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L attività dei da Montalcino a Siena

Nel documento Ricerche sugli ebrei senesi nel Quattrocento (pagine 156-160)

3. Montalcino

3.1. L attività dei da Montalcino a Siena

Dopo la morte di Paolo II nel 1471, il nuovo pontefice Sisto IV nel tentativo di recuperare alcuni possedimenti provocò turbamenti nei già precari equilibri degli stati italiani.

Fu nuovamente rinnovata la lega tra il duca di Milano, Venezia e Firenze. Gli interessi del re di Napoli Ferdinando, lo avevano portato ad una alleanza matrimoniale, unendo sua figlia Eleonora al duca di Ferrara Ercole d Este. Sorse una lega segreta tra Ferdinando, il papa e i Senesi. La divisione di interessi ancora una volta prometteva una nuova scesa in campo di armi ed eserciti.

Nel 1477 Carlo da Montone tentò di recuperare quanto aveva posseduto il padre Braccio. Mossosi dal contado di Perugia alla volta di Arezzo si unì a forze provenienti da Firenze. Da qui passò nel senese dove saccheggiò la Val d Orcia e puntò su Chianciano.

I Senesi dal canto loro si rivolsero a Federico da Montefeltro, dal quale ebbero un aiuto poco più che simbolico. Ma la preoccupazione maggiore era quella di sapere da quale parte volevano stare i Fiorentini.

Quando l ambasciatore senese Leonardo Benvoglienti fu accolto dai governanti di Firenze ciò che ebbe in risposta fu che Firenze intendeva trattenere rapporti di amicizia con Siena, ma che d altro canto non poteva imporre niente a Carlo da

408 ASSi, Concistoro, Copialettere, 1693, c. 218v, 27 agosto 1478. 409

Montone, con il quale peraltro i Fiorentini volevano mantenere buoni rapporti410 . La versione senese della storia è che di fatto Firenze avesse aiutato Carlo ingannando Siena. Scrive l Allegretti nel Diario Sanese che i Fiorentini mandavano ogni giorno una buona lettera, e il Conte Carlo ogni dì una cavalcata411. I Fiorentini invece sostenevano che Carlo impossibilitato a riprendere Perugia si era rivolto contro lo stato di Siena, ma che alle prime lamentele di Firenze Carlo si era fermato412.

A prescindere dalla verità, una volta arrivati i soccorsi del re di Napoli, i Senesi riuscirono a cacciare via Carlo dalla Toscana e lo costrinsero a ritirarsi a Perugia. Per vendicarsi dei danni subiti, i Senesi attaccarono e devastarono il Castello di Montone413.

I cattivi rapporti con Firenze e la guerra con Perugia non impedivano di certo che i traffici commerciali continuassero e che gli ebrei potessero spostarsi per i loro affari. Nel novembre 1477 il Consiglio del Popolo di Siena e il Consiglio Generale deliberano approvando uno speciale salvacondotto da rilasciare ad un ebreo di Perugia, Buonaventura di Abramo. Nonostante la guerra con Perugia, si specifica nel documento, l ebreo non deve essere in alcun modo vittima di rappresaglie nei domini senesi, non obstante qualunche represalie in qualunche modo concesse contra de perugini, deve essere lasciato libero di muoversi nel contado e in città, di pernottare e svolgere le sue attività senza ricevere molestie, che liberamente et senza pericolo alcuno possa venire, stare, passare, pernoctare et liberamente praticare et partirsi ne la città di Siena, suo contado et distretto et iurisditione in qualunque tempo; pertanto tutti gli ufficiali e i tribunali senesi dovranno obbedire alle decisioni riportate nella lettera414.

Non sappiamo precisamente chi possa essere questo Buonaventura che sembra essere così ben voluto dai Priori di Siena. Il sospetto è che possa identificarsi con un membro della famiglia dei da Montalcino. È noto tuttavia un altro Buonaventura di Abramo da Perugia, di cui si citano gli eredi nel 1479415. È possibile quindi che

410

V. Buonsignori, Storia di Siena, pp. 76-77.

411 A. Allegretti, Diario Senese, R.I. S, tomo XXIII, cc. 782. 412 G. Capponi, Storia della repubblica di Firenze, tomo II, p. 109. 413 V. Buonsignori, Storia di Siena, p. 77.

414 ASSi, Concistoro,Copialettere, 1692, cc. 287v, 288r, 20 novembre 1477.

415 ASSi, NA, 524, ser Giovanni di Daniele, fasc. II (1479-1482), foglio segnato 167r, 25 novembre

questo Buonaventura fosse solo di passaggio a Siena e non abbia a che vedere con i da Montalcino.

Una decina di giorni dopo che le lettere di salvacondotto sono state spedite, il Concistoro di Siena deve intervenire di nuovo in soccorso di un Buonaventura, ebreo e figlio di Abramo. Data la contemporaneità della comparsa dei due Buonaventura di Abramo nel contesto senese, l omonimia potrebbe in effetti trarci in inganno.

Nella pagina del registro del Copialettere del Concistoro di Siena, sotto la data del 29 novembre 1477 sono trascritte tre lettere indirizzate a Firenze, e relative a questo secondo Buonaventura. Si tratta in realtà di poche righe, ma sufficienti per fornirci una spiegazione di quanto era accaduto.

