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C OMITATO I TALIANO CONTRO LA T RATTA DELLE B IANCHE 1 Il dibattito in Inghilterra e in Italia

2. La National Vigilance Association e la sua struttura

2.5 Il sottocomitato di prevenzione

2.5.1 La polizia femminile

Il sottocomitato di prevenzione, infine, si fece promotore di una idea originale: la creazione di una polizia femminile adibita al controllo delle ragazze che si trovavano presso i porti e le stazioni. Sull’Annual Report del 1889, si può leggere il progetto proposto dalla NVA al London County Council affinché fosse consentito alle ragazze che si trovavano in condizioni di disagio di non essere “controllate” da poliziotti maschi che, probabilmente, secondo le parole di Fawcett che lesse la proposta, provavano nei loro confronti forti pregiudizi.

una delle riforme che sono necessarie è l’appuntamento con una polizia femminile ad ogni stazione di polizia con le quali le donne possono interagire dopo il loro fermo. È difficile dovere dimostrare come un luogo in cui sono presenti donne e giovani, spesso ubriache, ma altre volte spossate e malate, qualche volta parzialmente instabili, qualche volta ancora disposte a suicidarsi [per uscire dalla loro triste condizione] – infatti tutte sono bisognose, ma questo non significa che siano necessariamente delle criminali – e, per questo, necessitano dell’aiuto di una poliziotta di sesso femminile che le accolga con cura. La nostra polizia inglese, invece, presso le stazioni segue le donne come se già le giudicasse pronte per essere tratte in arresto, la nostra polizia si comporta come se fosse “a caccia” di donne criminali che hanno compiuto presunti furti, ma non è sempre possibile fare così. Questo atteggiamento non può offrire le risposte che tutti desidererebbero e, invece, sarebbe migliore autorizzare un regolare appuntamento con la polizia femminile113.

In queste righe inviate ai membri del London County Council per promuovere la creazione di una polizia femminile, si evince la concezione che la NVA aveva del disagio e che, come si è scritto precedentemente, non interpretava più come una colpa del singolo ma un problema sociale e derivante dalla crisi economica in cui lo Stato versava e a cui era dunque doveroso

112 Patricia Hollis ha dimostrato tuttavia che le donne ancora non erano riuscite ad arrivare a comandare i town

councillors. Patricia Hollis, Ladies Elect. Women in English local government, 1895-1914, Londra, Clarendon Press, pp.48-60.

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provare a porre un rimedio. Nella frase «sono tutte bisognose, ma non necessariamente delle criminali» emerge perfettamente il nuovo approccio dei filantropi e delle istituzioni inglesi nei confronti della povertà. Alle parole appena citate, seguiva poi una interessante osservazione sulla libertà di poter disporre del proprio corpo anche nel momento dell’arresto. Oltre a dire che era «un diritto della donna quello di essere perquisita da altre donne», si definiva un «residuo barbaro» il fatto che le persone momentaneamente in custodia della forze di polizia fossero alla mercé degli agenti e troppo «lontano dagli occhi pubblici [del pubblico]… momentaneamente abbandonate dal resto del pubblico sono completamente lasciate nelle mani degli ufficiali»114. Si ricordava inoltre che, se da un lato questo aspetto non andasse bene per quanto riguardava le persone in stato di arresto, a maggior ragione era necessario «fare quanta più attenzione quando una persona non è stata condannata oppure quando è in attesa di un processo»115.

Il processo si concretizzò ancor di più dall’aprile 1903, quando, i militanti della NVA ottennero il permesso di potere svolgere l’attività di sorveglianza alla stazione e ai porti in maniera ufficiale dopo avere ricevuto l’incarico da parte da Aretas Akers-Douglas, in quel momento segretario della Home Secretary. William Coote, infatti, coinvolgendo le Amiche della Giovinetta aveva fatto richiesta ufficiale perché la NVA potesse svolgere attività di affiancamento delle forze dell’ordine presso le ferrovie in sostegno della lotta alla Tratta delle Bianche e, in generale, in aiuto alle donne migranti. Da parte sua, Akers-Douglas rispose che dava «il benvenuto a questa assistenza che, spero, sarete in grado di costruire attraverso un efficiente sistema al fine di affrontare questo grande male»116.

Si era dato vita, quindi, a un ufficio in quasi tutte le stazioni londinesi che garantiva una copertura pressoché giornaliera. Vestite in uniforme, le volontarie presso le stazioni e i porti, cercavano di scrutare se vi fossero passeggeri che trasportavano ragazze vittime del traffico. Erano poi particolarmente attente nei confronti delle ragazze che viaggiavano da sole. Il loro compito principale era quello di entrare in contatto con i casi sospetti, cercare di capire per quale motivo viaggiassero e, nel caso, soccorrerle117.

114 Ibidem.

115 Ibidem.

116 Ibidem. I dati riportati dalla Relazione sulla sorveglianza dei porti e delle stazioni rivelano che nell’arco di poco

più di un decennio (1903-1915) furono trentacinque mila le donne di tutte le nazionalità che godettero dell’assistenza degli «station worker» inglesi, in 4NVA, Minutes, 1986-1969, FL 194.

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Per esempio, nel 1904 una fanciulla francese, M.D., fu vista presso un binario della stazione di Regent Street di Londra. Una militante impegnata nel lavoro di sorveglianza delle ferrovie, «pensando che ci fosse qualcosa di strano, andò a parlare con lei» e scoprì che essa era stata precedentemente vittima di traffico «sedotta da un uomo ben vestito che offrì lei un buon lavoro se lo avesse seguito a Londra». La realtà, invece, si mostrò ben diversa perché lui la picchiava e pretendeva prestazioni sessuali fino a quando, dopo che lei si era rifiutata di andare a «prendere soldi da altri uomini» non la abbandonò per strada privandola di tutto ciò che possedeva e lasciandola nell’indigenza. Grazie all’aiuto offerto dai militanti della NVA insieme alle Amiche della Giovinetta, questa ragazza poté tornare in Francia dalla sua famiglia118.

I dati riportati dalla Relazione sulla sorveglianza dei porti e delle stazioni rivelano che nell’arco di poco più di un decennio (1903-1915) furono trentacinque mila le donne di tutte le nazionalità che godettero dell’assistenza degli «station worker» inglesi119.