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Risultati delle analisi radiometrche (¹⁴C)

29 V ASARIN , M IOLA ,

6.3 Risultati delle analisi radiometrche (¹⁴C)

Fig. 30 – Grafico riassuntivo delle datazioni al radiocarbonio (¹⁴C) calibrate in B.C. (laboratori: Cedad (Università del Salento), CAIS (University of Georgia - USA) e Poznan Radiocarbon Laboratory (Poland),

Le analisi ottenute mediante il metodo al radiocarbonio hanno restituito esiti positivi in quasi tutti i casi, in accordo con la documentazione di scavo e con la datazione relativa ricavata grazie allo studio dei reperti materiali ceramici e litici. Solamente nel caso di Forlimpopoli la data elaborata non concorda con la datazione dei materiali, presupponendo un inquinamento che avrebbe ringiovanito il campione datandolo all’Età del Bronzo. Inoltre, nel caso di Provezza, le datazioni al radiocarbonio presentano alcune incongruenze con la cronologia ottenuta sulla base della documentazione stratigrafica ma datano, comunque, il sito alle fasi medie e recenti dell’Eneolitico come supposto dalla cultura materiale.

6.4

Risultati delle analisi carpologiche

6.4.1 Stato di conservazione dei semi/frutti e Concentrazione Stato di conservazione

Per quanto riguarda lo stato di conservazione, possiamo fare una netta distinzione tra reperti carpologici carbonizzati riferiti alle specie appartenenti ai gruppi che fanno riferimento a piante coltivate ad esempio per uso alimentare (cariossidi di cereali, legumi, ghiande, lino), e reperti non combusti, quali piante infestanti, prative e di ambiente umido (soprattutto nel sito di Forlimpopoli camp. CFM32, pre-impianto dell’abitato). In linea di massima i reperti presentano un discreto o buono stato di conservazione dovuto principalmente alle condizioni anaerobiche tipiche degli ambiente umidi e di suoli limo-argillosi. In nessun reperto analizzato sono state rilevate particolarità e/o anomalie, come ad es. tagli, incisioni, fori, perforazioni, presenza di parassiti, ecc. Tutti i reperti risultavano intatti o fessurati ma comunque sempre in condizioni tali da renderne possibile il riconoscimento a livello di specie e di genere, ad eccezione di alcune Leguminose (Leguminosae) nel sito di Spilamberto, Labiate (Labiatae) nel sito di Spilamberto e Provezza, di Composite (Compositae) nel sito di Provezza e Forlimpopoli e del gruppo Cerealia s.l. in Spilamberto, via Navicella, Travo e Provezza.

Concentrazione carpologica

La concentrazione carpologica è espressa in semi/frutti rinvenuti in 5 litri di materiale flottato/setacciato nei diversi campioni (= Somma Carpologica); essa va da min. 1 s/f rinvenuto nei campp. CSP11 e CNA15 ad un max. 166 s/f del camp. CNA16. Nella somma carpologica sono state inserite anche le forchette di cereale.

6.4.2 Semi/frutti contati e Ricchezza floristica

La lista floristica è discretamente diversificata e comprende 61 taxa di cui 3 taxa appartenenti a specie legnose e 58 a piante erbacee per un totale di 1.164 s/f reperti contati.

6.4.3 Indici

L’Indice di Ricchezza Floristica (IRF = Taxa tracheofite/Taxa Totali sito Tracheofita *100) presenta valori variabili nei campioni analizzati e assenti nei campp. sterili (CSP14, CNA22, CPV26, CPV28, CPV30). La varietà floristica presenta il valore minimo di 1,4% in CSP11, CNA15, CNA20, CNA21, CPV27, mentre i valori più elevati si rilevano nel sito di Spilamberto con il valore massimo di 28,2% in CSP3.

L’Indice di Antropizzazione Floristica (IAF = Taxa CC+cc+AS+As/taxa totali per campione *100) è stato ricavato solamente nei siti di Spilamberto e via Navicella Forlì. I valori più elevati (100%) sono stati riscontrati nei campioni CSP8, CSP11, CNA15, CNA17 e CNA19, mentre, il valore più basso si riferisce al camp. CNA23 (33,3%). Non è stato possibile calcolare questo indice nei campioni in cui sono assenti gli indicatori antropici totali (CSP14, CNA20, CNA21, CNA22, CRT25, CPV26, CPV27, CPV28, CPV29, CPV30, CPV31 e CFM32).

