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DODICI SEGNI ZODIACALI

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 151-157)

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vittoria. La sua squadra era piena di giocatori del settimo segno. C’era Cabrini, cui Venere, maestra della Bilancia, donò la bellezza e la gentilezza d’animo. C’era il rude Gentile e l’animoso Tardelli. Ed il puntero Paolo Rossi. Tutti comunque giocatori che sapevano stare uniti fuori, prima che dentro il campo.

A far da contrappunto a questo nucleo di giocatori bravi a legare tra loro, del segno della Bilancia, c’era in Spagna un calciatore cui il segno opposto dell’Ariete, oltre che l’animo del “condottiero”, donò i suoi maggiori talenti: la lealtà ed il co-raggio. Giancarlo Antognoni aveva/ha un coraggio che lo portò a rischiare persino la vita sui campi di calcio, senza per questo voler mai male ai suoi avversari del mo-mento. Un’operazione alla testa (il punto vitale del primo segno zodiacale) lo salvò, dopo un’entrata a rischio nell’aria avversaria. A Firenze lo chiamavano “la luce” o l’Enel. In bocca al lupo…

Il Sole illuminava l’Ariete nel cielo natale del guerriero nibelungo Lothar Mattheus, cui Ares donò un magnifico tono muscolare e la spavalda irruenza.

Tra i giocatori di oggi mi risultano appartenere all’Ariete Manuel Rui Costa, e “Inzaghino” Simone, fratello di Filippo.

Poiché l’Ariete è il segno di comando, ispira anche spavaldi allenatori, alcuni dei quali hanno proposto audaci e pionieristiche strategie del gioco del calcio. Il “mago” Helenio Herrera fu il primo esponente di un gioco “all’italiana” vincente, fatto di duri catenacci e fulminanti contropiedi. Il profeta di Fusignano Arrigo Sac-chi invertì l’equazione, e, nemico di ogni difensivismo, cancellò le marcature ad uo-mo a favore del gioco a zona e della pressione offensiva.

Un altro segno che appare ricco di campioni calcistici è lo Scorpione. Il ruolo in cui questo segno può più facilmente eccellere è quello della punta o della “mez-zapunta”. Il leggendario Gigi Riva prese in prestito dal segno dello Scorpione la sim-bologia di potenza. I suoi tiri erano castagne autunnali o terribili colpi di coda che potevano piegare le mani ai portieri. Chi pretende che lo Scorpione sia un segno in-fedele? Riva fu fedele per una vita alla società del Cagliari, ed ora lo è alla Naziona-le italiana…

L’olandese Van Basten giocava molto di fino, ma i suoi tiri e le sue “girate” possedevano una perfidia particolare.

Diego Armando Maradona (Sole e Nettuno congiunti in Scorpione) pare rias-sumere in sé varie simbologie del segno. L’acume diabolico che rendeva i suoi tiri beffardi, la potenza psicofisica che lo rendeva un attore devastante nel campo av-versario, nonostante le sue dimensioni fisiche fossero relativamente ridotte, lo spiri-to caustico ed auspiri-todistruttivo che lo ha portaspiri-to alle note penose vicende. Ma lo Scorpione può essere l’aquila o l’araba fenice che risorge dalle sue ceneri. Il Diego argentino può certamente risorgere, se non come giocatore od allenatore, come uomo…

Tra i numerosi attaccanti dello Scorpione dotati di fiuto del goal ricordo an-che: Sandro Mazzola, Boninsegna, Alessandro Del Piero, ecc., mentre tra i difensori ricordo solo il rude capitano germanico Stielike.

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A fronte dello Scorpione che, dotato di aculeo, ama punzecchiare i portieri av-versari, non poteva esserci che il Toro: il portiere per eccellenza. La prestanza fisica, la disposizione psichica per la difesa del territorio (in questo caso: la propria rete), la sedentaria pazienza di starsene immobile ad attendere gli sviluppi del gioco, pon-gono gli appartenenti a questo segno (chi ha il Sole od un astro significativo in To-ro) nelle migliori condizioni per fare i portieri (o i difensori). A questo si aggiunga che il portiere è l’unico giocatore che può prendere il pallone con le mani, stringerlo tra le braccia quasi a soddisfare l’innata bramosia di possesso e di concretezza del segno Toro. Hanno avuto il Sole natale in questo segno vari tra i migliori portieri delle varie società e della nazionale italiana: ad esempio Giovanni Galli, che giocò con la Nazionale in Messico. E “Portos” Tacconi, che sembrava polemico e cattivo, tenace avversario di Maradona, ma aveva/ha in sé qualcosa di nobile e buono, se partecipò spesso a gare sportive con finalità di beneficenza e di “sensibilizzazione”. E Zenga: il nome era già una garanzia.

E, tra i terzini del Toro, ricordo il mitico e roccioso Burgnich.

Non tutti i Tori hanno l’ossessione della difesa territoriale, ma alcuni si volgono ad attaccare gli spazi e le reti altrui. E’ almeno il caso del tedesco Oliver Bierhoff, che mi risulta essere nato il primo maggio. Forse sono due pianeti natali in Ariete che ispirano al già milanista felici e vincenti colpi di testa. E ricordo anche “bisonte” Hubner, efficace nel ruolo di sfondamento.

I giocatori Cancro si distinguono per i valori dell’“anima”, quali ad esempio la fedeltà alla bandiera. Giampiero Boniperti fu fedele nei secoli ai colori bianconeri, prima come giocatore, poi come dirigente, non meno che se fosse divenuto un og-getto di arredamento dei palazzi juventini: una mobilia che comunque fruttò ampi successi alla sua società.

Gianluca Vialli fu fedele, sebbene solo negli anni, ai blucerchiati ed accettò di essere venduto per appianare i conti della sua società. La congiunzione dei luminari (Luna e Sole) in Cancro spiega come Gianluca possa dispiegare un’umoralità com-movente e infantile, uno spirito imprevedibile e “naif”, ma anche un intuito pazze-sco che lo faceva puntare a rete da qualsiasi parte del campo.

In Inghilterra si ritrovò con un altro Cancro italiano, il valente sardo Gianfran-co Zola, a rimembrare la patria lontana ed un po’ ingrata. Il picGianfran-colo Zola si esprime con un’altra qualità del segno: la fantasia ed ha riscosso anche recentemente am-mirazione e consensi in un campionato rude ed atletico come quello inglese.

Hanno il Sole in Cancro anche il tenace Maldini, legato ai colori del Milan; e fantasisti come Zinedine Zidane, uomo dalle molte appartenenze (l’Africa, la Fran-cia, la città di Torino ed oggi la Spagna). E Cristian Vieri ed il diciannovenne “enfant terrible” Antonio Cassano.

Tra gli allenatori, ricordo Bagnoli detto l’Osvaldo, cui un potente trigono tra i segni d’acqua donava carismatici attributi. Se non avesse fatto l’allenatore, l’Osval-do avrebbe potuto efficacemente darsi all’esoterismo. Il suo straordinario carisma veniva paradossalmente dall’essere persona semplice, di comune buon senso, in un

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ambiente dove molti si muovono sollevati un metro sopra la terra. Quando a Verona gli fecero osservare come fosse singolare che si recasse allo stadio prendendo il tram, rispose: “Sarebbe più strano se ci andassi in elicottero”. Riuscì comunque nella notevole impresa di portare lo scudetto in provincia.

L’opposto segno del Capricorno ha dato vita a giocatori pragmatici, essenziali, longevi, tra i quali si può citare Bergomi, efficace terzino di fascia, o il giocatore e poi allenatore Radice, nel quale una profonda saggezza si esprimeva attraverso una maschera tragica (quasi nella realistica consapevolezza dell’“infinita vanità del tut-to”).

Bettega, Capricorno intriso di valori Scorpione, tanto aveva lo zoccolo duro che andò in rete persino di tacco.

Tra i giocatori di oggi ricordo il temibile e tenace Gennaro Gattuso, milanista e l’attaccante Enrico Chiesa che, da buon Capricorno, è decisamente concreto nel fare “goal” ed è dotato di ottima classe, anche se si è recentemente infortunato mentre il pianeta guerriero Marte faceva visita al suo segno.

In teoria, un’efficace linea difensiva potrebbe essere costituita da un terzino Cancro ed uno Capricorno (come ad esempio Maldini e Bergomi), ad unire fantasia e realismo.

