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LA CENA COSMICA DI LEONARDO

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 95-104)

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gorici che generano il dieci, simbolo dell’unità e della totalità: L’Uno (la figura del centro come principio spirituale), più il Due (la dualità astratta ed equilibrata rap-presentata dal gruppo a destra e dal gruppo a sinistra del Cristo), più il Tre (l’unione dei due principi, l’Uno ed il Due, che creano e si trasformano perpetuamente, rap-presentato dalle due finestre che corrispondono anche alla realtà spirituale dei due gruppi, più la porta centrale che corrisponde all’unità spirituale del Cristo). Segue il Quattro (è l’idea di progressione e di forza produttiva, la matrice delle matrici, rap-presentato già dal tavolo, dai quattro gruppi d’apostoli e dai quattro arazzi d’ogni parete, replicati per significare che tutto nasce e tramonta senza fine, per rinascere e morire nuovamente oggi e sempre). Il risultato di questa somma è il dieci, espres-sione dinamica dell’unità (1+2+3+4=10)

2 - Il tempo. I personaggi non sono solo storici, esseri che hanno vissuto in

un determinato tempo. Sono dodici archetipi mentali eterni (i dodici segni) che esprimono una propria qualità caratteriale nel travaglio di raggiungere l’autenticità spirituale, confrontandosi con la realtà spirituale individualizzata ed assoluta, rap-presentata nella figura del Cristo, perciò imperturbabile, equanime, centrale. Tutto il suo essere esprime sereno distacco. E’ l’immagine della Katharsis platonica, quella di un essere perfettamente centrato nel vero Se, che ha liberato la sua anima im-mortale dalla sua anima im-mortale.

3 - La luce. Non va identificata luce con illuminazione. In uno spazio pittorico

se i corpi sono illuminati da una fonte luminosa, vuol dire che sono corpi fisici e perciò proiettano la loro ombra. Nei personaggi della cena di Leonardo ognuno ha la sua propria luce. Come nelle icone bizantine i personaggi divini godono di luce propria. Perciò non sono corpi fisici, ma concetti, principi che illuminano, non pos-sono essere illuminati. La luce è interiore, l’illuminazione è esteriore. I personaggi non sono solo la rappresentazione fisica degli apostoli, ma immagini di tipi spiritua-li: simboli.

Ognuno rappresenta non solo uno stato psicologico, ma è la rappresentazione di un tipo spirituale di fronte alla ricerca della verità. “ … gli disse Tommaso:

Signo-re, non sappiamo dove vai, e come possiamo sapere la via?. Gesù gli rispose: Io

so-no la via, la verità e la vita, nessuso-no può venire al Padre mio se so-non per me…

Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gesù gli disse: Da tanto

tem-po sono con voi, e tu non mi hai conosciuto, o Filiptem-po?… Gli disse Giuda

Tad-deo: Signore, come va che tu ti manifesti a noi e non al mondo?. Gesù gli rispose:

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà, e verremo a lui, e dimoreremo in lui… Ancora un poco, e più non mi vedrete; e un altro poco poi mi vedrete di nuovo. Allora alcuni dei suoi discepoli si chiesero a

vicen-da: Che significa mai quello che ci dice… San Giovanni cap. 14 e 16. (questi dialo-ghi stanno in relazione al gruppo di destra dello spettatore). Questa è la luce inte-riore che Leonardo fa trasparire attraverso la conoscenza del moto inteinte-riore e della fisionomia anatomica. “Il moto nasce dalla forza… La forza è una virtù spirituale”. Leonardo.

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4 - La struttura architettonica. Predominano i numeri 3 e 4; tre aperture

che ci mettono in contatto con la dimensione cosmica e quattro arazzi in ogni pa-rete, quattro gruppi composti di tre personaggi ciascuno.

Nel pensiero pitagorico ed anche cinese, il tre sta a significare il cielo, la realtà spirituale; il quattro la terra, la realtà materiale.

La figura centrale è un triangolo equilatero perfetto (l’unità e la perfezione spirituale), richiamando la nostra immaginazione alla forma piramidale. Questa fi-gura è il punto d’unione e di divisione di tutti gli elementi che compongono il qua-dro. Tutte le linee prospettiche convergono sul capo, verso l’occhio destro.

