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C OMITATO I TALIANO CONTRO LA T RATTA DELLE B IANCHE 1 Il dibattito in Inghilterra e in Italia

7. La conferenza nazionale del

La prima riunione nazionale dei comitati contro la Tratta delle Bianche fu convocata il 14 maggio 1904 presso l'Associazione della Stampa periodica a Roma. A tale congresso presiedettero circa cinquanta persone, rappresentative dei comitati contro la Tratta delle Bianche (Roma, Milano, Napoli, Genova) e delle Amiche della Giovinetta. Inoltre, vi partecipò anche Ettore Levi come rappresentante della Corda Frates. Si trattava della Federazione Internazionale studentesca fondata nel 1898 da Efisio Giglio Tes. Questa associazione promuoveva convegni ispirati ad un’universale fratellanza studentesca e un ideale di pace e solidarietà205. Il Convegno ebbe l’adesione del Presidente del Consiglio, Giovanni Giolitti, e di Luigi Luzzatti, sostegno che conferì maggiore importanza all’evento206.

Seppur la riunione avesse ottenuto le attenzioni dei quotidiani, il risultato di questo primo congresso fu deludente e mostrò tutta una serie di approssimazioni nell’organizzazione sia della riunione in sé sia di un piano operativo per coordinare il contrasto al traffico delle donne in Italia. Di fatto, il comitato romano, che aveva il ruolo di Comitato Centrale e, pertanto, il compito di coordinare la battaglia alla Tratta delle Bianche in tutta Italia, manifestò tutte le sue lacune. Le più scontente furono soprattutto le milanesi. Ersilia Majno Bronzini, addirittura, commentò

che tutto in questa riunione era irregolare, poiché non si sapeva realmente da chi fosse composta. Erano aderenti al Comitato di Roma e presenti? Pareva di no, poiché aderenti paganti pare non ce ne sieno. Perché il Comitato non fece nella relazione cenno dei mezzi di sussistenza del Comitato e nello statuto non è detto con quali mezzi funzionerà. Perché il Comitato di Roma, che da 4 anni sussiste, non ha ancora una sede propria? Ed ancora, da chi è composto il Comitato di Roma? Chi è il Presidente del Comitato? Noi siamo andati a Roma non sapendo questo e precisamente non lo sappiamo ancora207

Ersilia Majno Bronzini pose l’accento sulla totale insufficienza progettuale del comitato romano che, sembrava affermare tra le righe, si dimostrava poco trasparente sulla sua reale forza. La milanese sosteneva che, durante quel primo Convegno Nazionale, fosse del tutto

205Aldo Alessandro Mola, Corda Frates. Storia di una associazione internazionale studntesra nell’età dei grandi conflitti (1898-1948), Bologna, CLUEB, 1999.

206 Conferenza nazionale del 1904, Archivio Unione Femminile, FCTB, b.72. 207 Testo riportato sulle pagine di Unione Femminile, maggio 1904, pp.18-19.

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evidente che a Roma non vi fosse una pianificazione del lavoro da svolgere, data anche l’assenza di un piano per ottenere finanziamenti e, soprattutto, la mancanza di volontari attivi, senza i quali niente poteva essere organizzato. La collega di Majno, Bice Cammeo, anch’ella membro del comitato meneghino, espresse la medesima insofferenza nei confronti dei romani.

