisioni collet- tive, da condividere e far crescere nelle coscienze;
• le azioni da svolgere devono necessaria- mente essere improntate alla sostenibilità, conformi non solo ai poteri riconosciuti e inalienabili del governo della cosa pubbli- ca, ma anche alle caratteristiche di base del territorio e alle possibilità di spesa e d’intervento sue proprie;
• gli interventi non devono costituire isolati episodi congiunturali o occasionali, ma riguardare i rapporti di base del sistema economico, in quanto elementi capaci di incidere sulla competitività dell’isola nel mercato del turismo internazionale.
Pertanto, le amministrazioni comunali, a nostro avviso, hanno di fronte i seguenti compiti prioritari:
• Migliorare la qualità dell’abitare nei centri urbani e ridefinire i relativi standard funzio- nali ed urbanistici in modo da adeguarli a
svolgere nuove e più qualificate funzioni e soprattutto in modo da reinventare nuovi luoghi di centralità e di aggregazione, oggi particolarmente carenti in tutta l’isola; • Promuovere la mobilità sostenibile per ri-
durre l’impatto del traffico privato con l’uso di veicoli d’uso pubblico, con funzione di shuttle, sia nei centri storici che verso le principali mete e poli di attrazione; • Ottimizzare la qualità del paesaggio agra-
rio con particolare riferimento a quello tradizionale della viticoltura, proponendosi di tenere unita la filiera dei prodotti a Km 0 a quella dei consumi alberghieri di alto pregio;
• Specializzare ed ampliare l’offerta turistica del territorio d’area vasta e pubblicizzarne le caratteristiche ad elevato standard di vivibilità proprie di un paesaggio straordi- nario, con l’intenzione di promuovere un turismo di tipo escursionistico fondato su una rete di mete e di sentieristica aperta all’uso di una vasta gamma di frequenta- tori;
• Riprogettare alcuni punti chiave della vita associata oggi soggetti all’abbandono o a processi di degrado inaccettabili (per es.: i Maronti a Barano e Serrara Fontana, il Pio Monte a Casamicciola, la piazza di Citara a Forio, l’edificio ex INPS e il lungomare a Ischia Ponte).
È evidente che ognuno di questi obiettivi non può essere risolto mediante semplici operazio- ni tecniche o buro-tecnocratiche, senza una crescita della trasparenza degli atti della pub- blica amministrazione e senza un approfondito dibattito fra i residenti e i portatori d’interessi. Ne consegue che la procedura più diretta e più cogente è quella di sostenere l’elabora- zione dei Piani Urbanistici Comunali, alla cui assenza va fatta risalire la causa del mancato governo del territorio e delle città. I PUC di cui l’isola ha bisogno non sono meri documenti da attaccare alle pareti degli uffici tecnici, ma dovrebbero essere strumenti programmatici e decisionali, capaci di diventare il motore per operare le scelte obbligate che impediscano la regressione e il sotto uso delle risorse disponi- bili.
È altrettanto evidente che i grandi argomenti su cui si è discusso negli ultimi lustri, ovvero l’abu- sivismo edilizio da un lato e i vincoli del piano
paesistico vigente dall’altro, non possono continuare a costituire l’alibi per non prendere di petto questi ed altri obiettivi prioritari. Anzi, appare evidente come questi due temi specifici costituiscano argomento diverso e deviante rispetto alle pratiche che possono condurre a rendere Ischia un “territorio competitivo”, sem- pre come parte integrante dell’area metropoli- tana di Napoli, ma evitando la prospettiva di diventarne solo una periferia degradata. Note
1. Su richiesta dei 6 Comuni gli autori di queste note hanno redatto nel 2002 il Piano Urbanistico Territoriale dell’isola, con l’idea che potesse costituire un primo passo per rendere questo territorio più competitivo, date le straordinarie risorse che possiede, anche se utilizzate spesso in modo improprio. Attualmente sono impegnati nella redazione dei PUC dei Comuni di Serrara Fontana e di Ba- rano d’Ischia, che coprono quasi l’80 % della costa meridionale dell’isola.
2. A titolo d’esempio, nel Comune di Valli del Pasubio nel settembre 2016 è stato inaugurato un ponte di corde di acciaio di 100 metri di lunghezza, eseguito con un costo di 300.000,00.
Riferimenti Bibliografici
Ferrara, G., Campioni, G. (2003) Paesaggi sostenibili, Il Verde Editoriale, Milano
Ercolini, M. (2005) “Il Piano Urbanistico Territoriale dell’Isola di Ischia” in “Quaderni della Ri-Vista - Ricerche per la progettazione del paesaggio”, Dottorato di ricerca in Progettazione paesistica, Firenze University Press, pagg. 27-39, ISSN: 1824-3541
Ferrara, G., Campioni, G. (2012) Il paesaggio nella