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L attività del banco e il Comune di Siena

Non sappiamo se la sede del banco di prestito abbia subito variazioni tra il 1441 e il rinnovo della condotta nel 1457. Un atto notarile, che però è dell agosto del 1456 rende noto che il banco era sito nel popolo di S. Pellegrino, il quartiere che aveva dato i natali a S. Caterina da Siena, oggi parte della contrada dell Oca149. La sede del banco era anche l abitazione di Jacob da Toscanella. Il documento in questione non descrive - se non con pochi tratti l edificio: esso è denominato la casa dei zudei cum una turri in ea existente 150. la posizione del banco e dell abitazione non mutò negli anni seguenti, tanto che nel 1487 siamo ancora certi che fosse sita nel medesimo luogo151. Le informazioni relative all edificio sono piuttosto scarne, ma per farsi un idea di come doveva essere un banco di pegni possiamo utilizzare la descrizione presente nel cinquecentesco Livre du preteur et de l emprunteur riportata dal Poliakov. Il banco deve essere costruito in pietra dura affinché i banditi non possano penetrarvi durante la notte. Le porte e le finestre devono essere distanziate onde poterle armare contro possibili effrazioni. Le finestre devono essere protette da una griglia metallica e saranno chiuse in basso e in alto. Il banco deve essere situato nel miglior quartiere della città, affinché sia facile accedervi, ma non nella strada

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ASSi, NA, 431, ser Galgano di Cenne di Manno da Siena, Regolatori, deliberazioni, c.135r, 14 novembre 1449.

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Da notare che se agli inizi del Quattrocento le intenzioni dei Senesi erano quelle di spostare dalle zone centrali della città le abitazioni degli ebrei, l esigenza del banco di prestito aveva determinato probabilmente la scelta di collocarlo nuovamente in un luogo centrale, come infatti risulta essere il Popolo di S. Pellegrino.

150 ASBo, Notarile, 453, ser Ambrogio Muletti, cc. nn., 23 agosto 1456.

151 ASSi Regolatori, 596, (1453-1529), III filza, cc. nn. 1487; que vulgariter dicitur la casa delli ebrei,

principale, né sulla piazza del mercato onde evitare che i ricchi possano vergognarsi di varcarne la soglia. L entrata del banco deve essere stretta e bassa, protetta da una tendina per ripararla alla vista dei passanti, affinché non si riconosca il viso di chi chiede il prestito: essa sarà di colore blu, affinché il banco sia facilmente individuabile 152.

Forse è improbabile che la casa di Jacob da Toscanella rispondesse a tutti i requisiti richiesti, ma certamente doveva essere dotata di un qualche sistema di sicurezza, come le grate alle finestre perché oltre al denaro il banco sarà stato dotato di un locale adibito a deposito dei pegni. Il colore della tenda poteva differire da quanto consigliato nel libro francese sopra citato; in alcuni luoghi era infatti di color rosso, comunque sempre facilmente visibile. È tuttavia facile pensare che la sede del banco non desse troppo nell occhio, per venire incontro al desiderio dei clienti di passare inosservati. Via di Fontebranda Via d ei Pe lle grin i V ia d i C it Piazza San Giovanni Piazza Del Campo

Figura 1. La posizione del banco di Siena, nel Popolo di S. Pellegrino, nella zona di via Fortebranda e via dei Pellegrini

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Tracce documentarie dell attività del banco di Siena e delle vicende che coinvolgono gli ebrei che sottoscrissero i patti del 1441 cominciano ad affiorare dalla metà degli anni 40.

La società di prestito venne infatti condannata nel 1444 a pagare una multa di 500 fiorini d oro per aver accettato in pegno degli oggetti rubati di proprietà del comune di Siena. Si trattava di sei saliere in argento prese in pegno sei mesi prima. In realtà la pena inflitta agli ebrei fu una scusa per costringere i prestatori a finanziare gli ornamenti del palazzo comunale153.

Ancora nel luglio del 1444 i soci del banco di Siena ottennero una riduzione di una pena pecuniaria in cambio di un prestito a favore del comune di 600 fiorini per diciotto mesi154.

L anno dopo, il 1445, il Comune di Siena ottenne l annullamento di un debito che aveva con gli ebrei sempre a causa di oggetti rubati presi in pegno da Jacob da Toscanella e i suoi soci155.

L attività degli ebrei è quanto mai varia ed è difficile dire quando alcune situazioni riguardano vicende legate all attività di prestito e quando invece siano relative alla vita privata.

La catena di nomi di ebrei che a vario titolo partecipavano al prestito di Siena che abbiamo incontrato nelle pagine precedenti, non esaurisce il numero degli ebrei che di fatto frequentavano Siena e che erano legati ai banchieri per vie che non conosciamo.

Nel gennaio del 1447 incontriamo un Abramo di maestro Vitale, forse il da Capranica, che sappiamo entrerà nella società senese nel 1457, che interviene in una faccenda che riguardava Jacob da Toscanella.

Un certo Cristoforo di Pasquino di Maggiano156, a nome di suo padre Pasquino richiese a Jacob da Toscanella la somma di 12 fiorini di 4 libbre per una certa quantità di vino che gli avrebbe venduto. Sembra che questi denari siano stati sequestrati dai Regolatori su richiesta di Abramo di maestro Vitale, il quale diceva che detto Pasquino gli era debitore per della stoffa.