Avremmo creduto – e lo diciamo senza reticenze – che dalla riunione odierna uscisse un lavoro più concreto di un semplice e molto superficiale scambio di idee, avremmo creduto che fosse posto in votazione un ordine del giorno, il quale esprimendo i più alti desiderati di quanti s'interessano al grave problema, tracciasse un programma di azione, sia pel Comitato nazionale sia per quelli regionali, ed orientasse l'opera sulla medesima linea di condotta generica e larga208

Di fronte ad un Comitato come quello milanese che, dal 1902, aveva dato assistenza a circa 200 ragazze e minori, fissava conferenze e pubblicava un proprio giornale, l’inattività dell’ente romano era guardato male da Bice Cammeo, la quale lamentava che, alla fine dei lavori, non era stato redatto neppure un ordine del giorno che indirizzasse l’opera della lotta alla Tratta delle Bianche. Certo è che, se alla Prima riunione nazionale, avevano aderito, almeno sulla carta, «quattro Comitati sezionali (Napoli, Milano, Genova, Messina), sei associazioni similari, alcuni ministri del Regno, parecchi municipi, circa trenta membri del Senato e della Camera, più di duecento persone di Roma, Napoli, Genova, Milano, Messina Torino, Venezia, Como, Brindisi, Ancona, Firenze, Palermo»209, allo stesso tempo le potenzialità del comitato rimanevano inespresse nell’ambito del volontarismo vero e proprio. Ersilia Majno denunciò apertamente la troppa attenzione, da parte dei romani, nei confronti dell’organizzazione del convegno, che, chiamando a raccolta quanti più volontari possibile, in realtà si rivelò del tutto inutile.

Quando nel 1901 a Milano fu fondato il Comitato milanese contro la Tratta delle Bianche, su promozione delle donne dell’Unione Femminile, apparve fin da subito meglio organizzato e strutturato di quello nella Capitale. Nel 1904 l’ente romano non aveva ancora una sede e svolgere l’attività di assistenza per ragazze e minori bisognose di ospitalità senza un luogo adibito a tale scopo complicava il buon esito del volontariato210. Il Comitato romano non

208Entrambi le citazioni sono riprese da Unione Femminile, maggio 1904, pp.18-19.

209 Ibidem. Le stesse informazioni sono riportate anche in «Schiave Bianche», 10 giugno 1904, p. 17-18. 210 A Milano la sede fu regalata dal volontario Camillo Broglio.

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decollò perché non trovò, o non fu capace di trovare, nella capitale d’Italia un certo numero di militanti “attivi” per fare attività di volantinaggio, sorveglianza ai porti e alle stazioni, tuttavia la lacuna più grande rimaneva la mancanza di una sede. Durante la riunione del 1904, Ersilia Majno Bronzini e Bice Cammeo chiesero a gran voce che i militanti della sezione romana si impegnassero sia a formare due comitati a Roma poiché, se avessero voluto mantenere il titolo di “comitato nazionale”, avrebbero dovuto occuparsi sia della città sia di coordinare la lotta sul piano nazionale; chiesero inoltre di creare uno Statuto e un organigramma chiaro, sul modello di quello milanese. Ernesto Nathan assicurò che le richieste milanesi sarebbero state realizzate, tuttavia risultava evidente come il Comitato di Milano stesse già assumendo il ruolo centrale per quanto riguarda il caso italiano. Non solo aveva già una sede grande e operativa all’interno dell’Unione Femminile, uno Statuto, un organigramma stabile e una certa capacità di mobilitazione, ma aveva in Ersilia Majno Bronzini, la Presidente, e nelle altre militanti, un ulteriore elemento di forza per promuovere il movimento nazionale contro la Tratta delle Bianche211. Queste erano assai simili ai volontari della NVA: concentrate sull’attività filantropica, avevano trasformato la loro militanza in un impegno lavorativo. Viceversa, nel 1907 la sede centrale a Roma chiuse per problemi economici poiché non erano riusciti a creare un comitato con membri attivi in grado di organizzare eventi che facessero ottenere finanziamenti necessari per organizzare iniziative di assistenza212. Di fatto, Milano svolgeva il ruolo di comitato centrale fin dagli anni della sua fondazione, avendo rapporti con le volontarie attive a Genova, a Milano, così come a Firenze; ufficialmente il posto di Comitato Nazionale passò alla sezione di Milano durante il Secondo Convegno Nazionale del 1908, che si svolse, non a caso, nel capoluogo lombardo.