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I principi dei membri inglesi della NVA esposte al I Congresso Internazionale contro la Tratta (1899)

C APITOLO III: I NTERNAZIONALIZZAZIONE DEL CONTRASTO ALLA T RATTA DELLE B IANCHE U N PROGETTO EUROPEO

2. Fase II: Dal I Congresso Internazionale alle Convenzioni Internazionali contro la Tratta delle Schiave (1899-1919)

2.2 I principi dei membri inglesi della NVA esposte al I Congresso Internazionale contro la Tratta (1899)

La costruzione di un sistema internazionale rischiava di far sorgere difficoltà: una normativa comune a tutti gli Stati avrebbe infatti significato accettare un intervento esterno da parte dei singoli Stati. Di fronte a tale ostacolo si introdusse, a partire dalla prima Convenzione del 1904, il criterio del minimum. La necessità di un criterio di questo tipo emerse a partire dal Convegno del 1899. Furono i volontari inglesi a introdurre la necessità che, per rendere omogeneo un

corpus di leggi contro il traffico di donne e di minori, si dovesse prevedere l’istituzione di una

normativa minima comune che tuttavia, per non ledere la sovranità nazionale, lasciasse spazi di decisione ai governi affinché, ove volessero, potessero appesantire le pene per i trafficanti, o alleggerire le condizioni delle vittime senza sentirsi obbligati all’interno di una posizione unica data dalla normativa internazionale37. Fawcett spiegò per esempio, nel 1899, durante il Congresso, che

le leggi di Francia, Belgio e gli altri Paesi non ritenevano essere contro la morale l’indurre le donne maggiorenni a intraprendere una carriera del vizio. Inghilterra, Austria e anche gli Usa avevano una differente posizione: che quella condotta fosse sbagliata e che quindi andasse punita.38

L’istituzione del criterio minimo avrebbe permesso ai diversi Stati di intervenire come volevano, facendo emergere le differenti posizioni prese tra Paesi abolizionisti e Paesi regolamentaristi. Da parte sua, l’International Bureau si presentava come un ente abolizionista che traeva ispirazione dal modello britannico.

Durante il Convegno del 1899, Percy Bunting, Millicent Fawcett e William Craies presentarono le loro riflessioni sull’esperienza inglese. Esperto di diritto, William Craies impostò il suo intervento focalizzandosi sul codice penale inglese e sui metodi adottati per

37 Il primo Congresso Internazionale contro la Tratta delle Bianche organizzato dall’International Bureau, 4IBS, Publications, pagine non numerate, settembre 1899, FL 193.

38 Relazione di Percy Bunting al Congresso del 1899, in Il primo Congresso Internazionale contro la Tratta delle Bianche organizzato dall’International Bureau, 4IBS/1, pagine non numerate, settembre 1899.

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sconfiggere la Tratta delle Bianche in Inghilterra, aggiungendo un excursus storico sulla vita delle battaglie abolizioniste39.

I seguenti due discorsi pronunciati da Bunting e Fawcett meritano di essere spiegati perché nell’opinione di chi scrive rappresentano una interpretazione di cosa intendessero gli inglesi (e l’International Bureau) con Tratta delle Bianche. La lunghezza di questi discorsi permise agli oratori di focalizzarsi su diversi principi e ideali propri dei filantropi sociali che, fin dal 1885, stavano combattendo il reato. Da questi discorsi infine emergeva anche un certo orgoglio inglese, una consapevolezza di essere la patria dei diritti e della libertà, mentre non mancarono forti critiche verso altri Paesei. Nello specifico, Percy Bunting affrontò direttamente l’ambiguità tra consapevolezza o meno della vittima di Tratta:

Il fatto che molte donne siano prese già dalla strada, e migrino con la speranza di migliorare i loro profitti in qualche città straniera non ha uguale appeal per il nostro senso di indignazione, in questo caso si trovano tutti gli elementi del reato, anche questo è un traffico internazionale e immorale di carne umana.40

Da queste parole si evince la profonda convinzione di Percy Bunting che lo sfruttamento di prostitute consapevoli dovesse essere considerato come un’estensione del reato di Tratta delle Bianche, anche se non attirava lo stesso interesse da parte dell’opinione pubblica internazionale. Continuava infatti il filantropo

Certo, possono anche essere d’accordo loro [a seguire il trafficante]. Ma sono sole, non hanno alcun amico, non sanno neppure comunicare con la polizia o come informare delle loro condizioni qualsivoglia persona, semplicemente perché non conoscono la lingua del paese di arrivo. Loro così soccombono.41

Interessante notare il fatto che ciò che Fawcett definiva “traffico internazionale di carne umana”, altro non era il reato di sfruttamento della prostituzione, concetto su cui si tornerà nei prossimi paragrafi. Le vittime, quindi, “sfruttate”, qualora fossero trasportate lontano dal loro Paese d’origine si sarebbero trovate sole e senza la conoscenza della lingua.

39 Ibidem.

40 Ibidem. 41 Ibidem.

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Nella sua opinione era pertanto necessario creare «leggi universali e codici penali universali», ovvero leggi che fossero comuni per tutti gli Stati e che disciplinassero il reato che “imprigionava” tante donne, non solo quelle minorenni. Fawcett chiamò in causa la «common law d’Europa» perché si decidesse a punire, parimenti ai trafficanti di minori, anche coloro che lucravano sul mercato della prostituzione di donne maggiorenni. In supporto di Bunting, intervenne Millicent Fawcett che sottolineò nuovamente il dramma di quelle ragazze che «povere, senza il supporto dei genitori e senza la conoscenza della lingua erano esposte alle macchinazioni diaboliche degli uomini che vivono sul mercato nefasto»42. Ella mise a confronto casi provenienti da diversi paesi a dimostrazione delle differenti risposte dei governi.

