• Non ci sono risultati.

Il modello turistico di Montecatini Terme Sommario: 1 Espansione e globalizzazione del turismo – 2 Turismo, specializzazione

3. La competitività turistica dell’Italia

Ma come si inserisce l’Italia nello scenario europeo e globale? In que- sto quadro di accesa competizione per accrescere e mantenere le quote del mercato turistico globale l’Italia è progressivamente arretrata. In par- ticolare, la classifica mondiale (limitata ai primi dieci paesi per numero di arrivi e di introiti turistici) riferita al biennio 2012-2013 vede ancora in te- sta la Francia che con quasi 85 milioni di arrivi turistici annuali distanzia nettamente gli altri nove paesi. Al secondo posto gli Stati Uniti (quasi 70 milioni di arrivi), al terzo la Spagna (60,7 milioni), al quarto la Cina (55,7 milioni) che ha rapidamente scalato la classifica e al quinto l’Italia (47,7 milioni). La variazione dei flussi turistici internazionali 2012-2013 è stata positiva per i dieci paesi9, così come la variazione degli introiti valutari

(tab. 1). Le posizioni in classifica per introiti turistici e per numero di ar- rivi non coincidono completamente poiché il primo posto per quantità di introiti è occupato saldamente dagli Stati Uniti (173 miliardi di dollari), quasi il triplo rispetto alla Spagna (60,4) e alla Francia (56,7), seguono la Cina e Macao e poi al sesto posto l’Italia che nel 2013 ha incassato 43,9 mi- liardi di dollari. Una voce più che positiva per la bilancia dei pagamenti e per il PIL italiano dove nonostante il perdurare della crisi il turismo con- ferma la sua tenuta diventando uno dei pochi settori produttivi italiani in grado di rilanciare l’economia interna.

In breve, negli ultimi trent’anni l’Italia è scesa dal quarto al quinto posto nel mercato turistico globale per numero di arrivi turistici internazionali e 9 LaCinahaavutounavariazionenegativaancheperchénelbilanciosonostatiscorporatigli

66 Territorio e turismo: un lungo dialogo

dal terzo al sesto posto per introiti valutari. Anche le previsioni al 2020 non sembrano rosee: nelle prime posizioni della classifica mondiale per nume- ro di arrivi turistici si collocano Cina, Francia, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e Italia (http://www.unwto.org).

Tabella 1 – Primi dieci paesi del mondo per arrivi turistici internazionali e introiti valutari.

Posizione Arrivi internazionali (milioni) Introiti (miliardi di US $)

Paesi 2012 2013 var. % Paesi 2012 2013 var. %

1 Francia 83,1 84,7 2,0 Stati Uniti 161,2 173,1 7,4

2 Stati Uniti 66,7 69,8 4,7 Spagna 56,3 60,4 3,9

3 Spagna 57,5 60,7 5,6 Francia 53,7 56,7 2,1

4 Cina 57,7 55,7 –3,5 Cina 50,0 51,7 3,3

5 Italia 46,4 47,7 2,9 Macao (Cina) 43,7 51,6 18,1

6 Turchia 35,7 37,8 5,9 Italia 41,2 43,9 3,1

7 Germania 30,4 31,5 3,7 Thailandia 33,8 42,1 23,1

8 Regno Unito 29,3 31,2 6,4 Germania 38,1 41,2 4,5

9 Russia 25,7 28,4 10,2 Regno Unito 36,2 40,6 13,2

10 Thailandia 22,4 26,5 18,8 Hong Kong (Cina) 33,1 38,9 17,7

Fonte:http://www.enit.itehttp://www.unwto.org,2014

Dopo essere stato uno dei paesi first comer, l’Italia ha iniziato progres- sivamente a perdere competitività nello scenario turistico globale; uno dei motivi del ritardo della crescita turistica nazionale riguarda anche la minor attenzione verso questo settore da parte dei decisori politici, infatti gli inve- stimenti italiani nel turismo sono più bassi rispetto a quelli degli altri paesi europei e del mondo (9% contro rispettivamente 11% e 12%) e le previsioni non sono rosee, anzi il gap con gli altri paesi tenderà ad aumentare se la rot- ta non sarà invertita.

