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ma co li fini amanti, a lor secondo a cor di sua valenza, non contrarla.

1. m‟à] mave L 4. ramambro] rimenbro L 9. invenenato] invenato L 11. puote più e vale] pote e ppiu vale L 12. chensua natura gia nona molesta L 13 trae] trai L 14. veder mai nullo tanto valor po L 15. Amore, e‟ nasce] amore nasce L 16. navegia] naveggia L 17. caro] chiaro L 20. disire] L deziri L 23. gran] manca in L 24. ch a ʼnfinta] chan finita L 28. a tal‟ taglia] attaistagla L 29. divisa] divise V deviza L tal] tai L 30. pòn] po V lo costo] il costo L 31. dén] de V 33. provo] prova L distolle] distelle V 35. parto me ʼnanti] par co(n)venanti L vo‟] voi L 37. mai] ma L 38. iloco] in loco L 39. segnor] sengnori V 42. per] par L 43. che loro] chenlor L 44. povra] povera V 47. farabbo] faraggio L 48. ed a] ea L tornerabbo] torneraggio L 49. lor] sua L 53. mal sento] mal sente L 54. aggio un] aggiunl (con la l espunta) 55. come] m come 57. là ove] lave L moneta] molesta L 59. ca] che L 61. non è tal ch‟attenda d‟Amor scampo] noe tal damore ca 63. poi ch‟è inviscato] poien viscato L 64. di visco] de visco L abbomba] allonba L 65. scibbio] scibbia L 66. scioppo] scoppo L 67. distiensi] distensi L 70. folli] folle L 71. gastighi] castighi L 72. dica] dican L lo sperna] la sperna L 73. avanti] avante L 74. stea] stia L 75. è vile] vile L 76. o pieghi] e pieghi L 78. co loro] chellor L 79. tol] tolno V tollor L 82. contrarla] contradiarla.

La volontà di amore mi ha spinto affinché la mia lingua non possa nascondere ciò che il cuore; e la lingua vorrebbero esternare visto che ciò che avviene dentro al cuore tanto abbonda, mi preparo a dirlo. Vi sono molti che hanno messo tutta la loro volontà nell‟parlare male d‟amore e dipingerlo negativamente, e che si sforzano di parlarne nella maniera peggior possibile: mi dissocio totalmente dalle loro conclusione.

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Dipingono, infatti l‟amore come uno scorpione velenoso; in realtà nella sua natura ha proprietà diverse, dal momento che può agire in maniera più potente [e positiva], visto che la sua natura non provoca molestie, anzi toglie l‟amante da tutte le tempeste: nessun valore equivalente può essere riscontrabile.

1. Amoroso volere: rilegge in ottica positiva il motivo primo che ha portato alla scrittura, e che in Monte era il soperchio. Il sintagma è lentininano, cfr. Guiderdone aspetto avere, vv. 53-54 «né mica mi spaventa / l‟amoroso volere», ma vedi pure Chiaro Assai m‟era posato, v. 27. ■ m‟à commosso: seguo, data comunque la conservazione dell‟accento di sesta, la lezione di V contro quella di L (m‟àve commosso), preferita dai precedenti editori.

2. con soggetto sospeso (la lingua); per gli elementi cfr Giacomo da Lentini, Madonna, dir vo voglio, v. 20 «cor no lo penseria né diria lingua». ■ non poter celar: con ripresa degli elementi del precedente montiano.

3. gli abbond‟: al cuore; per il passo seguo la disticntio di Sangiovanni, ma a differenza sua ricavando il verbo essere in precedenza.

4. mi ramambro: banalizzato da L (rimenbro), dal francese ramembrer (Contini e Sangiovanni corregono il testo di V in ramembro).

5. manti son: si noti come pure Tommaso utilizzi il plurale non attaccando frontalmente l‟avversario; con simile piglio polemico in Pier della Vigna, Però ch‟Amore no si pò vedere, vv. 3-4 «manti ne son di sì folle sapere / che credeno ch‟Amore sia nïente», e si veda anche il richiamo di Sangiovanni a Chiaro, Di lungia

parte aducemi l‟amore, v. 52 «ca manti sono c‟han gioia riceputa».

