4. Creazione di un sistema contro la Tratta delle Bianche: prima riunione e manifestazione popolare
4.1 Vizio sessuale e Hyde Park
Durante la riunione del 21 agosto si fece più volte riferimento al fatto che il reato dipendesse dall’espandersi del vizio sessuale e dalla legalità delle case chiuse che non solo incoraggiavano l’incontinenza sessuale maschile ma soprattutto rovinavano le ragazze più povere costrette, o con la violenza o con un ricatto sociale, a lavorare come prostitute140. Durante la sua relazione, il vescovo di Bedford, William Walsham How (1823-1897), auspicò un ritorno della morale sessuale che doveva essere uguale per entrambi i sessi poiché «la meschinità e la crudeltà del vizio che condanna le donne a una vita di vergogna ha inizio con la necessità degli uomini di provvedere ai loro momentanei istinti»141.
Nella stessa occasione il reverendo Hugh Price Hughes pronunciò un discorso in cui si intrecciavano tematiche di tipo religioso a favore della continenza sessuale con istanze assai vicine alle rivendicazioni femminili delle emancipazioniste, quali la parità dei sessi e la tutela del lavoro delle donne e dei minori. Secondo Hughes era necessario prestare attenzione al «mercato del lavoro femminile» poiché, soprattutto per quanto riguardava le occupazioni cui aspiravano le ragazze più povere (domestiche e cameriere), «era saturo» e, per tale ragione, occorreva «aprire quanto più possibile alle donne tutte quelle strade che portassero a un guadagno onesto»142. Questo “guadagno onesto” sarebbe stato raggiunto dalle donne, secondo Hughes, soltanto se si fossero forniti loro «i servizi e gli strumenti educativi e di qualche altro genere, per prepararle, livellando quanto più possibile il divario che esiste tra i due sessi a casa [in Inghilterra] e nelle colonie dove è mirata l’emigrazione femminile»143. Il reverendo inoltre suggerì agli altri volontari presenti alla riunione di impegnarsi a che la National Vigilance Association si facesse portatrice dell’idea che «i registri per l’impiego e gli uffici di collocamento fossero messi in relazione, laddove fosse possibile, con le istituzioni»144. Quest’ultima affermazione è assai importante ed è utile metterla in relazione con il mutato
140 William Alexander Coote, A Vision and its Fulfilment: being a history of the origin of the work of the National Vigilance Association for the Suppression of the White Slave Traffic, Londra, National Vigilance Association, p.
4.
141Ivi, p. 7. 142 Ibidem. 143 Ibidem. 144 Ibidem.
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rapporto che le associazioni filantropiche inglesi, a partire proprio dagli anni Ottanta del XIX secolo, instaurarono con «la parte ufficiale»145, ovvero le istituzioni statali e locali.
L'azione inglese di salvaguardia delle donne e dei minori aveva una tradizione consolidata che metteva le sue radici nelle “società morali” dell'epoca moderna il cui obiettivo era, come ha spiegato Tim Hitchcock, quello di «imporre l'ordine sulla società piuttosto che cercare di trasformare l'individuo»146. Il volontariato sociale inglese fu caratterizzato da un rapporto fiduciario con lo Stato che incoraggiava i membri delle associazioni nel portare avanti le iniziative filantropiche.Nella società inglese nel corso del XVIII e del XIX secolo i «social
worker» avevano imparato a riempire l'ambito della beneficenza che lo Stato aveva loro lasciato
a tal punto che, come ha illustrato Donna Andrew, queste associazioni filantropiche e di assistenza si erano di fatto professionalizzate, dando forma a strutture ben delineate con Statuti e regole rigorose. La gerarchizzazione dei ruoli all'interno delle società e le agende fitte di iniziative trasformarono così le attività di volontariato libero in progetti a «vocazione scientifica»147. Tuttavia, a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo, da parte dello Stato inglese ci fu la tendenza a riappropriarsi di quegli ambiti del sociale che fino a quel momento aveva lasciato gestire alle associazioni. Erano gli stessi filantropi a invocare una nuova partecipazione da parte delle istituzioni pubbliche affinché dessero il loro contributo alla lotta contro i disagi sociali di fronte ai quali lo Stato si era scoperto vulnerabile. La stagnazione causata dalla Grande Depressione (1873-1896), il calo dei profitti, la concorrenza delle potenze economiche
