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Il modello turistico di Montecatini Terme Sommario: 1 Espansione e globalizzazione del turismo – 2 Turismo, specializzazione

4. L’evoluzione del turismo a Montecatini Terme

4.3 La stagionalità turistica allargata

In italiano il termine stagione (corrispondente all’inglese season e al francese saison) deriva dal latino statio, cioè fermarsi e quindi anche luogo di sosta, di soggiorno. Quindi fin dalle origini la dimensione dell’accoglien- za è stata insita nel termine che con il passare del tempo ha assunto anche altri significati21. Inoltre, il collegamento diretto con il turismo è sottoline-

ato dal termine ‘stazioni turistiche’ rimasto in voga fino agli anni Settanta del Novecento per identificare le località turistiche italiane.

La stagionalità è una delle caratteristiche distintive del turismo globale: gli arrivi turistici si concentrano in pochi mesi dell’anno, se non in poche febbrili settimane, ma questo stato di fatto oltre a creare inefficienze econo- miche produce anche pressioni sulle risorse naturali e sul sistema sociale nel suo insieme. Fino a quando il turismo è rimasto un’attività relativamen- te di nicchia l’andamento turistico stagionale era considerato come inevita- bile e naturale, legato cioè ai ritmi delle stagioni e del tempo libero e non veniva percepito come una criticità. Questo stato di fatto è mutato con la progressiva massificazione dei flussi turistici che ha accentuato rendendo 21 Comeadesempiolestagioniclimatiche(primavera,estate,autunno,inverno)oppurela

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manifesti i disagi sociali, le pressioni sull’ambiente naturale e le ripercus- sioni economiche che i picchi di alta e altissima stagione recano con sé.

La stagionalità dei flussi turistici è ricorrente e sistematica sebbene non necessariamente regolare, legata a fattori essenzialmente naturali22 (soprat-

tutto climatici) e a fattori umani, quali ad esempio i tempi dettati dal lavoro e dal tempo libero, e dalle mode. La stagionalità turistica ha una sua intrin- seca forza di inerzia, difficile da cambiare, perché poggia sulle solide basi sia della componente naturale e morfologica del territorio sia di quella eco- nomica e sociale. Uno dei più noti studiosi di geografia del turismo Rich- ard W. Butler descrive così la stagionalità: «a temporal imbalance in the phenomenon of tourism, which may be expressed in terms of dimensions of such elements as numbers of visitors, expenditure of visitors, traffic on highways and other forms of transportation, employment, and admissions to attractions» (Butler 1994).

Altre definizioni mettono l’accento sulle cause della stagionalità, ad esempio Hylleberg definisce la stagionalità come «un movimento che av- viene nell’arco dei 12 mesi, non necessariamente regolare ma sistemico causato dall’alternarsi del clima, del calendario, e dalle decisioni, dirette o indirette, dei tempi economici della produzione e del consumo» (Hylleberg 1992). In letteratura sono indicate alcune tipologie generiche di stagionalità che comunemente si suddivide in tre periodi: alta (luglio, agosto, settem- bre), media (marzo, aprile, maggio, giugno, ottobre) e bassa stagione (no- vembre, dicembre, gennaio, febbraio).

L’Unione Europea e l’Unwto concordano nel considerare la stagionalità come un problema che coinvolge la maggior parte delle destinazioni turi- stiche del mondo e, se per lungo tempo sono stati studiati e documentati gli impatti sul sistema economico, in anni più recenti sono state osservate anche le ripercussioni sull’ecosistema e sulla collettività locale.

Per evitare il rischio della semplificazione è necessaria una riflessione più ampia su un tema così multiforme per la complessità dei feedback che lo collegano sia alla dimensione spaziale, per posizione geografica e tipolo- gia di risorse turistiche (balneare, montano, d’arte), sia a quella temporale (tempi di vita, di lavoro e di svago).

La stagionalità è un fenomeno globale che interessa quasi tutte le de- stinazioni turistiche del mondo pertanto il monitoraggio della stagionalità turistica è essenziale per l’attuazione di politiche e strategie efficienti sul piano dei servizi (pubblici e privati) e delle infrastrutture. In questo senso, la prevedibilità statistica dell’andamento stagionale può facilitare il com- pito delle imprese turistiche e delle istituzioni nel mitigare i suoi impat- ti sul sistema economico, sociale e ambientale. Generalmente la tipologia 22 Ifattorinaturalicheinfluisconosullastagionalitàsono:latemperaturadell’ariaedell’ac-

qua, la luce solare, le piogge, il grado di umidità, i venti, la posizione geografica (collina, mare, montagna) e l’altimetria.

della risorsa turistica può incidere e condizionare la stagionalità, così co- me il livello di specializzate delle destinazioni turistiche e la differenzia- zione del prodotto turistico offerto. Le destinazioni specializzate e di tipo

resource-oriented sono anche quelle più soggette a picchi di stagionalità (ad

esempio le destinazioni turistiche balneari o montane), a differenza del tu- rismo d’arte e del turismo d’affari e congressuale meno condizionati dai rit- mi climatico-stagionali. Anche le destinazioni termali sono meno sensibili alle oscillazioni mensili grazie a una risorsa turistica usufruibile ogni mese dell’anno.

L’Unwto aggiorna annualmente l’andamento mensile degli arrivi tu- ristici a scala mondiale perché ritiene essenziale conoscere e misurare le preferenze stagionali del turismo per poter impostare le azioni di desta- gionalizzazione più adeguate. In effetti, la distribuzione mensile dei flussi turistici globali presenta un profilo che può essere definito di tipo pirami- dale, un profilo che ha avuto variazioni positive nel quinquennio 2010-2014 spostando la curva degli arrivi verso l’alto e migliorando parzialmente an- che la destagionalizzazione. Ne deriva un modello di stagionalità molto marcato soprattutto da giugno a settembre con un picco di iperstagionalità concentrato nei mesi estivi di luglio e agosto (fig. 18).

Figura 18 – Mondo, arrivi turistici internazionali, andamento mensile, milioni, 2010-2014. [Fonte: http://www.unwto.org (2014* = dati provvisori)]

Prendendo spunto dall’andamento mensile degli arrivi turistici mon- diali negli anni 2010-2014 elaborato dall’Unwto si è scelto di applicare lo stesso criterio per osservare e confrontare l’andamento stagionale degli ar- rivi turistici in Italia (fig. 19) e a Montecatini (fig. 20).

Anche in Italia la stagionalità degli arrivi turistici ha un andamento pi- ramidale con il picco estivo di iperstagionalità che somiglia all’andamento globale. Ma se ne differenzia per l’assenza di variazioni significative nel quinquennio considerato poiché l’andamento rimane inerzialmente stabile; ciò può dipendere sia dalla relativa stabilità degli arrivi turistici sia dagli

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scarsi esiti delle azioni di destagionalizzazione. Un’altra differenza riguar- da la forma ancora più ‘monopicco’ rispetto a quella mondiale poiché l’I- talia concentra sul mese di agosto la quota maggiore dei flussi turistici. Un picco agostano in parte spiegabile con i rilevanti flussi messi in movimento dal turismo balneare, ma che denota la scarsa efficacia delle azioni volte all’ampliamento della stagione turistica23.

Figura 19 – Italia, arrivi turistici mensili totali, v.a., 2010-2014. [Fonte: elaborazione su dati http://www.istat.it]

Passiamo a osservare le caratteristiche della stagionalità a Montecatini Terme e se presenta aspetti di conformità o diversità rispetto al modello mondiale e nazionale.

L’andamento degli arrivi turistici mensili (2010-2014) differisce dal trend nazionale e mondiale. Il profilo della stagionalità turistica a Mon- tecatini ha caratteristiche proprie: è più ampio e pluripicco e i mesi più intensi sono aprile, giugno e settembre (fig. 20). Nel corso del quinquennio ha avuto variazioni che hanno migliorato la distribuzione degli arrivi tu- ristici soprattutto nei mesi autunnali (novembre e dicembre) e accentuato il picco ad aprile. Un risultato che si differenzia in maniera netta da quel- lo mondiale e nazionale e che per questo motivo è necessario ricostruire l’andamento dei processi di lungo periodo della distribuzione stagionale a Montecatini prendendo come riferimento cronologico due anni: il 1950 (la ‘ripresa’) e il 1975 (avvio della crescita intensa).