5. intenta: calco dal francese antico entente, da confrontare con l‟equivalente intenza; cfr. Chiaro,

Gravosa dimoranza, v. 40, che condivide simile costruzione retta dal verbo mettere (qui nel v. successivo),

v. 40 «E la valente, in cui messo aggio intenza».

6-7. la coppia è incentrata su tre verbi che si equivalgono essenzialmente (mesdir, mal ritrarne, parlarne

soverchiamente).

9. per la diffusione del parallelo tra scorpione, amore e donna, specialmente nell‟omiletica precedente o coeva, vd. Crimi 2017, pp. 98-99.

10. propïetà divers‟à: rispetto a quanto vorrebbero i detrattori citati poco prima. ■ naturale: per cui – con il sostantivo con il quale si accompagna nome – Sangiovanni rimanda al sintagma naturale nomen diffuso in ambito mediolatino.

13. trae d‟ogni tempesta: ma cfr., al contrario, Ahi Deo merzé (→ canz. I), vv. 42-43, con la nota relativa. 14. in calco con il verso che chiude la strofa della canzone di Monte.

Per principio naturale Amore trova la sua nascita; poi naviga a guida di sapiente marinaio: se trova un luogo appetibile e caro sa approdare nel momento opportuno. Ugualmente Amore prende luogo in un cuore pulito e colmo di desiderio d‟amore: lì si ferma e non vuole più partire, dal momento che lo desidera come l‟ape il timo. Dunque si comportano scioccamente coloro che, a forza di rimproverare amore, se li preme, lasciano avanzare il cuore e la lingua nel dominio della follia, al punto che tutte le virtù che sono offerte da Amore risultano annientate. Ma tu, mio cuore,non ti unirai a loro

15. natural: con ripresa semantica degli elementi ai vv. 10 e 12. ■ e‟ nasce: in maniera assoluta anche nell‟attacco di Rinuccino «Amore à nascimento [...]».

16. approfondisce l‟immagine al v. 13: amore permette di evitare la metaforica tempesta in quanto esperto marinaio. Si veda, sull‟argomento, l‟ampia nota di Sangiovanni. ■ bon marinaro: il sintagma già in Ruggerone da Palermo, Ben mi deggio alegrare, vv. 31-32 «Così dovemo fare / come il buon marinaro» e poi in Cione Baglioni nell‟attacco «Disaventura è di me guidatore, / come di nave lo bon marinaro.

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18. prendere: notevole, come evidenziato nell‟ampia di Sangiovanni, la ripresa del medesimo verbo di

Al cor gentil rempaira sempre Amore, v. 8 e 28.

19-22. notevole, come già accennato sopra, l‟adiacenza con il pensiero di Guinizelli (si noti d‟altronde come il verso 19 «Così, Amore, in cor polito adasce» rappresenti una rielaborazione proprio dell‟attacco del manifesto di Guinizelli «Al cor gentile rempaira sempre Amore»: alla mortifera rappresentazione di amore di Monte (condivisa anche con altri, come Guittone o Bacciarone), Tommaso oppone, con orgoglio localistico, la teoria di Guinizelli.

19. adasce: con Contini (pure seguito da Sangiovanni di cui si veda la nota) con possibile contatto con il francese aasier. Diversamente Minetti divide «ad asci‟, e» con diversa interpretazione «ad agio», in riferimento alla perizia del marinaio che conosce il momento opportuno per ormeggiare.

21. lo si confronti, misurare l‟opera di aggiornamento positivo operata da Tommaso, con L‟arma e lo

core, e lo meo disio (→ son. 1), v. 13 «Ch‟i non me ʼn parto ma sto fermo al palo» (il sonetto di Monte è

d‟altronde incentrato sulla generale pericolosità di Amore).

22. belle le tessere classiche prodotte da Sangiovanni, cfr. ad esempio Virgilio, Bucoliche, 5, 76 «dum que thymo pascentur apes».

