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B ERGLUND , R ALSKA J ASIEWICZOWA , 1986 6 B ERGLUND , R ALSKA J ASIEWICZOWA ,

SITO PROVINCIA TOTALE

5 B ERGLUND , R ALSKA J ASIEWICZOWA , 1986 6 B ERGLUND , R ALSKA J ASIEWICZOWA ,

7 FAEGRI,IVERSEN,1989

a) varie sommatorie relative a Gruppi Pollinici significativi utili per l’interpretazione dei risultati e per la ricostruzione vegetazionale, ecologica, antropica del sito (ogni Gruppo è contraddistinto da appropriate sigle, ad es. Latifoglie Decidue = LD, Conifere = Cf, cereali = ce, ecc.);

b) sommatorie totali dei granuli contati;

c) l’Indice di Ricchezza Floristica (IRF), IRF = Taxa Tracheofite/Taxa Totali Tracheofite del sito x 100, utile per valutare la ricchezza/varietà floristica del campione in rapporto alla flora pollinica del sito, proposto da HUBBARD, CLAPHAM9 per spettri carpologici poi modificato da

ACCORSI et alii10;

d) l’Indice di Influenza Antropica sulla Vegetazione (IIAV), IIAV = Indicatori Antropici

totali/% somma delle A+ar+L x 100, che valuta l’impatto dell’uomo sulla vegetazione del sito11. Il

valore dell’indice cresce sia con l’aumentare della percentuale delle piante antropiche sia con l’aumentare del disboscamento;

e) le concentrazioni (FPA – Frequenza Pollinica Assoluta) delle Tracheophyta, Spermatophyta, Pteridophyta e dei granuli di deposizione secondaria.

Sulla base dei dati acquisiti dagli spettri pollinici, sono stati redatti anche dei grafici in Excel che illustrano le principali sommatorie utili per la ricostruzione vegetazionale del sito. Infine, sono state realizzate delle tavole fotografiche dove sono riportati alcuni granuli pollinici di significativa importanza fotografati al microscopio ottico.

5.1.5 Valutazione della frequenza pollinica (FPA)

La valutazione della frequenza pollinica assoluta (FPA) indica la concentrazione di palinomorfi per unità di peso (g) o di volume (cm³). Per calcolare la FPA esistono due metodi in archeobotanica: il metodo volumetrico e quello per marcatori esotici; nelle presenti analisi è stato utilizzato quest'ultimo, con le spore di Lycopodium come marcatore: queste spore di Pteridophyta hanno dimensione media 20-30 µm che permette loro di diffondersi con facilità nel sedimento; sono ben riconoscibili e non rappresentano “componenti naturali della flora pollinica nell'ambiente di sedimentazione del campione in esame”12. L'FPA è stata calcolata per la categoria delle Tracheofite, delle Spermatofite, delle Pteridofite e per i granuli in deposizione secondaria, secondo la seguente formula13: 9 HUBBARD,CLAPHAM 1992 10 ACCORSI et alii, 1998 11ACCORSI et alii, 1998 12 CARAMIELLO,AROBBA,2003, P.88 13 CARAMIELLO,AROBBA,2003, P.88

FPA = np*nt / nm*pp

np = numero dei granuli pollinici contati nel campione nt = numero dei marcatori aggiunti

nm = numero dei marcatori contati nel campione pp = peso in grammi del sedimento secco di partenza.

La presenza delle spore di Lycopodium permette anche di capire se ci sono state perdite di materiale durante la preparazione del campione (in caso di assenza di un adeguato numero di marcatori) o se i palinomorfi sono stati rovinati nel corso della preparazione (nel caso in cui anche le spore presentino rotture notevoli) e, infine, ovviamente, se i campioni sono polliniferi e con quale concentrazione.

5.2

Analisi dei microcarboni

Per il conteggio dei microcarboni sono stati utilizzati gli stessi vetrini analizzati per l’analisi palinologica, di conseguenza, per quanto riguarda campionamento e preparazione si rimanda ai paragrafi precedenti relativi alle analisi polliniche.

Ad oggi nessun metodo per la quantificazione del contenuto di carbone microscopico nei sedimenti lacustri viene adottato universalmente. I due metodi maggiormente utilizzati consistono nel conteggio numerico delle particelle di carbone, oppure nella misurazione delle particelle di carbone tramite una griglia di dimensione nota nel campo di

visione del microscopio. GLAGOLEFF (1933) per

primo dimostrò che il rapporto tra i punti intersecati da un campione su di una superficie piana e il

numero totale dei punti considerati, fornisce una misura della densità del campione rispetto all’intera area.

La metodologia utilizzata in questo studio applica questo principio utilizzando il metodo di misurazione e conteggio di ROBIN L.CLARK (1982).

Fig. 27 - Visione di un preparato pollinico al microscopio con la scala micrometrica utilizzata

Come strumento di misurazione è stata utilizzata la

scala micrometrica presente nell’oculare del

microscopio, prendendo come riferimento i 202 punti terminali di ogni barra. Le dimensioni della barra e l’area del campo di visione sono state tarate tramite un vetrino micrometrico per ogni obiettivo del microscopio. Per l’analisi è utilizzato un microscopio ottico a luce tramessa Leitz, a 250 ingrandimenti, nel quale ogni campo di visione ha una superficie di 0,14 mm2.

Le particelle di microcarbone sono state suddivise

in classi dimensionali considerando l’asse maggiore delle particelle. Sono state prese in considerazione le seguenti classi dimensionali:

• Piccoli (10-50 µm)

• Medi (50-125 µm)

• Grandi (125-250 µm)

• Molto grandi (>250 µm)

Si è scelto di non considerare le particelle con dimensione minore di 5 µm in quanto non facilmente riconoscibili come particelle di microcarbone.

Per ogni campione, sono stati utilizzati i medesimi vetrini preparati in laboratorio per gli studi palinologici, osservati muovendo manualmente ad intervalli regolari il tavolino traslatore del microscopio, in modo tale da ricoprire durante il conteggio l’intera area del vetrino coprioggetto e da evitare il conteggio di aree già determinate. Per ogni campo di visione è stato contato il numero di punti della scala micrometrica sovrapposti a frammenti di microcarbone, assegnando ogni punto alle relative classi dimensionali. La concentrazione dei frammenti di carbone per ogni classe dimensionale è stata quinti stimata considerando i punti della barra interessati dai frammenti di microcarbone e il numero totale dei punti della barra.

Per ogni campo di visione è stato, inoltre, contato il numero di spore di Lycopodium visibili. Nei preparati pollinici viene aggiunto, come suddetto, un numero noto di spore di Lycopodium per stimare la quantità del campione esaminato, non essendo altrimenti noto il volume del campione su ogni vetrino. Il rapporto tra il numero di spore di Lycopodium aggiunte all’intero campione e il numero di spore di Lycopodium contate è necessario per stimare la concentrazione di carbone per unità di peso di sedimento.

Fig. 28 - Schema illustrante la visione per campi tangenti di un vetrino osservato al microscopio

Una volta effettuato il conteggio per tutti i campioni, è stata calcolata la concentrazione di microcarbone tramite la formula: