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Quest'ultimo paragrafo, prima di entrare nel merito della Commissione parlamentare sulla Loggia massonica P2, vogliamo dedicarlo ad una breve analisi degli anni che ospitarono l'esperimento della Commissione, giustificandone spesso le dinamiche e gli esiti78.

Se i primissimi anni Ottanta non abbandonarono quel clima recessivo che aveva caratterizzato l'andamento economico del periodo precedente, gli anni immediatamente successivi registrarono una significativa ripresa di tutti i settori; inoltre, la congiuntura internazionale e la progressiva diminuzione degli episodi terroristici collaborarono a creare un generalizzato clima di fiducia.

A cambiare fu, innanzitutto, la società. In linea con i modelli inglese ed americano del Primo Ministro Margaret Thatcher e del Presidente Ronald Reagan, il pubblico (prerogativa essenziale in una economia del welfare) lasciò presto il passo al privato; un intero sistema culturale, fino ad allora nutritosi di aspirazioni egualitarie, partecipazione politica della collettività, rifiuto del benessere materiale e che, nel decennio precedente, in nome di questi ideali si era espresso in forti contestazioni, andava adesso incontro ad un radicale sovvertimento.

Gli anni Ottanta, inoltre, inaugurarono un nuovo periodo di continuità politica: dopo il breve esperimento della solidarietà nazionale, la scena politica venne dominata dall'alleanza tra DC e PSI, destinata a durare per più di un ventennio. La parentesi socialista cominciò in seguito ai due governi Spadolini; era stato Pertini, nel 1981, a prendere l'iniziativa di incaricare il repubblicano Giovanni Spadolini alla guida del Paese: seppur brevi, tali governi segnarono una cesura nella trentennale dominazione democristiana. Nel 1983, il risultato delle elezioni segnò un brusco declino per la DC: del resto, il nuovo segretario Luigi Ciriaco De Mita79,

78 Per un esame più dettagliato del periodo, si consigliano: M. Gervasoni, Storia d’Italia degli anni ottanta. Quando

eravamo moderni, Marsilio, Venezia 2010; M. Gervasoni, La cruna dell’ago. Il Partito socialista e la crisi della Repubblica, Laterza, Roma 2006; S. Colarizi, La trasformazione dela leadership. Il Psi di Craxi, in S. Colarizi, P.

Craveri, S. Pons, G. Quagliarello, Gli anni Ottanta come storia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004; E. Veltri, Da

Craxi a Craxi, Laterza, Bari 1993; A. Ghirelli, L’effetto Craxi, Rizzoli, Milano 1982; E. Scalfari, L’anno di Craxi (o di Berlinguer), Mondadori, Milano 1984.

79 Luigi Ciriaco De Mita, 1928/-, politico italiano, Presidente del Consiglio dal 1988 al 1989, Segretario della DC dal 1982 al 1989, deputato dal 1963 al 2008 ed eurodeputato dal 1999 al 2014, dopo la lunga parentesi democristiana, fece parte del Partito Popolare Italiano, della Margherita e, dal 2008 al 2017 dell'Unione di Centro. Attualmente è Sindaco di Nusco (AV).

aveva presentato un programma neo-conservatore di tagli alla spesa pubblica, rinnovamento del partito e lotta al clientelismo, che non trovò riscontro positivo nell'elettorato.

Il PCI, invece, dimostrò di non sapersi rinnovare: vaghezza ed incertezza nella programmazione finirono per determinare, anche per i comunisti, una irrefrenabile caduta di consensi. Poi nel 1984, la scomparsa improvvisa di Enrico Berlinguer: evento oltremodo luttuoso per la società e per il Partito Comunista che perdeva il suo leader proprio ora che cercava di trasformarsi senza perdere attinenza con le proprie radici ideologiche.

In questo contesto, un altro uomo si preparava a conquistare spazio politico: era il Segretario del Partito Socialista e rispondeva al nome di Bettino Craxi. Il punto essenziale della proposta socialista era rappresentato dalla trasversalità, dalla formazione interclassista del suo potenziale elettorale: in pratica, il PSI, differentemente dalle altre due grandi espressioni partitiche (DC e PCI) che si erano specializzate su un determinato tipo di elettorato, sembrava rappresentare più omogeneamente tutte le categorie sociali. Con queste premesse, nel giugno 1983, quelli che fino ad allora erano stati i maggiori partiti italiani, registrarono un grave insuccesso e il socialista Craxi ottenne la nomina alla Presidenza del Consiglio.

