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Le prime inchieste giornalistiche sui casi di vittime di Tratta

3. Crimine internazionale come narrazione giornalistica Tratta delle Bianche come caso mediatico

3.1 Le prime inchieste giornalistiche sui casi di vittime di Tratta

Tutti quelli che sono schifiltosi, e tutti quelli che hanno “pruderie”, e tutti quelli che preferirebbero vivere “nel paradiso del pazzo” illudendosi di percepire sia innocenza e sia purezza, che sono solo immaginarie, rimanendo egoisticamente all’oscuro della terribile realtà che tormenta tutte coloro che sono passate dall’inferno di Londra, farebbero bene a non leggere il Pall Mall Gazette del lunedi e nei tre giorni a seguire.113

Il brano sopra riportato era l'avviso con cui, il 4 luglio 1885, William Stead esortava i propri lettori a non acquistare il Pall Mall Gazette nel caso in cui fossero stati “schifiltosi” o troppo sensibili per l’argomento. L'indagine svolta dal giornalista nei bordelli londinesi sconvolse a tutti gli effetti l’opinione pubblica, facendo emergere delle verità “spaventose” e facendo apparire Londra meta di una nuova tratta degli schiavi, che la monarchia inglese aveva abolito prima di ogni altro Stato già dal 1808.

L'inchiesta giornalistica di Stead vendette centoventimila copie, registrando il punto più alto delle vendite del giornale per tutto il periodo della sua vita. Il gusto per il sensazionalismo del reporter inglese lo condusse a intrattenere rapporti sia con i tenutari dei bordelli sia con le

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prostitute per ricostruirne le vite. Attraverso un inserto intitolato The Maiden Tribute of a

Modern Babylon sulle pagine del Pall Mall Gazette, prendendo spunto dalla storia di Eliza, il

giornalista spiegò ai lettori la condizione delle vittime del traffico. Ricorrendo all'esempio mitologico del Minotauro, il giornalista paragonò le ragazze offerte al mercato della prostituzione alla carne sacrificale che veniva invece data in pasto alla bestia. Per esse, spiegava Stead, era impensabile sfuggire al loro destino, così come le vittime del Minotauro non avevano speranza di uscire dal Labirinto. Secondo le stime riportate dal giornalista, più di 50.000 ragazze erano ridotte in schiavitù: «Londra», scrisse infatti Stead, «è insaziabile»114, come lo era stato il mostro mitologico.

I crimini sessuali che si consumavano nella capitale inglese furono sintetizzati sulle pagine del Pall Mall Gazette in cinque punti:

1. La vendita, l'acquisto e la violazione dei bambini; 2. la procura di vergini;

3. l'inglobamento e la rovina delle donne;

4. il commercio internazionale degli schiavi nelle ragazze; 5. atrocità, brutalità e crimini innaturali115.

Le affermazioni di Stead erano il frutto della sua esperienza sul campo: durante le quattro settimane in cui aveva condotto la sua inchiesta nelle periferie londinesi, il giornalista intervistò diversi “tenutari” che gli rivelarono informazioni a patto però che la loro identità rimanesse celata116.

Stead presentò la sua inchiesta in modo innovativo, impiegando un linguaggio sensazionalistico generalmente utilizzato nei “casi di cronaca” e descrivendo il mercato della prostituzione londinese attraverso tinte fosche e cupe. Tuttavia Stead, per raggiungere più lettori possibili, fece sì che le testimonianze da lui raccolte risultassero semplici e chiare.

All'interno della corrente del “New Journalism”117, di fatto, William Stead può essere annoverato tra i Muckraker, ovvero «spara letame», nomignolo dispregiativo riservato a quei

114 The Report of our Secret Commission, «Pall Mall Gazette», 6 luglio 1885, p. 11. 115 Liberty for Vice, Repression for Crime, «Pall Mall Gazette», 6 luglio 1885, p. 16. 116 Virgins Willing and Unwilling, «Pall Mall Gazette», 6 luglio 1885, p. 18.

