Alcuni dei membri della società fiorentina e di quella pisana, muoveranno alla volta di Siena, dove, come abbiamo visto nelle pagine precedenti, gli ebrei senesi, a partire dagli anni quaranta sembravano avere più forza contrattuale rispetto al passato. Forse non è un caso che il prestito senese cominci a delineare contorni più decisi e marcati all indomani dell arrivo di questa cordata di ricchi banchieri. La nuova condotta stipulata nel 1441 oltre che a dare l avvio alla istituzionalizzazione del prestito ebraico rappresenta un primo tentativo di creare una stabile società modellata sull esempio fiorentino, con una folta partecipazione di professionisti del mestiere. I firmatari di questi nuovi capitoli sono Isacco di Consiglio e Dattaro di Angelo. Tra i soci nominati dai due troviamo Josep di Guglielmo d Arezzo138, Dattaro di Manuele da Grosseto, Manuele da Asciano, Guglielmo da Montalcino e Jacob da Toscanella. A questi si aggiungono gli importanti nomi di Dattaro di Consiglio da Tivoli e Isacco di Manuele da Pisa139. Dobbiamo segnalare che la presenza della famiglia da Montalcino a Siena non era una novità. Nel 1437 è infatti attestato a Siena come prestatore Elia di Abramuccio, fratello di Dattaro, e zio di Guglielmo e Vitale140. La possibilità per i prestatori di nominare altri soci viene sfruttata in pieno. Nel novembre nel 1441 Jacob di Consiglio da Toscanella, agendo per conto di Isacco di
Lucca, San Gimignano, Firenze, Monte San Savino, Siena e in Romagna. Cfr. M. Luzzati, Ebrei ed
ebraismo a Pisa, Pisa 2005, pp. 16-19.
137
E. Borgolotto Zetlan, Les Juifs, cit., pp.107-108.
138 Josep nomina come socio Manuele di Ginattano da Perugia, cfr. ASSi, NA, 362. (1441-1443), ser
Cristoforo Marri, cc. 43r-44v., 26 sett. 1441.
139 S. Boesch Gajano, Il comune di Siena e il prestito ebraico nei secoli XIV e XV: fonti e problemi, pp.
204-205.
140 B. Bonucci, Ebrei prestatori a Montalcino, in Ilcinensia, a cura di A. Cortonesi e A. Pagani, Roma,
Manuele da Pisa, il quale dovrà poi ratificare, nomina soci Salomone di Aleuccio da Fano, e sua moglie Brunetta141
, già presenti nel banco di San Gimignano. Pochi giorni dopo Dattilo del fu Consiglio da Tivoli, nomina maestro Abramo di Gaio da L'Aquila e Manuele di Ginattano da Perugia142, mentre a dicembre entra nel gruppo dei soci Aronne di Bonaventura da Este143.
Jacob da Toscanella era quindi socio di Dattilo del fu Consiglio da Tivoli, Guglielmo di Dattilo da Montalcino sia a Firenze che a Siena. Possiamo aggiungere anche il nome di Isacco di Manuele da Pisa, socio a Siena e il cui figlio Vitale era invece in società a Firenze. Si comincia, a partire da questi nomi, a delineare una sorta di connubio societario che andrà a rafforzare le posizioni degli ebrei senesi e che costituirà una sorta di fulcro della vita ebraica di Siena e del suo distretto.
I frequenti spostamenti, i matrimoni tra i figli dei soci, le acquisizioni di quote di partecipazione in altri banchi oltre quello senese, restituiscono un quadro estremamente vario della vita di questi prestatori, sebbene questa varietà sia poi causa di enormi difficoltà per noi nel seguire e nello sbrogliare matasse di eventi cui non sempre è possibile dare una opportuna collocazione.
Molto spesso non sono note le date dei matrimoni attraverso cui i vari soci acquisiscono una parentela con altri. Risulta quindi difficoltoso comprendere se le società nacquero perché i soci erano già imparentati tra loro oppure se fu il contatto dovuto alla società e quindi il cementarsi di amicizie a determinare le scelte matrimoniali.
Sta di fatto che rimane l impressione che la gestione dei banchi di prestito ebraici in Toscana fosse legato ad un numero ristretto di famiglie.
