14 H UBBARD , C LAPHAM , 1992 15 A CCORSI et alii.,
6.1 Risultati delle analisi palinologiche
6.1.3 Principali caratteri floristico-vegetazional
In seguito vengono elencati e descritti i principali raggruppamenti di taxa emersi, gruppi
pollinici o categorie polliniche, in cui le piante sono organizzate in base all'habitus (alberi e arbusti,
erbacee) e sono riunite quando condividono gli stessi aspetti ecologici (ad esempio piante acquatiche e di ambienti umidi).
Piante Legnose (A+ar+L)
I valori percentuali delle piante legnose tengono conto della presenza di piante arboree (A), arbustive (ar) e lianose (L). La componente legnosa degli spettri pollinici esaminati muta nel corso del tempo con valori molto alti che superano la componente erbacea nel camp. PMO1 (65,9%), nel camp. PMO8 (51,9%), nel PMO9 (60%), nel PMO11 (54,8%) e nel PCA18 (60,2%) mentre, negli altri campioni, risulta essere inferiore al 50%, in sottordine rispetto alle erbacee. Tra le legnose, le Arboree costituiscono la componente maggiore con 38 taxa (min. 7,8% in PPV54 - max. 61%in PMO1). Seguono gli arbusti (ar: min. 1,1% in PSP30 e in PPV53 - max. 24,9% in PMO9), rappresentati da ben 20 taxa e infine, le Lianose (L), presenti solamente con 4 taxa e con un valore massimo di 2,4% in PPV59.
Negli spettri pollinici, possiamo osservare che nei campioni naturali, in cui non è prevista nessun tipo di antropizzazione, il paesaggio si presenta maggiormente boschivo, mentre è più aperto durante la frequentazione mesolitica e soprattutto durante il Neolitico e l’età del Rame, quando lo spettro è nettamente dominato da erbacee.
Le Latifoglie Decidue (LD: 43 taxa; min. 6,3% nel camp. PTR47 - max. 46,8% nel camp. PMO9) risultano essere il gruppo prevalente rispetto alle Conifere, escludendo i campp. PMO1, PMO4, PMO11 e PTR47, mentre sono equivalenti in PTR45 con 21,9%. In particolare, sono rappresentate dalle specie tipiche del Querceto (Q = A+ar; 20 taxa; min. 2,5% in PPV65 - max. 42,2% in PMO9), tra cui spiccano le Querce caducifoglie indifferenziate e tra queste Farnia (Quercus robur), Roverella (Quercus pubescens), Rovere (Quercus petraea) e Cerro (Quercus
(Cornus mas), Carpino comune (Carpinus betulus), Carpino nero/Carpino orientale (Ostrya
carpinifolia/Carpinus orientalis), Nocciolo (Corylus avellana), Frassino indiff. (Fraxinus indiff.),
Frassino comune (Fraxinus excelsior), Orniello (Fraxinus ornus), Frangola comune (Frangula
alnus), Ranno (Rhamnus), Tiglio indiff. (Tilia indiff.), Tiglio selvatico (Tilia cordata), Tiglio
nostrano (Tilia Platyphyllos) e Olmo (Ulmus).
Le Conifere (Cf: 10 taxa; min. 0,2% in PSP 29 - max. 57,8% in PMO1) riportano valori percentuali superiori alle Latifoglie Decidue solamente nei campp. PMO1, PMO4 e PMO11 e PTR47. Sono rappresentate, in particolare, da Pini (Pinus indiff.), tra i quali sono stati identificati Pino silvestre (Pinus cf. sylvestris), Pino cembro (Pinus cf. cembra), Pino mugo (Pinus cf. mugo), Pino nero (Pinus cf. nigra), Abete bianco (Abies alba), Abete rosso (Picea excelsa) seguiti da Ginepro (Juniperus) e Tasso comune (Taxus baccata).
Tra le Igrofite legnose (I: 6 taxa; min. 0,3% PMO4 - max. 9,6% in PPR31), sempre presenti con bassi valori percentuali, sono stati identificati granuli pollinici di piante ripariali come Ontani (Alnus indiff.), Ontano comune (Alnus glutinosa), Ontano bianco (Alnus incana), Ontano verde (Alnus viridis), Pioppo (Populus) e Salice (Salix).
