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Morte per suicidio: ipotesi

Nel documento Ricerche sugli ebrei senesi nel Quattrocento (pagine 105-112)

Sembra strano, in effetti, che un personaggio come Jacob si sia suicidato a causa di questioni di tasse. Del primo aprile 1466 è una lettera della repubblica indirizzata a Roma nella quale si richiede al papa l autorizzazione a concedere a Jacob la condotta per il prestito. Ma i Senesi avvertono il papa che l attività del prestito sarebbe continuata comunque, e che l autorizzazione era chiesta solo per rispetto alla Santa Sede273.

Quindi non risultano esserci grandi problemi per l attività del banco; precedentemente, il 13 febbraio 1466, un avviso del Concistoro imponeva il pagamento delle tasse ai prestatori presenti in tutto il territorio soggetto a Siena274; ciò può aver colpito anche i da Toscanella, ma non pare che questo possa aver causato gravi crisi finanziarie. Del resto tasse una tantum che colpivano gli ebrei erano una prassi usuale; qualche anno prima, nel 1464, ad esempio, c era stata una richiesta di 5000 libbre per finanziare la crociata indetta dal papa275

. L anno seguente,

272 ASSi, Concistoro, Copialettere, 1686, c. 129r, 10 maggio 1466 273 ASSi, Concistoro, Copialettere, 1686, c. 90v, 1 aprile 1466

274 ASSi, Concistoro, Copialettere, 1684, 12 febbraio 1466, cc 33v, 34r 275

in occasione di una nuova richiesta di pagamento della trigesima, nell elenco degli ebrei costretti a pagare, i da Toscanella non compaiono276

.

Come abbiamo visto Jacob era personaggio molto scaltro e di notevole esperienza in campo finanziario. Forse potremmo anche dire che era un uomo dai pochi scrupoli morali, e sembra difficile che si sia suicidato per motivi economici.277.

La documentazione che riguarda gli anni successivi al 1466, e relativa ai due figli Abramo e Isacco non ci istruisce su particolari crisi del banco di Siena.

Rimane il fatto che qualche anno dopo, all inizio degli anni 70, i due figli di Jacob pur continuando a gestire i loro interessi a Siena, cominceranno a spostare il centro dei loro affari a Marino, sintomo che forse a Siena qualcosa non andava278.

L anno prima della scomparsa era tornata a galla la vecchia questione che vedeva di fronte Jacob di Consiglio e due fratelli pesaresi, Leone e Consiglio.

La vicenda risaliva agli anni cinquanta, ma il documento notarile che ce la rende nota è datato 1465, e non è improbabile, come dicevamo, che questa memoria difensiva fosse stata preparato in vista di un processo che si sarebbe tenuto di lì a poco. Ricordiamo che Jacob avrebbe architettato un complotto allo scopo di sbarazzarsi dei due fratelli, ai quali doveva del denaro279

. Leone e Consiglio passarono un bel po di

276

ASSi, Concistoro, Copialettere, 1683, c. 203r, 2 luglio 1465. nell elenco figurano Guglielmo da Montalcino, Angelo da Lucignano, l ebreo di Sarteano e l ebreo di Chianciano.

277

Secondo le teorie di Warren Breed (1963), sembrerebbe confermarsi l ipotesi che buona parte dei suicidi riguardino persone colpite da uno slittamento economico verso il basso. Breed conclude che il suicidio è favorito da una mobilità economica discendente, più in generale da difficoltà economiche. Cfr. R. Scramaglia, Analisi degli studi successivi a Durkheim, in E. Durkheim, Il suicidio. Studio di

sociologia, Milano, 2001, p. 81. Naturalmente i dati statistici si riferiscono a ricerche compiute nella

società contemporanea e non è comprovato che i risultati siano applicabili a società di tipo diverso. Per uno studio sul suicidio nel mondo antico si veda M. Barbagli, Congedarsi dal mondo. Il suicidio

in occidente e oriente, Bologna, 2009. Una visione del suicidio più strettamente legata a motivi

psicologici connessi alla fascia di età anagrafica dei suicidi è in D. Storari, Suicidio: la sfida delle

crisi, in Vita Italiana, cultura e scienza , n. 1, 1992, pp. 120-127.

