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4b Istrumento di vendita del Feudo di S Biase Fatto dal Barone Di Stefano a favore di D Celestino di Mattia 1 Maggio 1794.

Personalmente costituito nella nostra presenza l ’Ill. Sig. Don Giovan Battista di Stefano Barone della terra di Caselnuovo di passaggio in questa suddetta terra di S. Biase il quale interviene alle cose che seguono per se stesso, i suoi eredi e successori da una parte, e Pili. Sig. Don Celestino di Mattia dalla terra di V allo, anche di passaggio in questa terra 5. Biase il quale anche interviene alle cose che seguono idem. Il suddetto 111. Barone Di Stefano ha asserito avanti di noi e di D i Mattia presente di avere, tenere e possedere giustamente com e vero Signore e Possidente in Feudo la suddetta terra di S. Biase, sita apposta nelle pertinenze dello Stato di N ovi in questa Provincia di Salerno, qual terra è al medesimo pervenuta dall’eredità degli 111. Signor Barone D. N icola di Stefano di lui padre e Signor D. Ermenegildo di Stefano di lui zio carnale ed a questi detta terra pervenuta per cessione e rinuncia in di loro beneficio fatta dagli 111. Signori Antonini di Cuccaro, tanto presso gli atti nel S.R.C. quanto in virtù d ell’ “istrumento” riportato per mano di Notaio Amorelli del cennato Cuccaro sotto il dì 14 Luglio 1786, per ragione che con i detti Sig. 111. Antonini, gli accennati Sig. Di Stefano rappresentano per la vendita della riferita terra di S. Biase in di loro beneficio fatta n ell’anno 1786. S iccom e dagli atti del retto S.R.C. e dal divisato “istrumento” appare, nei quali per ed in essa terra vi è il Palazzo Baronale, con giardino avanti tra i suoi vassalli, 3 corpi feudali, cioè: la Mastrodattia; ducati 9 annui, che si pagano dall’Unità di essa terra, ed un territori con casino dentro denominato “Le Starze” di circa tomoli 50 - i suoi confini con altre rendite Burgensatiche case e stabili di particolari cittadini con altri corpi anche Burgensatici, com e il molino, ”trappeto”, ed alcuni territori che qua sotto si definiscono, col “ju sso” di poter eleggere una persona benestante per i cittadini di essa terra a suo piacim ento, con titolo di Erario con formare la Patente nella persona nominata, per esigere le rendite Camera Baronale, e Burgensatiche con altro “jusso” ancora di doversi eleggere d all’Unità, e Pubblico di detta Terra in pubblico Parlamento presente si fa l ’elezione del sindaco, un’altra persona di detti Cittadini col titolo di Baglivo per assistere alle accorgenze della Corte, secondo il solito, Banco di Giustizia, elezione di Capitano, o sia Governatore Giudice o sia assessore per le predette cause, Mastrodatti, o sia Attuario,e con tutte le altre Giurisdizioni che com e Signore di detta Terra si spettano, e che inoltre esso ili. Barone tiene la Giurisdizione delle Prime Cause e potestà

di gladio, ed oltre a ciò tiene i beni burgensatici o siano allodiali in detto Feudo, e sono i seguenti. Il Palazzo con giardino allegato al m edesim o in quattro quarti quadrangolato con 11 stanze, con 3 arconi e suppegni, cucina alla m onacale con 2 altre cucinelle segrete, con scalinata in essa cucina che sporge nel giardino, 9 bassi grandi sotto i suddetti quarti consistenti in una cantina, coperta e scoperta con Palmento dentro, un camerino per conservare fiaschi per vino e 7 botti dentro detta cantina con porta che sporge nel giardino, 1 dispensa grande, 2 stalle, altri bassi per altri com odi, cortile coperto e scoperto, con pozzo d ’acqua sorgente,lavatoio, scalinata in 2 piani,e n ell’ultimo di essi 2 fmestroni, che sporgono in detto cortile, ed in detto ultimo piano vi sono 3 entrate per i quali si va nei divisati quarti. Con Cappelle adiacente al m edesim o sotto il titolo di S. Giuseppe con porta che sporge in Pubblica Piazza, con orchestra, cam panile, e campana. Il detto giardino è di capacità tom oli 4, a corpo, con Peschiera in m ezzo per uso di tenere pesci, alberato di “oppiani”, m eli, peri, fichi olive, franco e libero da ogni peso. Tra i beni Feudali vi è il territorio denominato Le Starze di capacità T. 50 con casino, e caprile in m ezzo ad esso, con alberi di olive, vigna con “oppiani” vitati, querce, peri, ed altri alberi fruttiferi, e terra seminatoria, ed erbaggi, confinante da oriente e m ezzogiorno, col piano del Cantone, e fosse appartenenti al Ducal Monastero di S. Giorgio dei P.P. Celestini della Terra di Novi, da occidente con i beni di detto 111. D. Celestino di Mattia, e quella della Parrocchiale chiesa, e della Congregazione del S.S. Rosario del Casale di Ceraso, libero e franco da ogni peso. Un M olino ad acqua fornito di tutti i ferramenti per macinare grano, sito nella Terra di S. B iase franco e libero. Un “trappeto” ad acqua per uso di macinare olive, franco e libero, eccetto di 2 litri d ’olio dovute al Santissimo Sacramento dalla Terra medesima. Un altro territorio denominato l ’Orria di T.5 con piante di castagne, querce, franco e libero. Un altro territorio denominato Vallone di T .l e m ezzo con castagne, confinante da oriente e settentrione con i beni della Reale Chiesa di detta terra, da occidente con i beni della Cappella di S. N icola di detta Terra franco e libero. Un altro territorio denominato Piano di T . l, alberato di castagne, confinante da oriente con i beni dalla Chiesa di Massascusa. 2 piedi di castagne nel luogo detto V assaniello franco e libero.