Le piante caratteristiche della fascia vegetazionale mediterranea (macchia mediterranea), la cui diffusione in pianura si può verificare in momenti climatici più caldi e asciutti, sono rappresentate solamente tre taxa di Latifoglie Sempreverde (M - SV: 3 taxon; max. 1% in PPR32), ovvero Cisto (Cistus), Leccio (Quercus ilex) e Olivo (Olea europea).
Infine, tra le Legnose si rileva la presenza anche di Betulla (Betulla pubescens), Luppolo (Humulus lupulus), Sambuco comune (Sambucus nigra), Sambuco rosso (Sambucus racemosa), Oppio (Viburnum opulus), Cisto (Cistus), Castagno (Castanea sativa), Faggio (Fagus sylvatica), Noce (Juglans regia), Gelso nero (Morus nigra), Ligustro (Ligustrum), Ciliegio (Prunus avium), Pruno (Prunus), Rosa (Rosa), Rosa selvatica comune (Rosa canina), Rovo (Rubus), Sorbo (Sorbus), Frangola comune (Frangula alnus), Marruca (Paliurus spina-christi), Ruta comune (Ruta
graveolens), Clematide vitalba (Clematis vitalba) e Vite comune (Vitis viniferae).
Si segnala, inoltre, la presenza di Edera (Hedera helix), Viburno indiff. (Viburnum indiff.), Eliantemo (Helianthemum), Efedra (Ephedra fragilis), Erica (Erica).
Piante erbacee (E)
Le Erbacee costituiscono il gruppo quantitativamente più ricco e diversificato, dominando nella maggior parte dei campioni, esclusi i camp PMO1 (65,9%), PMO8 (51,9%), PMO9 (60%), PMO11 (54,8%) e PCA18 (60,2%), con un valore medio di 70,2% (E: min. 34,1% nel camp. PMO1 - max. 87,5% nel camp. PFO26)
Complessivamente le Erbacee si presentano anche floristicamente più diversificate rispetto alle Arboree, con 185 taxa. Le piante erbacee si riferiscono prevalentemente a piante spontanee e piante sinantropiche e, in minor misura, a piante coltivate, rinvenute nei campioni neolitici ed eneolitici. La maggior parte delle erbacee si collega a paesaggi aperti con prati incolti, pascoli, ambienti umidi e, soprattutto nei campioni neolitici ed eneolitici, ad ambienti antropizzati.
Ricorrono, anche abbondantemente, in tutti i campioni Cicorioidee (Cichorioideae; min. 5,7% in PMO9 - max. 56,8% in PFM69), Graminacee selvatiche (Gramineae spontanee gruppo: min. 2,7% in PMO1- max. 34,3% in PMO4) e Asteroidee (Asteroideae: min. 0,2% in PFA72 e PFA73 - max. 13,5% in PMO17). Le Cichorioideae, appartenenti alla Famiglia delle Compositae, sono spesso abbondanti nei preparati pollinici, a causa delle caratteristiche del polline che è molto resistente al degrado e che è riconoscibile nonostante eventuale frammentazione o corrosione della parete, oppure a causa di un'effettiva abbondanza di piante appartenenti a questo gruppo. Se nel primo caso si può avere una sovrarappresetazione, spesso invece possono esser state davvero presenti le piante produttrici, soprattutto se esse sono affiancate a un alto valore di Graminacee spontanee e Chenopodiacee che documenta l'esistenza di estese zone aperte attorno all'area indagata, con prati polifiti, pascoli e terreni lasciati incolti18. Tra le Cicorioidee ricordiamo cicoria comune (Cichorium cf. intybus), lattuga coltivata (Lattuga coltivata tipo), grespino comune (Sonchus cf. oleraceus) e tarassaco comune (Taraxacum cf. officinale).
Della Famiglia delle Composite fanno parte anche numerose Asteroideae quali ambrosia con foglie di artemisia (Ambrosia artemisifolia tipo), camomilla bastarda (Anthemis arvensis tipo), assenzio selvatico (Artemisia vulgaris tipo), astro marino (Aster trifolium tipo), pratolina comune (Bellis perennis tipo), cardo crespo (Carduus crispus tipo), fiordaliso vero (Centaurea cyanus), fiordaliso scuro (Centaurea nigra tipo), cardo di palude (Cirsium palustre tipo), senecione comune (Senecio vulgaris tipo), nappola minore (Xanthium strumarium tipo).
