3.4 Identità territoriale e distretti: determinanti del vantaggio competitivo per le piccole e medie imprese familiari.
4.1.1 Il settore del vino in Toscana
Toscana: terra ricca di cultura e di storia, di paesaggi, di sapori e tradizioni enogastronomiche.
Luogo di prestigiosi miracoli architettonici nati dall’intelligenza degli uomini nel tempo, ma anche terra fertile e rigogliosa che ogni anno, a parere degli esperti, si conferma tra le regioni italiane a più alto potenziale enologico offrendo vini dalle caratteristiche uniche, riconosciute in tutte il mondo.
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Le Strade del Vino di Toscana sono tra gli itinerari più interessanti e amati dal turista che tra una degustazione e l’altra ha la possibilità di scoprire i segreti del territorio che conferisce ai prodotti la propria impronta.
Calice alla mano percorriamo la Costa degli Etruschi salendo dalla Maremma, per passare poi da Montalcino e Montepulciano e scendere lungo i crinali dei colli senesi, aretini, fiorentini fino ad arrivare a Pisa e da qui perdersi tra i filari di Montecarlo di Lucca e della Lunigiana.
La Toscana del vino presenta numeri interessanti.204
Gli ultimi dati di produzione disponibili (anno 2014) attestano che la Toscana è una delle regioni più produttive d’Italia, con circa 2,8 milioni di ettolitri di vino all’attivo. Un risultato stabile in questi ultimi anni, con un'unica flessione nel 2012 quando la produzione regionale era scesa a poco più di 2 milioni di ettolitri.
La maggiore crescita in questi anni è registrata nella provincia di Livorno, mentre si conferma Il territorio senese quello più vitato e quindi più produttivo in assoluto con oltre un milione di ettolitri prodotti.
Altro dato interessante è quello relativo ai vini Doc e Docg che in Toscana sono circa il 67% del totale. Anche questo potrebbe sembrare un dato scontato ma diventa interessante soprattutto se si considera che in questi ultimi anni sono invece i vini Igt quelli che hanno fatto registrare la crescita maggiore. La fanno da padrone i rossi per un buon 90% sul totale.
Anche all’estero la Toscana si difende. Toscana Promozione205 ha reso noto che la regione nel 2015 ha vissuto una crescita molto importante, del 21 %, soprattutto grazie proprio alle sue esportazioni.
Nonostante questo, la Toscana non è la regione italiana che esporta di più, ma ha superato comunque il Piemonte che è sceso al terzo scalino del podio di questa classifica. Il primato rimane ben saldo nel Veneto che distribuisce nel mondo 1,7miliardi di euro di vino.
204 Fonte: http://www.inumeridelvino.it e http://www.winenews.it
205 Toscana Promozione è l’Agenzia Regionale di Promozione Turistica al servizio dell'imprenditoria
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I mercati esteri più interessati a bere vino toscano sono Stati Uniti, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Interessante è anche una considerazione sui prezzi: quasi tutte le principali denominazioni toscane hanno fatto registrare un aumento, in linea teorica, dei prezzi.
In particolare il Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano e il Chianti Classico. Questo ultimo con un aumento di oltre il 36%, sempre in teoria.
Tra il 1991 e il 2001 il settore del vino in Toscana ha subito una riduzione in termini numero di addetti, in linea con i dati registrati a livello nazionale e coerentemente con la produzione di vino tra il 1980 e il 2000 in Italia che ha subito una riduzione del 29,1%.206
Anche la domanda di vino mondiale, come abbiamo avuto modo di approfondire nel capitolo II, ha subito una mutazione negli ultimi venti anni del XX secolo andando a diminuire nei Paesi assidui consumatori e aumentando sensibilmente nei territori del cosiddetto Nuovo Mondo, prima fra tutti la Cina.
La trasformazione della domanda è stata anche qualitativa in quanto il profilo dei nuovi consumatori coincide con quello di chi è disposto a pagare un premium price pur di acquistare un prodotto considerato appartenente ad una gamma di livello superiore e di qualità elevata, soprattutto per le sempre maggiori associazioni di valori materiali e immateriali al prodotto vino. Questa rivoluzione nel modo di concepire il vino si è scatenata a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso andandosi diffondendo un modello edonistico del vino.
Questo ha condotto ad una nuova segmentazione del mercato di riferimento individuando due strategie di vendita principali: quella che si basa sull’offerta di vini internazionali di buona qualità a prezzi contenuti e quella che offre, invece, un prodotto con un prezzo e una qualità più elevati che rimanda alle caratteristiche culturali, tradizionali, paesaggistiche ed ambientali che si riferiscono ad uno specifico territorio e sistema vitivinicolo. Secondo uno studio di Mediobanca207 c’è stata una notevole tendenza da parte delle aziende italiane «a rifocalizzarsi verso una produzione di
maggiore qualità attraverso azioni sulle superficie vitate e sulle tecniche di
206 Dati citati in “La vitivinicoltura veronese tra internazionalizzazione e tradizione territoriale” (2003),
Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Verona, p. 19
207 Ufficio Studi Mediobanca, Focus sulle principali società vitivinicole italiane, (2004) sito www.mbres.it
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vinificazione». Questo è vero sicuramente in Toscana, prova ne sia la percentuale di
prodotti che hanno ottenuto la certificazione Doc e Docg come abbiamo visto.
Questa ricerca di specificità territoriali riduce di molto i vantaggi che si possono ottenere con le operazioni di concentrazione e contribuisce a rendere frammentato e variopinto il sistema produttivo italiano connotato da una forte prevalenza di imprese di piccole e piccolissime dimensioni a conduzione familiare e operanti in settori di nicchia. D’altra parte il vino è il settore che maggiormente nasce e si sviluppa grazie all’attività di famiglie che di generazione in generazione tramandano le conoscenze e l’insieme di valori necessari a realizzare un prodotto che più di altri racconta il territorio di appartenenza. Senza dubbio quello vitivinicolo è un campo dove l’identità territoriale, e del paesaggio toscano in questione, ha un peso specifico importante e che conferma quanto asserito nel precedente capitolo con riguardo alla funzione del territorio che, garantendo al prodotto qualità e specificità, diviene potente fulcro per la sopravvivenza delle imprese di minori dimensioni, in una battaglia da giocare nel campo minato della società globalizzata. Fare degli ottimi vini è condizione necessaria, sì, ma non è sufficiente per un’azienda che vuole aver successo e continuità in un futuro come quello che si prospetta, con un alto livello di competizione a livello internazionale. Le aziende hanno bisogno di spostarsi da una dimensione product-oriented ad una gestione aziendale attenta al rapporto col mercato.208