23-24. la probabile auctoritas di Tommaso è qui, come indicato da Sangiovanni, Rinaldo d‟Aquino, In

gioia mi tegno tuta la mia pena, vv. 15-18 «Però la tegno grande scanoscenza / chi rimprocia a l‟Amore i

suo‟ tormente» (vicino a Bernart de Ventadorn, Chantars no pot gaire velaer, vv. 15-16 «amor blasmen per no-saber, / fola gens [...]», ma la polemica contro i detrattori di Amore è topica.

24. a ʼnfinta di: seguo Sangiovanni che la interpreta come locuzione avverbiale. ■ se ʼngrascia: Sangiovanni propone una derivazione dal fr. engrassier, adeguato poi a tratti fonetici locali.

25. riprende gli elementi che costituivano il motore dell‟azione del difendere verbalmente amore. 26. avantir: cfr. TLIO, s.v. avantire, come calco dal provenzale enantir. L‟unica altra occorrenza è in questo corpus, cfr. Pallamidesse Bellindote, La pena ch‟aggio cresce e non mènova (→ T. 8.1). ■ amorte: come participio di ammortare, o in alternativa, con Minetti, come sintagma a morte.

28. taglia non fai: fare taglia sta letteralmente per „confederarsi‟ (Sangiovanni, con rimando al GDLI, s.v. taglia, 2.

Vattene e separati da tali pazzi, che non sono in grado di reggere il costo dell‟amore; [e per questo] non meritano di assaporare il buon gusto della sua dolcezza: la loro esperienza si limita solo alla vista, e non all‟esperienza [reale], giacché si allontanano da Amore, già alla prima messa alla prova. Quando sentono che il suo fuoco è stato innescato, dicono immediatamente: «Sto soffrendo; mi allontano [da questa esperienza] e voglio rimanere sempre casto». L‟uomo non potrebbe accedere al sovrano bene solamente dopo aver compiuto un passo. Chi confida in lui, non può rimproverare il proprio signore, né mostrarsi corrucciato con troppi lamenti, dal momento che il folle precipitoso acquista sempre cose non durature, dato che, per troppa fretta, riduce la sua speranza in nulla.

29. Part‟e divisa: secondo la distinctio sinonimica di Sangiovanni; diversamente Minetti «Parte divisa». Per divisa Sangiovanni indica un influsso semantico dal fr. deviser.

30. pòn : sulla forma analogica ponno (Rolhfs 1966-1969, § 547). ■ d‟amor lo costo: anche in Monte, cfr. Sovr‟ogn‟altra, Amor, è la tua podèsta (→ son. 34), v. 15 «ancor che ʼl costo d‟Amor mi tene a freno».

31. dolzore: gallicismo; è la ricompensa per chi sopporta il costo del verso precedente. ■ gosto: in fonetica emiliano-romagnola (Rohlfs 1966-69, § 38), ma giustamente Sangiovanni richiama anche il provenzale gost.

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33. primo provo: poi richiamato da Monte nel testo successivo al v. 22 «[...] quest‟è prima prova». ■

d‟Amor si distolle: bella l‟agnizione di Santini 1997, p 151 che richiama Arnaut Daniel, Ab gai so cuindet e leri, v. 37 «amar no·m destoli».

34. i·lisco: „in esca‟ (così Sangiovanni che aggiunge «nel momento in cui il materiale filamentoso dell‟esca comincia a prendere fuoco) e con rimando all‟anonima Donna, ero languisco, di cui di vedano i vv. 89-90 «con soferendo lisca / d‟Amor ben seguitato».

35. languisco: verbo di pertinenza lentiniana (cfr. l‟attacco «Donna, eo languisco e non so qua· speranza») ma si veda pure il passo del Cantico dei Cantici citato in precedenza in Ahi Deo merzé (→ canz. 1), al v. 6.

36. parto me ʼnanti: preferisco la lezione di V con parallelismo con il v. part(e) che apre il 29 (come costoro si sono sono separati da Amore troppo in fretta, così Tommaso invita Amore ad abbandonarli per primo). Diversamente Sangiovanni sceglie la lezione di L «par convenanti» che chiosa come „promessa, patto‟.

