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BREVE INQUADRAMENTO CULTURALE E RELAZIONE TRA UOMO E AMBIENTE

4.1 Inquadramento culturale

4.1.1 Mesolitico

Il Mesolitico in Europa centro-meridionale, si sviluppa durante le prime due cronozone dell’Olocene (Preboreale e Boreale) e nella parte iniziale della terza (Atlantico). Gli ecosistemi del periodo olocenico erano più complessi e meno stabili di quelli del tardiglaciale, in quanto i cambiamenti stagionali crearono una maggior suscettibilità alle fluttuazioni vegetazionali e faunistiche. Con la scomparsa della tundra e l’espandersi della foresta temperata, si verificò la scomparsa dei grandi erbivori gregari, facili da cacciare, che costituivano la maggior fonte di sussistenza delle popolazioni del Paleolitico superiore. Durante il Mesolitico, a causa dei grandi cambiamenti ambientali, si attuarono nuove strategie economiche che andarono a sfruttare una gamma di risorse più ampia, quali la caccia di grandi e piccoli animali, la pesca, l’uccellagione, la raccolta di molluschi, di tarturughe, di uova e di prodotti vegetali. Di conseguenza, si creò un’evoluzione dell’industria litica verso il microlitismo per ottenere lamelle e

microlamelle ritoccate, al fine di confezionare strumenti di piccola dimensione. I microliti, spesso di forma geometrica, ottenuti principalmente con la tecnica del microbulino87, venivano inseriti in supporti lignei e ossei, fissati mediante resina di corteccia di Betulla oppure di Pino, di Agrifoglio, di Vischio e di cardo che potevano essere impastati con cera d’api. Le armature microlitiche sono relazionate all’uso dell’arco, veloce e preciso.

87 BROGLIO,1998

Fig. 21 – Ricostruzione ipotetica di una scena di vita quotidiana nel Mesolitico.

I mutamenti di strategie e di risorse portarono inevitabilmente dei cambiamenti nella sfera sociale, culturale ed ideologica. In questo periodo, infatti, è frequente l’utilizzo di pratiche funerarie e di oggetti ornamentali, quali conchiglie, vertebre di pesci, canini di cervo, frammenti di ossa per creare ciondoli da collana o bracciali e manufatti artistici.

Le popolazioni adottavano ancora il nomadismo, con una frequentazione di siti annuali, in cui si svolgevano varie attività, o di siti stagionali, più specializzati. Le strutture insediative erano costruite in materiali leggeri e deperibili che hanno lasciato poche tracce, quali buche di palo, allineamenti di pietre per bloccare la base delle tende.

Nelle regioni meridionali dell’Europa, il Mesolitico è interessato dallo sviluppo delle Culture sauveterriana e castelnoviana per una durata complessiva di oltre 3.000 anni, dall’inizio dell’Olocene fino circa alla metà del VI millennio B.C., ovvero alla neolitizzazione.

La Cultura Sauveterriana è caratterizzata da una notevole uniformità nelle tecniche di scheggiatura, nella morfologia dei nuclei e nella tipologia degli strumenti. Tra gli strumenti si trovano soprattutto coltelli a dorso curvo su supporto laminare, mentre tra le armature triangoli, segmenti, punte a due dorsi, lamelle a dorso e troncatura e punte su scheggia o lama. Il Castelnoviano è, invece, caratterizzato dall’evoluzione delle tecniche di scheggiatura per la produzione di supporti regolari, partendo da elementi laminari, ottenute con la tecnica del microbulino.

4.1.2 Neolitico

Il Neolitico riveste un momento di cruciale importanza per la storia dell’umanità in quanto l’uomo si stabilizza per dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento, abbandonando lo stadio di cacciatore e raccoglitore, mutando quindi la relazione tra uomo e la natura che lo circonda. Negli anni venti del

Fig. 22 - Industria litica tipica del Sauveterriano medio. (da Broglio, 1998)

secolo scorso Gordon Childe parla proprio di “Rivoluzione neolitica” indicando un periodo caratterizzato dal grande cambiamento e dalla globabiltà dell’evento anche se si tratta di un processo lento per il quale sono occorsi migliaia di anni a partire dall’area vicino orientale fino a propagarsi

all’Europa88. Le origini del Neolitico nel Vecchio Mondo trovano la loro culla nel Vicino Oriente, o

meglio nella “Mezzaluna Fertile” posta nei territori della Siria, della Giordania, del Libano, della Palestina e dell’Iraq. Parliamo però di un fenomeno storico di lunga durata, in aree diverse con fasi diverse di sperimentazione su aspetti tecnici, economici e culturali differenti. Punto molto importante sulla ricerca è rappresentato dal processo di diffusione del Neolitico fuori da quest’area che può essere collegato alla “diffusione demica”, ovvero alla migrazione di gruppi di neolitici, o all’acculturazione progressiva di gruppi mesolitici: “diffusione culturale”. Per la comprensione di questo aspetto si possono prendere in esame non più solamente approcci culturali, ma anche uno studio genetico, sviluppato in questi anni tramite lo studio del DNA antico, estratto dal mitocondrio delle cellule prelevate nei campioni organici. La geografia genetica sembra confermare maggiormente una diffusione demica vista la sostanziale identità dei geni tra i gruppi neolitici locali e quelli del Vicino Oriente con una rottura rispetto alle popolazioni mesolitiche89.

Per somme linee si possono delineare due principali impulsi90:

- a partire dalla Grecia settentrionale e dalla Macedonia verso l’Europa orientale e centrale, dove il Neolitico si sviluppa in tempi rapidi tramite un’espansione demica avvenuta in un ambiente uniforme.

- A partire dalla Grecia occidentale verso il Mediterraneo con un’altrettanto rapida diffusione verso le opposte coste adriatiche, mentre una più lenta diffusione si sviluppava verso le coste tirreniche e occidentali.

Nell’Italia settentrionale sembrano intercorrere molteplici fattori culturali, influenze provenienti dalle popolazioni della ceramica impressa ligure, della medio-adriatica, dei gruppi dell’Adriatico orientale, dei Balcani nord-occidentali e dell’Europa centrale.

Vi sono numerosi dubbi sulla consistenza delle popolazioni mesolitiche al momento dell’arrivo delle prime comunità neolitiche, in quanto in alcune zone dell’Italia settentrionale le tracce mesolitiche sono esigue, inducendoci quindi a pensare che i gruppi mesolitici nel processo di neolitizzazione siano stati marginali e che l’insediamento dei neolitici sia avvenuto in aree pressoché deserte. Vi è però il caso della Grotta dell’Edera nel Carso triestino in cui di può notare una chiara acculturazione delle comunità castelnoviane, tra 5.700 e 5.300 a.C91.

88 PESSINA,TINE’,2008