2.2. Renzo Lull
2.2.2. Lulli, il tema del padre e lo sguardo ingenuo sul mondo
Nella prima scena, dopo il flash-forward con cui inizia il copione, troviamo Lulli nel suo setting familiare. La scena ci serviva sia a presentare il personaggio nel suo ambiente più comune, sia a introdurre il conflitto più importante del personaggio, quello con il padre.
BABBO LULLI
Io non ne ho presa mezza in tutta la vita. Lo sai quanto c’è da pagà? Cinquemila-seicento lire. Ora vieni con me in cantiere e la multa la paghi te.
LULLI See…
BABBO LULLLI
Lo sai quanto prende un operaio? LULLI
Poco. Perché si prendono tutto i padroni.
BABBO LULLI Cosa hai detto?
LULLI Nulla’
BABBO LULLI Cosa hai detto?
85 L’analisi di questa dinamica ci tornerà estremamente utile dopo, nel momento in cui andremo a parlare di comicità e in particolare dell’ “effetto Hitchcock al contrario”. Cfr. par. 5.2.
86 Cfr. par. 2.2.5, “La fase di resistenza”.
Il Lulli non risponde.87
In questa scena c’è già il setting del conflitto fra Lulli e suo padre, ma anche la preparazione alla risoluzione del conflitto stesso. Lulli, infatti, borbotta la propria battuta e, quando il padre lo incalza, non dice più nulla: alla fine della scena esce dalla stanza, cacciato dal padre. Così, nell’ultima scena del film fra Lulli e suo padre, nel parlatorio del carcere, s’inserisce una piccola rimonta con il ribaltamento di questo tipo di meccanismo, perché non solo Lulli chiederà al babbo “Cosa hai detto?”, ma lui risponderà “Nulla” e poi:
Il babbo si alza per prenderlo per un braccio. LULLI
Ma stai bono e siediti, BABBO LULLI
Non t'azzardà a parlà così! Te ora torni a casa!
Un polizei austriaco si avvicina al babbo del Lulli che ora prova a portare via il figlio.
E quanto è vero iddio... Ti giuro che ti gonfio di legnate!
POLIZEI AUSTRIACO Seid Still!
Il babbo viene trascinato via mentre continua ad urlare.88
Il padre sarà portato via dal parlatorio con Lulli, che farà cenno con la mano alla guardia di farlo uscire, quindi ribaltando, e specularmente alla prima scena, non solo le parole, ma anche la dinamica: qui è il padre a dover andare fuori dal parlatorio, come all’inizio era stato Lulli a uscire dalla cucina.
87 Cfr. Appendice: Sceneggiatura, Sc. 2. 88 Cfr. Appendice: Sceneggiatura, Sc. 54.
Questa risoluzione del conflitto non vive di molte altre tappe. C’è, in pratica, solo la telefonata col padre durante la notte, quando ormai Renzo è convinto che il colpo di stato avverrà in mattinata e inizia a guardare a quel genitore che, fino a ora, era solo una costrizione con una sorta di sentimento nostalgico.
In qualche modo il percorso di formazione, il coming of age di Lulli si sviluppa e si esaurisce dentro il rapporto con il padre, sia inteso sia come padre biologico: Franco – sia come mentore: Masi.
Sarà importante valutare questo particolare passaggio anche per l’analisi del processo creativo, perché, mentre il ribaltamento del dialogo è stata una scelta cosciente e deliberata da parte di me e Lantieri, della specularità delle uscite di scena di Lulli e del padre mi sono accorto solo adesso. Si presenta quindi come un altro caso di una saldatura fra il percorso creativo razionale con quello inconscio.
Nel memoir di Lulli, come abbiamo già avuto occasione di ricordare, i tre personaggi sono fra loro più amalgamati, più simili. Nella sceneggiatura, invece, abbiamo provato a rendere Lulli più puro, giovane e naif degli altri (in qualche modo, quindi, più “figlio”). Questo ci dava la possibilità di avere un punto di vista più semplice per leggere e interpretare alcune dinamiche e rendere così più forte il conflitto prima con il “padre Franco” poi con il “padre Masi”, sia tutto il suo percorso di coming of age. Inoltre, questa ingenuità, questo sguardo puro sul mondo, coincideva con lo sguardo dello spettatore e lo guidava.
Nella prima scena collettiva del film, infatti, durante l’assemblea, mentre Gismondi interviene, litiga e urla, Lulli resta in fondo alla stanza, sempre in una sorta di posizione defilata, come se fosse, egli stesso, nient’altro che spettatore di quell’assemblea.89
Nel memoir di Lulli, questa caratteristica del suo stesso personaggio, quella, cioè, di essere defilato ed esterno al contesto e al movimento politico, non era presente. Noi l’abbiamo parzialmente appresa nelle interviste con i veri protagonisti della vicenda, ma soprattutto la abbiamo ricostruita nel copione. Così, abbiamo preferito che Lulli andasse prima da Gismondi e poi da Masi, per una ragione diversa da quella per cui poi verrà travolto da loro – inizialmente, infatti, il personaggio di Lulli è mosso, più che dalla politica, da un altro tipo di passione: la musica.
Come avviene questa deviazione da una passione all’altra? Lulli, che – ricordiamolo – è, fra i tre, il più giovane, sarà prima motivato da Gismondi a partecipare all’assemblea contro i fascisti, poi, al provino con Masi, deve cantare una delle canzoni più militanti del tempo: La ballata del Pinelli.90
L’ultimo passaggio di questa deviazione dal percorso di Lulli avviene quando, a casa di Masi, arriva il giornalista da Roma. Anche qui abbiamo scelto di tenerlo estraneo agli eventi, senza mostrare quello che si dicono Masi e il giornalista. In questo modo, il personaggio è estraneo alle vicende politiche, ma portatore di un suo conflitto personale: il fatto, cioè, che non possa tornare
89 Secondo André Gardies, nel saggio Il sapere e il vedere (in: Il discorso del film, op. cit., pp. 209-233) sarebbe quello che Genette, per la letteratura, ha chiamato focalizzatore; più esattamente si tratterebbe di un
focalizzatore diegetizzato.
90 La canzone racconta a sua volta uno degli aspetti scatenanti della paura del colpo di stato, che è stata Piazza Fontana e la gestione del dopo-PiazzaFontana da parte dello Stato, in cui vennero accusate le sinistre radicali e gli anarchici, che però non avevano assolutamente commesso il fatto.
troppo tardi a casa, cosa sottolineata dalla battuta che dice alla madre appena prima di uscire da casa:
LULLI
Tranquilla mamma. Fra un’ora,
un'ora e mezzo sono a casa.91
Se, per chi vede il film una seconda volta, quel “torno subito” è una sorta di reminder comico di tutte le varie vicende che si dipaneranno nel film, per chi lo vede per la prima volta, quella frase è una sorta di gancio emotivo che scatena curiosità – lo spettatore è portato a immaginarsi che, ovviamente, qualcosa intralcerà la volontà del ragazzo – e che rafforza il gancio del flash-
forward. Il copione, infatti, partiva così, con Renzo Lulli che scappava nei
boschi austriaci: