• Non ci sono risultati.

Le prime notizie

Scarse sono le notizie riguardanti le origini del prestito ebraico a Siena. Per alcuni anni la supposta prova dell esistenza di un nucleo di ebrei a Siena fin dai primi anni del Duecento è stata basata da alcuni studiosi su una lettura errata di un documento della Biccherna del 1229: pro universitate iudeorum invece di iudicum 103.

Certezza di una presenza di prestatori ebrei in città le abbiamo a partire dai primi anni del Trecento104.

Viene rilevato, tuttavia, che alla metà del XIV secolo circa la questione dell usura, o quantomeno dei suoi eccessi, salì alla ribalta, e il comune di Siena fu costretto ad arginare il problema con l istituzione di un registro sul quale ogni prestatore cristiano o ebreo - era obbligato a far scrivere il proprio nome. Sebbene a seguito della peste del 1348 gli ebrei - in generale - fossero stati accusati di aver provocato

103 G. Catoni, I prestatori ebrei nell economia senese del Basso Medioevo, in Rassegna economica

Siena , 4, 1983 p. 21, nota 6.

104 S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi,.p.

l avvelenamento dei pozzi d acqua, le attività feneratizie a Siena non sembrano aver risentito molto del clima antiebraico. La continuità della presenza ebraica è ulteriormente comprovata dalle notizie inerenti alle loro abitazioni che erano situate nelle zone centrali della città: case e palazzi si trovano lungo le vie principali che partendo dalle porte di Camollia, S. Maurizio e S. Agostino convergono verso la croce del Travaglio, punto centrale della città, presso piazza del Campo.

Nel 1355, anno della caduta del governo mercantesco dei Nove, l ebreo Vitale di Daniele chiese di poter stabilirsi a Siena e qui esercitare l attività di prestatore. La nuova politica finanziaria del governo dei Dodici, che inasprì le gabelle ed intensificò i prestiti forzosi favorì evidentemente le concessioni fatte agli ebrei prestatori105. Tre anni dopo - è il 1358 si ha la conferma di questo atteggiamento favorevole; infatti il Comune di Siena autorizzò l ebreo Consiglio di Dattaro di Consiglio a praticare l attività di prestito per la durata di venti anni106.

La presenza di prestatori ebrei, ed in particolare i rapporti che questi avevano con le istituzioni senesi erano influenzati dalla situazione politico-economica in cui il Comune veniva a trovarsi di volta in volta. Il prestito ebraico aveva infatti una duplice funzione: era rivolto certamente alla popolazione meno abbiente, che si serviva del banco per risolvere piccole situazioni di debito e per ottenere somme di denaro con cui pagare le tasse, ma accanto a questa attività, diretta al prestito

quotidiano , gli ebrei prestavano somme di denaro al Comune stesso107 . La possibilità di ottenere una condotta ventennale, fu, nel caso del sopracitato Consiglio di Dattaro, dovuta probabilmente alla guerra che Siena stava combattendo con Perugia. La guerra, scoppiata nel 1357 a causa di Montepulciano che da senese era passata dalla parte di Perugia, coinvolse la vicina Cortona, alleata di Siena. L assedio posto alla città dai perugini spinse i senesi a mandare in soccorso degli assediati la propria cavalleria mercenaria, che era in servizio permanente, forte di 200 uomini guidati da Mainetto da Jesi, noto capitano marchigiano. Nella primavera del 1358, dato che la situazione era in fase di stallo, i senesi ingaggiarono Hannekin Borgaten e la sua celebre compagnia. Questi mosse alla volta di Cortona con 1200 soldati, che uniti alla milizia comunale, riuscirono a liberare Cortona. La guerra proseguì al

105 G. Catoni, I prestatori ebrei nell economia senese del Basso Medioevo, p. 21.

106 S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi,

pp.182-183. 107

rilancio; i perugini misero in campo un esercito di 8000 uomini guidati da Smeduccio da San Severino, e i senesi risposero assoldando Giovanni da Vico e cercando l aiuto di Corrado di Landau108