Il valore economico del turismo è misurato dalla bilancia dei paga- menti turistica che nel 2013 ha fatto registrare un saldo positivo di 12.755 milioni di euro (pari all’0,8 per cento del PIL), in leggero aumento rispet- to all’anno precedente. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia (33.064 milioni di euro) sono aumentate del 3,1%; quelle dei viaggiatori italiani all’estero (20.309 milioni) sono diminuite dell’1,0% (Banca d’Italia 2014). Nel complesso, in Italia il turismo vale l’11,6% dell’occupazione naziona- le e il 13,4% del PIL: l’incidenza del settore sull’economia così misurata è molto vicina a quella del settore delle costruzioni, un valore che colloca il settore turistico tra le industrie più rilevanti per l’economia italiana.

Oltre ad essere uno dei pochi settori con incrementi positivi al punto da riuscire a raddoppiare il suo valore aggiunto negli ultimi 20 anni (ISTA, Mercury, 2014).

Nel 2013 l’offerta ricettiva nazionale comprende oltre 157.000 strutture (delle quali il 21,2% alberghi e il 78,8% strutture ricettive complementa- ri10), per un totale di oltre 4.780.000 posti letto così ripartiti: il 47,2 negli al-

berghi e il 52,8% nelle strutture ricettive complementari. Gli arrivi turistici in Italia hanno mantenuto un trend di crescita (fig. 4) nel lungo periodo (1956- 2013), una crescita meno forte ma nel complesso in linea con l’anda- mento mondiale.

Figura 4 – Italia, arrivi turistici complessivi, v.a., 1956-2013. [Fonte: elaborazione su dati http://www.istat.it]

L’andamento di lungo periodo relativo alle dinamiche degli arrivi tu- ristici totali (italiani e stranieri) negli alberghi italiani mostra una costan- te tendenza verso la crescita; dal 1957 al 2013 il numero degli arrivi nelle strutture ricettive alberghiere è quadruplicato, pur con sensibili oscillazio- ni congiunturali (fig. 5).

Osservando i processi di medio periodo degli ultimi dieci anni (2003- 2013) relativi all’andamento della domanda turistica italiana si nota il ri- dimensionamento dei viaggi interni (–41%) e, in misura minore, anche dei viaggi all’estero (–20%); a differenza di altri paesi europei quali Francia e Spagna che hanno subito soltanto una lieve diminuzione del turismo inter- no (http://www.ont.it, 2014).

10 Lestrutturericettivecomplementaririlevatedall’Istatsono:campeggi,villaggituristici,al-

loggi in affitto, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi alpini, bed & breakfast, altri esercizi ricettivi (http://www.istat.it).

68 Territorio e turismo: un lungo dialogo

Per quanto riguarda il movimento turistico interno in Italia si nota una progressiva divaricazione tra gli arrivi e le presenze, divario che si è ulte- riormente accentuato dal 2011. In particolare, le presenze turistiche interne prima hanno cessato di crescere (2007-2008), poi dal 2012 hanno iniziato a ridursi sensibilmente (fig. 6).

Figura 5 – Italia, arrivi turistici negli esercizi alberghieri, 1956-2013. [Fonte: elaborazione su dati http://www.istat.it]

Figura 6 – Italia, arrivi e presenze turistiche interne, 2003-2013. [Fonte: elaborazione su dati http://www.istat.it]

Quindi sembrerebbe che i motivi siano più strutturali che congiuntura- li, cioè legati agli effetti della crisi economica che si è inserita in una situa- zione già difficile aggravando e frenando la ripresa della domanda interna. Inoltre, la contrazione dei consumi delle famiglie italiane per beni e servizi

non alimentari è ormai in calo da oltre dieci anni11 e le ripercussioni si sono

fatte sentire anche sul turismo, sia con la diminuzione dei viaggi sia soprat- tutto con la diminuzione della durata. Una situazione preoccupante perché il turismo interno è stato ed è tuttora un potente vettore di sviluppo econo- mico che agisce a scala locale, regionale e nazionale.

Secondo i dati rilevati dall’Istat12 nel 2013 gli italiani che hanno fatto viag-

gi entro i confini nazionali sono stati 63 milioni (–19,8% rispetto al 2012); in particolare, dal 2011 gli arrivi turistici domestici sono diminuiti del 10%, le presenze del 12,4% e la permanenza media13 è scesa da 3,74 a 3,64 giorni.