Questo personaggio immobile che emana amore, serenità e pace, agita il cuo-re, la mente ed i corpi degli apostoli, prima in due movimenti ben definiti di sei apostoli, per lato; quelli che si trovano dalla parte della mano destra rivolta verso il basso (quasi da essa emanati) hanno più contatto con il tavolo: è la regalità ed il contatto con il mondo (la borsa con il soldi, il coltello, l’attitudine di precauzione, come il bisogno di dare ascolto e amore; ma anche l’imperativo di donarsi alle cause filantropiche e fraternizzare altruisticamente, guardando al presente ed al futuro). Di quelli che emanano dalla mano sinistra, rivolto il palmo verso l’alto, recettiva, che, accogliendo tanto l’anima di tutte le cose come la forza dell’alto, nessuno tan-ge il tavolo (dopo l’ultimo restauro quel pane che sta tra Filippo e Giacomo il mag-giore, si è trasformato in una mano, attribuita a Tommaso).

Questa prima divisione degli apostoli si suddivide a sua volta in quattro dina-miche geometriche bene differenziate (segni primaverili, estivi, autunnali ed inver-nali) ed infine ogni personaggio è pienamente caratterizzato (le dodici tipologie zo-diacali).

L’edificio è una realtà fisica, perciò soggetta alla prospettiva fisica, ma, nono-stante ciò, tutte le sue linee convergono o nascono dalla realtà spirituale, il Cristo. Mentre l’assemblea umana che è parte dello spazio dell’edificio, trascende la pro-spettiva fisica. Ognuno dei quattro gruppi ha una propria propro-spettiva, senza rompe-re l’armonia dell’insieme; armonia, che è il risultato della rompe-realtà fisica, della rompe-realtà umana del gruppo e del singolo individuo, della realtà del principio spirituale che fa nascere e unifica il tutto, senza dimenticare che tutto accade nell’immensità della realtà cosmica, la natura naturans che penetra dalle tre aperture del fondo, per in-dicare che tutto è un fenomeno di questa realtà.

Con la Cena di Leonardo s’inaugura un nuovo stadio dello spirito umano (fu la più copiata), l’uomo singolo di fronte alla Realtà. Ogni individuo deve ricercare den-tro se stesso, con tutto se stesso, la propria autenticità. La verità si realizza nell’es-senzialità dell’esistenza, non solo con la contemplazione o attraverso un fatto reli-gioso soggetto ad un dogma dottrinale. Ogni essere umano ha la sua propria realtà ed il suo proprio agire, come il suo proprio contesto sociale. Ognuno è un promoto-re attivo con il suo proprio modo di essepromoto-re.

Così ogni discepolo è una individualità precisa, manifestata con una fisiono-mia, un gesto, un atteggiamento, una postura, un moto, una costituzione del corpo

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che corrisponde ad un tipo spirituale ed ad un modello caratteriale. Leonardo clas-sifica dodici tipi spirituali, ognuno con la sua specifica attitudine e misura.

Fino ad allora tutte le Cene di scuole fiorentine non esprimevano l’umanità con tutto il suo travaglio interiore, erano icone catechiste. Giuda era collocato al di qua dalla tavola, come un escluso ed un antagonista.

La tesi astrologica

L’eclittica solare è divisa da due solstizi e due equinozi, dando nascita alle quattro stagioni, che determinano quattro periodi corrispondenti a quattro modi di essere della natura.

Leonardo divide i dodici apostoli in gruppi di tre persone ciascuno, creando una sequenza di quattro climi differenti. Iniziamo dal lato destro dello spettatore:

1.- Il clima del primo gruppo è quello di una temperatura mite ma di grossa forza di iniziativa estroversa, come anche di propria affermazione (i tre personaggi dialogano tra loro) e di comunicazione. Potente l’atteggiamento del primo apostolo, decisa la espressione del volto, propositivo l’atteggiamento delle mani (Simone?). Fermo, ma mite nell’espressione e ricettivo nell’atteggiamento della mano il secon-do (Taddeo ?). Evidente il gesto comunicativo del terzo, giovanile nella tipologia, con il capo rivolto al primo gruppo e le mani protese verso il secondo (Matteo ?).