278

Avremo modo di vedere che la decisione di aprire un banco a Marino era stata presa prima del suicidio di Jacob. L apertura di un banco fuori Siena non comportava naturalmente che i da Toscanella fossero costretti a trasferirsi sul luogo. Pertanto è lecito chiedersi se vi fossero motivi non strettamente legati all apertura del nuovo banco per i quali Isacco e Abramo sceglieranno di abbandonare Siena. Del resto il fatto di per sé potrebbe anche non destare sorpresa data l eccezionale mobilità su tutto il territorio dell Italia centro-settentrionale dei prestatori ebrei.

279

tempo in carcere, furono tormentati e torturati. La gravità delle molestie recate ai due ebrei era tale da giustificare ritorsioni contro il comune di Siena da parte del duca di Milano Francesco Sforza. La responsabilità del danno recato ai due fratelli di Pesaro, la gravità della truffa montata a loro danno e le conseguenze che avrebbero dovuto pagare i Senesi avrebbero sicuramente screditato pubblicamente Jacob.

In seguito non abbiamo altre notizie che riguardino direttamente questa vicenda. Della truffa di Jacob i documenti non faranno più parola. Non sappiamo se un processo ci sia stato oppure no. Ma è chiaro che la morte di Jacob ha di fatto impedito che il procedimento giudiziario avesse un seguito.

È possibile che nella tarda primavera dell anno 1466, poiché queste vicende erano tornate alla luce, temendo sviluppi disastrosi per la sua reputazione, Jacob di Consiglio si sia tolto la vita.

In quel mese di aprile 1466 era però accaduto un altro fatto di per sé ancora più grave.

Angelo di Musetto di Lucignano, l ebreo che gestiva il banco di prestito locale, era stato accusato di aver simulato la crocefissione di una donna cristiana.

La blasfema cerimonia sarebbe stata celebrata il Venerdì Santo, il 4 di aprile 1466. Sui particolari del caso in questione ci soffermeremo in seguito. Proviamo qui a mettere in luce eventuali elementi che possano indurci a ritenere che la morte per suicidio di Jacob sia correlata ai fatti di Lucignano.

Il primo documento che ci informa delle accuse a carico di Angelo di Musetto da Lucignano è datato 6 maggio 1466, mentre la morte di Jacob è plausibilmente da collocarsi tra la fine di aprile e i primi di maggio.

È evidente la contemporaneità dei due eventi.

Consideriamo che i due documenti in nostro possesso sono lettere di risposta del Concistoro di Siena. Nel primo caso si tratta di una risposta al podestà di Lucignano, che in una sua comunicazione aveva informato i Senesi di quanto accaduto a Lucignano. Nel secondo caso la risposta di Siena è indirizzata al Cardinale Calandrini, che probabilmente si trovava a Roma. Quest ultimo scriveva ai Senesi riguardo ad accuse di una possibile responsabilità di Siena per il suicidio di Jacob. A loro volta i Senesi rispondono al Calandrini il 10 maggio. Ammesso che il Calandrini sia stato informato immediatamente del suicidio di Jacob e subito abbia scritto a Siena, dobbiamo pur considerare un giorno o due perché la notizia della morte di

Jacob sia arrivata a Roma da Siena, più un altro paio di giorni perché la lettera del Cardinale sia arrivata a Siena. Circa quattro giorni quindi, che potremmo aumentare a dieci o più se ipotizziamo che tutti i protagonisti abbiano impiegato tempi maggiori nello stendere le lettere di cui sopra.

Questo ci porterebbe inevitabilmente a collocare il suicidio di Jacob nell ultima settimana di aprile.

Per quel che concerne Lucignano, il tempo di attesa delle lettere e delle risposte è certamente inferiore, e possiamo ritenere che un documento urgente spedito dal podestà sia arrivato a Siena nell arco di un giorno.

Dalla risposta che il Concistoro da al podestà di Lucignano ricaviamo che al momento di informare le autorità senesi, il podestà ha già proceduto all arresto dell ebreo. Dobbiamo considerare che il podestà ha ricevuto la denuncia, ha probabilmente interrogato il sospettato o i sospettati, e resosi conto della gravità del fatto ha informato le autorità di Siena. Anche se ammettiamo che questi passaggi siano stati particolarmente rapidi, tutto ci porta a credere che denuncia dell ebreo e arresto siano avvenuti tra la fine di aprile e i primissimi giorni di maggio.

Non è da escludersi quindi che il suicidio sia avvenuto poco prima della denuncia di Angelo o del suo arresto.