Migliori sono invece i dati relativi gli arrivi e alle presenze dei turisti stranie- ri in Italia che rimangono stabilmente in crescita (ONT 2013). I due effetti com- binati, l’aumento dei turisti internazionali e la contemporanea riduzione della domanda interna, delinea un nuovo scenario: per la prima volta in Italia nel 2014 gli arrivi dei turisti stranieri hanno superato quelli del turismo domestico. Nel contesto mondiale di crescita dei flussi turistici il caso italiano pre- senta segnali contrastanti tra gli arrivi internazionali (in crescita) e quelli interni (in calo), gli esiti di questi due processi in atto ormai da tempo po- trebbero avere come risultato la transizione dal turismo interno al turismo internazionale come driver della crescita. Conferme in questa direzione provengono da alcune recenti ricerche che parlano di ‘sorpasso’ dei turisti stranieri su quelli interni (Capobianco 2014) (fig. 7).

Figura 7 – Italia, andamento del turismo interno e straniero, valori percentuali, 1958-2013. [Fonte: Nomisma su dati Istat]

11 Alcunestimeindicanouncalodellacapacitàdispesadel27%dal2002al2013(http://www.

istat.it, 2014).

12 L’Istatrilevaidatiinerentialturismotramiteindaginicampionarie,stimecheperquest’at-

tività sono generalmente al ribasso; inoltre, è necessario ricordare che il valore aggiunto pro- dotto dall’escursionismo non è finora rilevato statisticamente.

13 Lapermanenzamedia,cioèilnumerodeigiornichevengonodestinatialleattivitàturi-

70 Territorio e turismo: un lungo dialogo

Gli ultimi dati Istat disponibili sul movimento turistico in Italia nel 2013 sono i seguenti: gli arrivi dei turisti stranieri sono stati 10.274.652 (48,41% degli arrivi totali), gli arrivi del turismo interno sono stati 10.949.242 (51,59%). Tecnicamente ancora non è un sorpasso ma i valori sono molto vicini considerando anche che il trend degli arrivi dall’estero è positivo e quello della domanda interna è negativo.

I segnali positivi che appaiono dall’andamento degli arrivi e delle pre- senze internazionali, entrambi in crescita dal 2008, confermano che l’attrat- tività dell’immagine italiana all’estero è rimasta forte anche dopo la crisi del 2008. Ma anche il turismo internazionale si piega alla necessità, in parte economica e in parte sociale, di ridurre la durata del viaggio, con la perma- nenza media scesa nell’arco di sei anni da 3,9 a 3,7 giorni (tab. 2).

Tabella 2 – Italia, arrivi e presenze straniere, 2008-2013.

Anno Arrivi Presenze mediaPerm. Var. % arrivi presenzeVar. %

2008 41.796.724 161.797.434 3,9 –2,5 –1,0 2009 41.124.722 159.493.866 3,9 –1,6 –1,4 2010 43.794.338 165.202.498 3,8 6,5 3,6 2011 47.460.809 176.474.062 3,7 8,4 6,8 2012 48.738.575 180.594.988 3,7 2,7 2,3 2013 50.242.377 184.757.558 3,7 3,1 2,3 Fonte:elaborazionesudatihttp://www.istat.it

Le nuove abitudini negli stili di vita e nell’uso del tempo libero dei tu- risti vanno nella direzione della mixitè, cioè di vedere, vivere, consumare più tipologie di turismo; la tendenza è verso una maggiore ibridazione del tempo (ad esempio mescolando benessere, eventi e svago) e dello spazio turistico (spostandosi sia per visitare le città d’arte, i centri balneari e altre località turistiche vicine).

Ma per le destinazioni turistiche quello che ancora conta è il momento della scelta del luogo dove pernottare e in questo senso i dati sugli arrivi e presenze del turismo internazionale diviso per tipologia di prodotto turi- stico possono risultare interessanti.

In questo contesto, in Italia le città d’arte detengono un potere attratti- vo eccellente con una quota di arrivi turistici pari al 45% del totale, anche se fanno registrare la permanenza media più bassa (2,8 giorni). Il turismo balneare e lacuale (rispettivamente il 16,8 e 9%) sono le due tipologie turi- stiche con la permanenza media più alta (5,2 e 5,1 giorni); mentre le località termali ottengono il 3,6% degli arrivi e il 3,0% delle presenze straniere con una permanenza media pari a 3,6 giorni (tab. 3).