23 PerunadisaminasulladestagionalizzazioneaMontecatiniTermesirinviaalcapitolo5,

Figura 20 – Montecatini, arrivi turistici mensili totali, v.a., 2010-2014. [Fonte: elaborazio- ne su dati: http://www.provincia.pistoia.it]

L’esito è sorprendente perché nel 1950 la stagionalità turistica a Monte- catini aveva un andamento simile a quello attuale nazionale e mondiale ca- ratterizzato da una distribuzione piramidale classica, però già nel 1975 la distribuzione mensile degli arrivi turisti era cambiata sensibilmente amplian- do il periodo di stagionalità (da gennaio a ottobre) ma soprattutto trasfor- mandosi da monopicco (settembre) a bipicco (maggio e settembre) (fig. 21).

Figura 21 – Montecatini, arrivi turistici totali mensili, v.a., 1950 e 1975. [Fonte: elaborazio- ne su dati Azienda autonoma di cura e soggiorno Montecatini Terme]

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Anche il confronto della stagionalità delle presenze turistiche aiuta a comprendere il cambiamento del modello montecatinese se consideriamo come punto di partenza del turismo moderno la distribuzione stagionale del movimento turistico a Montecatini nel 1928 (fig. 22). Un andamen- to stagionale nettissimo che concentrava i flussi turistici nei mesi estivi (giugno-settembre) anche se in nuce già si intravedevano le potenzialità di aprile e ottobre. Nel 1950 la stagionalità era cambiata rispetto al 1928 ma non molto con un picco di alta stagione ancora molto accentuato, con- figurando una monostagionalità turistica fortemente concentrata in pochi mesi, con le presenze turistiche che convergevano su un unico picco di frequenza. Configurando anche in questo caso un profilo simile a quel- lo nazionale e mondiale (fig. 23). Ma già dal 1975 la distribuzione delle presenze turistiche si presenta meno piramidale: è apparsa infatti una se- conda ‘gobbetta’ a maggio e si è allungata la durata della stagione; ciò si- gnifica che sono state messe in atto sia l’estensione sia la diversificazione stagionale, con esiti positivi. Un successo che è proseguito fino a trasfor- mare la ‘gobbetta’ in un vero e proprio picco (aprile). Un cambiamento lento ma continuo che ha trasformato la distribuzione stagionale dei flus- si turistici in una specificità insita nel modello turistico di Montecatini che lo connota e al tempo stesso lo differenzia dalle altre destinazioni turistiche.

Figura 22 – Montecatini, movimento turistico mensile, v.a., 1928. [Fonte: elaborazione su dati Consiglio provinciale dell’Economia di Pistoia 1928]

Figura 23 – Montecatini, presenze turistiche totali mensili, v.a., 1950 e 1975. [Fonte: elabo- razione su dati http://www.provincia.pistoia.it]

Come abbiamo avuto modo di osservare il sistema turistico non è né semplice né lineare, le analisi richiedono attenzione ai dati e disaggrega- zione dei flussi turistici (in valore assoluto e in percentuale; stagionalità24

del turismo interno e internazionale). Per comprendere il trend dell’ultimo decennio e individuare gli andamenti più recenti si è scelto di procede- re con un doppio confronto sull’andamento degli arrivi e delle presenze mensili dei turisti stranieri e italiani a Montecatini scegliendo come anni di riferimento il 2001 e il 2013.

Nel 2001 l’andamento stagionale degli arrivi turistici aveva una forma simile a quella attuale con l’alta stagione da aprile a giugno, poi il calo ad agosto e il rialzo a settembre-ottobre. Nel 2013 i picchi si sono attenutati e l’andamento si è più destagionalizzato migliorando in agosto e nei mesi di bassa stagionalità (novembre-dicembre) che hanno avuto un miglioramen- to rispetto al 2001 (fig. 24).