. Il costo della guerra salì enormemente e non è da escludere che vi sia stato un incremento delle imposte. L esigenza di pagare truppe mercenarie rendeva necessario procurarsi liquidità di denaro, alla quale evidentemente il banco degli ebrei senesi poteva far fronte109. Nel 1384 la necessità di pagare Hawkwood e la sua compagnia costrinse nuovamente i senesi a cercare denaro presso gli ebrei. Tre anni dopo gli ufficiali della città imposero un prestito di 800 fiorini agli ebrei per pagare una compagnia di bretoni. Ancora nel 1399 gli ebrei furono chiamati a prestare aiuto per pagare la compagnia del conte di Carrara110. Ma la situazione pare mutare, tant è che nel maggio 1391, un decreto imporrà agli ebrei di sgomberare le zone centrali della città, nelle quali avevano stabilito le proprie dimore111. È probabile che questa fosse una scusa per estorcere denaro agli ebrei offrendo loro la possibilità di abitare in qualunque altra parte della città, esclusi i luoghi in cui risiedevano fino a quel momento, in cambio del pagamento di un prestito forzoso straordinario. Una certa insofferenza verso il monopolio del prestito su pegno detenuto dagli ebrei si percepisce da una supplica del 1393 al Comune di Siena da parte degli artigiani della città per ottenere una liberalizzazione del prestito: et li giuderi non consumaranno questa città come ànno fatto, che l ànno diserta; et non cogliaranno al punto e poveri et gli altri che accattano, avendoci più che prestino . La petizione dei Senesi fu rinnovata una decina d anni dopo: piaccia a la magnifica Vostra Signoria provedere et solennemente riformare per utile della vostra città et contado di Siena che sia licito a ogni cittadino della città di Siena poter prestare a tenduccia 112.

Un cambiamento della politica senese verso gli ebrei era però nell aria. Infatti agli inizi del Quattrocento la Boesch individua una inversione di tendenza. Già il 20 marzo 1412 si stabilì infatti che i patti con i prestatori ebrei, che sarebbero scaduti nel 1420, non sarebbero stati rinnovati, e che da quel momento in poi, nessun ebreo

108 M. Mallett, Signori e mercenari, Bologna 1974, p. 52.

109 S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi, p.

185.

110 W. Caferro, Mercenary companies and the decline of Siena, Baltimora-London 1998, pp. 107-108. 111 R. Fantozzi Micali, La segregazione urbana, Firenze 1995, p. 88.

112

avrebbe potuto esercitare il prestito113

. Il diverso atteggiamento del comune rispetto agli ebrei potrebbe essere il riflesso diretto dell attività di S. Bernardino da Siena, la cui presenza in quegli anni è attestata proprio dalle sue famose prediche sul Campo. Di fatto nel 1425 furono varate una serie di leggi, dette ufficialmente riformazioni di frate Bernardino, contro il lusso, per limitare le doti e per escludere gli usurai dai pubblici uffici114. Dobbiamo segnalare che preoccupazione di non attirare l attenzione per non suscitare l invidia dei cristiani e provocare l imposizione di tasse più elevate fu un argomento ben presente agli ebrei. Nel 1418 i delegati delle comunità ebraiche italiane riunite a Forlì presero molte decisioni relative alle vesti, le cinture, i gioielli, le acconciature ecc115. I banchieri ebrei erano ricchi, e facevano sfoggio del loro benessere in società. A metà Quattrocento nel guardaroba della moglie del nipote di un famoso prestatore bolognese troviamo mantelli, giubbe di damaschino, di pelle, un vestito di raso nero, uno di raso alessandrino, un cappello di seta e una sopravveste di taffettà nera. Inoltre un anello d oro, turchesi e agate montate in oro, oltre a coralli e diamanti116.

A Siena questi provvedimenti erano il preludio alla proposta di istituire un organizzazione del prestito da parte del comune stesso. La delibera al riguardo prevedeva che si eleggessero tre cittadini senesi, di provata onestà, uno per Monte, ai quali era permesso, per un anno, di prestare nel Comune e nel contado, con un salario stabilito dai magistrati Regolatori117

.