2.- Il clima del secondo gruppo, la temperatura del secondo gruppo è intensa e

calda, abbraccia quasi la figura divina. Fervore e intimo sentimento delle mani verso il petto (Filippo?), e il petto aperto, solare, nella massima estensione delle braccia (Giacomo il maggiore?). Il terzo con l’indice proteso a puntualizzare (Tommaso?).

3.- Il clima del terzo gruppo, il gruppo forma una piramide tronca lasciando

uno spazio vuoto triangolare tra lui e la figura centrale.. C’è l’intimità, il chinarsi al-l’ascolto nella attitudine di ascolto dell’altro, della prima, armonioso figura

(Gio-vanni?). Le mani del secondo prendono una borsa, un coltello (Giuda?). Il clima è

degli imprevisti venti freddi che spogliano e dei giorni che si accorciano, mettendo l’anima a nudo con le sue paure e i suoi amori un tirarsi indietro angoscioso e tor-mentato. lo slancio della ricerca è evidente nella terza figura così come l’enfasi del suo consigliare (Pietro?). Tutto ciò che è esteriore si interiorizza. E’ l’intensità dei colori dell’autunno che vuole supplire la luce dell’astro che cala. E’ il moto della in-teriorizzazione della vita.

4.- Il clima del quarto gruppo è quello della precauzione fredda che si

trasfor-ma in sollecitudine. Le trasfor-mani del primo parlano di prudenza, di riflessione, mentre lo scetticismo è dipinto sul suo volto (Andrea?). L’atteggiamento del secondo che si protende in un abbraccio è invece aperto e fraternale (Giacomo il minore?), men-tre una sentita partecipazione che si protende e si offre è nell’atteggiamento pron-to i sacrificio dell’ultimo apospron-tolo (Barpron-tolomeo?).

Nella Cena di Leonardo le tre aperture del fondo mostrano l’infinito e ogni gruppo di tre apostoli crea una nuova unità: il tre, proiezione diretta dell’uno,

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bolo dell’Essere Assoluto. L’idea della trinità delle religioni. È l’immagine della perfe-zione, della pace e della felicità. In generale i numeri dispari sono carichi di energia spirituale. Nel quadro i quattro arazzi attaccati a ogni parete laterale danno l’idea del mondo delle cose e dell’illusione ottica, mentre i quattro gruppi, la massa dell’u-manità: il quattro, che è la base per il volume delle cose fisiche, perciò simbolo del-la materia. Il tetraedro (solido di quattro facce) genera gli altri quattro solidi pdel-lato- plato-nici. I numeri pari, secondo i pitagorici, sono portatori di energia materiale.

Nel quadro i quattro gruppi più il Cristo danno cinque unità, numero dispari, è il simbolo dell’uomo nel possesso di tutte le sue potenzialità, l’uomo perfetto, l’Ani-ma Universale, il ciclo esistenziale. Gli otto arazzi (l’otto è la Madre Universale come creatrice di tutte le forme esistenti) più le tre aperture fanno undici, numero dispa-ri, simbolo della persuasione. Perciò numericamente è una pittura carica di energia spirituale.

La visione e la descrizione della realtà nel linguaggio astrologico

L’astrologia descrive ogni evento, in uno spazio ed in un tempo determinato ed irri-petibile attraverso il modello di una circonferenza con il suo centro topografico. Nella meccanica astronomica i pianeti girano intorno al sole, nella meccanica astro-logica il centro è la persona umana come un evento che nasce in una determinata latitudine e longitudine della terra e che si svolge nel mondo e nel tempo.

Nel Cenacolo tutti gli apostoli si muovono in relazione al centro (anche mate-matico e geometrico); il Cristo, immobile, con il palmo della mano destra rivolta verso il basso e quello della mano sinistra rivolto verso l’alto.

Io collettivo Io di coppia Unità Io familiare Io personale

emisfero sociale centro spirituale emisfero individuale

La mano senza corpo del tradimento

Questa mano che viene da lontano o dalla profondità dell’anima insoddisfatta e che costituisce un piccolo e scontato dettaglio per gli studiosi della Cena di Leonardo, è invece una chiave per capire il significato altamente simbolico del quadro e del pensiero di Leonardo nei confronti del tradimento ed il suo giudizio sul traditore Giuda o sul tradimento di Pietro. E’ evidente che la mano che tiene il coltello non appartiene a nessuno degli apostoli.