Con Craxi Presidente e Andreotti Ministro degli Esteri, Licio Gelli fuggiva dal carcere di Ginevra80. Di questo episodio, così come della sempre minore importanza che il Governo

Craxi attribuì al lavoro della Commissione Anselmi che su Gelli era incaricata di investigare81, parleremo nei prossimi capitoli; quel che al momento ci interessa sottolineare

concerne la reazione di Spadolini alla suddetta notizia; addirittura, in una dichiarazione Ansa del 10 agosto 1983, giorno ufficiale di insediamento del Governo Craxi, l'esponente repubblicano parlò di questa svolta politica come di una operazione volta a chiudere un periodo in cui si era cominciato a mettere le mani sui poteri non visibili e quindi sulla vera storia italiana.

Lasciamo l'ambito prettamente politico e torniamo indietro al 1982. Il 12 luglio 1982, la nazionale calcistica italiana usciva vincitrice dai mondiali di calcio; poco prima e poco dopo questo lieto evento, altri due tristi episodi incisero sull'opinione pubblica. Il 30 aprile di quell'anno, a Palermo, il Segretario regionale del PCI, Pio La Torre, veniva brutalmente ucciso; i killer non risparmiarono nemmeno il suo autista, Rosario Lo Salvo. La Torre aveva promosso un progetto di legge volto a colpire l'espansione delle organizzazioni criminali: purtroppo però, proponendo l'approvazione del reato di associazione mafiosa e l'utilizzo delle indagini patrimoniali come strumenti di contrasto per il fenomeno mafioso, il segretario firmò 80 Vedi p. 72.

la sua condanna. L'assassinio di La Torre accelerò l'arrivo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa in territorio siculo. Ricorderemo i successi del generale sul fronte BR, ed è proprio in merito a questi che Dalla Chiesa venne insignito della carica di Prefetto della regione siciliana ed incaricato di condurre una lotta alla mafia dalla quale, tuttavia, non uscì vincitore. Il 3 settembre 1982, a Palermo, il generale e sua moglie Emanuela Setti Carraro vennero assassinati. I sicari, a bordo di una motocicletta di grossa cilindrata, non risparmiarono nemmeno Domenico Russo, l'appena trentaduenne agente di scorta del generale.

I due episodi dimostrarono al Governo Spadolini che la risposta delle istituzioni al sistema mafioso non poteva tardare oltre:

Il nuovo gravissimo agguato criminale nel quale hanno perso la vita il Prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, la sua consorte [..] e l'agente [..] indica che la sfida allo Stato democratico da parte della delinquenza organizzata e terroristica è giunta ad un livello non più tollerabile. Esprimo lo sdegno e il dolore mio e del popolo italiano per questo feroce eccidio. Con Carlo Alberto Dalla Chiesa scompare un esemplare eroico servitore dello Stato, una figura rappresentativa della volontà del popolo italiano di non arrendersi alla nuova barbarie che ci minaccia. Sono certo che il crudele sacrificio nel quale è culminato il suo impegno instancabile a difesa della Repubblica servirà a rafforzare nel nostro popolo la volontà di sgominare le bande di vili assassini che insanguinano la nostra terra82.

Le vicende sinora descritte meriterebbero ulteriore approfondimento. Se alcuni aspetti verranno affrontati più dettagliatamente nei prossimi capitoli (motivo per il quale abbiamo preferito non indulgere in ripetizioni) c'è comunque da sottolineare che la sintesi appena conclusa non aveva la pretesa di essere esaustiva, bensì di fornire al lettore una visione d'insieme che gli permettesse di inserire quanto a breve esamineremo nel contesto dell'Italia di allora.

82 Telegramma di S. Pertini a G. Spadolini, Corriere della Sera, 4 settembre 1982. Consultato su A. Varni (a cura di),

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