• Non ci sono risultati.

viene riletta in maniera negativa una teoria di Andrea Cappellano, ripresa dai trovatori, per cui la vera essenza dell‟amore sta nella sua mancata realizzazione, nella tensione mai appagata verso il proprio

ciò che si perde per la morte trista: e quest‟è suto di quanto tempo iʼ odo.

56. viene riletta in maniera negativa una teoria di Andrea Cappellano, ripresa dai trovatori, per cui la vera essenza dell‟amore sta nella sua mancata realizzazione, nella tensione mai appagata verso il proprio

oggetto del desiderio (e non per niente il matrimonio con la sua routine andrebbe evitato (cfr. per esempio

De Amore, II, VIII:« Facilis perceptio contemptibilem reddit amorem, difficilis eum carum facit haberi»).

Il concetto è espresso in maniera esaustiva da Panuccio del Bagno in Sì dilettoza gioia, vv. 8-14: « [...] monta in più voler d‟omo natura, / und‟el non mai si pagha né contenta, / ché suo voler non lenta, / ma crescie, dizïando maggior cosa; / unde non prende posa, / né perfetta di gioi port‟allegransa, / ché quant‟à più, voler d‟aver più ʼnnansa»; cfr. inoltre Chiaro, La mia gran benenanza e lo disire, vv. 34-35: «Quant‟io più prendo di voi, più ne bramo, / membrando, bella, ch‟io di voi sia amante».

Due sono nell‟uomo gli indizi di virtù: la buona reputazione è il primo, la libertà è tutto il resto di quello che l‟onore desidera e pretende. Chi non li possiede, giovane o vecchio, può ben darsi per morto! L‟amore ‒ che chiamo morte ‒ ha questo fine ultimo: allontana chi ha preso da rispettabilità e libero arbitrio. Sicché, da un punto di vista terreno, vedete che Amore distrugge ogni bene supremo; da un punto di vista celeste, vedete che l‟uomo non riesce a fuggire affinché l‟anima non precipiti all‟inferno: qui è vuota e appesantita allo stesso tempo, patendo continuamente fame e sete.

57-60. stessa movenza nella canzone di Chiaro, inviata a Monte, A San Giovanni, a Monte, mia

canzone, vv. 20-22: «[...] le due son saluto: / giovantute, santà è porto e nave, / libertà di ciascuna è l[o]

valuto». ■ vole e comanda: dittologia sinonimica presente in altri rimatori (nei quali, solitamente, l‟azione è riferita alla donna o all‟amore), cfr. per esempio Carnino Ghiberti, Luntan vi son, ma presso v‟è lo core, v. 51 «da poi ch‟Amor lo vole e comanda» e l‟Amico di Dante, La gioven donna cui appello Amore, v. 5: «vòle e comanda a·mme su‟ servidore».■ radice mezzo e cima: altra variante della tripartizione retorica; le CLPIO ricordano l‟abitudine dei retori a paragonare le parti dell‟ argomentazione a un albero. Cfr. per

87

l‟uso in poesia l‟anonima (V 382, c. 116v) Un‟alegrezza mi vene dal core, v. 14: «radice e mezzo e cima è d‟ogni bene».

65-67. è interessante notare come la duplice prospettiva di indagine, terrena e spirituale, sia utilizzata anche da Andrea Cappellano, De Amore, III, «[...] cunctis amor in vita poenam intolerabilem praestat hominibus et maiores in immensum poenas post mortem facit subire defunctos [...]».

68-69. cfr. Guittone, Trattato, Del turcascio che porta cinto l‟Amore, vv. 10-11, « en vita l'omo sempre destruggendo, / l‟alma menando a morte en inferno»; con lo stesso verbo inoltre nella Corona di casistica

amorosa, 35, vv. 13-14: «Amor, perché fai mal pur sol a‟ tuoi, / como quel de lo ʼNferno che i percuote?».

69-70. cfr. Salmi, 106, 9: «[...] satiavit animam inanem / et animam esurientem satiavit bonis». ■ fame e

sete: potrebbe essere una sorta di contrappasso (cfr. De Amore, III,: «[...] propter amorem corpus minoris

cibi et potus assumptione nutritur [...]»), sulla base di un abusato luogo comune (si veda quanto scrive polemicamente Peire Cardenal, Ar mi puesc, vv. 1-2: «Ar mi puesc yeu lauzar d‟amor, / que no·m tol maniar [...]»). Cfr. anche Guido delle Colonne, Ancor che·ll‟aigua per lo foco lasse, vv. 53-54: «ancor che fame e sete / lo corpo meo tormenti».

Chi vuole affermare che l‟amore gli arrechi vantaggio, può starsene solo al mondo e provare a spiccare il volo senza ali. se fosse esistita una persona con questo pensiero, non sarebbe rimasta un‟ora nel mondo ma sarebbe stata distrutta (lei e tutta la sua specie).

72. cfr. Petrarca, Rvf, 169, vv, 1-2: «Pien d‟un vago penser che me desvia / da tutti gli altri, et fammi al mondo ir solo».