La società senese del 1441 sembra più composita rispetto a quella fiorentina, e accoglie molti ebrei che non condividono apparentemente parentele.
Oltre a Dattaro di Consiglio, Vitale e Guglielmo da Montalcino e Isacco di Manuele da Pisa, che erano già soci a Firenze appaiono i nomi di Salomone di Aleuccio da
141 ASSi, NA, 362 (1441-1443), ser Cristoforo Marri, cc. 46v-49r, 9 novembre 1441. 142 ASSi, NA, 362 (1441-1443), ser Cristoforo Marri, cc. 50r-52r, 13 novembre 1441
143 ASSi, NA, 362 (1441-1443), ser Cristoforo Marri, cc. 52v-54v, 5 dicembre 1441. Aronne di
Buonaventura proveniva dal Veneto, da Este, nel 1444 sarà alle dipendenze del banco di Volterra, mentre nel 1457 è attestato nel banco dei da Toscanella a Siena. Vedi M. Luzzati, Banchi ebraici
Fano e sua moglie Brunetta. Quest ultima era sorella di Dolce di Daniele, sposa di Jacob di Salomone da Prato, socio anche del banco di Firenze.
Come abbiamo detto, si ha l impressione che negli anni Quaranta la posizione di privilegio assunta dai prestatori senese sia ormai consolidata. La condotta del 1441, evidentemente di durata quinquennale, era stata rinnovata nel 1446 da Jacob di Consiglio da Toscanella. In questo caso i capitoli degli ebrei avranno la durata di dieci anni, segno di una volontà sia degli ebrei che del Comune di Siena di consolidare l attività del prestito144.
Il 17 dicembre del 1449 Jacob nomina altri soci: Manuele di Sabbato da L Aquila, Manuele (forse da Perugia), Elia, chiamato Simone di Mosè d Alemannia, Mele da Sessa e Angelo di Abramo da San Miniato145.
Poteva però accadere che un socio del banco fosse cancellato dalla società di prestito. Così sembra accadere per un Elia di Manuele da Cesena, il quale su richiesta di Jacob, il 29 agosto del 1449 viene cassato dalla licenza a condurre il prestito146. Purtroppo il nome di Elia non era noto poiché non appare tra i nominati nella condotta del 1441. Probabilmente Elia era entrato in un secondo momento, forse alla stipulazione dei patti del 1446 o in un altra occasione di cui non siamo informati. Un caso analogo riguarda un non meglio identificato ebreo di nome Abramo147
. Questi viene autorizzato dai Regolatori, il 4 gennaio del 1457 a lasciare la società di prestito senese; concedunt que dictus Abramus cassetur et cancelletur de omnibus prestis in quibus esset accensus. Dal provvedimento dei Regolatori possiamo evincere che detto Abramo era entrato in società con Jacob da Toscanella il 29 aprile 1450. Ora, allo scadere dei capitoli, siamo nel 1457, Abramo verrà cancellato dal prestito per opera di Ludovico, commissario della Balìa.
Oltre ad entrare come soci effettivi della società che gestiva il banco di prestito, era possibile naturalmente investire delle somme di denaro nell attività dello stesso.
144
La considerazione vale se guardiamo indietro, alla luce delle notizie note per gli anni precedenti la condotta del 1441, l impressione è che il prestito ebraico non fosse molto stabile e condizionato dalla contingenza politico economica di Siena.
145 ASSi, NA, 431, ser Galgano di Cenne di Manno da Siena, Regolatori, deliberazioni, c. 136v, 17
dicembre 1449.
146 ASSi, NA, 431, ser Galgano di Cenne di Manno da Siena, Regolatori, deliberazioni, c. 134v, 17
dicembre 1449. 147
Sappiamo infatti di una controversia nata tra Guglielmo e Isacco da Corneto, fratelli. Il nocciolo della lite consisteva nel fatto che il loro padre Dattaro aveva investito una certa quantità di denaro presso il banco di Siena. A prescindere dalle cause della lite, è interessante notare che il denaro di cui si parla sembra essere vincolato per dieci anni, come nel caso delle odierne obbligazioni statali. Tra due fratelli nasce quindi un accordo che prevedeva che qualora uno dei due avesse chiesto il rimborso, il banco di prestito lo avrebbe negato148.