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La relazione finale di maggioranza della Commissione parlamentare sulla Loggia P2: resoconto di un documento

4. La crisi di fine anni Settanta

Pur non abbandonando il testo della Commissione, inizieremo l'analisi di questa fase della Loggia Propaganda Due a partire da una intervista rilasciata al Corriere della Sera il 5 ottobre 154 Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, IX Legislatura, T. Anselmi, Relazione della Commissione

parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2, cit., p. 25. Consultato suhttp://www.senato.it, in data 23 novembre 2017.

1980156 che sancisce una fase di cedimento che la loggia e il suo stesso artefice sembravano

attraversare. I protagonisti del dibattito, il Venerabile Gelli e il giornalista Maurizio Costanzo, consegnarono alla Repubblica un documento esclusivo ed insolito, data la riservatezza a cui Gelli era votato e che era solito imporre ai suoi adepti. Eppure, il significato delle parole di Gelli risulta tutt'altro che trasparente; il gioco di allusioni a cui il Venerabile ricorse lascia interdetto il lettore che si aspetta di ricevere risposte chiare e concise. L'intervista conteneva messaggi in codice, comprensibili al momento della pubblicazione, solo a chi rivestisse un ruolo contiguo alla loggia. La P2 veniva presentata come un «Centro che accoglie e riunisce solo elementi dotati di intelligenza, di alto livello di cultura, di saggezza e soprattutto di generosità, che hanno un indirizzo mentale e morale [volto al] bene dell'umanità»157 e Gelli,

affermava nell'intervista, non capiva come un simile organismo potesse essere affiancato alle più tristi vicende della Repubblica. Qui, Gelli ammetteva di essersi accattivato la stima e la simpatia di molti e non temeva di dichiarare audaci affermazioni di natura politico- istituzionale: «[fossi eletto Presidente della Repubblica proporrei] una completa revisione della Costituzione, [che è ormai] un abito liso e sfibrato, [uno strumento] inefficiente e inadeguato158». Moralismo e conservatorismo, Repubblica presidenziale e saggia conduzione

dell'economia: questi i consigli che il Venerabile si sentiva di dare alla élite politica. Per concludere, Costanzo poneva la domanda che rivelava le aspirazioni del giovane Gelli: «Alla domanda: cosa vuoi fare da grande? Cosa rispondeva?» - «Il burattinaio»159, rispondeva lui.

Pochi mesi a seguire, Licio Gelli subiva l'incursione della Finanza presso le sue proprietà di Castiglion Fibocchi, cui abbiamo già riferito. Ricordiamo che i giudici istruttori di Milano, Colombo e Turone, coordinarono l'incursione per ottenere informazioni a proposito del falso sequestro di Michele Sindona e che affidarono l'operazione ad un Nucleo delle Fiamme gialle milanesi, onde evitare interferenze. In quella occasione, però, Orazio Giannini160, all'epoca

generale della Guardia di Finanza, telefonò al colonnello Vincenzo Bianchi avvertendolo di prestare attenzione e cautela perché l'operazione di perquisizione avrebbe potuto generare pregiudizi nei riguardi dell'intero corpo della Guardia di Finanza: «Ti debbo comunicare che hai trovato degli elenchi. Ci sono anche io in tali elenchi. Stai accorto che ci sono anche i

156«Quel giornale è diventato da tempo una riserva personale del Gelli che ne ha associato alla Loggia i massimi rappresentanti: dall'editore Angelo Rizzoli al direttore generale dell'azienda Bruno Tassan Din, fino al direttore politico Franco di Bella», in G. Flamini, L'ombra della piramide, cit., p. 90.

157 M. Costanzo, Il fascino discreto del potere nascosto: parla, per la prima volta, il signor P2, Corriere della Sera, 5 ottobre 1980. Consultato su http://antonella.beccaria.org, in data 2 dicembre 2017.

158 Ibidem. 159 Ibidem.

massimi vertici dello Stato.. Stai attento che il Corpo si inabissa»161. Il generale Giannini non

è mai stato in grado di spiegare le ragioni che lo indussero a parlare in questi termini; tuttavia, l'episodio suscitò il dubbio sulla effettiva riservatezza dell'operazione, ufficialmente coperta dal più assoluto segreto istruttorio. Senza dubbio, il maldestro tentativo di insabbiamento di Giannini palesava l'altissima considerazione che i protagonisti della vicenda attribuivano alla documentazione che stava per essere svelata.

Ricordiamo che il nucleo della documentazione non venne rinvenuto nella cassaforte dell'ufficio (dove comunque venne rinvenuta una seconda lista di nominativi) ma in una valigia. Qui, oltre a una delle due liste, vennero rinvenuti documenti che attestavano l'implicazione della loggia nelle attività del mondo profano.