Una partita di castagne nel comune di N ovi di numero 10 nel luogo detto Cerasiello franca e libera. U n ’altra partita di castagne in detto Comune di piedi numero 16 nel luogo detto Cerasale. Similmente possiede i seguenti canoni annui in denaro ed in grano. Quali annui canoni e censi in denaro e grano si rilevano dalla Platea, che si conserva dai Signori Antonini di Cuccaro, e tutti i suddetti corpi sono franchi e liberi da pesi ,eccetto quelli che si definiranno qui sotto:i beni Feudali e Burgensatici, jussi, ed azioni venduta, ma franca, eccetto d ell’Adoa di d. 13, e grana 25 dovuti alla Camera Marchesale di N ovi, e carlini 5 e tomoli 4 di grano alla piccola misura dovuti al D ucal Monastero di S. Giorgio di detta Terra, tom oli 1 e stoppelli 5 di grano alla grossa misura, dovuto alla Badia di Pattano per POrria già detta, e 2 litri d ’olio per il “trappeto” dovute com e sopra al S.S. Sacramento di S. Biase. E fatta l ’assertiva l’Ill. Barone D. Giovanni Battista Di Stefano di Casalnuovo per convenzione avuta con 1’ 111. D. Celestino di Mattia, senza nessun patto di ricompera, vende ed aliena la suddetta Terra di S. Biase com e esso Barone la ha posseduta. Eccetto le ragioni che esso 111. Barone vanta sulla Giurisdizione Criminale di detta Terra, pervenutali in virtù di pubblico “istrumento” dotale con l ’Ill. Marchese di N ovi D. Giuseppe Zattara suo suocero, com e ancora tutte le altre ragioni e “ju ssi” di esso Barone che vanta , e si ritrova in atto nel S.R.C. contro i suddetti 111. Signori Antonini di Cuccaro, tanto per l ’esorbitanza , e l’eccessivo prezzo della suddetta Terra, e Feudo di S. B iase quanto per i corpi Feudali e

Burgensatici dai detti Antonini venduti in suo pregiudizio fra i quali vi è un territorio denominato Tempa venduto dal fu 111. D. Filippo Tonio a D.Filippo D e Licteriis della Terra di Novi, dal quale attualmente si possiede, com e ancora quelli che furono tassati nell’apprezzo fatto dal Tavolario Branzuolo e poi non consegnati ad esso Barone, perché dolosamente venduti, ed ogni altro diritto tanto dedotto quanto da dedursi in giudizio contro gli Antonimi. Per il prezzo di d. 5500 am ichevolm ente stabilito; poiché esso 111 D. Celestino non li tiene per manibus, si costituisce debitore delITll. Barone e col patto di pagarli fra lo spazio di anni 20, in una sola paga o in 5 rate, ed ogni rata non meno di d. 1000, e pendente tal pagamento per causa di lucro cessante, e danno emergente, si obbliga pagare gli interessi in annui d. 200, alla ragione del 4%,e i restanti d. 500 il detto Barone ne delega pagarli alla 111. Signora Teresa D i Stefano di lui sorella e m oglie dellT ll.D . Tommaso di Angellara d. 350 e i rimanenti d. 150 si paghino al Barone fra lo spazio di 2 anni da oggi fino al 1° Marzo 1796, senza interesse alcuno. Per gli interessi di d.200 d. Celestino si obbliga pagarli alla fine di ogni anno con i suddetti d. 50 0 0 incominciando nel Marzo d ell’anno venturo 1795. Ed in mancanza di pagamento per un anno, ed un m ese il presente “istrumento” si possa contro lo stesso incubare e liquidare in ogni Corte, Tribunale e Foro. Con patto però che pagandosi qualche rata dei d. 5000, si debba scemare il peso degli interessi dei d. 200 annui. E per sicurezza, per i detti d. 200 e d. 50 0 0 esso 111. di Mattia obbliga la predetta terra di S. B iase con tutti i suoi beni a lui venduti, ed il suo tenimento denominato la Chiesa di Zelio sito in Ceraso di tomoli 200 alberato di olive, querce, erbaggio e terra seminatoriale. Sicché da oggi in avanti la Terra col suo Palazzo Baronale e Vassalli è nel pieno dominio di esso 111. D. Celestino di Mattia. E per la reale osservanza la parti si obbligano ed obbligano i rispettivi eredi e successori.

4c. Copia di Albarano tra il Marchese di Novi, Duca di Cannalonga e Don

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