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Si poteva supporre che la mano fosse di Giuda, il traditore, nell’atto di nascon-dere il braccio indietro, ma non può essere il braccio sinistro, giacché lo si vede chiaramente appoggiato sul tavolo. E neppure il suo tradimento è rappresentato dalla borsa con le monete che afferra con la mano destra, visto che lui era l’econo-mo del gruppo: “Difatti, alcuni pensavano che, tenendo Giuda la borsa, Gesù gli avesse detto: “ Compra quanto ci accorre per la festa”, oppure: “ Da’ qualche cosa ai poveri” (Giovanni 13,29). Ma siccome sembra naturale che la mano provenga dal personaggio che sta dietro Giuda, allora vuol dire che è la mano armata di Pietro, che taglia l’orecchio destro di Malco, un servo del sommo sacerdote. Ma neanche questo coincide con i fatti: non è con un coltello che lui lo ferisce, ma con una spa-da. E se questo personaggio rappresentasse Pietro, per il suo atteggiamento portato verso avanti e con la mano sinistra con tutte le dita segnalanti Gesù, sarebbe quali-ficarlo solo come impulsivo. Al contrario Pietro incarna un valore più significativo, capo degli apostoli, capo della chiesa.

Ciò che è sbalorditivo, è che la mano ha una posizione che non può essere del braccio del personaggio che si slancia verso Gesù. Un maestro del disegno e della forma come Leonardo non può cadere in un simile errore da principiante, la spro-porzione e l’errore di conformazione del polso rispetto al corpo. Il braccio di questo personaggio, in relazione alla linea del tavolo ed al proprio corpo, scende con un’a-pertura di 45° gradi, col gomito rivolto verso lo spettatore, la cosa più naturale è che appoggi la mano sulla tavola, dietro il braccio destro di Giuda. Si deve appog-giare, perché il suo corpo è completamente sbilanciato, mentre la mano con il col-tello che è di profilo ed orizzontale seguendo la linea del tavolo, sale da dietro il corpo di Giuda ed esce da una manica di colore marrone scuro, (prima del restauro). Dopo l’ultimo restauro, dov’era la manica, è restata una zona ambigua di colore, co-me se si fosse cancellato il polso e l’ombra d’oggi, che prima era una manica, si è trasformata in una torsione improponibile del polso per unirla al braccio di Pietro. Di fronte a questi fatti, nascono tanti, tanti dubbi: può Leonardo dipingere una ma-no con una angolazione inverosimile in relazione al braccio e con un polso spropor-zionato? C’è un motivo per farlo, allora, essendo lui un maestro del disegno? (Nel Royal Library del Windsor Castle, c’è uno studio per un braccio piegato e drappeg-giato fatto da Leonardo, circa nel 1493-1494, che può essere servita per il braccio destro della Vergine nella Madonna Benois e per il braccio destro di Pietro, soltanto che in questo studio non è finita la mano).

Nei molteplici restauri quale pittore ha potuto osare cancellare questa brutta torsione della mano per farne una mano senza corpo (vuol dire che questa ambi-guità esisteva già) che sale da dietro la schiena di Giuda?. Nell’ultimo intervento dopo la cancellatura della manica resta una linea che evidenzia due zone di colore per la stessa tunica: questo può voler dire che hanno pulito il polso originale? E’ una mano senza corpo? O lui ha dipinto un rebus? E’ perciò una mano simbolica? Cosa ci vuole dire?.

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Leonardo

Leonardo, spirito investigatore, non solo della natura, ma anche del moto interiore degli uomini, fa parte, come protagonista, di un momento straordinario della civiltà occidentale, l’Umanesimo e la Riforma. Uno spirito all’erta, indagatore, innovatore, audace, creatore, universale, formatosi nella scuola neoplatonica e nell’ermetismo (è il motivo per il quale leggo l’opera di Leonardo anche sotto questo profilo); re-sterà indifferente e formale nel momento di dare la sua testimonianza nelle vicende dello spirito? La Cena è destinata a rispondere, unicamente se l’azione umana corri-sponde all’azione del libero arbitrio od al determinismo delle scritture? Se l’uomo è rapito da Dio o da Satana inconsciamente?.

