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LA COSMOPRATICA DI ELAINE

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 89-95)

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significa “io mi muovo” e dal sanskrito “rnomi” o “arnomi”- io muovo… io metto in movimento. L’ordine delle stelle e dei pianeti nel cielo ha un andamento misurabile con regole matematiche che dimostrano come esse si accordino a cicli precisi e che, come il movimento di un orologio, siano interdipendenti, ma in accordo ad un uni-co ordinamento, che gli Antichi dimostrarono uni-conoscere. Si tratta di un numero ir-razionale che essi chiamarono Ratio o sezione aurea.1Lo stesso numero su cui veni-vano costruiti gli antichi monumenti e si trova nella forma di tutti i minerali, piante ed animali, ed in ogni loro parte. Tutte le cose hanno lo stesso modo di proseguire e dunque la stessa unica origine. L’ordine dell’universo o meglio di tutte le cose, esige due considerazioni: che c’è una comune intelligenza all’origine stessa di tutte le co-se e che c’è un significato che collega tutto- come gli stessi pensieri della mente ri-sultano collegati a delle immagini. L’universo è come l’opera di un architetto. Rea-lizzata secondo un’idea. La Scienza moderna osserva l’ordine meraviglioso del movi-mento delle stelle e degli atomi, comprende cosa sia un ecosistema, osserva la me-raviglia di ogni cellula, ma conclude che ogni cosa si è formata per caso od origina-ta per assurdo da una grand’esplosione (il cosiddetto Big-Bang). La Cosmopratica, da parte sua, oltre alla Natura materiale dell’universo, che percepiamo con i nostri sensi, riconosce l’esistenza di altre due Nature, non percepibili dai sensi. Una inter-media, chiamata seconda Natura o Spirito, che si percepisce con il pensiero o la ra-gione ed è il mondo della “mathesis” (aritmetica, musica, geometria, astronomia). Un’altra, chiamata Prima Natura e si può percepire attraverso la meditazione profonda o “contemplazione”: è l’Intelligenza – l’Anima –, che è Materia e basta, se-condo la scienza moderna, Anima e corpo, sese-condo la religione ed Anima, spirito e corpo, secondo la cosmopratica.

Una trinità comune ad ogni cosa – incluso ciò che è visibile – per mezzo di quella ratio citata prima, come sezione aurea.

Per questo modo di vedere la realtà la cosmopratica è in accordo con l’Achy-mia, che a sua volta concorda con la filosofia di Giordano Bruno e con quella di Platone e con la massima parte dell’Antica conoscenza. La Cosmopratica, come le antiche scienze, comprende e dimostra che tutto ciò che è visibile, è nutrito, preser-vato e si origina da ciò che è invisibile.Quindi dobbiamo considerare quest’invisibi-lità astratta, come la causa primaria di tutto ciò che è, dall’altra parte, visibile. Gli Antichi chiamarono lo studio della Causa Prima, Philosofia, Astrologia o Divinazione ed Alchymia.2Esse erano considerate le scienze più alte ed importanti e mentre og-gi la vera filosofia è stata sostituita con il “placebo”, le altre, sono considerate per lo più, superstizioni. La Cosmopratica vuole raccogliere queste antiche scienze. Elaine usò le sue discipline, la Chiropratica e la Kinesiologia; il dottore, la farmacia e la biologia, come un trampolino di lancio per raggiungere la cosmopratica, l’alchymia e la naturale filosofia.

La Cosmopratica, estremamente vasta, raccoglie una notevole quantità di ar-gomenti relativi alla Natura nel suo aspetto essenziale di unica e trina: quindi l’A-strologia, ma anche il suo riflesso sulle varie parti del corpo – le linee del viso – la

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Riflessioni e proposte

postura di una persona – ed ancora l’Alchymia, nella sua triplice forma: filosofica, sperimentale e preparatoria.3

Ma torniamo alla premessa, fondamentale, con cui abbiamo iniziato e cioè a quel movimento ordinato, quindi disposto da una volontà a fin di bene- che origina dal bene, da un Bene- quel Bene Uno che “muove il Sole e le altre stelle”.

Già gli Alchymisti dicevano: ”Suo Padre è il Sole, sua Madre è la Luna”. Il Sole e la Luna, l’indeterminato e la determinante. I Greci chiamavano il Sole, Apollo, A-pollein. La a è privativa, quindi vuol dire “privo di pollein”, “senza pollein” e senza determinazione. Dunque gli Antichi non avevano attribuito un nome a caso al Dio Sole: A-pollo ossia “privo di molteplice” perciò Uno. Se la sua luce è l’1, la Luna e la Terra sono il 2 e di nuovo si torna a contemplare il 3. Lo spirito solare da uno diven-ta molteplice, ma solo nelle forme (determinazioni). Tutte le cose sono “ disuguali”, ma hanno lo stesso identico spirito di vita che le fa essere quelle diverse cose. Lo spirito cambia solo apparentemente; cambia aspetto, come un abito che indossa temporaneamente. Può essere un minerale, un vegetale od un animale, i quali si nutrono l’uno dell’altro di quello stesso spirito che li ha originati, come Saturno mangia continuamente i suoi figli. Dunque dal Bene-Uno all’Intelligenza (Prima Na-tura) ed a quello Spirito Universale (seconda NaNa-tura) che penetra, si riflette ed ab-braccia ogni cosa (terza Natura).