117 Joseph O. Baylen, 'Stead, William Thomas (1849–1912)', Oxford Dictionary of National Biography, Oxford

University Press, 2004. Il termine “New Journalism” fu coniato per primo dallo scrittore inglese Matthew Arnold nel 1887 per criticare il modo di fare giornalismo di autori come William Stead. Si veda, Kate Cambell, W.E.

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giornalisti che facevano leva sugli “scandali” per attirare l’interesse dei lettori118. Aderendo a questa modalità, il giornalista descrisse le vittime come fanciulle ignare e inconsapevoli di ciò a cui andavano incontro: la loro innocenza le aveva portate a credere alle promesse di lavoro o matrimonio che poi avevano segnato il loro destino.

I racconti formulati da Stead servivano un doppio obiettivo. Da una parte, il giornalista presentava un’analisi della situazione effettiva del crescente mercato della prostituzione e del traffico di ragazze dall’estero; dall’altra, la narrazione “sensazionalista” attirava l’attenzione del pubblico e ne facilitava la comprensione. L’utilizzo di una semplificazione narrativa permetteva a Stead di presentare i casi da lui studiati come storie, attraverso meccanismi narrativi facili: tale struttura romanzata sopravvisse praticamente inalterata per tutto la fine dell’XIX secolo fino al pieno XX, con strascichi fino agli anni cinquanta del Novecento e, talvolta, viene riproposta tuttora, al tempo presente.

Le storie riguardanti la Tratta si concentravano in particolar modo sulla figura del trafficante e dei suoi metodi. Uno degli esempi riportati da Stead riguardava l’utilizzo di travestimenti per il corteggiamento e la proposta di matrimonio della futura vittima. Ciononostante, il travestimento per sedurre non era l’unico metodo possibile: diversi trafficanti erano soliti travestirsi da preti o suore e promettere alle ragazze alloggi a prezzi contenuti119.

Sull’argomento uno dei tenutari intervistati dal giornalista dichiarò:

Io sono andato e ho corteggiato ragazze nel paese con ogni genere di travestimento, ogni tanto facevo finta di essere un parrocco, facendo credere loro che avevo intenzione di sposarle, così una volta in mio potere, le mandavo a soddisfare un buon cliente120.

Tuttavia il ruolo del trafficante non terminava con la semplice seduzione e, recitata la parte,

l'entrepeneur faceva in modo di spostare, con l'aiuto di alcool e di droghe, la ragazza lontano

dal proprio paese. Una volta espatriata, con tutta probabilità, la fanciulla non sarebbe più stata

Gladstone, W. T. Stead, Matthew Arnold and a New Journalism: Cultural Politics in the 1880s, in «Victorian

Periodicals Review», 36(1), 2003, pp.20-40.

118 Giovanni Gozzini, Storia del giornalismo, Milano, Mondadori, 2000, p. 162 e ss. William Stead viene definito

un Muckraker in William Sydney Robinson, Muckraker: The Scandalous Life and Times of W.T. Stead. Britain's

First Investigative Journalist, Londra, Robson Press, 2013.

119 An unnatural alliance, «Pall Mall Gazette», 10 luglio 1885, p. 11. 120 Ibidem.

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in grado di tornare indietro. L'identità delle giovani veniva alterata grazie ai documenti falsi. Poi, generalmente, la storia evidenziava il tristo destino della fanciulla che, privata della propria identità, picchiata, e minacciata, non aveva altra scelta che sottomettersi121. Il finale crudo sottolineava la condanna della vittima a una situazione senza speranza che faceva da contrasto con la fanciulla innocente, fiduciosa e piena di sogni e aspettative che era stata presentata all’inizio della storia.