Le liste rinvenute non costituiscono un unicuum, piuttosto esse si pongono come il prodotto finale di una serie di documenti realizzati in un consistente arco temporale, circa un decennio, ed è proprio da questi altri documenti che, secondo Anselmi. le liste acquisiscono veridicità. Molte delle annotazioni apposte in margine non sono state battute contestualmente al nome relativo, ma in un secondo momento, con lo scopo di aggiornare la situazione amministrativa e contabile della loggia: ciò servì a dimostrare che gli elenchi non fossero stati compilati con mero scopo dimostrativo, ma aggiornati progressivamente acquisendo una certa funzionalità nella gestione della loggia. Le sigle apposte in corrispondenza dei nominativi trovarono riscontro nelle ricevute contenute negli appositi bollettari nonché nei versamenti effettuati sul conto Primavera, intestato a Gelli, presso la Banca Popolare dell'Etruria.

La relazione della Anselmi ci tiene a specificare la distinzione, esposta dal commissario Sergio Mattarella162, dei concetti di autenticità e attendibilità correlati alle liste di nominativi

trovate negli uffici di Gelli: una volta accertato il valore autentico degli elenchi, venne a porsi il problema se essi fossero la puntuale ed esatta configurazione della Loggia P2 o se, piuttosto, potessero essere ritenuti inesatti per eccesso o per difetto. Premesso che la tesi dell'inattendibilità delle liste non avrebbe potuto comunque sostenere l'ipotesi della irrealtà 161 S. Flamigni, Trame atlantiche, cit., p.15.

162 Sergio Mattarella, (1941/-), attualmente dodicesimo Presidente della Repubblica italiana dal gennaio 2015, è stato deputato della DC ed in seguito del Partito Popolare Italiano, della Margherita e del Partito Democratico. Ha inoltre più volte ricoperto la carica di Ministro e Giudice costituzionale (dal 2011 al 2015). Nel 1980, il fratello maggiore, Pietrasanti Mattarella, allora Presidente della Regione Sicilia, fu assassinato da un sicario di Cosa Nostra; la sua colpa, aver ideato un'opera di modernizzazione dell'amministrazione comunale contrastante con gli interessi degli ambienti mafiosi (per approfondire: P. Basile, Le carte in regola. Pietrasanti Mattarella. Un democristiano diverso, Centro Studi ed iniziative culturali Pio La Torre, Palermo 2007; G. Grasso, Pietrasanti Mattarella. Da solo contro

la mafia, San Paolo Editore, Cinisello Balsamo 2014). Nel 1983, nella seconda fase della Commissione

parlamentare d'inchiesta sulla Loggia P2, Sergio Mattarella entrò a far parte del comitato. Come testimoniato dall'intervista da egli stesso rilasciata a Alessandro Forlani nel 2011 (consultata suhttp://www.soundcloud.com, in

data 11 dicembre 2017) in occasione del trentennale dallo scandalo P2, Mattarella ha sempre espresso grande stima per la Presidentessa Anselmi e per il lavoro svolto dalla sua Commissione della quale approvò la relazione di maggioranza.

della P2 (sulla concretezza di questa loggia non si può certo discutere), gli elementi che militavano a favore dell'incompletezza di questi elenchi sono numerosi: l'intervista rilasciata dal Gelli al settimanale L'Espresso del 10 luglio 1976 in cui si dichiarò una capienza di duemilaquattrocento unità, le risultanze testimoniali, le corrispondenze epistolari di Gelli ecc.. Possiamo dunque stabilire che le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi sono:

autentiche: in quanto documento rappresentativo della organizzazione massonica denominata Loggia P2 considerata nel suo aspetto soggettivo, attendibili: in quanto, sotto il profilo dei contenuti, è dato rinvenire numerosi e concordanti riscontri relativi contenuti nel reperto163,

ma non esaustive del vasto bacino di utenza che la P2 vantava.

Parlando del processo di ricostruzione inaugurato dal Gelli, abbiamo accennato all'uso strumentale delle riunioni. Tali assemblee non erano mai totalmente inclusive, piuttosto si trattava di riunioni di gruppi, che non avvenivano secondo una rigida calendarizzazione, ma che venivano organizzate per impulso del vertice. I gruppi, costituiti nella seconda fase della Loggia P2, erano diciassette; a questi si aggiungeva poi il gruppo centrale, che faceva personalmente capo a Gelli. Dalla documentazione, non c'è modo di identificare nel gruppo Gelli un vertice allargato a più personalità, un direttorio: Gelli soltanto si identificava nel vertice della piramide piduista, in linea con il processo di personalizzazione dell'istituzione. Gelli si occupò di settorializzare i rapporti fra affiliati, tant'è che non si verificarono mai assemblee generali, bensì solamente assemblee di gruppo che negassero (implicitamente) al socio di conoscere la totalità degli affiliati. Con il termine settorializzazione si intende che fu preoccupazione del Gelli dividere l'associazione in settori referenti determinate materie (editoria, magistratura, forze armate, commercio ecc..). Anche in questa parcellizzazione interna, la P2 si rivelava anomala rispetto alla tradizione massonica in cui il socio era in possesso del dato relativo alla totalità degli associati.