A Colonia del Capo, sotto l’Impero britannico, era entrata nel 1898 un Atto contro i reati perpetrati ai danni dei migranti, sulla linea del modello del Vagrancy Act, e quasi subito fu intentato un processo a George Terry, un inglese che «viveva sulla prostituzione di altre donne». Egli, per avere pagato una ragazza 50 sterline per immetterla in un bordello, fu condannato a 20 sterline di multa e tre mesi di duro lavoro. La Fawcett espresse la propria soddisfazione nei confronti del lavoro di polizia svolto a Colonia del Capo, ricordando tuttavia che

qui siamo in una Colonia inglese, dove si condividono, senza dubbio, al pieno, le tradizioni inglesi di libertà personale.43

In Italia, così come in Belgio e in Francia, la realtà era completamente diversa. Stando alle sue parole, infatti,

Le donne “detenute” in queste case di tolleranza non sono libere di uscire, eccetto con il permesso del tenutario, sono virtualmente imprigionate per il resto dei loro giorni. L’unica via di salvezza che loro hanno è la speranza che qualche uomo, toccandone la miseria, prometta loro di sposarle o se ne prenda carico. La mia informatrice mi ha detto, tante volte, di avere visto in Italia scene strazianti che accadono dentro le mura delle case tollerate.44

42 Il primo Congresso Internazionale contro la Tratta delle Bianche organizzato dall’International Bureau, 4IBS, Publications, pagine non numerate, settembre 1899, FL 193.

43 Relazione di Millicent Fawcett al Congresso del 1899, in Il primo Congresso Internazionale contro la Tratta delle Bianche organizzato dall’International Bureau, 4IBS/1, pagine non numerate, settembre 1899.

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Millicent Fawcett criticava il sistema italiano, che riduceva le prostitute ad essere delle schiave dei loro tenutari: secondo questa logica lo sfruttamento della prostituzione era a pieno titolo un fenomeno di tratta e financo fossero esistiti sistemi che regolavano la prostituzione, sarebbe esistito il traffico. Laddove si compravano legalmente donne maggiorenni, infatti, era assai più facile comprare anche minorenni, magari falsificandone i documenti. Ella concludeva, pertanto, che la lotta alla Tratta delle Bianche «non avrà successo se non seguiremo quello che si è fatto in Inghilterra, portando avanti un lavoro di donne con le donne»45.

Per Millicent Fawcett in una società «il primo motivo del fallimento dell’onestà morale» era da riscontrare nell’assenza di una educazione sessuale nelle scuole e presso le famiglie dei bambini di ambedue i sessi. Per Fawcett infatti non c’era un «sufficiente senso di responsabilità nell’allevare i bambini e nel prepararli a una retta vita, anche in materia sessuale».46

Almeno da quando sono bambini ma abbastanza grandi per pensare, osservare e parlare, loro chiedono ai loro genitori come si affrontino le regole fondamentali che regolano la natura umana: come si nasce? Cosa è la maternità? E Cosa la paternità? La maggior parte delle volte gli viene risposto con una bugia: e questa bugia viene considerata, anche se non corrisponde al vero, come assolutamente necessaria. Con le menzogne sulla sua natura il bambino è allevato in maniera scorretta fin dalla sua giovinezza. In realtà la curiosità del bambino è repentina, pertanto gli andrebbe parlato con tutta franchezza.47

L’educazione non doveva essere riservata solo all’infanzia, ma doveva essere rivolta all’intera nazione. Nel suo discorso Millicent Fawcett ricordò i crimini sessuali che talvolta commettevano i soldati sul territorio europeo. Fino al 1886, data in cui entrarono in vigore le Leggi sul Contagio, infatti, era pratica comune che «per il benessere fisico dell’esercito dovesse essere garantita loro l’indulgenza sul vizio sessuale»48. In questa maniera, la Fawcett si

chiedeva a che cosa servisse il lavoro portato avanti dalle donne se «l’altra metà della nazione era presa da uno stato mentale che guarda in basso ed è codardamente oltraggioso»49. Le parole della Fawcett cercavano invece di far riflettere sul bisogno di una parità dei due sessi: «la nostra

45 Ibidem. 46 Ibidem. 47 Ibidem. 48 Ibidem. 49 Ibidem.

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generazione ha fatto un grande progresso ed è cresciuto il movimento a favore dell’uguaglianza tra uomini e donne»50.

Era giunta l’ora che anche gli uomini combattessero per le donne, le quali «da troppo tempo» li stavano aspettando sul loro cammino di lotta per la liberazione dal double standard e dalla disparità. Anche la regolamentazione non era che un ostacolo per la libertà femminile e favoriva una disparità uomo-donna. Chiudeva con un auspicio Fawcett:

l’unica via è che venga applicata la stessa legge morale per donne e uomini. Solo così la nostra civiltà non sarà più per tanto tempo colpita dall’inciviltà che permette di imprigionare e schiavizzare le donne nelle case chiuse per la sola gratificazione, per la cupidigia e per la insana passione degli uomini.51

Furono questi dunque i principi con cui l’International Bureau si presentò al mondo durante il Primo Congresso Internazionale contro la Tratta delle Bianche e per tutti i sei congressi successivi.