In particolare, il profilo dell’andamento stagionale degli arrivi turistici italiani ha una forma scandita dal picco verso l’alto (aprile) e verso il basso (luglio) migliorando, dal 2001 al 2013 la distribuzione mensile a novembre e soprattutto a dicembre. I turisti italiani hanno cambiato le loro abitudini non soltanto riducendo la permanenza media ma anche modificando i rit- mi della stagionalità.

24 Sulladistribuzionemensiledeiflussituristiciincideilperiododiapertura/chiusuradel-

le strutture ricettive; nel 2014 a Montecatini oltre i 2/3 seguono aperture stagionali mentre le restanti strutture rimangono aperte tutto l’anno (http://turismoweb.provincia.pistoia.it/ dovedormire).

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Anche il profilo stagionale degli arrivi turisti stranieri ha attenuato i picchi (verso l’alto e verso il basso) che caratterizzavano la stagionalità nel 2001. Un passaggio che mette in risalto l’ampia stagionalità dei turisti stranieri: da aprile a ottobre e in misura minore settembre (nel mezzo vi è la flessione di agosto).

Nel complesso, l’andamento stagionale delle presenze turistiche italia- ne (fig. 25) ha accentuato la stagionalizzazione rispetto al 2001 tanto nei i picchi positivi (aprile) quanto in quelli negativi (luglio) ma è migliorato nei mesi di bassa stagione (novembre e dicembre). In questo caso la variabile prezzo legata anche alla crisi economica può aver contribuito a modificare le scelte temporali e la durata del viaggio.

Figura 24 – Montecatini, arrivi turistici totali mensili, v.a., 2001 e 2013. [Fonte: elaborazio- ne su dati http://www.provincia.pistoia.it]

Figura 25 – Montecatini, presenze turistiche italiane mensili, 2001 e 2013. [Fonte: elabora- zione su dati http://www.provincia.pistoia.it]

Sul versante delle presenze straniere si nota una leggera riduzione delle oscillazioni, migliorando in parte la destagionalizzazione (fig. 26); nel 2013 i picchi di alta stagione sono tre: maggio, luglio e settembre-ottobre. Una distribuzione decisamente migliore rispetto a quella italiana (e mondiale) che rimane ancora piuttosto sensibile alla stagionalità.

Il confronto diretto dei profili stagionali delle presenze e degli arrivi ita- liani e stranieri mette in luce differenze non banali:

a. i turisti stranieri hanno una stagionalità più equi-distribuita, su tre pic- chi di intensità simile, con una destagionalizzazione in aumento dal 2001 al 2013;

b. i turisti italiani diminuiscono nei mesi estivi (rispetto ai turisti stranieri) ma sono più numerosi nella bassa stagione (gennaio-febbraio e novem- bre-dicembre); anche se nel periodo in esame hanno accentuato la con- centrazione stagionale.

Figura 26 – Montecatini, presenze turistiche straniere mensili, 2001 e 2013. [Fonte: elabo- razione su dati http://www.provincia.pistoia.it]

Per concludere, sembra essere di fronte a due diversi modelli di stagio- nalizzazione turistica uno relativo al turismo interno e l’altro al turismo internazionale, ognuno con caratteristiche specifiche, e in questo caso la domanda è se la coesistenza di queste due modalità possa funzionare. Mol- to probabilmente sì, considerando che le due modalità sono diverse ma non conflittuali, anzi sembrano più tendenti alla complementarità, sia nei mesi di bassa stagione che in quelli di alta stagione. Inoltre, negli ultimi an- ni le variazioni dell’andamento stagionale non sono state particolarmente rilevanti, comprensibilmente spiegabili con la lentezza dei tempi di rea- zione perché per modificare e/o ampliare la stagione turistica è necessario impostare azioni integrate tra imprenditori privati e pubblici, dal lato della domanda e dell’offerta, e occorre tempo per vedere maturare i frutti delle strategie messe a punto per ampliare la durata della stagione turistica.

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