I Senesi scrivono agli Otto di Guardia di Firenze che Buonaventura e suo padre Abramo di Guglielmo sono stati arrestati con l accusa di frode. Dal tono del documento non sembra che la frode commessa dai due sia messa in dubbio, ma si chiede solo clemenza nella pena. Questa in sostanza è il contenuto della seconda delle tre lettere di cui sopra. Nella prima, cassata con un tratto del pennino del copista si trova il nome di Isacco di Guglielmo, fratello di maestro Abramo. Sarebbe stato proprio Isacco a denunciare l arresto del fratello e del nipote. Isacco e maestro Abramo sono certamente i figli di Guglielmo da Montalcino.

Dati i dissapori incorrenti tra le due città, forse il brano contenente il nome di Isacco è stato cassato per non coinvolgere troppo la famiglia che deteneva il banco di prestito senese. La stessa premura che i Senesi mostrano nell interessarsi alla vicenda può essere spiegata proprio a causa dell importanza che i da Montalcino andavano assumendo a Siena. La condotta ebraica, che non era stata ufficialmente riconfermata nel 1467, lo era invece nel 1477, forse motivata dall esigenza dei Senesi di avere denaro liquido per finanziare la guerra in atto.

L ultima lettera delle tre è invece indirizzata a Lorenzo de Medici: sembra che due ebrei siano stati arrestati e detenuti a Firenze416.

Si raccomanda all indulgenza del Signore di Firenze la sorte dei due detenuti.

Evidentemente Lorenzo rispose ai Senesi, e questi nuovamente tornarono a scrivergli ringraziandolo per le buone notizie intorno agli ebrei di Montalcino, i quali, a detta

416

deu Senesi, avevano fatto intendere di avere buone ragioni e che la loro causa fosse giusta417

.

Gli ebrei incarcerati per frode sono quindi i da Montalcino, il figlio e il nipote di Guglielmo.

Già titolari del banco di Siena, i da Montalcino si preoccupavano anche di altre attività. Essi commerciavano in tessuti pregiati, e non è improbabile che le accuse mosse loro a Firenze riguardassero l ambito commerciale e non l area del prestito. Sebbene i rapporti tra Siena e Firenze fossero arrugginiti per la questione di Perugia, tuttavia quando si trattava di affari le due repubbliche paiono in accordo418. Sappiamo che Isacco nel 1479 importava panni di seta da Firenze a Siena, e tutto fa credere che entrambe le città avessero interesse che continuasse, tanto più che le stoffe importate erano state ordinate dal duca di Calabria, per sé, la sua famiglia e la corte, di passaggio a Siena in quel periodo419

. Del resto una qualche propensione per il commercio dei tessuti da parte dai da Montalcino la si ritrova già dalla fine degli anni 40. Il 17 novembre 1449 era infatti sorta una lite tra un Benedetto di Michele da Pisa e Vitale da Montalcino per una questione relativa alla vendita di tessuti per un valore di 300 libbre420

.

Pur conoscendo poco delle vicende del prestito senese nei primi anni Ottanta, le notizie forniteci da un nutrito gruppo di documenti relativi al 1483 farebbero pensare che ad occuparsi del banco di Siena fosse principalmente Lazzaro da Volterra421

.

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ASSi, Concistoro, Copialettere, 1692, c. 298r, 5 dicembre 1477. 418

Gino Capponi riferisce che tra il 1476 e il 1482 la corrispondenza tra Lorenzo e Siena si sia interrotta proprio a causa dei dissapori e dei sospetti dei Senesi sull operato fiorentino. Cfr. G. Capponi, Storia della repubblica di Firenze, tomo II, p. 109, nota 1.

419

ASSi, Balìa, Deliberazioni, 12, c. 44r, 4 febbraio 1479. 420

ASSi, NA, 431, ser Galgano di Cenne di Manno da Siena, Regolatori, deliberazioni, cc.135v, 136r, 17 novembre 1449.

421

I documenti in questione fanno parte delle carte dei Regolatori presenti nell Archivio Notarile di Siena. Trattandosi di Deliberazioni dei Regolatori, analogamente a quanto abbiamo precedentemente descritto relativamente agli elenchi di pegni per la metà degli anni 40, anche in questo caso, ma relativamente all anno 1483, troviamo numerose richieste di restituzione di pegni, per la maggior parte indirizzate a Lazzaro da Volterra, il quale ben sei anni prima di divenire l intestatario della condotta senese, svolgeva evidentemente un ruolo di primo piano nella gestione del banco di prestito. Cfr. ASSi, NA, 599, Regolatori, Deliberazioni (1482-1483). Tra gennaio e giugno 1483 abbiamo circa 49 richieste di riscatto di oggetti detenuti presso il banco di Lazzaro e soci.

Sembra che per il resto degli anni Ottanta, a Montalcino la presenza di ebrei prestatori si limitasse allo stesso Guglielmo. I figli, Abramo, Isacco e Davide pare avessero scelto altri luoghi in cui risiedere. Nella primavera del 1488 Guglielmo verrà a morte422. In seguito alla scomparsa di Guglielmo, nel 1489 la guida del banco passò a Lazzaro da Volterra, che ottenne una concessione di quindici anni. Il già vasto intreccio di affari di cui i Montalcino erano protagonisti riceverà ulteriore incremento. Alla fine del secolo Davide di Guglielmo da Montalcino insieme ad uno dei figli di Buonaventura di Emanuele da Volterra aveva ottenuto la condotta per aprire un banco di prestito a Borgoforte, vicino Padova423.

Nel documento Ricerche sugli ebrei senesi nel Quattrocento (pagine 156-160)