Il pur rude Agroppi (Sole in Ariete) disse, parlando di Baggio, che “ai suoi piedi cantano gli angeli”. Il Sole natale di Roberto illuminava il segno Acquario, che è, in-fatti, anche il segno dell’“Angelo” o Serafino, ed invita ad elevarsi verso il cielo sopra le passioni e le miserie umane. A volte, vedendolo giocare, si ha la sensazione che Roberto non appartenga a questo mondo. Ma, nonostante la sua natura serafica, la posizione natale di Marte isolato in Scorpione ha fatto sì che questo giocatore si sia trovato spesso intrigato in vicende passionali d’amore – odio e persino d’insurrezio-ne popolare, come fu a Firenze quando i Pontello lo cedettero. Una frase, un silenzio, una sciarpa viola raccattata da terra mentre militava nella squadra bianconera, face-vano ravvisare in Baggio un “malvagio traditore”; il codino che portava alla nuca fa-ceva vedere in lui un corruttore dei buoni costumi della gioventù italiana… Ma cre-do che continuerà ad andare controcorrente (seconcre-do il costume dell’Acquario), ed a rivendicare l’autonomia delle sue idee e dei suoi sentimenti. Dato che il mio primo amore, la Fiorentina, si fa desiderare, ecco che mi trovo oggi a “fare il tifo” per il Bre-scia dove gioca Baggio e allena Mazzone, umile, ma grande (è del segno dei Pesci).

L’Acquario che va controcorrente ha prodotto un altro ottimo esempio nel gio-catore austriaco Schachner. Ricordo che, in una partita dei “mondiali” Austria – Germania, che era praticamente truccata, poiché tutti remavano per il pareggio, Schachner era forse l’unico a battersi lealmente per la vittoria.

Altro Acquario è l’argentino Gabriel Batistuta, da poco emigrato nella capitale. Ma perché tanto senso della rete in una natura serafica? Come Baggio, Batistuta ha Marte nel “trono” dell’acuto Scorpione.

Tra gli allenatori, è nato in Acquario lo svedese Sven Goran Eriksson (Svengo). In Italia qualcuno lo definiva “un perdente di successo”, ma si è dovuto ricredere.

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Altro Acquario originale è Carolina Morace, l’unica calciatrice (ed oggi allenatrice) che conosca.

All’opposto dell’Acquario troviamo il Leone: se il primo è il segno dei giocatori estrosi e ribelli, il secondo produce registi di razza, che costituiscono a volte il cuore della squadra.

Detto il “golden boy” (forse perché l’oro è il metallo del Sole, maestro del Leo-ne), Gianni Rivera, ora parlamentare italiano, era capace di illuminare il campo con i suoi lanci così come il Sole con i suoi raggi.

In Leone fu anche il Sole natale di Giannini, regista cuore di Roma, città leoni-na. (Oggi nella Roma e nella Nazionale il regista è Francesco Totti, il cui Sole natale, a quanto mi risulta, apparterrebbe alla Bilancia, ma Saturno natale si troverebbe in Leone).

Tra i giocatori attuali, sono “Leoni” il forte Dino Baggio, Gianluca Pessotto ed il goleador Filippo Inzaghi, passato quest’anno dalla Juve al Milan.

Il segno dei Pesci ha il talento sublime dell’umiltà, tanto che ha il garbo di pre-sentarsi per ultimo nella gerarchia zodiacale. “Perdere è tanto più delicato che vin-cere” mi scriveva un’amica poetessa. Così Picchio De Sisti (Sole in Pesci) era tanto volto al sacrificio da annullarsi in un lavoro oscuro ma prezioso, al servizio dell’inte-ra squaddell’inte-ra.

Se i Pesci sono il segno dell’estasi musicale, giustamente Zico brasiliano era definito il violinista del pallone, poiché traeva da esso melodie tali che i portieri av-versari potevano restare a bocca aperta ad ascoltarle, specialmente in occasione dei suoi calci piazzati.

Poca fortuna ebbe il brasiliano e filosofo Socrates a Firenze. In questa città che si racconta fondata nel segno dell’Ariete, “perché crescesse in armi e figliolanza”, si aspettavano forse, con o dopo Antognoni, un altro condottiero. Socrates era/è sol-tanto un artista, era/è un essere umano.

Il romanista Bruno Conti fu definito il brasiliano d’Italia, perché in Spagna flut-tuava come un pesce, descrivendo nella semplicità la poesia.

Tra i giocatori attuali è Pesci il guizzante e sgusciante olandese Edgar Davids. Tra gli allenatori Dino Zoff che, come il segno vuole, parla poco e conosce l’umiltà dei fatti.

Molti altri geni del pallone avevano ed hanno il Sole in Pesci. O vi hanno la Lu-na, a cominciare da Antognoni e Maradona.