145 Ibidem.
146 Tim Hitchcock, English Sexualities, 1700-1800, Basingstoke, Macmillan, 1997, p. 102.
147 Donna Andrew, Philantropy and Police, London Charity in the Eighteenth Century, Princeton, Princeton
Universitty Press, 1989, p. 201. Alla fine del XIX secolo emersero i “lavoratori sociali” come membri del volontariato nel campo dell’igiene sociale, del riformismo sociale, dello sviluppo della salute e della cura delle persone, del riformismo religioso, dell’educazione. A partire dalla fine del XIX secolo, furono pubblicati saggi legati all’azione dei “lavoratori sociali”, si veda Charles Stewert Loch, How to Help in cases of distress. A handly
referee book for almoners, almsgivers, and others, London, Longmans Green, 1883; Helen Bosanquet, The standard of life, London, Macmillan, 1906; William Foss, Julius West, The social worker and modern charity,
London, Black, 1914; John Bernar Haldane, The social workers’ guide, London, Pitman, 1911; Elizabeth Macadam, The equipment of social work, London, Unwon Brothers and Company, 1925. Anche il Primo Ministro inglese Clement R. Attle, Presidente del Labour Party (1945-1951), scrisse un testo incentrato sul social work dove spiegava che la carità individuale non poteva prescindere da una visione socialista della società con cui interpretare le cause della povertà e i suoi effetti, cfr. Clement R. Attlee, The social worker, London, Bell, 1920.
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emergenti, in primis la Germania, avevano spazzato via le ottimistiche convinzioni dell’epoca vittoriana per lasciare spazio a uno scetticismo diffuso in tutti i campi.
L’efficienza stessa dello Stato fu messa in discussione. Problemi quali la povertà, la disoccupazione di massa e lo sfruttamento lavorativo divennero problemi più di tipo politico che sociale e, per tale ragione, lo Stato doveva contribuire a risolverli. Così facendo, vi fu una espansione della “sfera pubblica” a danno di quella privata148. Lo Stato inglese, per la prima volta, entrava nella beneficienza privata poiché, come spiega Giovanna Procacci, venne meno il principio per cui l’indigenza era valutata negativamente in quanto riconducibile a colpe dell’individuo bisognoso149. In questi anni Ottanta infatti l’indigenza era il prodotto delle dinamiche economiche e politiche nazionali. Fulvio Cammarano individua negli anni Ottanta del XIX secolo gli anni in cui l’Impero scoprì di non essere immune alle questioni che attanagliavano gli altri Stati europei. Secondo lo studioso, infatti, «gli anni Ottanta sono stati cruciali nella consapevolezza inglese del declino dell’idea di una diversità costituzionale che l’avrebbe salvaguardata dai tumulti delle democrazie europee»150. La proposta della NVA di collaborare per quanto riguarda la lotta alla Tratta delle Bianche con le istituzioni perché vigilassero sui registri e sugli Uffici di collocamento s’inseriva nella nuova tendenza della sfera pubblica a entrare nell’ambito del sociale.
Al tempo stesso, inoltre, i discorsi pronunciati dai due vescovi confermavano come il fenomeno della Tratta delle Bianche fosse un reato sviluppatosi nel contesto delle questioni sociali che erano venute fuori in tutta Europa nella seconda metà del XIX secolo e che alimentavano i flussi migratori. Alla percezione della “decadenza nazionale” dovuta ai mutati equilibri internazionali e all’andamento economico che aveva rimpinguato le strade di bisognosi, si aggiungevano le sacche di migranti altrettanto poveri e disagiati. In una parola, l’Impero aveva incontrato il pauperismo151.
L’emergere di una manodopera a basso costo disposta a emigrare in cerca di un lavoro lontano dal proprio luogo di origine aveva catturato le attenzioni dei filantropi sociali
148 Fulvio Cammarano, Strategie del conservatorismo britannico nella crisi del liberalismo. "National Party of Common Sense" 1885 - 1892, Manduria-Roma, Lacaita, 1990, p. 3.
149 Giovanna Procacci, Le politiche di intervento sociale in Italia tra fine Ottocento e prima guerra mondiale. Alcune osservazioni comparative, in “Economia e Lavoro”, 1, 2008, pp.17-43.
150 Fulvio Cammarano, Strategie del conservatorismo britannico nella crisi del liberalismo. "National Party of Common Sense" 1885 - 1892, Manduria-Roma, Lacaita, 1990, p. 2.
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preoccupati per le condizioni in cui i migranti si ritrovavano. L’aumento della mobilità di queste persone facilitava il lavoro di quei profittatori che, in mezzo a tanta offerta di donne disoccupate e povere, vedevano un modo per lucrarvi attraverso la mercificazione del loro corpo o lo sfruttamento lavorativo. Non è un caso se Hugh Price Hughes durante il suo discorso aggiunse che vi era «una responsabilità dei datori di lavoro e degli agenti di collocamento nei confronti delle donne e nella protezione del loro lavoro», visto che «le condizioni economiche e sanitarie erano basilari per contribuire a salvaguardare la moralità femminile»152. Le letture offerte dai due vescovi, e largamente condivise e applaudite dagli altri volontari presenti alle riunioni, evidenziano inoltre come la NVA avesse come obiettivo primario quello di “prevenire” il crimine, cercando di intervenire sulle cause del traffico, andando a indagare nei disastri sociali in cui vivevano poveri ed emarginati. Come si vedrà, sebbene l’associazione inglese svolgesse opera di assistenza nei confronti delle ragazze, l’impegno maggiore fu profuso principalmente nell’indagare e nello scovare casi di ragazze vittime del traffico prima che queste lo diventassero153.
