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Il modello turistico di Montecatini Terme Sommario: 1 Espansione e globalizzazione del turismo – 2 Turismo, specializzazione

1. Espansione e globalizzazione del turismo

In questo paragrafo si ripercorre in maniera sintetica le origini e l’inizio della transizione dal turismo di nicchia al turismo di massa. Lo scopo è

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quello di rileggere le fasi di espansione e di crescita dei flussi turistici de- lineandone al contempo il modello espansivo-evolutivo. Inoltre, sarà evi- denziato il ruolo di ‘agente della globalizzazione’ che il settore turistico svolge ormai da molti decenni anche grazie al peso crescente sulle econo- mie locali, regionali e nazionali e alla sua competitività. Infine, si osserverà la distribuzione geografica dei flussi turistici che segue la regola solo appa- rentemente dicotomica della concentrazione/diffusione.

Come abbiamo avuto modo di scrivere nel primo capitolo è nell’Otto- cento che si gettano le basi della modernizzazione grazie alle invenzioni e innovazioni tecnologiche, soprattutto quelle applicate ai trasporti1 e al-

la comunicazione, che hanno dato l’avvio a una nuova ondata di globa- lizzazione economica e culturale. Dall’Ottocento ai primi del Novecento, assieme alla nascente società dei consumi iniziò a germogliare anche la ‘società del turismo’. In questo quadro di grandi cambiamenti economi- ci e sociali mutarono anche le modalità e le funzioni del tempo libero e dello svago. Furono inventate (anche se ex nihilo, nihil fit) e lanciate come mode di successo le nuove e ancora attuali tipologie turistiche, il turismo termale, balneare e montano, diversificando fin da subito le tipologie e le funzioni delle nascenti destinazioni turistiche. In particolare, la riscoperta delle proprietà terapeutiche dei bagni termali, ambientati però in contesti urbani nuovi o completamente rinnovati, originò lussuose e moderne spa

towns come Baden-Baden, Karlsbad, Vichy e Montecatini Terme. Da que-

sta prima rete europea di città termali, caratterizzate da una intensa vita sociale fatta di «receptions, balls, horse races, adventures and gambling» (Gyr 2010), nacque il turismo termale in senso moderno. Nello stesso pe- riodo si diffuse anche il turismo balneare (Nizza e Rimini) e il turismo montano (Chamonix, Cortina, le Alpi). Marc Boyer parla di una fase pio- niera di «turismo aristocratico», soprattutto inglese, che rese di moda al- cune località europee trasformandole in mete turistiche note e famose a livello internazionale. Uno dei motivi del successo dipese anche dal fat- to che la destinazione termale non aveva soltanto la funzione di cura del corpo, un healthy place, ad essa si aggiungeva anche una funzione sociale, di ritrovo, di incontro, di affari e di divertimento: era stato inventato un binomio vincente.

L’Ottocento e i primi anni del Novecento possono essere considerati come l’avvio del turismo in senso moderno: in questa prima fase ‘fare tu- rismo’ era appannaggio di un ristretto numero di persone per le quali il viaggio e la vacanza rappresentavano dei simboli del loro status sociale. Si tennero alcuni eventi di rilevanza mondiale per l’epoca come la prima esposizione universale di Londra (1851) seguita da quella di Parigi (1855) e la prima edizione dei giochi olimpici dell’età moderna tenutasi ad Ate- 1 Inquestosenso,laferroviapuòessereconsiderata«themidwifeatthebirth»dell’attuale

ne (1896); avvenimenti che ebbero anche una intrinseca valenza turisti- ca. Dal lato dell’offerta turistica i presupposti furono creati sin dal 1845 quando Thomas Cook fondò la prima agenzia di viaggi la Thomas Cook & Son e pochi anni dopo nel 1864 promosse il primo tour organizzato in Italia.

