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Il modello turistico di Montecatini Terme Sommario: 1 Espansione e globalizzazione del turismo – 2 Turismo, specializzazione

2. Turismo, specializzazione e competitività

Più in generale la specializzazione, o vocazione economica dominante, identifica geograficamente uno spazio caratterizzandolo sia dal punto di vista economico sia da quello identitario-culturale in maniera tale da di- stinguerlo dal resto del territorio. Infatti la specializzazione long runner è frutto di un processo storico-economico che ha preso avvio per una serie di circostanze e condizioni particolarmente favorevoli (presenza di risorse naturali, idee, manodopera qualificata, successo di mercato) e che conti- nuerà il suo cammino finché ci saranno rendimenti crescenti, cioè accumu- lazione di capitale e di conoscenze in uno specifico settore di attività.

Specializzazione significa anche vantaggi competitivi che dipendono dal territorio, vantaggi che nascono dalla localizzazione e concentrazione in uno spazio limitato di un insieme di imprese operanti in uno stesso settore pro- duttivo che interagiscono in un complesso sistema di competizione e coope- razione. L’intensità e la stabilità nel tempo di queste relazioni inter-imprese e delle relazioni sociali con gli altri attori locali (imprese, istituzioni, citta- dini) attiva economie esterne di agglomerazione che nascono direttamente dal territorio e potranno risultare tanto più efficaci quanto più strutturate e articolate saranno le relazioni sociali ed economiche. Inoltre, i rapporti di interdipendenza e collaborazione tra le imprese e con gli altri attori sociali possono dar vita a nuove combinazioni di vantaggi ambiental-territoriali geograficamente localizzati e quindi unici, non riproducibili altrove.

Ogni sistema locale ha relazioni economiche e sociali con i territori più ampi di riferimento7, fa parte di reti transcalari che agiscono a scala locale,

7 NelcasodiMontecatiniTermeilterritoriorispondeallesollecitazionicheprovengonodai

processi locali (Valdinievole e provincia di Pistoia), regionali (Toscana), nazionali (Italia) e globali (Europa e mondo).

regionale, nazionale, continentale e globale, reti e relazioni dense, robuste e complesse facilitano e avvantaggiano i sistemi locali nel fronteggiare l’au- mento della competizione e le nuove sfide provenienti dal mercato turisti- co globale.

La globalizzazione procede anche omogenizzando le destinazioni tu- ristiche livellando e standardizzando l’offerta proprio quando i turisti ricercano nei luoghi unicità e identità legate alle risorse e caratteristiche del territorio e del paesaggio. Le nuove sfide affrontate dal settore turisti- co riguardano almeno tre punti: a) diversificazione dell’offerta, anche in conseguenza della maggiore competitività globale; b) maggiore rapidità dell’offerta turistica nell’innovare qualitativamente; c) maggiore capacità di attrazione che passa anche attraverso la valorizzazione del territorio mi- gliorandone la qualità, l’identità e l’immagine.

Nel confronto con gli altri settori il turismo è avvantaggiato come dri-

ver per lo sviluppo locale, poiché genera forti legami con gli altri settori

economici contribuendo direttamente e indirettamente alla crescita eco- nomica. La ricchezza rimane e ricade all’interno del paese e i suoi profitti sono «widely distribuited»; inoltre, il turismo incentiva gli investimenti nel settore dei trasporti, la creazione di reti infrastrutturali e più in gene- rale, gli investimenti nelle destinazioni turistiche producono consistenti «economic returns» (WTTC 2013). Il turismo è una delle più importanti industrie del mondo e le recenti analisi del WTTC sull’impatto econo- mico diretto e indotto e sulla competitività del settore Travel&Tourism indicano risultati di crescita del settore sia in percentuale annuale sia come peso economico sul prodotto interno lordo globale (http://www. wttc.org).

Nello specifico, il WTTC distingue il valore aggiunto delle attività tu- ristiche in tre parti: 1) diretto, che include le attività e gli impieghi nel set- tore Tourism & Travel (alloggio, ristorazione, trasporti); 2) indiretto, cioè si misura la catena di valore (supply chain), le interdipendenze e le relazioni che si attivano attorno al settore T&T (servizi finanziari, sanità, arredamen- to, forniture in genera); 3) indotto, che misura l’impatto a scala locale del turismo (cibo e bevande, commercio, servizi alla persona, prodotti mani- fatturieri). La catena del valore creata dall’interazione tra le attività turi- stiche e le altre attività economiche forma reti territoriali che aumentano la complessità e la resilienza, cioè la capacità del sistema economico locale di reagire alle perturbazioni introdotte dal mercato turistico nazionale e globale. La specializzazione agisce sia con reti interne alla stessa attività di

incoming (agenzie di viaggio, tour operator, guide turistiche) sia creando

indotto territoriale; privilegiando in ogni caso la dimensione locale, il terri- torio e la comunità insediata. Le principali interazioni riguardano il settore dei trasporti, del commercio e dei servizi culturali (eventi, manifestazioni artistiche, convegni, fiere), così come la gestione e la manutenzione dei mo- numenti, dei musei degli stabilimenti termali, delle risorse turistiche natu-

64 Territorio e turismo: un lungo dialogo

rali e antropiche. Il turismo è legato a doppio filo alle qualità e alle risorse del territorio e, a differenza dell’industria che può decidere di spostare o delocalizzare la produzione, le attività turistiche rimangono strettamente legate e dipendenti dal luogo, non possono essere delocalizzate esse sono necessariamente locali.

Negli ultimi venti anni il sistema turistico ha registrato grandi trasfor- mazioni sia nella struttura dell’offerta, diversificandosi e specializzandosi, sia in quella della domanda, per motivazione, durata del viaggio, mezzi di trasporto. Cambiamenti che hanno costretto a un ripensamento e a un riposizionamento innovativo dell’offerta turistica sul mercato mondiale so- prattutto in quelle regioni e destinazioni turisticamente ‘mature’ ad antica vocazione e specializzazione turistica.

Annualmente il World Economic Forum’s Global Benchmarking pre- senta il T&T Competitiveness Report, una classifica dei paesi stilata sulla base della competitività turistica, nel 2014 i primi paesi sono risultati: Spa- gna, Francia, Germania, Stati Uniti, Svizzera, Australia e Italia. La defini- zione di competitività turistica di una destinazione utilizzata per stilare la classifica fa riferimento ad una pluralità di elementi: capitale naturale e umano, infrastrutture che ne agevolano la fruizione, imprese turistiche, industrie complementari e di supporto a quella turistica, popolazione re- sidente, istituzioni pubbliche e flussi turistici. L’Italia possiede la maggior parte di questi elementi, dalle risorse naturali a quelle umane, ma non sempre riesce a valorizzarle adeguatamente. Nel rapporto del World Eco- nomic Forum si legge che sebbene le risorse e le grandi attrazioni turisti- che non siano equi-distribuite tra i paesi europei questo fattore non spiega completamente il consistente divario di competitività che vi è tra i paesi europei. In Italia fra i motivi del gap di competitività sicuramente vi sono i bassi investimenti nel settore turistico e nella cultura8, la scarsa efficacia

della promozione e della valorizzazione turistica: «Not all countries give the same amount of priority to developing the T&T sector. For example, both Spain and Italy have outstanding attractions for tourists, but Spain has more pro-actively built on these strengths while Italy exhibits a less strategic approach» (WEF 2015).

Nelle analisi di matrice economica è fondamentale considerare e va- lutare la competitività non solo del prodotto, ma anche dal sistema di produzione, comparandolo con quello degli altri competitor. Però, valu- tare e incentivare le azioni verso la sostenibilità è ancora poco abituale, anche se l’opzione della competitività sostenibile rappresenta una con- 8 Gliinvestimentinelsettoreculturale,oltreadesseredirettamentefruibilidairesidentiedai

turistici, hanno un moltiplicatore decisamente più elevato rispetto agli alti settori economici; in pratica un euro investito in cultura ne genera mediamente 1,7 e in particolare il molti- plicatore più alto riguarda gli investimenti nel patrimonio storico-artistico e nelle industrie creative (Unioncamere, 2013).

creta possibilità per lo sviluppo futuro. La preoccupazione principale di chi spesso si dichiara contrario alla sostenibilità è quella di vedere ‘con- gelate’ delle risorse ad oggi disponibili; in realtà la sostenibilità non è un concetto statico, legato all’immobilità e alla mera conservazione del- le risorse. Si promuove lo sviluppo e la crescita per poter evolvere, ma tutto ciò deve tenere conto del fatto che ad ogni azione corrispondono delle conseguenze, che ogni risorsa consumata o alterata oggi (risorse naturali, culturali, paesaggio, economiche) non sarà più a disposizione. Il cambiamento di ottica, quindi, non è tanto nel consumo delle risorse, quanto nella progettazione dello sviluppo, che dovrebbe essere più effi- ciente e durevole.

Nelle linee guida dell’Unione europea la competitività dell’industria tu- ristica è strettamente legata alla sua sostenibilità, poiché la qualità delle destinazioni turistiche dipende in misura considerevole dal loro ambiente naturale e culturale e dalla loro integrazione nella comunità locale (http:// ec.europa.eu).