La realizzazione di una lotta contro la Tratta delle Bianche, così come i volontari della NVA avevano immaginato fin da questa prima riunione del 21 agosto del 1885, necessitava non solo di un numero adeguato di aderenti ma anche dell’attenzione dell’opinione pubblica. George Russell affermò infatti che era compito della neonata associazione quello di
considerare tutte le questioni legate alla protezione della giovane e la persecuzione e lo smascheramento dei criminali e, in generale, di stimolare e mantenere un vivo interesse su queste tematiche riguardanti la pubblica moralità da parte dell’opinione pubblica.154
Il numero delle copie vendute dal Pall Mall Gazette infatti aveva suscitato un dibattito pubblico sulla Tratta delle Bianche in tutta l’Inghilterra e i filantropi sociali che avevano a cuore la questione cavalcarono l’onda emotiva per indire una grande manifestazione di piazza a Hyde Park155.
152 William Alexander Coote, A Vision and its Fulfilment: being a history of the origin of the work of the National Vigilance Association for the Suppression of the White Slave Traffic, Londra, National Vigilance Association, p.
4.
153 Ibidem. 154 Ibidem. 155 Ibidem.
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Si trattò di una dimostrazione organizzata contro il “vizio sessuale” e contro la doppia morale da Josephine Butler, William Coote e altri protestanti risvegliati come il reverendo William Booth, fondatore dell’Esercito della Salvezza156. A Hyde Park parteciparono duecentocinquamila persone che assistettero a una manifestazione guidata quasi interamente dai “trascinatori di folle” tipici del Risveglio. Nel corso del XIX secolo in Inghilterra, si sviluppò la consuetudine di organizzare manifestazioni religiose guidate da speaker/predicatori che sapevano bene intrattenere gli spettatori incitandoli. Il più famosi furono il battista Charles Haddon Spurgeon (1834-1892) e John Clifford (1863-1923), che attraevano migliaia di ascoltatori per i quartieri di Londra. Molti di questi predicatori si schierarono a favore di riforme sociali che coinvolgessero i più poveri della società. Per esempio, il già citato Hughes (1847- 1902), liberale convinto che si spese per una maggiore apertura sociale, fu uno degli speaker che parlarono durante il raduno di Hyde Park. In totale, furono preparati undici palcoscenici da cui ogni predicatore, sostenuto da un gruppo di circa quattro persone, incitava i presenti a favore di un Risveglio religioso che includesse un ritorno a una morale sessuale e sociale della società inglese, l’abbattimento del double standard e la cessazione del traffico di donne 157. In Gran
Bretagna, la missione contro il traffico di donne fu una missione di fede allo scopo di riportare purezza nei costumi e pari diritti all’interno del Paese. Il vizio sessuale infatti aveva causato non soltanto un peggioramento delle condizioni degli elementi più vulnerabili del Paese, quanto
156 L’Esercito della Salvezza fu fondato da William Booth (1829-1912) e da sua moglie Catherine Mumford (1829-
1890). Questa associazione era una sorta di ordine religioso che, in un’ottica di parità sessuale, si presentava come un corpo militare che assegnava uniformi e gradi ai suoi membri. Lo scopo principale per cui fu fondato era la redenzione attraverso un ritorno alla morale e all’estinzione dei disagi sociali. La novità più importante di questo Esercito fu che alle donne fu concessa la possibilità di diventare ufficialesse al pari degli ufficiali, destando qualche scandalo all’interno della società vittoriana. Il motto dell’Esercito era “Sangue e fuoco” e, in pochi anni, si diffuse oltre i confini inglesi «all’insegna delle tre “S” famose Soup, Soap, Salvation». Si veda, Giorgio Spini, Italia
liberale e protestanti, Torino, Claudiana, 2002, pp. 30-34. Per un ulteriore approfondimento sull’Esercito della
Salvezza si rimanda inoltre a Antonio Lesignoli, L’Esercito della Salvezza. Una introduzione, Torino, Claudiana, 2007. Per quanto riguarda la capacità dell’Esercito di radicarsi fuori dall’Inghilterra e mettere le proprie radici in altri Stati, soprattutto negli Stati Uniti, si veda The Most Effective Organization in the U.S: Leadership Secrets of
the Salvation Army, a cura di Robert A. Watson, Ben Brown, New York, Croen Business, 2001.