37. ad un passo: „facilmente‟; prima di beneficiare degli effetti di Amore è necessario un periodo di sofferenza. ■ sovran bene: poi ripreso da Monte al v. 44 dell‟ulteriore risposta.

39-42. parallelismo cortese.

40. si sciolga complessivamente „non esageri nel lamentarsi‟. ■ per: „con‟, complemento modale.

42. il verso compare quasi identico nell‟anonima A tal fereça, v. 14 «tucta la spene fé tornare in casso». ■

agina: „fretta‟, come forma deverbale dal latino aginare (agere), cfr. TLIO, s.v. „agina‟.

Dal momento che è doveroso che io sveli la loro condizione di blasfemi, li colloco, per il fatto che non ripongono fede, in una situazione pessima: è percebili il basso tasso del loro valore e della loro forza; il loro fermo proposito non può mai accedere al bene d‟Amore, benché abbondino di lamenti, al punto che se Amore non prende posizione contro costoro, visto che troppo li tollera, farò un cenno e mi aggregherò al gruppo dei malparlieri. Amore può dire «io illumino ciascuno amante» e senza di lui non esisterebbe frutto; e qualora provassi dolore, se possiedo anche solo una minima parte del bene amoroso, la gioia lo annichilisce del tutto; proprio come l‟ambra, la mirra sovrastano con il fine profumo una cosa impregnata di fumo.

43. mal porto: sintagma frequente cfr. Guido delle Colonne, La mia vit‟è sì fort‟e dura e fera, v. 20 «e venuto ne sono a mal porto», Leonardo del Guallacca, Sì come ʼl pescio al lasso, vv. 61-62 «Qual om è d‟Amor preso / arrivat‟è a mal porto», nonché l‟anonima Biasmar vo‟, che m‟à mestieri, v. 54 «Teriami a mal porto giunto». Il paradigma marinaresco è qui rovesciato: non è l‟amore che porta in un cattivo approdo, ma chi da esso si separa.

45. si sente: Minetti «sente[n]», ma si dirà con Sangiovanni che l‟integrazione non è necessaria. ■ valore

e forza: messe alla prova da Amore anche in Guittone, Tuttor, s‟eo veglio o dormo, vv. 31-33 «[...] Amor,

che dà / cor e bisogno da sprovar valor e forzo».

46. varga: per „valga‟ con rotacismo: per i problemi interpretativi intorno alla forma si veda quanto scrive Sangiovanni, pp. 93-94.

47. come che: con funzione concessiva.

48. s‟Amor non dispare: in Minetti «s‟[a] Amor non dispare», il verbo inteso come dispiacere, ma l‟integrazione non è necessaria, posto TLIO, s.v. disparire 1 e l‟interpretazione di Sangiovanni che lo chiosa come «non viene meno», in anticipo sul v. 50. ■ farabbo: Sangiovanni preferisce «faraggio» di L (come pure sotto «torneraggio» contro il nostro «tornerabbo» pure in Minetti.

49. maiparlier: solito topos provenzale dei maldicenti. Per l‟interpretazione del passo si veda l‟ampia nota di Sangiovanni.

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51. allumo: verbo di ampia tradizione lirica, a cominciare da Giacomo da Lentini, Madonna dir vo

voglio, vv. 24-25 «foc‟aio al cor non credo mai si stingua, / anzi si pur aluma».

52. non seria frutto: fuor di metafora „tutto ciò che c‟è di positivo rimarrebbe solo in potenza; simile all‟uscita del v. 2 di Tutto lo mondo si mantien per fiore «se fior non fosse, frutto non seria», ma si veda anche il richiamo di Sangiovanni, per medesimo motivo, a Guittone, Amor m‟à priso e incarnato tutto, v. 3 «e di ciascuno menbro tragge frutto».

53. tutto: si riferisce a mal.

54. mico: dal latino mica(m). A sottolineare l‟assoluta potenza di Amore, per cui basterebbe una minima quantità di beneficio per annullare totalmente l‟effetto del male.

55-56. paragone di forte pregnanza olfattiva, ottenuto tramite il ricorso al «trittico odoroso» (così Sangiovanni) che sovrasta numericamente e qualitativamente (di fino odoro) l‟azione del fumo.