Anche l’Italia tenne il passo: nel 1894 fu fondato a Milano il TCI (Tou- ring Club Italiano) che con le sue carte e guide divenne rapidamente il simbolo dei viaggi e delle vacanze; nel 1919 nasceva l’ENIT (Ente Na- zionale Italiano del Turismo) con l’obiettivo di promuovere l’Italia come meta turistica, e nel 1926 furono istituite le Aziende autonome di cura e soggiorno per la promozione del turismo locale. Dai primi del Novecento fino al periodo tra le due guerre mondiali l’attività turistica era percepita come una moderna industria del forestiero2. Era la fase pionieristica dove,

a fianco del turismo interno, diretto prevalentemente verso le emergenti destinazioni balneari, iniziava a profilarsi anche la componente del turi- smo internazionale3. La crisi del 1929 e la Seconda guerra mondiale misero

bruscamente fine a questa fase.

Dalla seconda metà del XX secolo ad oggi il turismo ha subito una so- stanziale trasformazione, passando da un’attività di nicchia, ma ad alta visibilità mondiale e in grado di dettare le nuove mode, ad una attività di massa fatta di viaggi brevi anche se più frequenti. L’affermarsi della società dell’automobile ha imposto i propri ritmi geo-temporali alla so- cietà e alle persone: un deciso incremento della mobilità prevalentemente entro i confini nazionali (turismo interno), viaggi più frequenti, comparsa del turismo-escursionismo (cioè spostamenti per motivi di svago entro le 24 ore). Un altro cambiamento rilevante è avvenuto prima con i voli charter e poi con i voli low cost4 che hanno gettato le basi per la mobilità

intra-continentale e internazionale rendendo accessibile a strati sempre più ampi della popolazione i viaggi su lunghe distanze. Con queste inno- vazioni si è aperta una nuova fase di espansione globalizzante e intensa massificazione del turismo.

Il rapido sviluppo delle reti di trasporto e la riduzione progressiva del costo, così come l’aumento del reddito, del tempo libero e la diffusione del- le strutture ricettive hanno reso possibile la transizione dal turismo d’élite al turismo di massa. A scala globale la transizione verso il turismo di massa prende avvio negli anni Sessanta del Novecento, poi nella seconda metà 2 L’etimodiforestierosignificaprovenientedaunluogodiverso,unaltropaeseoregione,

ma anche dall’antico provenzale forestier cioè ospite, cliente, avventore di locanda (Devoto, Oli 1990).

3 All’iniziodeglianniTrentalemetepiùambitedellaclientelainternazionaleeranolaFran-

cia, l’Italia, la Svizzera e il Canada (Strangio 2006).

4 LaprimacompagniadivolilowcostnacquenegliStatiUnitinel1971;inEuropatrovòrapi-

da diffusione a partire dai primi anni Novanta del secolo scorso con la compagnia irlandese Ryanair.

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degli anni Ottanta inizia la fase della vera e propria crescita espansiva dei flussi turistici, fase che ancora sembra non aver rallentato la crescita (fig. 1). Questa espansione continua ha ampliato profondamente la portata e l’in- tensità del turismo rendendolo un fenomeno pervasivo, con impatti sulla cultura, sulla società, sull’economia e sull’ambiente, a scala locale, regiona- le e globale. Un rapido confronto numerico offre la misura di questa cre- scita: nel 1950 gli arrivi turistici internazionali erano pari a 25 milioni; nel 1985 erano saliti a 327 milioni, nel 2014 sono stati un miliardo e 138 milioni (http://www.unwto.org).

Figura 1 – Andamento arrivi e introiti turistici internazionali, 1950-2010. [Fonte: http:// www.unwto.org]

Gli arrivi turistici internazionali sono costantemente aumentati dal 1950 ad oggi, più lentamente fino alla metà degli anni Ottanta e poi con una forte accelerazione (nonostante le battute d’arresto del 2001 e del 2008). In particolare, nello scenario aperto dalla crisi economico-finan- ziaria del 2008 i flussi e le attività turistiche hanno risentito in maniera meno pesante rispetto alle altre attività economiche, riuscendo sia a re- cuperare rapidamente le precedenti posizioni sia a riavviare la crescita già dal 2010. Anche le spese turistiche (miliardi di dollari US) hanno se- guito un trend simile, sebbene in maniera meno accentuata rispetto agli arrivi, con un tasso di incremento medio annuo (dal 1980 al 2010) pari al 7,7% (vedi fig. 1).

