• Non ci sono risultati.

ZONA VEGETAZIONALE 3 (ZVMO3)

ZONA POLLINICA 3 (ZPMO3) = Campp. pollinici PMO4, PMO5 ( base), PMO6 (tetto), PMO7 (suolo palustre superiore - US 507)

Cronologia su base pollinica: prima parte del Boreale

Cronologia su base archeologica: Mesolitico - Sauveterriano medio-recente

Cronologia al radiocarbonio: 8.560-8.300 cal B.C. (Sauveterriano medio); 7.460-7.130 cal B.C. (Sauveterriano recente)

Copertura vegetazionale dominata dalle erbacee; continua la progressiva regressione delle Conifere e l’aumento delle Latifoglie Decidue. Incremento delle piante collegate agli ambienti umidi e, nei livelli superiori del suolo, delle piante produttrici di Frutti eduli e di alcuni Indicatori Antropici strettamente collegati alla presenza dell’uomo. Clima temperato/fresco ma più umido.

In questa fase, l’ambiente circostante l’insediamento è caratterizzato da ampie aree aperte accompagnate da boschi di Latifoglie Decidue in forte espansione, mentre rimangono sullo sfondo del paesaggio le Conifere, sempre in continua regressione.

La copertura arborea (A+ar+L: media 21 taxa) con un valore medio del 37% (min. 29,2% - max. 31,1%) vede in questa fase l’aumento del bosco di Latifoglie Decidue (LD: media 17 taxa; min. 8,9% - max. 30,2% - media 21,7%) e, in particolare, del Querceto misto (Q: media 11 taxa; min. 8,3% - max. 26,9% - media 19,3%) con Carpinus betulus, Ostrya carpinifolia/Carpinus orientalis,

Quercus robur, Quercus pubescens, Quercus petraea, Quercus cerris, Fraxinus excelsior, Fraxinus

ornus, Ulmus e una rilevante presenza di Tilia platyphyllos, Tilia cordata e Tilia indiff. soprattutto nel campione PMO7 (Tot. Tilia 13,5%). Rilevante fra gli arbusti è la presenza di Corylus (min. 1,3% - max. 7,9%), mentre scarsamente documentate sono le Lianose, rappresentate da Hedera e

Clematis.

23

Le Conifere (Cf: media 3 taxa; min. 6% - max. 22% - media 15%), ancora presenti con valori simili alla fase precedente, continuano a ritirarsi verso le vicine zone collinari e montane, dove vi è un clima più fresco, lasciando così libero l’areale a prati e boschi di latifoglie. Rispetto alla fase precedente, è stata riscontrata una minore varietà floristica di Pinus, presente solamente con Pinus

sylvestris e Pinus cembra, accompagnato da Abies alba e Juniperus.

Si registra un leggero aumento delle piante collegate agli ambienti umidi (I+igro+idro+elo: media 5 taxa; min.1,3% - max. 8,5%), che passano dal 3,4% della fase precedente, al 4,6% (valore medio), con un picco di 8,5% nel camp. PMO5. Tra le arboree sono documentati in aumento sia

Salix che Alnus, anche se l’aumento più considerevole si verifica per il gruppo delle igrofite erbacee rappresentate da Cyperaceae e da vari tipi di Carex; si verifica anche un incremento di piante elofite, come il Butomus ovvero specie che vivono in terreni paludosi o acquitrinosi con l’apparato radicale sempre immerso in acqua, testimoniando presenza di ambiente umido costante per tutto l’anno. L’aumento del tasso di umidità è, inoltre, dimostrato dall’incremento generale delle spore di Pteridofite. Questo quadro complessivo potrebbe documentare un aumento delle zone umide presenti attorno al sito.

Le Erbacee rappresentano il raggruppamento dominante in questa fase e riportano elevati valori percentuali (Erbacee: media 25 taxa; min. 52,7% - max. 70,8% - media 63%), soprattutto con

Cichorioideae e Gramineae spontanee, accompagnate da numerose Asteroideae con Centaurea

nigra, Aster, Artemisia, Ambrosia e Centaurea cyanus. Seguono Caryophyllaceae, Chenopodiaceae,

Cyperaceae, Crassulaceae, Labiatae, Ranunculaceae, Scrofulariaceae, Umbelliferae, Urticaceae, ecc.