113

S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi, pp. 196-197.

114

R. Fantozzi Micali, La segregazione urbana, Firenze 1995, p. 89. Queste disposizioni avevano l intento più generale di limitare gli eccessi, i lussi, le spese eccessive dei cittadini e quello di escludere dai pubblici uffici le persone reputate immorali. Cfr. L. Douglas, Storia della Repubblica di

Siena, Roma 1979, p. 180.

115

R. Bonfil, Gli ebrei in Italia nell epoca del Rinascimento, p. 96. 116

M. G. Muzzarelli, Guardaroba medievale, Bologna 1999, pp. 59-60. La normativa bolognese per disciplinare l uso di vesti e ornamenti del 1474 riguardava anche gli ebrei. In particolare il riferimento è alle mogli e le figlie di banchieri. Dovevano limitarsi nell uso di gioielli, solo tre anelli e tre verghette; non era permesso loro di indossare vesti dai colori troppo appariscenti, come i velluti cremisi o morelli. Erano accettate le maniche di velluto a meno che esse non fossero rosso morello con oro e argento.

117 S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi,

Ma queste disposizioni, se potevano riguardare i poveri, non potevano certo far fronte alle difficoltà economiche del Comune, il quale infatti nel 1437, per pagare delle milizie mercenarie, si rivolse all ebreo Isaac di Consiglio per un prestito di 500 fiorini. Si comprende, dal tono del documento, che i provvedimenti presi in precedenza ebbero scarso riscontro nella realtà. Vi fu quindi un periodo intermedio di circa vent anni, tra il 1420 e il 1437, nel quale il prestito ebraico probabilmente rimase attivo, ma senza un riconoscimento ufficiale118. Il 28 ottobre 1439 venne approvata la legge sul segno (giallo) di riconoscimento, obbligatorio per tutti gli ebrei, tranne i prestatori. Provvedimento tanto più umiliante in quanto dal 1404 anche per le meretrici era stato introdotto un segno giallo distintivo119.

La situazione, a causa forse del peggioramento economico della repubblica senese120, mutò ancora. Nel 1441, in occasione della stipulazione di nuovi patti, gli ebrei senesi sembrano avere più forza contrattuale. Il testo di questa condotta, insieme con altri provvedimenti preparatori, stabilisce numerosi privilegi per i prestatori, i loro soci, le famiglie e il personale ebraico dei banchi121. Circa un mese prima di incontrare nei fondi dell Archivio senese queste delibere preparatorie alla condotta, il 30 luglio 1441, il Consiglio del Popolo aveva deliberato che nessun ebreo di Siena e del contado potesse essere liberato a meno di un pagamento di un riscatto in argento122

. Poco sappiamo di questo arresto, o detenzione degli ebrei, ma forse ci troviamo semplicemente di fronte ad una sorta di prestito forzoso affatto raro al cui pagamento era condizionata la sottoscrizione della condotta. Questa condotta aveva una durata di cinque anni, e nel 1446 troviamo documenti relativi ad altri patti stipulati tra il Comune e l ebreo Jacob di Consiglio da Toscanella123

.

Questa progressiva istituzionalizzazione del prestito ebraico aveva causato problemi al comune di Siena nei confronti della legislazione canonica e nei rapporti con la Santa Sede. Lo confermano due ambasciate nel 1448 e nel 1456. Con la prima si

118

Ibid., p. 201. 119

R. Fantozzi Micali, La segregazione urbana, Firenze 1995, p. 89. 120 Ibid., p. 89.

121 S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi, pp.

203-205.

122 ASSi, Concistoro, Deliberazioni, 453, c. 23v, 30 luglio 1441.

123 S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi, p.

chiedeva una assoluzione a posteriori per i capitoli già stipulati, con la seconda si voleva un assoluzione che valesse per i prossimi dodici anni. Evidentemente l intenzione era di cautelarsi in vista dei nuovi Capitoli contratti poi nel 1457124

.