È stolto chi non ne riconosce la matrice e pretende di battere moneta; non provi a suonare chi non conosce la musica, giacché non procede correttamente chi non sa usare il filo a piombo. Chi non è nelle condizioni di attendere la cura di Amore non pensi e non dica di voler arrampicarsi sull‟olmo invischiato, dal momento che è lo stesso Amore che cosparge di vischio ciascun ramo: lo dico perché poi, una volta preso, non gli vale a nulla il lamentarsi o il contorcersi, a che non esploda in un grido di dolore, proprio come accade al topo preso nella trappola; e poi che si accorge che il male divampa e che la potenza di Amore non cede, un tale amante può decisamente nel novero dei folli.

57-58. attacco fortemente sentenzioso (cfr. più avanti, ma in chiusura, De la romana Chiesa il suo

pastore, → Tp 1.3, v. 16 «foll‟è chi ʼntende in tale segnoraggio». Non si può escludere che l‟utilizzo del

campo semantico monetario sia condizionato dai contenuti economici delle canzoni di Monte.

59-60. i paragoni sono presi rispettivamente dal campo musicale («con ogni probabilità la prima attestazione del lessema [note] in accezione musicale» così Sangiovanni) e da quello, per così dire, dell‟edilizia (per piomba, cfr. TLIO, s.v. piombare).

62. il verso rappresenta una rielaborazione di Giacomo da Lentini, Madonna, dir vo voglio, v. 20 «cor no lo penseria né diria lingua». ■ cor: come sede del pensiero, e con polmo come luogo ove si produce il suono della voce. ■ polmo: il lessema ricorrerà più avanti anche in Ahi come, lasso, assai brig‟ò e

tramazzo, v. 13 «per dubbio ch‟avveria non parria ˆin polmo».

63. inviscato: cioè cosparso con materia proverbialmente appiccicosa, utilizzata per catturare gli uccelli (si veda solo a scopo esemplificativo Guittone, Mille salute a v‟mando, fior novello, v. 4 «e com‟a visco augel m‟avi pigliato». Giusta l‟osservazione di Sangiovanni per cui qui si dà spazio a un‟immagine di Amore più tradizionale, in direzione di una sua solita spietatezza.

64. abbomba: in attestazione unica in TLIO, s.v. abbombare.

65. scibbia‟: si segue Sangiovanni che vi vede una forma di futuro sincopata, con forma romagnola, da

scibbiare in derivazione dal latino sibulare (come variante, secondo Du Cange, di sibililare), con

passaggio dal provenzale siblar (e dal francese antico sibler/subler). In teoria potrebbe anche essere accolta la lezione di V scibbio (da pubblicare sencondo i criteri come scibbio) inteso come sostantivo „lamento‟.

66. scioppo: «presumibilmente „scoppio di doloreʼ [...] quasi ad esplosiva esternazione di sofferenza» secondo Sangiovanni.

67. toppo: ovviamente per „topo‟, con raddoppiamento consonantico richiesto dalla rima.

Dunque si punisca l‟amante debole: non osi riprendere Amore o inventare falsità sul suo conto; prima che venga preso da lui, conosca a fondo il suo comportamento e non abbia un atteggiamento superbo nei suo

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confronti; contro di lui l‟orgoglio si trasforma in quello del cervo: non esiste cuore che non venga piegato o vinto da Amore.

71. Amante: in connessione capfinida con il verso precedente, il che conferma la bontà dell‟ordine dei congedi di V, contro L che li presenta invertiti. ■ morbio: per „morbido‟ «a fonetica settentrionale, nel dileguo della sonora» (Sangiovanni).

73. s‟appigli: con rimando, per la pregnanza lirica del verbo, a Rinaldo d‟Aquino, Amorosa donna fina, v. 8 «se fiamma d‟amor m‟apiglia».

75. come cerbio: per la nota remissività del cervo, già vista in Ahi Deo merzé (→ canz. I), v. 15.

