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Prevenzione all’interno e all’esterno delle fabbriche Il caso torinese

La Commissione medica fondata da Oddone presso la Camera del Lavoro torinese non aveva un corrispettivo presso le sedi sindacali locali di altro orientamento, quali la Cisl e la Uil. La stessa Commissione medica fino al 1970 continuò ad operare come un organismo informale, composta – oltre che da Oddone – da rappresentanti della Commissione Interna della Fiat Mirafiori e da esponenti della Fiom e della Filtea307. Questo non toglie che il quotidiano lavoro di inchiesta, ricerca

ed elaborazione dei dati svolto in quella sede, in collaborazione con la Fiom e con la sezione locale dell’Inca, portò a formulare proposte estremamente significative, formalizzate nella dispensa «Ambiente di lavoro» del 1969, e capaci di costituire un modello di riferimento per le tre confederazioni sindacali a livello nazionale dall’autunno caldo in poi308. Nella seconda metà degli

anni Sessanta un’unità d’azione tra le tre confederazioni nazionali fu piuttosto raggiunta in specifici contesti aziendali, all’interno di piattaforme rivendicative finalizzate all’introduzione di misure preventive negli ambienti di lavoro. In particolare la tutela dei lavoratori contro il rischio della silicosi e dell’asbestosi fu oggetto di importanti vertenze rispettivamente condotte presso la Fiat, lo stabilimento metalmeccanico Mandelli e le industrie del territorio che impiegavano amianto. Rimandando ai prossimi paragrafi un’analisi più dettagliata di tali esperienze rivendicative, basti ora sottolineare che il minimo comune denominatore era individuato nell’obiettivo di ottenere il controllo delle condizioni di lavoro da parte degli organismi di rappresentanza sindacale e nella contrattazione delle misure più idonee a garantire l’integrità psico-fisica dei lavoratori.

Il passaggio dal decennio Sessanta a quello Settanta fu segnato dal consolidamento e dalla proliferazione delle iniziative per la tutela degli ambienti di lavoro, favorite dal processo di unità sindacale. Nel 1970 la quotidiana attività svolta dalla Commissione medica venne formalizzata dalla Camera del Lavoro di Torino attraverso l’istituzione del «Centro di lotta contro la nocività». Nel Centro vennero assunti a tempo pieno Carmen Casapieri della Filtea, Aldo Surdo, della Fiom, e una segretaria, Pia Lai, con funzioni di archivista e bibliotecaria. Ivar Oddone, allora docente universitario, rimase di fatto stretto collaboratore del centro, ma non fu assunto al suo interno. L’attività svolta in quella sede aveva come obiettivo di incentivare e coordinare le mobilitazioni per

307 Esponenti di spicco della commissione furono Aldo Surdo, delegato Fiat e membro della Mutua aziendale Fiat, Cesare Cosi, Armando Caruso, membri della Fiom, e Carmen Calcatelli, Carla Casapieri e Vittorio Buscaglione,

la tutela della salute dei lavoratori svolte negli stabilimenti del territorio, nonché di costituire un centro di documentazione in materia di prevenzione della nocività industriale. Un ruolo di primo piano venne inoltre assegnato all'attività formativa309.

Negli stessi anni la collaborazione tra Cgil, Cisl e Uil in materia sanitaria si realizzò all’interno dell’azione rivendicativa aziendale, e all’esterno degli stabilimenti, nelle iniziative volte a favorire l’attuazione di una riforma istitutrice del Servizio Sanitario Nazionale. Nel novembre 1970 si svolse a Torino un convengo unitario sull’ambiente di lavoro, volto a individuare nella costruzione di alleanze tra il sindacato e gli enti locali il primo passo verso l’attuazione di una riforma «dal basso»310. In quella sede venne data lettura dell’articolo VI

dello Statuto della Regione Piemonte, in cui l’ente si impegnava a promuovere un’azione legislativa tesa a creare e organizzare efficaci strumenti per tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori311. La Regione fu quindi individuata come un interlocutore privilegiato al fine di

promuovere la nascita di enti di medicina preventiva territoriali. L’anno successivo la Cgil e la Cisl e Uil istituirono una «Commissione regionale unitaria sull’ambiente di lavoro e sul servizio sanitario nazionale» specificamente incaricata di favorire la nascita della Unità Sanitarie Locali, ovvero di strutture sanitarie decentrate volte a svolgere un’azione preventiva a livello territoriale. Benché la sua attività nel corso del decennio sia stata discontinua e asistematica, la nascita della Commissione confermava tuttavia l'esistenza di una sostanziale unità d’azione tra le tre confederazioni in materia sanitaria.

Questo capitolo sarà dedicato all’analisi di alcune esperienze sindacali in materia di prevenzione del rischio intraprese nel corso dei decenni Sessanta e Settanta. Il fine è di comprendere quali furono gli elementi di nocività denunciati, quali le richieste avanzate in sede contrattuale e quali i maggiori aspetti problematici del passaggio tra la teorizzazione del «modello preventivo sindacale» e la sua applicazione pratica. Nell’impossibilità di ripercorrere ogni singola vertenza aziendale, si è scelto di soffermarsi in particolar modo sul caso della Fiat, e sulla vertenza dei tessili per la prevenzione del rischio dato dall’inalazione amianto, che rappresentarono due terreni di intervento privilegiati per l’azione della Commissione medica. Si affronterò in seguito il caso dell’Ipca di Cirié, primo processo in materia di nocività industriale concluso con la condanna per omicidio colposo dei dirigenti dell'azienda. Si tratta di una vicenda peculiare, in cui il terreno di scontro non fu individuato

309 Relazione di Aldo Surdo per il centro di lotta contro la nocività, 9 aprile 1970, in ACLT, f. Clcn, D1298. 310 Francesco Taroni, Salute, sanità, regioni in un Servizio sanitario nazionale, in L'Italia e le sue regioni. L'età

repubblicana. Vol I, Roma, Treccani, 2015, pp. 411-427.

311 Federazione provinciale CGIL CISL UIL (Torino) (a cura di), Ambiente di lavoro. Convegno provinciale

nella tradizionale vertenza aziendale, bensì nello strumento giudiziario. L’obiettivo è quello di ripercorrere una mobilitazione significativa, e per alcuni aspetti pionieristica, considerato che dagli anni Ottanta sino ad oggi le aule di tribunale sono state progressivamente elette a terreno privilegiato di risoluzione dei conflitti in materia di nocività industriale. Infine, a partire dal caso del comune di Settimo Torinese, sarà ripercorsa l’iniziativa sindacale in materia di attuazione della riforma sanitaria.

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