Luca a questo proposito, disse: … “Ma, ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me sulla mensa. Poiché il figlio dell’uomo se ne va com’è stato decretato; ma guai a quell’uomo per opera del quale è tradito!”. Allora essi cominciarono a do-mandarsi a vicenda, chi fra di loro poteva essere colui che avrebbe fatto questo”. Lu-ca 22, 21, 22, 23. E come se questa rivelazione non fosse così sbalorditiva e terribile, Luca passa subito ad un altro punto del giorno come se la loro riunione fosse una cena d’affari: “Nacque poi fra di loro una discussione: chi di essi poteva essere sti-mato il più grande”. 22, 24. Per Luca, quest’ultimo punto è più importante del tradi-mento, gli dà più spazio e spiegazione. Allora mi viene un dubbio; non sarà che quando Gesù disse: “La mano di colui che mi tradisce è con me sulla mensa”; in realtà, può essere che Gesù volesse dire: “Colui che è chiamato a tradirmi, è unito con me più che mai, per la gloria del figlio dell’uomo”. Per Leonardo questa mano non appartiene a Giuda, gli è imposta. Giov. Cap. 13, vers. 16, 17, 18, 19, 20.

Marco racconta: “Venuta la sera, egli arrivò coi dodici. Or mentre erano a ta-vola e stavano mangiando, Gesù disse: “In verità vi dico: uno di voi mi tradirà, uno che mangia con me” Marco 14, 17, 18. Che vuol dire “uno che mangia con me”, quando i dodici mangiavano con lui?.

Nel versetto 19, 20, Marco disse: “Allora cominciarono ad affliggersi ed a do-mandargli uno dopo l’altro: “Son forse io?” Che vuol dire “son forse io?” Non vuol dire per caso: “A chi di noi tocca questa missione?”. Continua Marco: “Ma egli rispo-se loro: “ Uno dei Dodici che mette la mano con me nel medesimo piatto…”. Che si-gnifica nel linguaggio allegorico, per non dire metaforico di Gesù: “Mette la mano con me nel medesimo piatto?”.

Considerazioni

– Leonardo colloca il simbolo del principio spirituale divino, centrale, immobile e perfetto nella perfezione geometrica di un triangolo equilatero: per significare l’unità (Dio è propriamente, uno, vero e buono… che da esso le cose hanno

im-mediatamente l’unità, la verità e la bontà loro. Dio è l’essere, Eckhart. Dio è uno.

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ed origine di tutti i numeri. Microbio) e quest’unità è trina: verità, bontà e

bellez-za e non come fa Eckhart di includere l’unità come uno dei tre aspetti. Il simbolo del Cristo nel quadro è equidistante da ogni azione umana e nello stesso tempo è interno ad essa.

– Una mano con la palma rivolta verso l’alto e l’altra verso il basso; la realtà eterna si manifesta duale: regale e sacerdotale, attiva e passiva, maschile e femminile, contemplativa ed attiva, interessi terreni e trascendenza della materialità terrena, ecc. Questo sistema binario di ragione e fede è riconciliato perché nasce dall’u-nità ed il travaglio umano è di ritrovare quest’udall’u-nità.

– “Non sarà più probabile che lo studio “di naturale” si sia presto trasformato nella mente di Leonardo come lo spunto per la codificazione di “tipi” o “generi” da ap-plicare indifferentemente ora all’uno ora all’altro soggetto?”, pag. 35 del Libro

“Leonardo l’ultima cena” scritto da Pinin Brambila Barcilon e Pietro C. Marani. Edizione Electra. Sì, è anche la mia tesi, ricordando che allora era in voga la fisio-gnomica basata sui tipi astrologici che Leonardo, con il suo spirito geniale, porta al massimo livello d’espressione artistica. Leonardo stesso dice: ma tuttavia, la

naturalezza degli uomini, i loro vizi ed il loro temperamento si rivelano in parte nelle fattezze del volto. Leonardo ci lascia un trattato unico nel suo genere

d’a-strologia fisiognomica.

– Come ipotesi derivata dal punto precedente, a parte la caratterizzazione degli ac-cenni evangelici relativi ai personaggi storici, Leonardo rappresenta la fisionomia, il moto mentale, l’atteggiamento, l’espressione d’ogni Segno Astrologico seguen-do l’ordine, Ariete, Toro, Gemelli, ecc… partenseguen-do dalla destra dello spettatore. An-che se fino ad oggi non c’è un criterio unanime nell’assegnare ogni segno ad un

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