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Calatrava era il più antico degli ordini cavallereschi spagnoli, fondato da Raimondo, abate cistercense, nel 115 Conservò la regola di San Benedetto, si coprì di gloria, crebbe

IL GRANDE SANTO PROTETTORE DI CANNALONGA: TORIBIO MOGROVEJO

LA DISCENDENZA ITALIANA

8 Calatrava era il più antico degli ordini cavallereschi spagnoli, fondato da Raimondo, abate cistercense, nel 115 Conservò la regola di San Benedetto, si coprì di gloria, crebbe

rapidamente in potenza e privilegi. Dal 1499, Gran Maestro fu lo stesso re di Spagna. Nel

della famiglia Mogrovejo, i cui ultimi rappresentanti hanno vissuto lontano da Cannalonga.

Gli antefatti di questa discendenza italiana sono i seguenti: nel 1929, in occasione del I Congresso Nazionale delle Missioni a Barcellona, il padre Pedro Leturia, S.I., professore e decano di Storia Ecclesiastica, per molti anni, nell’Università Gregoriana di Roma, ebbe a recriminare il pochissimo interesse da parte dei ricercatori della Spagna per colui che definì “Il Grande Borromeo delle Ande Santo Toribio de Mogrovejo. Tutti i biografi di questo santo sono in effetti dell’altra sponda, quella americana, quasi fosse la sua per nascita e ciò è spiegabile perché essi furono i testimoni diretti, fino alla sua morte, dello spirito che animava il suo lavoro. Padre Leturia, propose di reperire un nome capace di approfondire la conoscenza del santo: “Niente di quanto finora mi è passato fra le mani nell’Archivio delle Indie, mi ha impressionato più vivamente di questo illustre arcivescovo, gloria del clero spagnolo del sec. XVI” ebbe a dire, quasi a gridarlo in quell’assemblea.

E volle Dio che lo ascoltasse un giovane e colto sacerdote, figlio di Mayorga, don Vicente Rodrfguez Valencia (che sarebbe diventato canonico di Valladolid), espertissimo in incartamenti di archivio e in ricerche storiche, da sempre innamorato e specializzato negli studi sul suo santo compaesano. Spinto da padre Leturia, che ebbe la fortuna di conoscere personalmente poco dopo, il Rodrfguez Valencia si gettò anima e corpo in queste ricerche, investigando fino all’ultima pietra, chiedendo a tutti, facendo ricerche in tutti gli archivi riguardanti il santo, sia in Spagna e a Roma che in Perù. Risultato di queste investigazioni, fu un’opera colossale in due tomi, il primo di 549 pp. e il secondo di 513, intitolata : “Santo

Toribio de Mogrovejo. Organizador y Apóstol de Suramérica, Madrid 1956, edito

niente di meno che dal Patronato delle Missioni del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche che prese, in seguito, il nome del santo: Istituto Santo Toribio de Mogrovejo.

Nel 1939, nel ciclo di conferenze tenute nell’Università Gregoriana di Roma, organizzato dall’Unione Missionari del Clero in Italia e nel quale venne molto esaltata la figura di San Toribio; padre Leturia ebbe le prime notizie sull’esistenza della famiglia Mogrovejo in Napoli e Cannalonga dal commendatore don Gaetano Passarelli di Vallo della Lucania, e dal professor Ezio Levi di Ancona. Il padre passò naturalmente queste notizie al Rodrfguez Valencia e questi, nell’estate del 1952, dopo essersi messo in contatto epistolare con don Toribio di Cannalonga, dopo pochi giorni era ospite della famiglia, accolto con molta gentilezza e simpatia dal dottore e dalla moglie, donna Teresa Pinto, appartenente anch’essa ad una nobile famiglia di Vallo della Lucania. Potè così terminare le sue ricerche, con le notizie tratte dall’archivio della famiglia, che allora risiedeva nel palazzo nobiliare dei suoi antenati.

Don Toribio Alfonso di Mogrovejo, nato nel 1649, figlio di don Juan Mogrovejo Cabeza de Vaca, giunse in questa terra avendo sposato la baronessa di

Cannalonga, donna Maria Farao, unica erede di suo padre, don Filippo Farao, che le assegnò il feudo in dote. Suo figlio, don Filippo, fu nominato duca di Cannalonga, titolo che trasmise, a sua volta, al figlio don Toribio. Il figlio di costui, don Giovanni Mogrovejo, fu l’ultimo duca di Cannalonga, in conseguenza delle leggi eversive della feudalità. Il figlio di don Giovanni, Toribio, era dottore in legge. I suoi due figli, Luigi e Agostino, sono rispettivamente i genitori di don Toribio, il medico di Cannalonga e di don Toribio, l’avvocato di Napoli.