Ma se intendono ancora parlare e lo fanno contro l‟invidia, rivolgendola contro i noiosi, che spesso minano il conforto del Fino Amore, mi armerò assieme a loro. Gente noiosa, non mi nascondo a causa vostra, ma mi alleo con i fini amanti per valorizzare la positività di Amore, e non per andargli contro.

77-79. lasciando spazio a una risposta positiva del suo interlocutore (che ovviamente non arriverà, se non come ulteriore frecciata contro Amore e la sua rappresentazione tradizionale positiva).

77. ʼnvea: sta per „invidia‟.

79. tol: con intervento di riduzione sul testo dei manoscritti per evitare l‟ipermetria. 81. fini amanti: in forte opposizione con la gente noiosa del verso precedente.

Varianti formali:1. amorozo L commosso V 2. nom V potere V cielare V 3. abondda V p(ro)fererllo V proferirlo L 4.

llui V-L 5. sono V anno V can L jntenta V 6. j(n) V amore V male V retrarne L 7. isforzano V isforsa(n) L 8. loro V sentensia L partto V disenbro L 9. jnvenenato V scorppo V iscorpo L 10. diverssa V natorale L 11. pote L ppiu L 12. non(n) V 13. camore L ongni V ogne L 14. vedere V 15. naturale V natorale L rasgione V nascie V 16. naveggia L guiza L bono V 17. diziozo L charo V 18. sogiorno V ssua L stasgione V 19. jn V core V adascie V 20. gientile V pieno V amorozo L 21. ferm(m)o V vole L 22. dizira L 23. dumque V donque L grande V schanoscienza V 24. mfinta V brasma(r) L 25. ccore L jm V 26. avantire V-L ssiano L amortte V 27. tute V amore V sono V portte V 28. tali V talglia V 29. partte V deviza L tale V giente V 30. nom V soferire V amore V 31. dolsore L avere V bono V 32. sentire V 33. amore V 34. quandol L apreso V apprizo L llisco V-L 35. jnmantenente V dicie V-L 36. partto stare 37. nom V poria V porea L om(m)o V uno V-L 38. saglire L sovrano V 39. blasmare V llui V 40. mostrarssi V jsmarito V smarrito L 41. aquista V 42. asgina V-L jn V chasso V 43. loro V-L scredensa L male V portto V 44. convene V loro V mesdire V 45. loro forsa L V 46. jntenza V intensa L jm V bene V amore V vargha L 47. conpianti L fannoV tale V 48. amore V dispare V sengno V farabo V 49. maiparlieri V tornerabo V 50. sostiene V loro V vocie V largha L 51. amore V camor L dire V ciaschuno V alumo V allomo L 52.sensa L nom V serea L 53. male V vincielo V vincel L tuto V 54. amorozo L agio V uno V 55. sorvincie V anbra L 56. odore V fomo L 57. ciaschuno V avisa V aviza L scanpo L 58. jm V p(er)chuote V 59. tochi V nom V 60. cha V che L male V pionba L 61. non(n) V noe L tale V atenda V catenda L amore V-L scamppo V 62. core V lgliel V llel pemssi V lgliel V llel L dicha V 63. volere V salire V jnvischato V 64. amore V camor L de L ciaschuno V abomba V 65. cha V che L lgli V li L vale V 66. und L abia V jn V 67. talgluola V distiemsi V distensi L 68. loro V jnciende V 69. potensa L amore V nom V arende V 70. senbia L 71. dumque V donque L 72. amore V 73. avante L apilgli V-L llui V-L dicierna V 74. costumansa. L superbio L 75. llui V orgolglio V cierbio V cervio 76. non(n) V amore V vincha V 77. dire V volgliono V voglon L ffarla V 78. lli V noiozi L lloro V portto V 79. amore V camor L vincha L comfortto V 80. giente V noioza L asconddo V 81. loro V seconddo V segondo 82. core V valensa L contrarlla V

M: 4 chenlui 5 sono como 11 piu vale 12 che sua 14 tanto mai 15. amore rasgione enasscie 19. pollito edascie 20. gintile pien ~ 25. e core] ecco 28. tale 45. povera 49. mali parleri 56. odore] amore 71. castigi 75. evile

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