Seguono, con valori spesso inferiori, Alismataceae con mestolaccia (Alisma plantago-aquatica tipo) e sagittaria comune (Sagittaria sagittifolia tipo), Aristolochiaceae con aristolochia (Aristolochia), Boraginaceae con viperina azzurra (Echium vulgare tipo), nontiscordardime minore (Myosotis arvensis tipo), consolida maggiore (Symphytum officinale tipo), Butomaceae con giunco fiorito (Butomus umbellatus), Callitrichaceae con gamberaja (Callitriche), Campanulaceae con campanula tipo (Campanula tipo), Cannabaceae con canapa comune (Cannabis sativa),
Caryophyllaceae, in particolare con peverina fontana (Cerastium fontanum tipo), garofano a
pennacchio (Dianthus superbus tipo), silene dioica (Silene dioica tipo) e silene rigonfia (Silene
vulgaria tipo), Chenopodiaceae con granuli di bietola (Beta tipo) e farinello (Chenopodium tipo),
Compositae, Convolvulaceae in particolare con vilucchio comune (Convolvulus arvensis tipo), Crassulaceae con erba grassa (Crassula), borracina (Sedum tipo), ombelico di Venere (Umbillicus), Cruciferae con iberidella (Hornungia tipo) e senape (Sinapis tipo), Cyperaceae, Dipsacaceae con
vedovino maggiore (Cephalaria cf. transsylvanica) ed Euphorbiaceae. Sono state rinvenute, inoltre, varie Gramineae con specie coltivate e spontanee. In ordine alfabetico seguono anche Geraniaceae,
Guttiferaceae con iperico si S. Giovanni comune (Hypericum perforatum tipo), Hydrocharitaceae, Iridaceae con giaggiolo (Iris cf.), Juncaceae, Labiatae con erba ruota (Lamium amplexicaule tipo),
menta (Mentha tipo), salvia (Salvia tipo), scutellaria (Scutellaria tipo), stregona dei boschi (Stachys
sylvatica tipo), Leguminosae indifferenziate tra cui ginestrino (Lotus tipo), ononide (Ononis tipo),
trifoglio (Trifolium tipo), pisello (Pisum sativum), veccia (Vicia tipo) e fava (Vicia faba),
Lemnaceae, Liliaceae indifferenziate, con aglio (Allium tipo), latte di gallina (Ornithogalum cf. umbellatum), scilla (Scilla tipo), Linaceae, Lythraceae, Malvaceae con altea comune (Althea officinalis tipo) e malva selvatica (Malva sylvestris tipo), Menyanthaceae, Nymphaeaceae, Papaveraceae, Plantaginaceae indifferenziate tra cui piantaggine lanciuola (Plantago lanceolata),
piantaggine maggiore (Plantago major), piantaggine pelosa (Plantago media), Polygalaceae con poligala comune (Poligala vulgaris), Polygonaceae con poligono centinodia (Polygonum avicolare tipo), poligono persicaria (Polygonum persicaria tipo) e romice acetosa (Rumex acetosa tipo),
Potamogetonaceae con brasca (Potamogeton tipo), Primulaceae tra cui primula odorosa (Primula odorosa tipo) Numerose sono le Ranunculaceae indifferenziate, tra cui aconito napello (Aconitum napellus tipo), anemone bianco (Anemone nemorosa gruppo), calta palustre (Caltha palustris tipo),
elleboro profumato (Elleborus odorus), ranuncolo comune (Ranunculus acris tipo), pigamo giallo (Thalictrum flavum tipo), botton d’oro (Trollius europaeus tipo), seguite da Resedaceae, Rosaceae indifferenziate con ventaglina (Alchemilla tipo), olmaria (Filipendula), Rubiaceae con caglio (Gallium tipo), Saxifragaceae, Scrophulariaceae indifferenziate con eufrasia (Euphrasia tipo), linajola (Linaria tipo), cresta di gallo (Rhinanthus tipo), scrofularia (Scrophularia tipo) e veronica (Veronica tipo), Solanaceae con belladonna (Atropa cf.), morella comune (Solanum nigrum),
Sparganiaceae/Typhaceae, Thymeleaceae. Umbelliferae indifferenziate, Urticaceae con ortica
comune (Urtica dioica tipo) e ortica a campanelli (Urtica pilulifera), Valerianaceae con valeriana palustre (Valeriana dioica), valeriana comune (Valeriana officinalis tipo) e valerianella (Valerianella), ed, infine, Verbenaceae con verbena (Verbena).