Gli indicatori antropici spontanei (AS+As: 8 taxa; min. 5,2% - max. 15,8% - media 9,7%), rispetto alla fase precedente, subiscono un incremento in alcuni campioni, testimoniando luoghi calpestati e, quindi, la presenza dell’uomo in senso lato. Tra queste specie compare, seppur con l’esigua percentuale di 0,4%, il Sambucus nigra, arbusto che vive in luoghi di passaggio e frequentati dall’uomo. Tra le erbacee si annoverano vari tipi di Chenopodiaceae, di Compositae, di

Plantaginaceae, di Polygonuceae, di Scrofulariaceae, di Urticaceae, ed, infine, Rumex acetosa e

Reseda. Il rinvenimento di uno stame di Cannabis sativa nel campione PMO6, pianta con significato sinantropico, testimonia l’ubicazione della pianta produttrice nelle immediate vicinanze del sito. Ciò potrebbe documentare una presenza/attività dell’uomo più assidua in questo momento, preludio alle attività della fase successiva collegate a strutture rinvenute nei livelli superiori del suolo.

Le piante produttrici di frutti eduli (Fe: media 7 taxa; min. 5,5% - max. 17,2% - media 12,1%) hanno valori costanti rispetto alla fase precedente. E’ sempre presente il Nocciolo con alti valori percentuali (min. 1,3% - max. 7,9%), seguito da Castagno (con valori sempre molto bassi), Querce

caducifoglie indiff., Sambuco e Gelso nero. Si segnala il rinvenimento di alcuni granuli che per parametri morfo-biometrici rientrano nel gruppo di Hordeum (max. 2,2% nel camp. PMO6) e nel gruppo di Avena/Triticum (0,2% nel camp. P6 e 0,4% nel PMO7); tuttavia, considerando il contesto e le caratteristiche morfologiche dei granuli pollinici, si possono però considerare specie spontanee incluse nei due gruppi.

Complessivamente la curva dei microcarboni presenta i valori più elevati dell’intera serie di Le Mose (media regionale: 0,864 mm²/g; media locale: 0,366 mm²/g) rispetto alle fasi precedenti, in accordo con i dati archeologici che vedono US 507 come un suolo abitativo di età mesolitica; la presenza di focolari all’interno dell’abitato va ad incidere in particolare con il significativo aumento della componente locale. Si può anche notare che l’aumento riguarda soprattutto il campione PMO7 (regionale: 1,472 mm²/g; locale: 1,117 mm²/g), corrispondente alla fase intermedia dell’US 507, dovuto probabilmente ad una fase più intensiva di frequentazione.

In questa fase sono stati registrati i valori più elevati di Ricchezza Floristica (IRF), soprattutto nel camp. PMO6 (48,6%), con una media complessiva tra tutti i campioni della fase di 34,6%.

La presenza di Corylus con valori percentuali alti, porta a collocare questa fase nella parte iniziale del Boreale, fase in cui questo arbusto si espande fortemente. Anche il ragguardevole aumento di Tilia (Tot. 13,5% nel camp. PMO7), suggerisce una maggior diffusione di specie tipiche

del bosco mesofilo24. Inizia, infatti, la sua diffusione a partire dalla prima fase della cronozona del

Boreale per raggiungere il culmine della sua espansione nella prima parte dell’Atlantico25.

L’espansione di Quercus ilex, specie di ambiente mediterraneo che esige temperature abbastanza elevate per vegetare, attesta un ulteriore miglioramento climatico rispetto alla fase precedente.

Questi risultati, compresa la cospicua varietà floristica, portano a presupporre, per questa fase, un clima temperato/fresco, con una percentuale di umidità leggermente più alta, dovuta a precipitazioni

piovose probabilmente più consistenti26.