La struttura piramidale della Loggia P2 favoriva i rapporti verticali, scongiurando quelli orizzontali: Gelli, dominus assoluto dell'associazione, si preoccupava che ogni socio avesse con lui un rapporto diretto, tra l'altro ampiamente testimoniato dalla documentazione epistolare e dai riscontri testimoniali. In una lettera circolare indirizzata ai nuovi adepti, Gelli scriveva:

163 Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, IX Legislatura, T. Anselmi, Relazione della Commissione

parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2, cit., p.43. Consultato suhttp://www.senato.it, in data 23 novembre 2017.

Colgo l'occasione per ricordarti che per qualsiasi tua necessità dovrai metterti sempre in contatto diretto con me e che nessuno che non sia stato da me esplicitamente autorizzato [..] potrà venire ad importunarti: qualora si dovesse verificare la deprecabile ipotesi [..] di un tentativo di avvicinamento da parte di persona che si presenti a te facendo il mio nome, sarei grato se tu respingessi [..] il visitatore164.

La caratteristica strutturale della verticalizzazione ci induce, nuovamente, ad affrontare il problema della segretezza, acuitasi notevolmente dopo l'episodio della Gran Loggia di Napoli, in seguito al quale la loggia, lo ricordiamo, subì un risanamento. Il principio di segretezza torna ad essere fondamentale quando ci si domanda fino a che punto ciascun componente fosse partecipe e responsabile di tutte le attività della loggia.

La copertura dell'istituzione verso il mondo esterno veniva tutelata dalla regola del silenzio, accettata al momento dell'ingresso nella loggia e sancita da giuramento, oltre che contenuta nel testo Sintesi delle norme, che analizzeremo nel prossimo capitolo.

La segretezza interna alla loggia assumeva, invece, altri connotati. Nella relazione, Anselmi ritiene anzitutto necessario, distinguere tra fine immediato e fine ultimo della loggia. Il fine immediato era conosciuto da tutti i membri dell'associazione poiché rispecchiava il concetto di solidarietà massonica, trave portante dell'intera istituzione:

adoperarsi per far acquisire agli amici un grado sempre maggiore di autorevolezza e di potere perché quanta più forza ognuno di essi potrà avere, tanta maggior potenza ne verrà all'organizzazione ed [..] elargire ai componenti la massima assistenza possibile165.

Non è un caso, che in sede di procedimento disciplinare, molti piduisti avessero giustificato la loro affiliazione in quanto indicata, da alcuni loro superiori, come il passaggio obbligato per un avanzamento di carriera.

Il fine ultimo, invece, che sinteticamente si identificava con il condizionamento politico del sistema, non era noto a tutti. Possiamo affermare che la compromissione dei fratelli variava tra il minimo della consapevolezza e la massima conoscenza, sino alla programmazione del fine ultimo eversivo, proprio del vertice: «[..] il modello organizzativo presupponeva che il possesso completo [delle finalità dell'associazione] risalisse soprattutto alla figura che vi fa capo e quindi al Venerabile Maestro, la cui infaticabile attività è testimoniata da tutte le fonti»166. Trattandosi di una finalità strettamente correlata alla profanità, la conoscenza di

164 Ivi, p. 49.

165 Ivi, p. 50. L'estratto si riferisce al testo Sintesi delle norme composto da Licio Gelli e contenuto nel modulo di affiliazione alla Loggia P2.

quest'ultima dipendeva dal ruolo rivestito dagli affiliati nella società. La consapevolezza dello scopo ultimo era dunque dipendente dal grado di importanza assunto nel mondo esterno alla loggia, ma dipendeva anche dai settori di appartenenza: è chiaro che, ad esempio, attività riguardanti l'editoria avrebbero implicato maggiormente coloro che del gruppo editoria erano gli esponenti. L'organizzazione per settori operanti il più delle volte con il sistema dei compartimenti stagni, dichiarava l'Anselmi, fa sì che l'attribuzione alla Loggia P2 di determinate attività debba intendersi in relazione non all'intera istituzione, ma al solo settore competente. Il processo di parcellizzazione era dunque rilevante anche da questo punto di vista. Per concludere:

Ogniqualvolta si voglia risalire a responsabilità personali per attività imputabili alla loggia, occorrerà procedere innanzitutto alla individuazione del settore [..] competente per materia e quindi all'individuazione dei singoli affiliati che di quel settore facevano parte167.