Nei documenti relativi a questo processo si fa riferimento a molti ebrei che avrebbero assistito alla crocefissione, ma non ne conosciamo i nomi. Si può ipotizzare che anche Jacob fosse presente quel giorno a Lucignano. Le confessioni di Angelo di Musetto non coinvolgono altre persone, tant è che ad essere condannati furono solo Angelo e la sua serva cristiana, Francia280

, complice della parodia. Niente toglie che agli inizi di maggio un possibile coinvolgimento nel processo degli ebrei presenti a casa di Angelo a Lucignano non fosse una possibilità così remota.

In uno dei documenti relativi al processo contro Angelo si parla infatti di complici 281, e più avanti è detto Agnolo hebreo carcerato o altri per la medesima cagione 282. Quando verranno incaricati alcuni notabili senesi di procedere ad una indagine parallela a quella del podestà di Lucignano, il Concistoro scriverà: Vengono costà el famosissimo doctore misser Giovànni Baptista, iudice de le nostre

280 Il nome Francia è abbastanza diffuso a Siena e se ne trovano esempi nei registri battesimali. 281 Cfr. N. Mengozzi, Il pontefice Paolo II e i Senesi, p. 267.

282

Riformazioni, et insieme lo spectabile cittadino nostro Leonardo Benvoglienti, nostri Commissarii, havendosi ad fare examinare Agnolo hebreo, et altri carcerati 283

. Se effettivamente Jacob fosse stato presente a Lucignano il 4 aprile, il pericolo di un accusa come quella di crocefissione è possibile sia stato sufficiente per spingerlo a suicidarsi.

Dalle carte senesi però non risultano contatti tra i da Toscanella e Angelo di Musetto. I figli di Jacob non entrano affatto nella vicenda, e non appaiono nella lista dei creditori di Angelo. Sembra infatti che i da Toscanella non avessero affari a Lucignano. L unica, ma esile traccia, è una procura a Isacco di Jacob, da parte di Lazzaro di Emanuele da Volterra, che avrebbe dovuto sposare Susanna, anch essa figlia di Jacob, per riscuotere 56 ducati larghi dei quali Angelo di Musetto era debitore.

Nella lista dei creditori di Angelo di Musetto compaiono alcuni tra i più ricchi e importanti prestatori della zona e di altre aree: Guglielmo di Dattaro da Montalcino, Emanuele da Volterra, Samuel da Gubbio. Tutti e tre per un arco di circa due o tre anni intraprendono azioni legali contro gli eredi di Angelo di Musetto. Nel 1470 una cordata di ebrei fiorentini apre un procedimento contro l ex podestà di Lucignano Gabriello di Bartolomeo; anche in questo caso, i da Toscanella sono assenti284

.

Se è verosimile e probabile che altri ebrei, amici o parenti di Angelo fossero presenti alla parodia della crocefissione, di questi però non si farà mai il nome (a meno che gli atti del processo, che non è stato possibile trovare, li rivelino). Ammettiamo comunque che di questi nomi resti traccia nel resoconto del processo e nei verbali delle testimonianze; per quale motivo non se ne fa menzione nella corrispondenza tra Lucignano e Siena? Perché non troviamo tracce di proteste, di appelli e reazioni di amici e parenti degli altri accusati? Se ce ne sono state esse sono state efficaci, poiché nessun altro ebreo all infuori di Angelo è stato condannato. Sappiamo di proteste vive e rumorose, che incrinarono il lieto vivere dei lucinianesi e che costrinsero questi ultimi a chiedere interventi affinché cessassero le turbolenze degli ebrei.

283 Lettera del 17 giugno 1467, cfr N. Mengozzi, Il pontefice Paolo II e i Senesi, p. 273.

284 ASFi, NA, n. 16824, ser Pietro di Antonio da Vinci, cc. 413v-414r, e ASFi, NA, n. 16826, ser

Forse la mancanza di documenti non permette di sbilanciarsi troppo in questa direzione, ma è anche possibile che i Senesi abbiano cercato di circoscrivere il più possibile il terreno dell accusa di Lucignano. Non era un segreto che dalle confessioni estorte sotto tortura potessero venir fuori nomi che avrebbero coinvolto in modo nefasto gli ebrei senesi.