L’espansione dei flussi turistici sembra aver superato in maniera rela- tivamente indenne le crisi petrolifere degli anni Settanta, le ripercussioni dell’attentato alle Twin Towers del 2001 e la crisi economica del 2008. Un settore in espansione continua da oltre sessant’anni è decisamente una ra- rità nello scenario economico globale, significa capacità di adattamento,

innovazione, specializzazione e diversificazione, la presa d’atto che ‘fare turismo’, anche se con tempi e modalità diverse rispetto al secolo scorso, è diventato un bisogno essenziale, un bisogno entrato a fare parte della cultura e della vita quotidiana di un numero sempre crescente di persone.

Nel complesso, sono molteplici i fattori che hanno contribuito all’e- splosione del turismo: la crescita demografica e il procedere intenso dell’urbanizzazione con i ritmi frenetici della vita urbana; l’allungamento della speranza di vita e il maggiore benessere della popolazione; la co- struzione capillare delle reti di trasporto e parallela la riduzione dei costi e dei tempi di percorrenza soprattutto sulle lunghe distanze; infine, l’av- vento dei nuovi mezzi di comunicazione a scala mondiale (televisione, Internet, social network).

Secondo l’Unwto (World Tourism Organization) negli ultimi ses- sant’anni il turismo è aumentato continuamente, espandendosi, diversifi- candosi e diventando «One of the largest and fastest-growing economic sectors in the world» (http://www.unwto.org, 2014). Un settore fondamen- tale dell’economia globale, oltreché una caratteristica saliente delle econo- mie post-industriali. Lo confermano anche le recenti analisi condotte dal World Travel & Tourism Council nel 2013, secondo le quali il settore Travel

& Tourism5 ha contribuito direttamente e indirettamente al 9,5 % del PIL

mondiale (7 trilioni di dollari) creando occupazione e ricchezza: «The Tra- vel & Tourism industry is still expected to outperform the wider economy in 2014 and register positive growth for the 5th successive year» (http:// www.wttc.org).

Gli ultimi dati congiunturali confermano le attese: il 2012 è stato un anno da record per il turismo internazionale per almeno tre motivi: è stato superato il traguardo di un miliardo di arrivi; le entrate hanno proseguito a crescere; la Cina è diventata il primo paese al mondo per spese turistiche (ONT 2013). L’andamento del 2013 è stato definito dall’Unwto «sorpren- dentemente forte» con un incremento del 5% (29 milioni di arrivi turistici internazionali in più rispetto al 2012) sia per gli arrivi sia per le entrate del turismo internazionale che hanno raggiunto quota 1.159 miliardi di dollari (+81 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente). Il trend posi- tivo è proseguito anche nel 2014 (con un incremento del 4,7% degli arrivi internazionali rispetto all’anno precedente) segnando così il quinto anno di crescita consecutiva e sopra la media dal 2009. Le previsioni a breve e a lungo termine predisposte dall’Unwto confermano che la corsa del settore turismo proseguirà ancora, l’obiettivo è quello di raggiungere la soglia di 1.4 miliardi di arrivi turistici internazionali nel 2020 (fig. 2).

5 IlsettoreTravel & Tourism comprende: «the activity of persons travelling to and staying in

places outside their usual environment for not more than one consecutive year for leisure, busi- ness and other purposes not remunerated from within the place visited» (http://www.wttc.org).

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Figura 2 – Previsioni fino al 2030 degli arrivi turistici internazionali. [Fonte: http://www. unwto.org]

Il turismo all’inizio del XXI secolo è uno dei fenomeni sociali ed eco- nomici più rilevanti a scala mondiale, per l’intensità dei flussi e per le tra- sformazioni che induce nelle località turistiche. Un elemento sempre più essenziale nello sviluppo socio-economico di molti paesi, una componen- te vitale delle economie locali sia nei paesi avanzati (in confronto anche alla crisi del settore industriale e ai processi di delocalizzazione) sia nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Ma la rapida crescita del turismo a scala mondiale non è avvenuta in maniera omogenea, anzi la distribuzio- ne geografica dei flussi turistici mondiali è geograficamente concentrata e quantitativamente differenziata. In prima approssimazione, questa eviden- te concentrazione dei flussi turistici trova una sua motivazione nella stretta correlazione tra il livello del reddito e la disponibilità di tempo libero, con la conseguente possibilità di fare vacanze e/o viaggi.