Tabella 3 – Italia, turisti stranieri per tipologia di destinazione turistica, 2013.

Località di interesse turistico

2013 2013 %

Arrivi PresenzePermanenza media Arrivi Presenze

Cittàd’arte 22.691.248 62.453.041 2,8 45,14 33,80 Località marine 8.453.558 43.599.622 5,2 16,82 23,59 Località lacuali 4.517.620 22.915.971 5,1 8,99 12,40 Località montane 4.350.977 20.859.784 4,8 8,66 11,29 Località collinari 2.052.254 9.199.162 4,5 4,08 4,98 Località termali 1.542.042 5.593.040 3,6 3,07 3,03 Altre località 6.655.537 20.172.762 3,0 13,24 10,92 Totale 50.263.236 184.793.382 3,7 100,00 100,00 Fonte:elaborazionesudatihttp://www.enit.itehttp://www.istat.it

Nel 2013 in Italia la permanenza media mensile complessiva oscilla tra il picco agostano più alto (5,1 giorni) e quello novembrino più basso (2,7 giorni), con una media di 3,34 giorni. Ma anche in questo caso il luogo di provenienza dei flussi turistici sottende processi diversi: i turisti stranieri hanno una permanenza media con un andamento mensile meno concen- trato rispetto ai flussi turistici interni (si veda i paragrafi 4.2 e 4.3).

Nel panorama italiano, oltra alla differenziazione per tipologia della risor- sa e del prodotto turistico, sono rilevanti anche le specializzazioni turistiche regionali che si presentano ancora piuttosto significative. Specializzazioni e articolazioni locali che in parte rispecchiano e trovano origine nella dotazio- ne iniziale del patrimonio naturale che nel corso del tempo è stato trasforma- to in risorse turistiche dall’azione delle collettività insediate nei territori. Una sedimentazione storica che ha lasciato in dotazione (ai comuni, alle regioni e all’Italia) un capitale sociale, culturale ed economico di tutto rilievo, irripe- tibile e non riproducibile altrove proprio perché frutto di una stratificazione storica. Una modalità evolutiva unica costruita lentamente giorno dopo gior- no, secoli dopo secoli, dalle interazioni/alterazioni tra le comunità umane e l’ambiente naturale nel quale hanno scelto di insediarsi.

L’insieme delle risorse naturali e umane, storiche e culturali che possiede l’Italia rappresenta un capitale da utilizzare con sapienza, lungimiranza, ef- ficienza e sostenibilità; esso costituisce un vantaggio competitivo rispetto al resto del mondo purché si sappia riconoscerlo e valorizzarlo per i residenti e condividerlo con i turisti. In questo senso, un esempio semplice ma signi- ficativo riguarda il numero dei luoghi World Heritage, tutelati direttamente dall’Unesco14; attualmente la lista del patrimonio mondiale include 1.001 siti

14 L’Unesco(OrganizzazionedelleNazioniUniteperl’educazioneelascienza)conlaConven-

zione per il patrimonio mondiale del 1972 si adopera per la conservazione dell’ambiente natu- rale e la tutela delle opere culturali: «La Convenzione riconosce i modi in cui l’uomo interagisce

72 Territorio e turismo: un lungo dialogo

(suddivisi in: 777 beni culturali, 194 naturali e 30 misti) ubicati in 161 paesi, siti che formano parte del patrimonio culturale e naturale mondiale. Fino ad oggi l’Italia, con i suoi 50 luoghi Unesco, è il paese che detiene il maggior numero di siti iscritti nella World Heritage List; essi sono distribuiti in tutte le regioni italiane (fig. 8). Dei 50 siti italiani quelli toscani sono: i centri storici di Firenze, Siena, San Gimignano e Pienza, piazza del Duomo a Pisa, la Val d’Orcia e le ville medicee (http://www.unesco.org). L’immagine di questi luoghi ne esce rafforzata sia in termini di visibilità mondiale, sia in termini di qualità perché è un’immagine forte in quanto unica e rara; elementi che potenziano il volano turistico inserendosi appieno nell’ambito del turismo culturale, che rimane una tipologia di offerta turistica fondamentale e in crescita pesando il 35% dell’intero settore turistico italiano (Formez, Federculture 2014).

Figura 8 –I siti Unesco in Italia. [Fonte: http://www.ontit.it]