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Il movimento del '68 francese fu caratterizzato, al pari di quello italiano, da una convergenza tra le proteste nate all'interno delle università e la conflittualità di fabbrica. Fu questo un elemento di distinzione rispetto al movimento studentesco tedesco, che in virtù della sua formazione intellettuale fu piuttosto portato a individuare un soggetto rivoluzionario cui tendere nelle rivolte allora in corso nel Terzo mondo291. Le mobilitazioni dei lavoratori

francesi nel corso del decennio coinvolsero soggetti politici tradizionali, come i sindacati, e soggetti politici nuovi, quali le associazioni di immigrati, di donne e le formazioni della sinistra extraparlamentare292. La richiesta di una maggiore tutela degli ambienti di lavoro non

assunse un ruolo centrale all'interno della contrattazione industriale del periodo, come nel caso italiano, ma fu comunque parte dell'agenda rivendicativa. Alcuni storici del lavoro hanno notato come le mobilitazioni per la salute emerse in Francia all'inizio degli anni Settanta siano state influenzate da quelle italiane. In particolare è stato messo in luce come la stampa di movimento francese abbia avuto un ruolo centrale nel veicolare slogan e parole d'ordine provenienti da oltralpe293. Se si prosegue il confronto tra i due contesti nazionali è d'altra parte

interessante sottolineare come in Francia le prime e più importanti lotte per la salute in fabbrica siano emerse a partire dal decennio Settanta e al di fuori delle organizzazioni

290 Si vedano n. 769 febbraio 1974; n. 771, aprile maggio 1974; n. 792 luglio 1976, rispettivamente dedicati alla crisi energetica, all'incremento demografico e all'inquinamento di Porto Marghera.

291 M. Tolomelli, Il Sassantotto, op. cit., pp. 49-98. Per un più ampio approfondimento sul '68 francese di veda: Philippe Artieres, Michelle Zancarini-Fournel (a cura di), 68: une histoire collective. 1962-1981, Paris, La Decouverte, 2015.

292 Xavier Vigna, L’insubordination ouvrière dans les années 68. Essai d’histoire politique des usines, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2007. Anche la pluralità dei soggetti coinvolti costituisce un parallelismo con l'Italia. Sul ruolo degli immigrati meridionali all'interno delle mobilitazioni nelle fabbriche del nord si veda A. Accornero, op. cit; sulle donne si veda: Giovanna Cereseto, Anna Frisone, Laura Varlese, Non è un

gioco da ragazze. Femminismo e sindacato, Roma, Ediesse, 2009.

293 Xavier Vigna, L'Italie à la rescousse? L'importation d'un modèle italien dans les luttes d'usine des années

68, in Gilles Richard, Jacqueline Sainclivier, Les partis à l'épreuve de 68.L'émergence d'un nouveau clivage, 1971-1974, Rennes, Presse universitaire de Rennes, 2012.

sindacali, mentre in Italia i sindacati, e in particolare la Cgil, ebbero un ruolo decisivo all'interno delle prime proteste in materia di salute dei lavoratori, sviluppatesi già dagli anni Sessanta.

Nel caso francese un evento periodizzante è stato individuato nella mobilitazione avvenuta presso lo stabilimento Penarroya di Lione, dove la denuncia dei numerosi casi di intossicazione da piombo fu scandita dal rifiuto di «monetizzare la salute», nonché dalla critica degli organismi sindacali aziendali competenti in materia di nocività industriale (comité d'hygiène et sécurité)294. D'altra parte i sindacati, e in particolar modo la Cfdt

(Confédération française démocratique du travail), seppero in seguito appropriarsi di alcune rivendicazioni avanzate dai lavoratori in quella sede, quali la richiesta una maggiore partecipazione alle indagini sanitarie, facendosi affiancare da tecnici di propria fiducia295.

Diversamente in Italia la prima mobilitazione dei lavoratori in materia di tutela della salute coincise con la lotta in Farmitalia, che nel 1961 fu promossa dalla Camera del Lavoro di Torino. Benché non siano mancati casi di mobilitazioni extraparlamentari nel decennio successivo, la loro capacità di formulare strategie rivendicative in materia di rifiuto del rischio industriale alternative a quella sindacale, fu assai limitata296.

Uno dei principali elementi di continuità tra il caso italiano e quello francese è invece da rintracciare nel ruolo di primo piano svolto da medici e tecnici della salute all'interno di quelle proteste. Le principali associazioni di medicina critica nate sull'onda del '68 francese furono il

Groupe Information Santé (Gis), il Collectif Intersyndical de Jussieu e Clisact. L'attività di Gis, ispirata a quella del Groupe d'information prison fondato da Foucault, fu principalmente

diretta a sostegno del diritto all'aborto. Importanti interventi furono tuttavia effettuati anche a sostegno di lavoratori impegnati su tematiche sanitarie, volti a denunciare l'operato dei medici di fabbrica, che in Francia come in Italia dipendenti dell'azienda, e a rivendicare la socializzazione delle conoscenze sanitarie all'interno degli stabilimenti297. Il Collectif

Intersyndical de Jussieu si costituì nel '74 e fu attivo in materia di nocività da amianto,

coinvolto in numerose vertenze volte a denunciare la nocività di quel materiale. Si criticava

294 L'iniziativa presso lo stabilimento Penarroya di Lione, adibito al recupero del piombo da batterie usate, si concluse con l'ampliamento dello spettro della malattie professionali riconosciute. Un'esperienza precedente di rifiuto di monetizzazione del rischio avvenne presso il reparto verniciatura dello stabilimento Renault situato a Le Mans, nella Loira: Stéphane Buzzi, Jean-Claude Devinck, Paul-André Rosental, La santé au

travail 1880-2006, Paris, La Découverte, 2006, pp. 77-82; Laure Pitti, Penarroya 1971-1979: «Notre santé n’est pas à vendre!», in «Plein droit», n- 2009/4, n. 83, pp. 36-40.