Il palazzo nobiliare risulta diviso in due ali. Entrando dal portone principale, appare lo spettacolo del “patio” convertito in un museo di testimonianze storiche: statue del primo Mogrovejo di Liébana; di don Juan, il cattedratico di Coimbra, zio di San Toribio; dell’ultimo duca di Cannalonga. Sotto il cornicione del tetto dell’atrio si nota, in una nicchia, il busto marmoreo di Santo Toribio orante, in veste episcopale. Fino a poco tempo fa, nella parete di fondo del “patio” era collocata un’antica grande tela rappresentante il Santo nell’atto di amministrare il sacramento della cresima alla piccola Santa Rosa da Lima. Sotto la corona ducale, un cartiglio con chiare e ben visibili lettere: “Ave, Thuribi, gloria, salus et protectio nostra”.

Il palazzo ducale ha un muro in comune con la chiesa parrocchiale. In esso era sistemata la cosiddetta “gelosia” padronale, a mezzo della quale la famiglia Mogrovejo poteva seguire le funzioni religiose che si svolgevano all’interno della chiesa. Don Vicente Rodrfguez Valencia ebbe a constatare “lampante lo spirito cristiano della famiglia, che il tempo e il cambiamento di costumi non ha scalfito: essa vive sotto l’influenza della santità del più illustre ed amato antenato. E dalla famiglia, è passato all’intero paese, la cui fede è stata amalgamata, nella devozione per il Santo, uguale a quella che ha oggi la popolazione di Mayorga”.

Fin dal 1738, pochi anni dopo la canonizzazione, il papa Clemente XII designava San Toribio a Patrono di Cannalonga, così come ricorda, in perpetua memoria, un’epigrafe posta nella cappella padronale dedicata a San Toribio, all’interno della chiesa parrocchiale: “Il popolo, con viva fede, il 23 marzo 1738, plebiscitariamente, tale lo aveva invocato”.

Nel 1895 venne istituita nella parrocchia una Confraternita della quale tuttora fa parte un gran numero di fedeli, con le insegne e lo speciale abito liturgico. Inoltre, e precisamente nella cappella della navata a sinistra della chiesa parrocchiale, è stato eretto un altro altare dedicato al Santo, patronato della famiglia, come lo era la stessa chiesa.

Nel 1938, il 5 gennaio, il papa Pio XI, nelle Sacra Congregazione dei Riti, dietro la petizione del parroco e dei fedeli: “Sanctum Thoribium Archipiscopum Limaneum, Patronum l.v. Cannalonga declaravit atque confirmavit”.

In memoria di questo avvenimento, venne affìssa una lapide murale nella chiesa parrocchiale, accanto all’altare di San Toribio.

In occasione del Concilio Vaticano II nell’anno 1962, il Primate di Lima, S.E. il cardinale Giovanni Landazuri-Rikets ha onorato della sua presenza la parrocchiale di Cannalonga, ospite della famiglia Mogrovejo. In tale occasione ha donato, per le funzioni religiose, un prezioso calice in oro all’altare di Santo Toribio e venerate reliquie del Santo alla parrocchia e alla famiglia.

Il Rev. Rodrfguez Valencia trascorse diverse estati in Cannalonga, ospite graditissimo della famiglia e dopo alcuni anni le inviò dalla Spagna la sua colossale opera, la più completa biografìa del santo finora pubblicata.

BIBLIOGRAFIA

- Dr. VICENTE RODRIGUEZ VALENCIA. Santo T o rib io d e M og ro vejo , o rg a n iza d o r y a p ó sto l d e S u ra m érica -2 tomi-. Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche-Istituto Santo Toribio de Mogrovejo, Madrid 1956;

- PEDRO LETURIA S.I., Il p iù g ran de P rela to M issio n a rio d e ll A m e r ic a sp a g n o la , Roma 1940;

- NICOLÀS SÀNCHEZ PRIETO, Santo T oribio d e M o g ro v e jo A p ó s to l d e los A ndes. Ed. Fareso S.A. per la Biblioteca Autori Cristiani Paseo de la Dirección,

5, Madrid 1986;

- LUISA PRANZETTI, V ita e m o rte d e g li Incas (traduzione di testi incas e spagnoli), Ed. Rizzoli, Milano 1981.

Angelo De Vita

UNIVERSITAS CIVIUM, BARONAGGIO E “DIALETTICA

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