153 S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi, p.

207, nota 77. 154. Ibid., p. 207. 155 Ibid., p. 207. 156

Pasquino riuscirà a far togliere il sequestro del denaro ottenendo che la sua questione con Jacob e quella con Abramo fossero considerate separatamente. Inoltre pochi giorni dopo, il 17 gennaio chiederà il pagamento di 28 soldi ad Abramo di maestro Vitale, per le spese sostenute157.

Un paio di anni dopo, nel 1449 Abramo con i suoi figli e la famiglia riceverà un salvacondotto valido per tutte le terre senesi, nel quale si raccomanda a tutti gli ufficiali senesi di trattarlo come un cittadino senese. In particolare si fa riferimento al podestà di Asciano, al quale si ordina che Abramo e i suoi vengano accolti con favore in quella terra e che si favoriscano nel prendere in affitto una casa158. Forse l intenzione di Abramo era quella di stabilirsi ad Asciano e lì intraprendere una qualche attività.

Questo tipo di questioni non devono suscitare troppa sorpresa. Gli ebrei prestatori erano continuamente invischiati in questioni legali legate al commercio del denaro. La presenza di procuratori, incaricati di occuparsi di faccende per conto terzi era un fatto piuttosto comune, sia tra gli ebrei che tra i cristiani (in forme diverse lo è anche oggi), ma tra la metà e la fine degli anni 40, troviamo un personaggio che sembra essere una sorta di factotum per il banco di Siena e per i soci dello stesso.

Si tratta di un Manuele di Guglielmo, che non appare tra i soci del banco, ma è invece spesso presente quale procuratore e rappresentante di Jacob e soci.

Il 18 gennaio del 1447 Manuele rappresenta Jacob da Toscanella in una vicenda arbitrale per un lodo fatto dallo stesso Jacob e Matteo di Cristoforo del Taia e Guidone di Giovanni Guidoni159

.

Dieci giorni dopo, il 27 gennaio Manuele sarà nominato procuratore da Consiglio di Dattaro da Montalcino, che in quel momento esercitava ad Asciano, per difenderlo in una controversia, agendo secondo gli statuti di Siena160. Il 30 gennaio seguente Manuele dovrà intervenire ancora per conto di Jacob, per smentire un ser Matteo

157 ASSi, NA, 485, Regolatori, Deliberazioni, 1446-47, c.102r, 17 gennaio 1447.

158 ASSi, NA, 431, ser Galgano di Cenne di Manno da Siena, Regolatori, Deliberazioni, c.48r, 11

luglio 1449.

159 ASSi, NA, 485, Regolatori, Deliberazioni, 1446-47, c.102r, 18 gennaio 1447. 160

riguardo la restituzione di alcuni pegni161

. Ancora il 26 aprile Manuele si occuperà di questioni di pegni a nome di Jacob162

.

Nel maggio del 1447 a ricorrere ai servigi di Manuele saranno Angelo di Dattaro e Aliuccio, prestatori del banco di Grosseto, per una lite di cui non conosciamo i motivi.

Manuele aveva precedentemente prestato aiuto agli ebrei di Grosseto, intervenendo presso i Regolatori di Siena per una lite che aveva coinvolto i garzoni del banco di prestito e alcuni cristiani.163.

Il 22 ottobre del 1449 Manuele è procuratore di Vitale da Montalcino, anch egli socio del banco di Siena, ma anche di quello Firenze dove infatti abitava164. Quest ultima causa durerà ancora alcune settimane, e a rappresentare Vitale ed anche suo fratello Guglielmo sarà ancora Manuele di Guglielmo165.

È improbabile che questo Manuele fosse un semplice garzone. Egli assolveva a compiti delicati e doveva avere una certa competenza o quantomeno una buona conoscenza degli affari del banco di Siena, e godeva certamente della fiducia dei soci dello stesso.

Particolare da sottolineare è che Manuele non agisce solo per conto di Jacob da Toscanella, né solo quando le controversie di cui si doveva occupare riguardavano Siena città. Il suo raggio d azione copriva il territorio che era sottoposto alla giurisdizione dei soci del banco senese.

Vedremo in seguito che procuratori venivano nominati dagli ebrei nelle più svariate faccende, in particolare quando era necessario avere qualcuno sul luogo dove la controversia si svolgeva.

161

ASSi, NA, 485, Regolatori, Deliberazioni, 1446-47, c. 102v, 28 gennaio 1447. Il documento è datato 28 gennaio, ma aggiunte posteriori indicano l intervento di Manuele il 30 gennaio, e successivamente in febbraio e in aprile.

162

ASSi, NA, 485, Regolatori, Deliberazioni, 1446-47, c. 104r, 26 aprile 1447. 163

ASSi, NA, 485, ser Minoccio Minocci di Giovanni da Siena, Regolatori, Deliberazioni, 1446-47, c. 51r, 12 aprile 1447. Egl è stato dinanzi da noi Manuello ebreo come mandato di certi giudei garzoni .

164 ASSi, NA, 431, ser Galgano di Cenne di Manno da Siena Regolatori, Deliberazioni, c.135r, 22

ottobre 1449.

165 ASSi, NA, 431, ser Galgano di Cenne di Manno da Siena Regolatori, Deliberazioni, c.135v, 17

Il caso di Manuele non differisce molto dagli esempi che incontreremo, ma certo la continuità del ricorso al suo operato che i soci del banco di Siena fanno, deve almeno farci sospettare che potesse esistere per Manuele un ruolo ben determinato e riconosciuto.