295 Renaud Bécot, Syndicalisme et environnement en France de 1944 aux années quatre vingt, op. cit. 296 Su questo aspetto si ritornerà nei prossimi capitoli.

297 Laure Pitti, Experts « bruts » et médecins critiques, in «Politix», 2010/3, n. 91, pp. 103-132, Pascal Marichalar et Laure Pitti, Réinventer la médecine ouvrière? Retour sur des mouvements médicaux alternatifs

dans la France post-1968, «Le Seuil. Actes de la recherche en science sociale», 2013/1, n. 196-197, pp. 114-

l'esistenza di una medicina di parte aziendale, tale da avere occultato per decenni l'esistenza di rischi legati all'inalazione delle fibre di amianto e si accusava il ricatto, da parte dei datori di lavoro, tra tutela della salute e garanzia del posto di lavoro298. Clisact nacque per iniziativa di

alcuni militanti del Partito comunista rivoluzionario marxista leninista in occasione di un incidente avvenuto presso la miniera di Liévin, nel nord della Francia e fu attivo negli anni Settanta in diverse mobilitazioni per la salute dei lavoratori nate sul suolo nazionale299.

Il minimo comune denominatore rispetto ai collettivi di critica della medicina italiani è certamente da rintracciare nella denuncia degli interessi politici ed economici celati dietro la ricerca e la pratica medica e nel coinvolgimento nei movimenti sociali tipici del decennio, tra cui il movimento operaio. Alcune delle esperienze francesi erano note ai medici italiani. Dalle colonne della rivista «Medicina al servizio delle masse popolari» una militante scriveva:

Le riviste inglesi come «Hazards' bulletin» ed il bellissimo materiale dei compagni francesi: il libro Amiante danger, l'opuscolo I'Amiante tue, i numerosi volantini delle fabbriche inglesi e francesi in lotta sull'amianto, gli scioperi di mesi dei lavoratori canadesi su questo problema. Tutto ciò mi ha entusiasmato e spinto a studiare meglio come vanno le case in Italia.300

Ugualmente i medici engagés francesi erano al corrente delle esperienze che avvenivano in Italia. La rivista trimestrale «Fracture», comparsa nel '77 e curata da un collettivo di medici critici, dedicò il suo primo numero alle coeve esperienze italiane e in particolare a Psichiatria Democratica e Medicina Democratica301. Si tratta in questo caso di una pubblicazione della

seconda metà del decennio, in una fase di crisi delle esperienze politiche sorte nel corso del lungo '68, coincidente con la più ampia crisi economica e politica che caratterizzò diversi paesi europei. La sua funzione non fu quindi tanto quello di suscitare la nascita di esperienze comuni, quanto di registrare l'esistenza di esperienze già in atto. La ragione degli orientamenti comuni tra i collettivi di medici italiani e quelli francesi va piuttosto individuata nella comune formazione intellettuale del movimento del '68 a livello europeo ed extraeuropeo, coincidente con la riflessione politica dei gruppi di Nuova sinistra302.

La ricerca sulle influenze reciproche tra movimento italiano e movimento francese andrebbe in primo luogo ampliata attraverso l'analisi e il confronto delle riviste dei collettivi

298 Collectif intersyndical Sécurité des universités Jussieu CFDT, CGT, FEN, Danger amiante, Paris, Maspero, 1977.

299 R. Bécot, Syndicalisme et environnement en France de 1944 aux années quatre vingt op. cit. pp. 282-286. 300 Pericolo amianto, in «Msmp», settembre-ottobre 1977, pp. 3-5.

301 Si vedano rispettivamente gli articoli: Dossier Italie, Détruire l'asile. L'expérience de Franco Basaglia,

Medicina Democratica. Un mouvement de lutte pour la santé, in «Fracture», n.1, anno 1977, p. 7-48.

di medicina pubblicate rispettivamente in Italia e in Francia nel corso del decennio303. Si noti

in ogni caso che i molti testi di critica della medicina pubblicati in Italia da Berlinguer, Maccacaro, Oddone non conobbero traduzione in Francia nel corso degli anni Settanta304.

Diversamente in Italia furono tradotti alcuni importanti testi francesi. «Nascita della clinica», di Foucault, apparve per la prima volta nel '69, ma non sembra essere stato un testo dirimente nella formazione intellettuale dei militanti italiani.305 Infine, oltre al già citato Polack, autore di

«La medicina del capitale», da menzionare è anche la traduzione del saggio di Olivier Targowla, «I medici dalle mani sporche», ad opera di Francesco Carnevale306.

303 «Tankonalasanté» del gruppo Gis, «Lutte santé sécurité» di Clisact, e le «Cahier de Mai», nata dal movimento del '68

304 Il testo di Ivar Oddone e Alessandra Re, Redécouvrir l’expérience ouvrière. Vers une autre psychologie du

travail? Paris Editotion sociales, 1981, dedicato all'esperienza del gruppo torinese, comparve solo nel

decennio successivo.

305 Michel Foucault, Nascita della clinica, Torino, Einaudi, 1969 (1963). Un'unica eccezione è rappresentata dal testo di M. Gaglio, Medicina e potere, op. cit, che invece cita a più riprese il testo foucaultiano.

Prevenzione all’interno e all’esterno delle fabbriche.

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