73.immagine ricorrente in Monte, come nell‟attacco della tenzone fittizia «Ben saccio, Amor, chi sanza l‟ale vola, / che doloroso faria suo vïaggio»; cfr. inoltre: «Omo disvarëato tegno il quale / già non unqu‟ale – à vere, e prende re‟ volo». Simile inoltre a Chiaro, Uno disio m‟è nato, vv. 26-27: «ch‟amor mi fa volere / senza l‟ale volare». Cfr. anche, ma in diverso contesto, Carnino Ghiberti, Poi ch‟è sì vergognoso, vv. 31-32: «in cui fa‟ regnamento / volar lo fai sanz‟ale». Rileggono l‟immagine in chiave cristiana sia Dante (Paradiso, XXXIII, vv. 13-15: « Donna, se‟ tanto grande e tanto vali, / che qual vuol grazia e a te non ricorre, / sua disïanza vuol volar sanz‟ ali») sia Petrarca (Rvf 365, v. 1-3: «I‟ vo piangendo i miei passati tempi / i quai posi in amar cosa mortale, / senza levarmi a volo, abbiend‟io l‟ale»). Per un possibile archetipo cfr. Agostino, Enarrationes in Psalmos, CXXI, 1: «Sicut amor immundus inflammat animam, et ad terrena concupiscenda et peritura sectanda perituram vocat, et in ima praecipitat, atque in profunda demergit [...] Obligata enim anima amore terreno, quasi viscum habet in pennis; volare non potest» (sulla metafora del volo associata all‟amore è utile PERTILE 2005, pp. 115-128).

74-76. immagine iperbolica. Cfr. Panuccio, Doloroza dogl[i]ensa in dir m‟adduce, vv. 43-45: «[...] corpo alcun non, credo, è sotto ʼl cèlo, / che regni ʼn vita, un‟or‟ vi dimorasse / e che sensa dimora no i fallasse». ■

figura incarnata: il sintagma compare anche in Re Enzo, S‟eo trovasse Pietanza, v. 2.

Frenatevi matti, voi che lodate una cosa che spegne la luce dell‟anima e distrugge le creature degne; né forza né saggezza riconquistano ciò che è andato perduto a causa di questa morte triste: e questa mi pare la tendenza dominante oggi.

77. Posate, folli: simile apostrofe in Tommaso di Sasso, D‟amoroso paese, vv. 32-33: «Folli, sacciate: finché l‟amadore / disia, vive ʼn dolore». Un ammonimento ai discepoli di amore, ma più pacato, è anche in Pucciandone Martelli, Lo fermo intendimento ch‟ëo aggio, vv. 10-11: «o bona gente, per Dio, non guardate / d‟Amor, ch‟è ʼn veritate pien d‟errore?».

88

78. date lodo: cfr. per la costruzione Inghilfredi, Greve puot‟on piacere a tutta gente, vv. 22-23: «[...] no m‟è a piacimento / dar lodo a chi comette fallisione».

80. saver né forzo: la coppia di termini ricorre, contro l‟amore, anche in Guittone nella più volte citata

O tu, de nome Amor, v. 64: «Che grave forzo e saver contra i vale?».

Varianti formali: 1. Aj V-L mizero L taupino L 2. ciernire V cernire L mezo V chapo 3. visiosi L 4. stia L erore V

giente V mancha V-L 5. rasgione V 6. difemsione V quale V vuole V vol L schudo V 7. colppoV ongnora V jngnudo V 8. giente V im V batalglia V battagla L stancha V-L 9. rasgione V niegha V negha L 10. l L tortto V temppo V tenpo L 11. temppo V 12. ssi L paleze L 13. comsumando V consom(m)ando L ppoco L ppoco L 14. ongni V piegha L 15. gjente V erore V alchuno V 16. visioso L amore V chiam(m)o V 17. mortte V apello V-L 18. ancora V pegio V se L pegio V 19. principio L 21. alora V 22. tu L pruova (con u espunta) L 23. mezo V tuto V l L male V radoppia L 24. ditta L mortte V 25. dizio 26. rassional L fati V 27. e L ongne V 28. tuti V visii L portti V jn V 29. ancor L aducie V mezo V 30. ubidire V ubidir L servire V sensa L 31.cogni L ongni V 32. disinore V ciascuno V scuopre L 33. convene V 34. mortali V uomo V om L abia V 35. unde L mortale V presgione V gabia V cabbia L 36. chui V ccui L convene V jn V seguire V 37. magiore V jngan(n)o V jn V 38. ciaschuno V omo V pare V 39. chura V nno(n) L 40. aime V 42. ongni V bene V corppo V 43. pongnamo V ditto L 44. co V 45. ciaschuno V chapitolo V fusse L sovrano V 45. conducie V-L 46. parere V cielo V teghia V 47. cuopre L 48. nominansa L ongnora V crescie V-L 49. quale V rabeliscie V 50. orato V om(m)o V veghia V 51. oranza V avere V nom V puo L onbra L 52. sse L alchuno V porgie V 53. um V scorgie V 54. dona L 55. core V jn V en L pio L dizii L bbrama L 56.pio L pio L quello V volere V ingo(n)bra 57. ll L om(m)o V sono V so L spechio V 58. nominansa L 59. libberta L mezo V 60. tuto V conore V vuole V 61. nom V mantene V vechio V 62. riputareV po L corppo V mortto V 63. mortte V portto V 64. chui V preso V jn V tuto V fuori V for L 65. chusi L rasgione V temporale V tenporal L 66. o(n)gni V somato V istrugie V 67. l‟uom(m)o V nom V fugie V 68. perchuota V jn V 70. soferendo V 71. qual L vuole V vole L camore L amore V tiene V ten L 72. partte V stare V monddo V serebbe L 73. sensa L prendere V 74.fusse L fighura V jncharnata V 75. monddo V 76. seria L asemp(ro) V assenpio L 78. congni V cogne L spengne V 79. corppo V ucide V-L dengne V 80. savere V fforso L raquista V-L 81. ssi L mortte V 82. temppo V tenpo L j V

89

Outline

Documenti correlati