Piante di ambienti umidi (Igro-Idro-Elofite)
Le piante ricollegabili agli ambienti umidi sono rappresentate da una discreta varietà floristica (I+i+id/el: 37 taxa; min. 1,3% in PMO4 - max. 23,1% in PRI27) con valori percentuali non troppo
elevati. La loro presenza è costituita sia da igrofite legnose che erbacee, tipiche di suoli umidi di margine e ambienti ripariali di sponda; le Igrofite legnose sono state descritte precedentemente tra le Legnose.
La componente erbacea costituita da igrofite, idrofite ed elofite (igro+idro+elo: 31 taxa; min. 0,8% in PMO1 - max. 16,4% PRI28) è discretamente rappresentata floristicamente e quantitativamente nella maggior parte dei campioni presi in esame. Le igrofite erbacee (igro: 11 taxa; min. 0,7% in PMO1 - max. 10,7% in PTR51) si presentano elevate in particolare nei campioni PRI27, PRI28, PSP29, PSP30 e PTR51, mentre sono completamente assenti nel camp. PMO7. Si annoverano Compositae con cardo di palude (Cirsium palustre tipo), Convolvulaceae con vilucchio bianco (Calystegia sepium tipo), Cyperaceae indifferenziate e carice (Carex tipo), giunco nero (Schoenus tipo), Lythraceae con salcerella comune (Lythrum salicaria tipo), Malvaceae con altea comune (Althaea officinalis tipo), Polygalaceae con poligala comune (Poligala vulgaris tipo),
Primulaceae con mazza d’oro comune (Lysimachia vulgaris tipo), Ranunculaceae con pigamo
giallo (Thalictrum flavum tipo), ed, infine, Valerianaceae con valeriana palustre (Valeriana dioica). Le piante acquatiche vere e proprie, che necessitano di acqua costante durante tutto l’anno e che indicano acquitrini e paludi, sono rappresentate sia da pleustofite (idrofite: liberamente galleggianti sulla superficie dell’acqua) sia da rizofite (elofite: con la radice sul fondo).
Le idrofite (idro: 8 taxa; min. 0,2% in PMO9, PPR34, PTR51, PFA70 – max. 5,5% in PPV55) sono costituite da Callitrichaceae con gamberaja (Callitriche), Hydrocharitaceae con morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae), Lemnaceae con lenticchia d’acqua (Lemna), Menyanthaceae con limnantemio (Nymphoides peltata), Nymphaeaceae con ninfea gialla (Nuphar lutea) e ninfea comune (Nymphaea alba), Potamogetonaceae con brasca (Potamogeton), Sparganiaceae con coltellaccio a foglia semplice (Sparganium emersum tipo) e Umbelliferae con sedano sommerso (Apium cf. inundatum) e risultano assenti solo nei campioni PMO1, PMO2, PMO3, PMO4, PMO5, PMO6, PMO7, PMO10, PCA25, PTR45, PTR46, PTR47, PPV52.
Le elofite (elo: 12 taxa; min. 0,1% in PMO1 – max. 6,2% in PSP30) sono rappresentate da
Alismataceae con sagittaria comune (Sagittaria sagittifolia tipo), mestolaccia (Alisma plantago- aquatica tipo), Butomaceae con giunco fiorito (Butomus umbellatus), Cyperaceae con lisca
marittima (Scirpus marittima), Gramineae con gramignone natante (Glyceria fluitane cf.), cannuccia di palude (Phragmites cf. australis), Junchaceae con giunco (Junchus cf.),
Plantaginaceae con littorella (Litorella cf. uniflora), Sparganiaceae/Typhaceae con coltellaccio
maggiore (Sparganium erectum tipo), lisca a foglie strette (Typha angustifolia), lisca maggiore (Typha latifolia), Umbelliferae con finocchio acquatico tubuloso (Oenanthe fistulosa) e imperatoria
delle paludi (Peucedanum palustre), assenti solamente nei camp. PMO3, PMO7, PMO9, PMO16, PCA25, PPR31, PNA42, PTR45 e PPV52.