Come i Pesci, anche l’opposto segno della Vergine ha dato vita a calciatori ati-pici, ma pronti al servizio ed al sacrificio. Per Mariolino Corso, ala della grande Inter, si dovevano trarre dalla natura anche le metafore calcistiche. I suoi calci piazzati erano definiti “foglie morte”, perché descrivevano traiettorie surreali, ma con un fondo di naturalismo vergineo.

Ruud Gullit (Sole in Vergine e Luna in Bilancia) era simile ad una forza della natura e Roberto Donadoni (Sole in Vergine) non era poi da meno, per la mole di gioco che era in grado di sviluppare. Poi c’è Ronaldo, detto il fenomeno.

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Altro atipico ed efficace vergineo è il ceco Pavel Nedved.

Anche il caustico e brillante giornalista sportivo Gianni Brera apparteneva alla Vergine, che è un segno d’intelligenza critica e mercuriale.

Il Sagittario può immettere nei campi di gioco i suoi maggiori talenti: la lun-gimiranza e la generosità. Generoso per antonomasia è stato Francesco Graziani, detto “Ciccio”, che giocò nel Torino, nella nazionale italiana, nella Fiorentina e non giocò mai al risparmio e mai con la vista corta. “Che splendido giocatore sarebbe” disse di lui, in modo discutibile, Gianni Brera, “se sapesse anche giocare al pallone”. Come cavalli al galoppo, i più tipici Sagittari amano spaziare sulle ali, vogliono ampi corridoi dove esprimere la generosa esuberanza. Era ala anche Altobelli, la cui fisio-nomia filiforme ricordava la sagoma di una freccia: così fu detto “Spillo”.

E Roberto Mancini, col Sole in Sagittario, si esprimeva al massimo facendo correre il suo cavallo, viaggiando sulle ali e di là facendo partire le sue frecce, cioè… i suoi “cross”. Mancini deve comunque essere caro a Giove, maestro del suo segno, se negli ultimi anni è stato uno dei pochi calciatori a contrastare con successo lo strapotere delle grandi squadre di Torino e Milano, vincendo lo scudetto una volta con la Sampdoria ed una volta, nel 2000, con la Lazio.

Tra i calciatori emergenti, è nato in Sagittario Francesco Toldo che gioca nel ruolo del portiere, atipico per il suo segno. A volte i Sagittari hanno maggiore for-tuna in terra straniera, tanto che il noto Schillaci dovette trasvolare dalla Sicilia al Giappone.

Infine i Gemelli: il segno dell’eterna giovinezza. E nel calcio è fondamentale l’intenzione giocosa, lo spirito libero e dinamico, l’intelligenza e la fraternità del se-gno Gemelli.

I ruoli più adatti ai Gemelli sono, secondo me: il libero ed il giocatore di rac-cordo.

Platini (Sole in Gemelli, Luna e Marte congiunti in Cancro) ebbe da Ermes, maestro dei Gemelli, il dono della velocità e dell’intelligenza. “Gemelli” è anche Ba-resi, già onnipresente libero del Milan. Tra i giocatori d’oggi, un simpatico gemellino è Vincenzo Montella, il cui rapido mercuriale opportunismo ha giocato un ruolo de-cisivo nella recente vittoria della Roma nel campionato italiano.

Fra tanti personaggi pubblici che ci sono improvvisamente mancati, ho pianto soltanto quando morì Gaetano Scirea (Sole in Gemelli), che certo era caro anche agli dei e rimarrà eternamente giovane. Sapeva giocare in modo impeccabile, era leale e fraterno con tutti. Beh, se proprio vogliamo, un difetto ce l’aveva: era “ju-ventino”… Ma questa è un’altra storia.

Concludo con una nota letteraria: il poeta triestino Umberto Saba, nato nel se-gno dei Pesci, scrisse negli anni 1933 - ’34 “Cinque poesie per il gioco del calcio”. Notissima la composizione dal titolo “Goal”, che qui riporto in parte:

“…

La folla – unita ebbrezza – par trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno,

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al suo collo si gettano i fratelli. Pochi momenti come questo belli, a quanti l’odio consuma e l’amore, è dato, sotto il cielo, di vedere. …”

Le parole di Umberto Saba colgono la poesia che viveva e vive nel gioco del calcio. Al di là degli eccessi dei nostri tempi, non si può evitare di riconoscere a que-sto gioco una magia ed un’attrattiva particolari e attuali.

Un aforisma proposto da Silvia Pedre

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