157 Giorgio Spini, Italia liberale e protestanti, Torino, Claudiana, 2002, p. 34. Per quanto riguarda la descrizione
del raduno di Hyde Park si rimanda a William Alexander Coote, A Romance of Philanthropy: Being a Record of
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piuttosto una degenerazione delle tradizioni comunitarie158. Dai palchi fecero comizi, inoltre, il leader lib-lab Broadhurst, Percy Bunting e Blake Odgers159. Il Pall Mall Gazette riportò che alle ore 6.30 del pomeriggio, un corno squillò e da ciascuna delle piattaforme furono simultaneamente lette tre risoluzioni:
1) Il popolo di Londra esprime la sua vergogna e la sua indignazione per il prevalere del vizio criminale
2) questo incontro si impegna ad assistere e a stimolare l’autorità pubblica nello sforzo [..]per la protezione della giovane
3) è dovere di tutti i buoni cittadini combattere il male, sociale e morale, nel quale questi crimini contro le donne mettono le loro radici, al fine di assicurarsi la loro estirpazione160.
L’incitamento era rivolto affinché tutti i londinesi vigilassero sull’espandersi del vizio e, soprattutto, sui crimini sessuali che avvenivano nei confronti delle donne e delle minori.
Quei giorni di agosto, il 21 e 22, in cui si svolsero la riunione e la manifestazione di Hyde Park rappresentarono le “fondamenta” sopra il quale si eresse «la superstruttura della National Vigilance Association»161. Con «superstruttura» William Coote intese definire un’associazione
che mirava a sedimentarsi nella vita del Paese, mettendo la propria opera al servizio delle persone e al servizio dello Stato e dei comitati locali. Per fare ciò aveva bisogno di espandersi e portare avanti una serie di «amalgamazioni» con altre associazioni con simili obiettivi e, come si vedrà, ciò fu fatto162.
Nel progetto di William Coote, l’associazione che aveva in mente doveva collaborare con le istituzioni, almeno a livello nazionale163. In particolare si riteneva necessario estendere la giurisdizione delle corti locali relativamente a quelle tematiche che interessavano la lotta alla
158 Già il pensiero abolizionista aveva letto il decadimento della società come causato da un diffusione della
promiscuità sessuale. Il pamphlet di Josephine Butler pubblicato per la prima volta a Londra nel 1871 e considerato manifesto dell’abolizionismo presentava collegamenti tra il degrado morale della società con il vizio sessuale, si veda Josphine Butler, The Costitution Violated. An Essay, New York, Cambridge University Press, 2010.
159 William Alexander Coote, A Vision and its Fulfilment: being a history of the origin of the work of the National Vigilance Association for the Suppression of the White Slave Traffic, Londra, National Vigilance Association, p.
6.
160 Ibidem. 161 Ibidem. 162 Ibidem. 163 Ibidem.
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Tratta delle Bianche da vicino: il controllo delle Agenzie di Collocamento, la sorveglianza delle condizioni lavorative delle domestiche e delle cameriere negli ambienti di lavoro. La NVA cercava di influenzare l’attività legislativa del Parlamento attraverso i suoi membri. Si è già detto, per esempio, come la Criminal Act Amendament venne sostenuto da Stead durante i suoi articoli sul Pall Mall Gazette e come il conseguente dibattito sulla Tratta delle Bianche ebbe l’effetto di accelerare l’iter parlamentare per la promulgazione della legislazione sulla “criminalità”164. L'inchiesta del Pall Mall Gazette del 1885 fu strumentale al dibattito politico che, per circa venticinque anni, era maturato intorno a una serie di legislazioni nel Regno Unito sui reati di tipo sessuale. Che la legge sulla criminalità si sia concretizzata attraverso la pressione della Pall Mall Gazette è un fatto sostenuto dalla totalità della storiografia che si è occupata dell’argomento. Julia Laite ricorda, per esempio, come il lavoro giornalistico di William Stead «sia stato basilare per il passaggio della legge poiché è stato il primo [nella storia], attraverso una lunga serie di “media exposés” ad influenzare politiche e leggi che riguardavano il commercio sessuale»165; Gretchen Soderlund in, Sex Trafficking, definisce il
Criminal Law Amendment Act come Stead Act allo scopo di mettere in evidenza il ruolo centrale
del giornalista166.
164 Julia Laite, Common Prostitutes and Ordinary Citizens. Commercial Sex in London, 1885-1960, Basingstoke,
Palgrave MacMillan, 2011, p. 14.
165 Ibidem.
166 Gretchen Soderlund, Sex Trafficking, Scandal, and the Transformation of Journalism, 1885-1917, Chicago,
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