Un episodio che mette in luce l'abilità con cui Stead fece leva sui suoi lettori, allarmando l'opinione pubblica e dando così impulso al fronte anti-tratta di mobilitarsi, è fornito dalla testimonianza di un anonimo trafficante di donne che raccontò la storia di Emily, una minore di undici anni venduta dai genitori a un bordello dell'East-End. Le conseguenze psichiche di questa esperienza furono per lei terribili e ben visibili, infatti gli sfruttatori che avevano abusato del suo corpo si trasformarono nella sua mente in demoni. In seguito cominciò ad avere allucinazioni, crisi, scompensi e risultò incapace di superare gli abusi subiti.

Emily – alla sua età, ampia e rigida, con una faccia piacevole con espressioni che variano; qualche volta aveva un volto spaventato e vecchio, a volte il solito volto ma più giovane. Mi disse che nella sua vita non aveva mai avuto un giocattolo e non era mai stata in un giardino. L’ho trovata che era molto malata e l’ho mandata all’ospedale dove c’è stata per sei settimane. Ritornata sembrava più in carne e in salute, ma era strana nell’agire, la sua mente era ancora spaventata dagli eventi passati, dalla sua vita passata di cui ancora le piaceva di parlare. Qualcuno la chiamava “la figlia del demone” e, effettivamente, le calzava quel soprannome. Se offesa, avrebbe gridato come se qualcuno stesse per ucciderla fino a quando qualcuno non fosse riuscito a zittirla, toccandola. Bastava lo sguardo di qualcuno, per farla agitare; nessuno sembrava capace di renderla tranquilla. Quando le era possibile si nascondeva da tutti, mettendo la testa in un letto di “reseda” e solo così stava calma. “Si tratta solo di un comportamento dettato dalla sua inutilità e dalla sua malvagità” potrebbe dire qualcuno. Ma io le ho visto fare così decine di volte, e credo che non le andrebbe impedito di stare in giardino, è solo una bambina. Un giorno la vidi che gridava come al solito con le lacrime agli occhi e, allontanandosi dal giardino, si avvicinò ad un albero di mele e lì vi seppellì la testa, dentro alcuni cespugli. Da lì non si sentivano più le urla strazianti. Per questo sono sceso e le ho chiesto se le faceva bene tenere la testa nei cespugli. E lei rispose: “è il diavolo che mi fa così male e sono convinta che l’odore dei fiori possa cacciare via il diavolo”. Di nuovo giù con la testa. L’odore dei fiori, è strano, avrebbe dovuto calmare questa figlia del demone, che aveva i nervi tesi, era agitata, e, probabilmente, non aveva mai potuto

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godere prima di un fiore. L’unica cosa che vedono queste vittime del vizio, infatti, sono solo lo sconvolgimento e le urla scomposte122.

Alcune testimonianze riportate descrivevano scene macabre e violente, tuttavia l’analisi di Stead non si limitava alla narrazione della semplice storia: a lui va il merito di avere introdotto nel dibattito pubblico la tematica della prostituzione minorile e dalla violenza sui minori. Denunciò la diffusione all'interno dei bordelli di fanciulle di appena dodici anni che, come riferì un tenutario reso anonimo, «quando le ragazze compiono dodici o tredici anni diventano oggetti da mettere in vendita»123.

Il giornalista riportò come i clienti fossero disposti a pagare per le ragazze non ancora maggiorenni mediamente il doppio di quanto avrebbero sborsato per una normale prostituta, un costo dovuto sia per l'età sia perché erano, spesso, ancora vergini. Il mercato delle minorenni secondo Stead era in continua crescita: «io non so il perché, ma non c’è dubbio che la richiesta di prostituzione minorile sia sempre di più in crescita»124. Le indagini lo portarono a stimare che circa 10.000 fanciulle inglesi fossero costrette nel «peccato cristiano»125.

Il risultato principale dell'operato di William Stead fu la creazione della National Vigilance Association nel 1885.

4. Creazione di un sistema contro la Tratta delle Bianche: prima riunione e