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4.4. Strategia e imprenditorialità 1 Orientamento strategico di fondo

4.4.3. Un confronto con i concorrent

Fabbrica di San Martino è stata tra le aziende fondatrici del distretto biodinamico lucchese insieme alla Tenuta di Valgiano e a Podere Còncori.

L’idea si sviluppa in maniera del tutto spontanea dopo che i proprietari fondatori di queste tre aziende si sono resi conto che la maggior parte dei produttori di vino della zona collinare della Doc Colline lucchesi si era convertita alla biodinamica.

Il distretto nasce inizialmente come un accordo del tutto informale, con l’obiettivo di condividere le esperienze, gli strumenti, il know how e di unire le voci dei vignaioli in un coro che, all’unisono, potesse far conoscere e diffondere le proprie idee, i propri valori e potesse raccontare la propria storia attraverso il vino, che più degli altri è capace di raccontare, strato dopo strato, l’originalità e l’autenticità di un territorio da preservare e da far conoscere al mondo. L’espressione Distretto assumerà connotati sempre più specifici e autorevoli entro l’anno 2016, in corso al momento della stesura del presente lavoro, periodo entro il quale dovrebbe concludersi l’accordo per stipulare un contratto di Reti d’Impresa, nei termini indicati pagine addietro.

La particolarità e l’eccezionalità della creazione del distretto risiede nei rapporti di tipo professionale, ma anche personale che si sono instaurati tra i soggetti che guidano le singole piccole aziende vitivinicole. Come ci spiega lungamente Ferrua, tra i vignaioli non esiste alcuna forma di concorrenza. Il clima è disteso, di libero scambio di idee ed

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informazioni di tipo tecnico, enologico, commerciale, ma anche scambio materiale di attrezzi agricoli. Collaborazione e non concorrenza è la parola che qualifica il tipo di relazione tra le imprese del Distretto della piana di Lucca.

Questo è possibile grazie alla biodinamica perseguendo la quale ogni vino è diverso ed è espressione esclusiva di chi lo produce e del territorio che accoglie le singole e diverse piante. Non solo ogni vino è diverso da produttore a produttore, ma sottostando alle leggi della natura è marcata la differenza che emerge tra vini di uno stesso produttore di annate distinte.

Le aziende produttrici di vino più temute da Giuseppe Ferrua sono le aziende di grandi dimensioni presenti sul territorio toscano, prime fra tutte Cantine Antinori e Cantine Frescobaldi.

Il motivo che le rende minacciose agli occhi del produttore di Fabbrica di San Martino è collegato alla campagna di comunicazione che stanno conducendo negli ultimi anni queste maison del vino; una campagna improntata a presentarle al mercato come aziende con una spiccata sensibilità alla qualità e a tecniche di agricoltura sostenibile, utilizzando anche termini con il suffisso “bio” e vantando una antica e lunga tradizione di vignaioli.

Queste grandi aziende, in realtà, pur producendo vini certificati e di indiscussa qualità, sono ben lontane dall’offrire una produzione di scala paragonabile a quella di una piccole e media impresa come può essere Fabbrica di San Martino e le tecniche che adoperano prevedono l’utilizzo di macchinari sofisticati, di un attento studio dello stato di maturazione dei frutti sulla pianta, di un’attenta ricerca delle percentuali dei diversi vitigni per produrre i tanti vini disponibili in commercio con le etichette sempre nuove e disegnate per soddisfare i gusti dei consumatori più esigenti in termini di design.

Dato l’alto potenziale degli strumenti e dei canali di comunicazione a disposizione delle grandi realtà, il rischio è che queste svuotino la qualità del suo potenziale in termini di fonte di vantaggio competitivo di differenziazione essendo prerogativa di un settore di produzione di nicchia delle piccole e medie realtà ed elemento distintivo di un territorio.

I temuti concorrenti di cui parliamo sono brevemente:

Cantine Antinori: la famiglia Antinori si dedica alla produzione vinicola dal 1385 (la terza più antica del mondo), ed è collocata nei pressi di Firenze. Dal momento della fondazione ad oggi, la famiglia ha sempre gestito direttamente questa attività. La tenuta

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si estende per 77 ettari di divide in: 57 ettari di vigneti Tignanello e 20 ettari di vigneti Solaia. Le uve piantate a Tignanello comprendono la varietà autoctona Sangiovese e i non tradizionali Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, nonché una piccola quantità di uve bianche, Malvasia e Trebbiano, che vengono utilizzate per la produzione di Vin Santo.

FATTURATO 2015 è di 202 milioni di euro.

Cantine Frescobaldi: l’inizio della produzione vinicola di questa azienda familiare è documentata agli inizi del 1300, nella Tenuta di Castiglioni, a sud-ovest di Firenze. La filosofia produttiva di tale azienda si basa su principi come il rispetto della tradizione e l’apertura alla ricerca e alla sperimentazione. Le tenute Frescobaldi sono situate in diverse zone della Toscana: Chianti, Rufina, Montalcino, Pomino, Colli Fiorentini, Maremma Toscana. Ogni tenuta è una realtà produttiva indipendente, con agronomi ed enologi dedicati. La tenuta più importante è comunque quella di Castiglioni, che consta di 513 ettari di terreno vitato. I principali vini prodotti sono: Mormoreto, Giramonte, Castelgiocondo Brunello, Gorgona, Lamaione, Montesoldi.

FATTURATO 2015 è di 95 milioni di euro

In confronto ad un fatturato di poco più di 50 mila euro è evidente quanto la differenza sia abissale tra una piccola realtà come può essere fabbrica di San Martino e una grande realtà come quella dei Gruppi vitivinicoli toscani.

Questa discrasia è, tuttavia, giustificata dalle profonde differenze dimensionali e organizzative delle aziende che abbiamo messo a paragone. L’azienda guidata dal vignaiolo e dalla sua famiglia è, infatti, una realtà molto più contenuta, con una struttura organizzativa più snella rispetto a Frescobaldi e Antinori.

4.5. Assetti istituzionali