L’esito è stato quello di una distribuzione geografica dei flussi turistici ancora molto concentrata tanto nelle aree di partenza quanto nelle aree di destinazione: ciò avviene perché l’origine e la destinazione dei flussi turistici tendono a sovrapporsi spazialmente. Spesso la distribuzione disomogenea del turismo viene messa in ombra dalla sua evidente e consistente crescita, ma a scala mondiale i potenziali turisti vivono prevalentemente nelle socie- tà più ‘ricche’ del mondo (e soprattutto nelle grandi aree metropolitane6).

L’analisi a scala macro-regionale degli arrivi turistici internazionali nel 2013 conferma la geo-differenziazione (fig. 3): l’Europa rimane in testa sia per numero di arrivi turistici internazionali (563 milioni) sia per le spese (489 miliardi di dollari), seguita con distacco dall’Asia (248 milioni di arrivi 6 Lepersonecheabitanonelleareeurbanerappresentanoil90%deituristi(http://www.

e 359 miliardi di spesa) e dalle Americhe (168 milioni di arrivi e 229 miliar- di di spesa); quote minori per l’Africa (56 milioni di arrivi e 34 di spesa) e il Medio Oriente (52 milioni di arrivi e 47 di spesa).

Figura 3 – Mondo, arrivi e spese turistiche per continente. [Fonte: http://www.unwto.org]

Nel 2014 l’Europa ha attratto la metà degli arrivi turistici internaziona- li (51,7%) anche se ogni anno questa quota viene progressivamente erosa dall’emergere di nuove destinazioni turistiche in ogni parte del globo (nel 2004 era il 55,5% e nel 1990 il 60,2%). L’Asia e gli altri stati del Pacifico rice- vono il 23,1% degli arrivi turistici mondiali, le Americhe attraggono il 15,9% (di cui il 10,5% verso l’America del Nord); seguono decisamente distaccati e in calo rispetto all’anno precedente l’Africa con il 4,9% e il Medio Oriente con il 4,4% degli arrivi turistici globali (http://www.unwto.org). Se la lettura a scala globale fa risaltare la concentrazione del fenomeno turistico, l’analisi di medio-lungo periodo evidenzia due processi con esiti contrapposti: a) la diffusione dello sviluppo economico dei paesi e la conseguente crescita del turismo interno e internazionale (soprattutto nei paesi emergenti dell’Asia) ha contribuito ad aumentare la competitività a scala globale per conquistare quote di mercato sempre più ampie; b) la capacità di attrazione dei grandi bacini turistici storici rimane solida, aumentando i flussi in valore assoluto sebbene con ritmi meno intensi rispetto ai paesi turisticamente emergenti.

L’Europa gode inoltre di una consolidata attrattività turistica (ad esem- pio, le grandi capitali europee e il bacino del Mediterraneo) anche per effet- to delle economie di specializzazione accumulate nel corso del tempo e per le consistenti interazioni dei flussi turistici all’interno dei paesi europei (so- prattutto tra Francia, Spagna, Italia, Germania, Regno Unito). Nello sviluppo economico dell’Unione Europea il turismo ha le potenzialità per giocare un ruolo strategico attraverso una pluralità di azioni: contribuendo alla crescita

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dell’occupazione e alla creazione di benessere, allo sviluppo sostenibile, al mantenimento dell’eredità culturale e dell’identità europea (Eurostat 2014). Nel documento della Commissione europea intitolato Europe the World’s no.

1 tourist destination – a new political framework for tourism in Europe si indica-

no alcune azioni considerate prioritarie per aumentare la competitività e la sostenibilità dello sviluppo turistico: stimolare la competitività; promuovere lo sviluppo turistico sostenibile e responsabile; consolidare l’immagine euro- pea «as a collection of sustainable, high-quality destinations»; massimizzare e valorizzare il potenziale delle politiche e degli strumenti finanziari euro- pei per lo sviluppo del turismo (Commissione Europea 2010; Commissione Europea 2014). Nei prossimi anni si prevede che l’importanza del turismo nell’economia europea continuerà ad aumentare (con un tasso medio di cre- scita del 3%), pertanto l’UE non potrà non riconoscere il ruolo cruciale del turismo nello sviluppo economico e sociale dei suoi cittadini.