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2. INT GIORNO CASA LULLI CUCINA

2.3.5 Il complesso edipico

Arrivati a Villach, il rapporto con Masi torna a scricchiolare. Il momento in cui gli fanno le foto segnaletiche, lo scoprirsi, di fatto, in una galera, il montare dei dubbi, dei sospetti, il sentire qualcuno massacrato di botte fuori della loro cella, questi eventi mettono in dubbio l’autorità del padre; ma Gismondi, anche se lamentandosi, continua a seguirlo per un altro, ultimo momento.

Nel dialogo sul letto in cella, in cui parlano di donne, Gismondi sembra quasi innamorato della fidanzata di Masi – anche qui possiamo trovare un altro accenno edipico: compie una operazione mitizzatrice nei confronti della “madre” Nancy.

GISMONDI

Ma ci stai ancora insieme a Nancy? MASI

Sì, perché? GISMONDI

Così, per sapè. MASI

Certo che ci sto con Nancy.

Il Masi ci pensa un secondo e poi continua con i ricordi. La prima volta che mi ha visto

stavo facendo il concerto alla Sapienza occupata, davanti a trecento compagni, là sopra il palco, ho fatto venì giù il mondo… s’è innamorata subito. E quando sono andato a Foggia a fare il

militare, veniva tutti i fine

settimana da Pisa per fare l’amore. C’ha un corpo stupendo,

morbidissimo. GISMONDI

C'ha anche una bellissima voce.

L’ho sentita cantare al duomo.132

Non è un caso che, appena dopo il litigio e il conflitto anche fisico fra Gismondi e Masi, ci sarà la scena in cui Gismondi si confronterà per la prima volta con il suo vero padre e la scena in cui Masi affronterà il problema di Nancy, finalmente raccontando, ma anche spingendosi al punto di raccontare la verità.

Il ragazzo biondo fa un tiro, poi gli passa il suo mozzicone acceso. Il Masi con quello accende la sua sigaretta e glielo ridà, facendogli un cenno di ringraziamento con la testa.

And where is she now? MASI

È andata.

Il Masi fa il gesto con la mano. SOLDATO AMERICANO Gone? MASI Yes. SOLDATO AMERICANO Why gone? MASI It’s my fault. Il soldato americano ride.

                                                                                                                132 Cfr. Appendice: Sceneggiatura, Sc. 44.

SOLDATO AMERICANO

You had another girl, eh!? Typical of you Italians. You’re all Latin lovers.

Il Masi non ride, fa un tiro più sofferto e poi MASI

I hit her.133

Dopo poco, appunto, abbiamo la scena del massimo conflitto che, infatti, arriva anche a essere una rissa fra Gismondi e Masi. Ritroviamo così il tema della figura filiale che ha idealizzato quella paterna e adesso la spodesta e, a questo scopo, la ridicolizza, la rimprovera, la guarda con saccenza. Tutto quello che era prima a favore di Masi, adesso si ribalta contro di lui.

Tenta perfino, questa volta – cosa che non aveva mai fatto – di trovare un alleato in Lulli, il quale invece gli ricorda che anche lui era sempre stato d’accordo con Masi.

GISMONDI

Ma cosa c’entra l’Italia? Ma continui anche a parlà? ci hai fatto fà una cazzata, Masi, sei un cretino! Dai Lulli diglielo.

LULLI

Sì però anche te gli hai sempre dato ragione...

Il Gismondi lo guarda un secondo, di traverso. GISMONDI Ah sì? LULLI Sì.                                                                                                                 133 Cfr. Appendice: Sceneggiatura, Sc. 54.

GISMONDI

Lulli, te non c’hai mai capito una sega! Te sei venuto solo perché c’hai la cinquecento. Perché qui il grande cantautore c’aveva bisogno

del tassista.134

Potremmo dire che in questa scena Gismondi è nella fase in cui il figlio va contro il genitore, ma ancora non accetta le proprie responsabilità; per ora non fa altro che attribuirgli la colpa (è Lulli a ricordarglielo, tra l’altro, anche lui in una fase di transizione, in procinto di diventare il nuovo leader). In questo scontro, il colpo più duro che sferra Gismondi è questo:

GISMONDI

Masi, è un anno che ti difendo con tutti. Appena ti giri dicono che sei un cretino e spari solo

stronzate. E il bello è che c’hanno

ragione.135

 

Ed è questa battuta che scatena la violenza nel Masi, è qui che lo attacca fisicamente. Inoltre, in questa stessa battuta, quello che conta, per Gismondi, anche se traslato su Masi, è la questione del giudizio: tutti ti giudicano un imbecille e hanno ragione.

La disillusione, a questo punto, è tale che, quando Gismondi ha il colloquio con suo padre nel parlatorio, arriva perfino a preferire al Masi le guardie carcerarie.

Poi il babbo nota il labbro spaccato.

                                                                                                                134 Cfr. Appendice A: Sceneggiatura, Sc. 50.   135 Cfr. Appendice A: Sceneggiatura, Sc. 53.

BABBO GISMONDI Che hai fatto lì?

GISMONDI Ma niente.

BABBO GISMONDI

Son state le guardie? Ti picchiano? GISMONDI

No, son gente a modo. Loro.136

Gismondi, prima, nel suo mondo ideale a fianco di Masi, si batteva contro il padre autorità, il padre-Stato, che è fondamentalmente la lotta principale del ’68: “Ci sono dei divieti, c’è una disciplina, io disubbidisco”. Ora, invece, Gismondi arriva al ribaltamento: il padre-Stato fatto di autorità, carcerieri, guardie, polizia, non è poi così tanto male. Egli osserva pacatamente: “son gente a modo”, non come il Masi. Gismondi si sente amareggiato proprio perché si scopre vittima di un tradimento.

Il cerchio si chiude quando Gismondi, tornando in cella dopo il colloquio, trova Masi da solo, acido, irascibile, in definitiva ferito. Quella cicatrice è il simbolo che non era vero che “sparava solo cazzate”, c’è anche qualcosa di vero nel suo racconto, ha una ferita, ed è cicatrizzata, profonda. Così, alla fine, Gismondi umanizza Masi: non è più un idolo, non è più quello a cui attribuire tutte le colpe, ma è un essere umano anche lui. Il gesto di offrirgli la torta è il suo atto di riconciliazione.

Infatti, nel cortile, prima di suonare, si scambiano un po’ di battute l’uno contro l’altro, si pizzicano, si danno contro, ma finalmente si scoprono sullo stesso piano. Forse possiamo arrivare a dire che sono diventati amici

                                                                                                                136 Cfr. Appendice: Sceneggiatura, Sc. 54.  

solo in questa scena, anche se prima erano d’accordo su tutto, ma solo perché l’uno seguiva l’altro ciecamente.

Per completare l’analisi del personaggio Gismondi, vale la pena spendere qualche parola sul tema della fuga. Gismondi si differenzia per il fatto di essere l’unico dei tre che non fugge. Il suo scappare, infatti, è più simile a una rincorsa – o, più precisamente, diremmo: un’insistenza ad andare dietro – a un leader, cioè Masi. La figura paterna è più forte di quella materna e quindi i dispiaceri dell’esilio, del lasciare la madre-Pisa, sono meno forti del richiamo del padre.