Piante tipiche di prato e pascolo (pp)
In molti campioni domina la categoria dei prati e pascoli (pp: 21 taxa; min. 18,6 in camp. PMO11 – max. 66,7% in camp. PFO26 e PPV64) costituita principalmente da Cicorioidee (Cichorioideae; min. 5,7% in PMO9 - max. 61,5% in PPV64), da Graminacee selvatiche (Gramineae spontanee gruppo: min. 2,7% in PMO1- max. 34,3% in PMO4) e da Asteroidee (Asteroideae: min. 0,2% in PFA72 e PFA73 - max. 13,5% in PMO17). Si segnalano, inoltre, viperina azzurra (Echium vulgare tipo), nontiscordardime minore (Myosotis arvensis), tarassaco comune (Taraxacum cf. officinale), astragalo danese (Astragalus danicus tipo), cornetta coda di scorpione (Coronella scorpioides tipo), cicerchia (Lathyrus cf.), ginestrino (Lotus), erba medica (Medicago cf. sativa), ononide (Ononis), trifoglio (Trifolium), trifoglio campestre (Trifolium cf.
campestre), trifoglio pratense (Trifolium cf. pratense), trifoglio ladino (Trifolium cf. repens), veccia
(Vicia tipo), leguminose indiff. (Leguminosae indiff.), asfodelo (Asphodelus cf.), meleagrine (Fritillaria tipo), lino purgativo (Linum catharticum cf.) e agrimonia comune (Agrimonia
eupatoria). Anche la presenza di Labiate indiff. (Labiatae indiff.) e di ranuncolo comune
(Ranunculus acris) può essere messa in relazione de prati e pascoli. Come vedremo per gli indicatori antropici, questo gruppo ha una valenza differente tra i siti mesolitici, in cui non vi erano pascoli di allevamento e i siti neolitici ed eneolitici in cui il pascolo del bestiame riveste un tratto fondamentale della sussistenza economica. Mentre nel primo caso la presenza di queste piante è da mettere in relazione con semplici aree prative, vedremo che l’uomo neolitico ed eneolitico sente la necessità di disboscare le zone attorno al sito per ampliare le aree di prato da sfruttare come pascolo per gli animali.
Indicatori antropici = Piante collegabili all’uomo (cc+AS+As)
Gli Indicatori Antropici sono costituiti da piante la cui presenza è direttamente e strettamente collegata alle attività dell’uomo, perché coltivate, oppure perché vivono in ambienti creati dall’uomo o direttamente ad esso collegati e devono essere interpretati in base ai contesti cronologici in cui vengono rinvenuti. A seconda del livello di identificazione e del contesto in cui sono inserite possono fornire un segnale sicuro o meno di presenza antropica. Questo gruppo ha, quindi, una diversa valenza nel nostro contesto: in particolare, la loro presenza è significativa per i livelli appartenenti al Neolitico (cc+AS+As: 74 taxa; min. 7,6% in PRI27 – max. 34,1% in PNA40), periodo in cui l’uomo modifica l’ambiente mediante operazioni di disboscamento, soprattutto per
creare pascoli e coltivazioni, e per ricavare materiale da costruzione. Mentre nei campioni mesolitici questo gruppo indicherebbe la presenza di specie selvatiche che potrebbero essere sfruttate e utilizzate dall’uomo per il legname o per i frutti eduli, nei campioni riferibili al Neolitico, potrebbero riferirsi a piante coltivate o a piante selvatiche caratteristiche di ambienti creati dall’uomo o collegati ad esso, ad esempio insediamenti rurali, luoghi calpestati e terreni azotati. Il gruppo degli Indicatori Antropici è suddiviso in due sottogruppi: 1) Piante Coltivate/coltivabili (cc) che comprende solamente piante coltivate erbacee; 2) Indicatori Antropici Spontanei (AS+As), che includono Indicatori Antropici Spontanei legnosi (AS) e Indicatori Antropici Spontanei erbacei (As). Per quanto riguarda la piante coltivate arboree non sono state inserite in questa categoria, in quanto per il Neolitico non è stata appurata la loro coltivazione. Risulta quindi avventata anche l’ipotesi di uno stadio intermedio, verso il processo di coltivazione anche se la presenza di granuli pollinici di Rosacee, quali Ciliegio (Prunus avium), Pruno (Prunus), Rosa (Rosa), Rosa selvatica comune (Rosa canina), Rovo (Rubus) e Sorbo (Sorbus) e Vitacee (Vitaceae) con Vite comune (Vitis
viniferae) porta ad ipotizzare una loro cura, in particolare per quanto riguarda le piante appartenenti
alla prima famiglia che potevano essere utilizzate per la realizzazione di siepi con lo scopo di salvaguardare le coltivazioni dalla predazione degli animali.