6.4.4 Principali caratteri floristico-vegetazionali degli spettri carpologici

Gli assemblaggi carpologici emersi dagli spettri mostrano una decisa fisionomia antropica, conseguenza della selezione e frequentazione umana, e delle coltivazioni attuate; i reperti rinvenuti sono infatti strettamente collegati all’uomo e soprattutto connessi alle sue attività pratiche nelle zone circostanti dell’area indagata.

Di seguito sono riportati i principali raggruppamenti emersi dagli spettri carpologici con l’indicazione delle sigle con cui sono stati inseriti nelle tabelle dei reperti carpologici per ciascun sito.

Piante Legnose (A+ar+L)

Dal punto di vista floristico, i taxa delle piante legnose sono decisamente inferiori rispetto a quelli delle piante erbacee (3 legnose contro 58 taxa di erbacee). Nei campioni interessati dal rinvenimento di legnose (CPS9, CNA16, CNA18, CNA20, CNA22, CNA24, CTR25), queste non sono mai associate insieme ma compaiono sempre singolarmente. Gli Alberi + Alberi/arbusti (A: 1

taxon; min. 6,1% in CNA18 - max. 100% in CNA22) sono presenti solamente nel sito di via Navicella, Forlì in 4 campioni su 10 (su 32 camp. totali indagati), mentre sono totalmente assenti negli altri insediamenti; seguono gli arbusti presenti solamente in CTR25 (ar: 33,3%) e le Lianose solamente in CSP9 (L: 3,6%) e in CNA16 (L: 9%), entrambi con un solo taxon riscontrato.

Le Legnose rinvenute appartengono tutte alla categoria delle Latifoglie Decidue (LD: 3 taxa; min. 3,6% nel camp. CSP9 - max. 100% nel camp. CNA22, in 7 campioni su 32) e comprendono piante legnose spontanee, quali Sambuco nero (Sambucus nigra) e Vite (Vitis vinifera), di cui si parlerà in seguito, e Farnia (Quercus robur) con numerose ghiande carbonizzate che venivano raccolte probabilmente per l’integrazione della dieta umana o anche animale31. I reperti di ghianda compaiono solamente in 4 campioni dei sito di via Navicella, Forlì (6,2% in CNA18, 40% in CNA20, 68,4% in CNA24 e 100% in CNA22) e si presentano perlopiù frammentati, solamente in pochi casi integri.

Erbacee (E)

In generale, le piante erbacee (E: 58 taxa; min. 31,6% in PNA24 - max. 100%) superano abbondantemente le legnose, rinvenute in 25 campioni su 32, coprendo spesso, quindi, la totalità dei taxa rinvenuti. Fanno parte di questo gruppo, piante floristicamente molto diversificate, spontanee, sinantropiche e anche coltivate. Dominano le Graminacee (17 taxa; min. 24,1% - max. 100%) con specie selvatiche ma soprattutto coltivate (Cerealia). Fra le Graminacee spontanee si segnalano varie specie tipiche di incolto, di prato e pascolo e varie infestanti dei cereali, di cui si parlerà nei paragrafi riferiti a queste categorie. Rivestono una notevole importanza all’interno della categoria delle Erbacee anche altre famiglie come Alisamtaceae, Caprifoliaceae, Caryophyllaceae con stellaria media (Stellaria media), Chenopidiaceae con chenopodio (Chenoposium), Compositae, tra cui aspraggine volgare (Picris echioides), aspraggine comune (Picris hieracioides) e composite indiff., Convolvulaceae, Cyperaceae con carice (Carex), Halloragaceae, varie Leguminosae tra cui erba medica minima (Medicago minima), erba medica lupulina (Medicago cf. lupulina), erba medica (Medicago sativa), trifoglio campestre (Trifolium cf. campestre), fava (Vicia faba), veccia dolce (Vicia cf. sativa), Linaceae con lino coltivato (Linum usitatissimum), Papaveraceae con papavero domestico (Papaver somniferum), Polygonaceae tra cui poligoni, romice acetosa (Rumex cf. acetosa), romice acetosella (Rumex cf. acetosella), romice crespo (Rumex cf. crispus), romice sanguineo (Rumex cf. sanguineum), Potamogetonaceae, Primulaceae, Ranunculaceae,

Valerianaceae e Verbenaceae.