L esempio dei processi per la morte di Simone da Trento era ancora lungi dal venire, ma è poco credibile che ebrei e cristiani non si rendessero conto delle implicazioni che simili accuse avrebbero potuto portare. Le accuse avrebbero potuto facilmente valicare le mura di Lucignano e avrebbero investito la Toscana ebraica, proprio grazie alla fitta rete di rapporti che intercorrevano tra gli ebrei stessi. Trento provocherà un emorragia di accuse e processi, toccando tutto il nord est italiano e il sud della Germania. Un espandersi a macchia d olio dove ogni nuova comunità colpita si trovava ad essere a sua volta centro di irradiazione di nuove accuse. Se i Senesi non erano coscienti delle potenzialità di propagazione che questi processi potevano avere, doveva essere comunque noto che attriti con la comunità ebraica, supportati da un simile bagaglio di accuse potevano, se non altro, creare il clima adatto per sollevazioni popolari in senso antiebraico, uccisioni e massacri. È infinita la serie di casi registrati in cui piccoli episodi di poco conto furono la miccia per esplosioni di violenza tali da annientare completamente la presenza ebraica in un dato luogo.

Se altri ebrei erano presenti il venerdì di Pasqua del 1466 in casa di Angelo di Musetto, è possibile, sebbene non supportato da prove, che potesse esservi anche Jacob da Toscanella. D altronde, i giorni della settimana di Pasqua erano per gli ebrei tempi di restrizioni e umiliazioni285. Era loro proibito di mostrarsi in strada, specie durante le processioni religiose, in modo da non turbare la sensibilità dei cristiani. Secondo il Toaff l interdizione agli ebrei di comparire per le strade durante la settimana santa risale almeno al VI secolo. Papa Innocenzo III dichiarava che la presenza stessa degli ebrei durante la Pasqua era un offesa per i cristiani; gli ebrei, vestiti a festa se ne vanno in giro prendendosi gioco dei cristiani che adorano il crocifisso, cercando di farli desistere a suon di insulti286. Le parole di Innocenzo III vanno forse prese con cautela, ma vi sono casi documentati, nei quali gli ebrei nei

285 A. Milano, Storia degli ebrei in Italia, Torino 1992, p. 76. 286

periodi delle feste cristiane erano tutt altro che vittime passive. Alcuni ostentavano la loro presenza di fronte ai cristiani, altri rispondevano con la violenza alle tradizionali provocazioni cristiane287

.

L ordine di restare in casa e non farsi vedere dai cristiani durante le processioni religiose, oltre che gravare sulla libertà individuale era anche ragione di perdite economiche e mancati guadagni per chi, come Angelo di Musetto o Jacob da Toscanella, gestiva attività pubbliche, commercio o un banco di prestito, che ovviamente vivevano sui rapporti con i cristiani288. I momenti dedicati alle festività religiose erano periodi di estrema tensione; il Concilio di Francoforte, nel 1469 ad esempio, stabiliva speciali regole di protezione per gli ebrei durante la rappresentazione dei Misteri289. Vedremo in seguito che nel 1446 alcuni ebrei di Grosseto furono coinvolti in una rissa la sera della vigilia della Pasqua cristiana. Questi erano certamente giorni difficili per gli ebrei che non di rado dovevano subire provocazioni e danneggiamenti dei loro beni. Ad esempio a Gubbio, durante la Pasqua del 1469, la porta di casa di Samuel di Consiglio, nipote di Angelo di Musetto era stata data alle fiamme da alcuni cristiani, sui quali le autorità cittadine misero una taglia290

.

Forse Jacob, che ormai era vedovo, aveva deciso di passare questo periodo lontano dalla città di Siena optando per un posto più piccolo e tranquillo, dove magari incontrare qualche vecchio amico, Lucignano appunto.

Certamente resta difficile avvicinarsi a quelle che possono essere delle ragioni per spiegare un suicidio. È chiaro che l indagine debba - in questa sede - fermarsi di fronte a motivazioni per così dire strettamente psicologiche. Ragioni intime e personali, depressione, senilità e quant altro rimangono un terreno scivoloso sul quale avventurarsi.

287

Ibid., pp. 219-225, dove è descritta la controffensiva di un ebreo alla sassaiola santa .

288 Queste restrizioni variavano da luogo a luogo e a seconda dei tempi. In certi casi la porta dei banchi

ebraici doveva essere chiusa da una tenda, in modo che potesse continuare l attività di prestito, sebbene con discrezione.

289 J. Trachtenberg, The devil and the jews, p. 37. 290 A. Toaff, Il vino e la carne, p. 223.

8. I figli e le figlie di Jacob. Promesse di matrimonio e gestione degli

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