Gli Indicatori antropici spontanei invece sono costituiti da quelle piante legnose (AS) ed erbacee (As) spontanee che si diffondono in ambienti frequentati dall’uomo: si tratta di piante nitrofile, ruderali, infestanti, commensali e indicatrici di calpestio. Va ricordato comunque che molte di queste piante, presenti anche nei campioni mesolitici, si possono diffondere anche in contesti naturali in cui l’uomo è assente.
Verranno in seguito descritti i due gruppi con particolare riferimento alle specie più significative.
Piante Coltivate/coltivabili (cc)
Vengono incluse in questo gruppo alcune varie tipologie di raggruppamenti, quali piante tessili, legumi e cereali che avranno un significato differente a seconda del contesto cronologico in cui esse sono state rinvenute.
Cereali (ce)
Il polline di piante erbacee coltivate/coltivabili rinvenuto appartiene soprattutto alla famiglia delle Graminaceae, ovvero a Cerealia (ce: 5 taxa; min. 0,2% in PPR34 - max. 18,2% in PNA38), con i seguenti gruppi o tipi pollinici classificati su base morfometrica, assenti solamente in PMO11 e PCA18:
1) gruppo dell’orzo (Hordeum gruppo): comprende due specie coltivate, l’orzo coltivato (Hordeum vulgare), il piccolo farro o monococco (Triticum monococcum), ma anche varie specie selvatiche del genere Hordeum e di altri generi. Con certezza si può asserire che i granuli rinvenuti nei campioni di cronologia mesolitica, siano appartenenti a specie spontanee, mentre, per quel che riguarda i granuli rinvenuti nei campioni di cronologia neolitica ed eneolitica, considerando il contesto in cui sono stati rinvenuti, potrebbero provenire da piante coltivate.
2) gruppo dell’avena-grano (Avena-Ttriticum gruppo): include altre specie di frumento (Triticum), l’avena coltivata (Avena sativa) e un numero minore di specie non coltivate, soprattutto
appartenenti al genere Avena19. Sono assenti in vari campioni del Mesolitico e anche nei seguenti
campioni neolitici ed eneolitici: PMO14, PMO15, PMO17, PPR32, PTR48 e PFM69.
3) Panicum cf.: include il miglio (Panicum miliaceum) e alcune specie selvatiche; polline di questo tipo è presente in nove campioni, con valori esigui compresi tra min. 0,2% nei campp. PTR47, PNA40 e max. 0,6% nei campp. PNA39 e PNA43. Nonostante il cattivo stato di conservazione dei palinomorfi, la distinzione dei caratteri morfologici propri di questo tipo pollinico è stata possibile, ma la percentuale potrebbe anche essere sottostimata.
4) Triticum cf. spelta: la determinazione dello spelta viene elaborata in particolare sulla base delle dimensioni del granulo. Questo cereale è stato rilevato in 9 campioni (PNA37, PNA38, PNA39, PNA40, PNA43, PTR51, PPV55, PPV59 e PFM69; min. 0,2% in PNA39 e PNA40 – max. 1% in PNA38) confermando la sua presenza e forse coltivazione fin dal Neolitico.
5) Triticum sp.; in questo gruppo si includono quei granuli pollinici di grano sp. che sembrano far parte del genere Triticum, determinando più nello specifico soprattutto in base alla morfologia dell’esina. Questo gruppo è stato individuato in ben 18 campioni riferiti a tre siti (PNA36, PNA37, PNA38, PNA39, PNA40, PNA41, PNA42, PNA43, PNA44, PPV56, PPV58, PPV60, PPV61, PPV62, PFA70, PFA71, PFA72 e PFA73) con un min. 0,2% in PNA44, PPV58 e un max. di 6,9% in PNA38.
I granuli pollinici rinvenuti nei livelli di epoca mesolitica che, valutando i parametri morfo- biometrici, rientrano nel gruppo di Hordeum e nel gruppo di Avena/Triticum, vanno indubbiamente considerati come specie spontanee non coltivate incluse nei due gruppi.
Il valore elevato dei cereali nei campioni pollinici potrebbe far riferimento al punto in cui sono stati prelevati, probabilmente in corrispondenza di strutture di accumulo e stoccaggio dei cereali. La scarsa rappresentazione dei cereali in alcuni spettri pollinici neolitici ed eneolitici potrebbe essere legata essenzialmente a caratteristiche del polline di cereali e alla zona di campionamento.