Questa struttura è alla base della cosmopratica, che si adatta alla comprensio-ne del carattere ed alla pratica del corpo umano. Quest’ecomprensio-nergia, che permea ogni essere vivente in ogni forma, è energia che fluisce ed è percepibile come forza vitale nel corpo umano ed in ogni sua parte. “Domus est semper mortua… Sed eam inabi-tans vivit” – diceva Paracelso – ma è anche specificata dal particolare carattere di una singola persona e quindi dal suo tema astrologico ed espressa differentemente da ogni organo del corpo che mostra avere, oltre a una specifica funzione fisiologi-ca, una propria personalità. Per questo Elaine attribuì ai 12 canali corporei, gli stessi della medicina tradizionale cinese, un segno della ruota zodiacale. Dodici canali per dodici segni- più due, vaso- governatore e vaso concezione che rappresentano un po’ lo yang e lo yin del nostro corpo.

Il vaso-governatore è la “carcassa” d’ossa e muscoli che ci riveste: vaso – con-cezione è la centralina dei comandi – la parte invisibile, che muove il visibile del no-stro corpo. Per ogni canale c’è un percorso, una linea invisibile, nella quale scorre l’energia che, attraversando le membra, le braccia, i denti, i piedi e le mani, può es-sere percepita, nella sua qualità di forte o debole, dalle mani esperte di chi può va-lutarla, misurarla e “testarla”. Il collegamento fra le parti, i sistemi corporei ed i se-gni dello zodiaco, non è inteso come una suddivisione di parti anatomiche, ma co-me un’espressione sul piano materiale, attraverso il carattere e le funzioni d’ogni organo, dei principi primi dell’astrologia. Energia che si determina e diviene specifi-ca nella terza natura e che come tale, può essere percepita attraverso i sensi.

Dal canale dei polmoni, l’energia va alla prima vertebra toracica, ai denti canini mascellari, ai muscoli coracobrachiali, ai deltoidi, alle palpebre superiori, fino ai

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lici delle mani. Questo significa che un mal di spalle corrisponde più propriamente ad una debolezza del canale dei polmoni che non ad un generico reumatismo e che il disturbo del canale specifico può essere curato attraverso i suoi nutrienti, ma so-prattutto bisogna comprendere la ragione interiore che è all’origine di quella mani-festazione. I polmoni corrispondono al segno astrologico dei Gemelli ed esprimono la “comunicazione” - un movimento d’apertura e di chiusura.

Chi è nato sotto il segno dei Gemelli si sente “intrappolato” o a disagio per le critiche; è costretto a parlare, a spiegarsi, ma la sua voglia di comunicare non sem-pre trova l’essem-pressione adeguata. I suoi polmoni traducono sul piano fisico questo linguaggio inespresso. Dal canale dei reni, corrispondente al segno astrologico della Bilancia, l’energia va al muscolo iliaco, agli psoas, ai muscoli posti ai lati delle verte-bre lombari, ai muscoli laterali del collo che formano il cosiddetto trapezio superio-re, al terzo dito del piede, ai denti del giudizio inferiori, alla fronte ed all’interno delle orecchie.

I reni sono una coppia… io e…, sono gli organi che esprimono il principio del confronto e della separazione; sono sensibili a sentimenti di panico e di paura (af-frontare la paura è uno dei compiti di un nato della Bilancia), oppure ad esperienze come il giudicare o l’esser giudicato. Spesso troviamo persone della Bilancia con problemi ai reni o persone con problemi renali coinvolte in esperienze legate al pa-nico, al giudicare od all’accusare. Soprattutto se non sono veramente consapevoli dell’esperienza che stanno vivendo a livello interiore. Il corpo è il mezzo attraverso il quale l’anima parla il suo linguaggio; il corpo non può mentire e niente può esser meglio compreso da noi, di ciò che si esprime attraverso di esso. È come il nostro soccorritore anche quando, nella malattia, appare il nostro nemico!

Ogni persona che studia la disciplina astrologica sa che in questo celeste gioco di simboli, si mostrano le molteplici espressioni dell’anima dell’uomo, che si offrono alla nostra contemplazione, piuttosto che al nostro giudizio….alla serenità ed al di-stacco della conoscenza, piuttosto che all’impulso ed alla brutalità emozionale- alla comprensione piuttosto che alla condanna. Arroyo scrive che l’astrologia usa le pa-role per cercare di avvicinarsi alla vita. Elaine usava le papa-role chiave dei dodici segni come base di una sua speciale forma terapeutica volta alla comprensione ed all’ac-cettazione dei significati profondi d’ogni esperienza di vita. E questa speciale forma di terapia, questa particolare tecnica verbale è il perdono. Perdonare per poter su-perare l’aspetto separatista e dualistico della materia. Tutte le persone non riescono ad accettare ogni parte della propria natura- amano alcune parti di sé e non ne amano altre che rifuggono od ignorano; oppure non riescono ad accettare l’esi-stenza cosi com’è, talvolta dolorosa, talvolta gioiosa: abituati a percepire le espe-rienze come “buone” o “cattive”, diventano preda del dolore e della sofferenza. Il perdono è un modo imparziale per stimolare le zone “ impure” della nostra anima, non per giudicarle, ma per provare ad accettarle - un modo per suscitare attraverso le parole, esperienze emotive lasciate all’oscurità ed alla paura e restituirle alla co-noscenza.

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La formula del perdono si avvale di parole specifiche, volte a respingere le te-nebre presenti nell’uomo (la lotta fra la luce e le tete-nebre, fra puro ed impuro è pro-prio ciò che chiamiamo vita). Elaine aveva catalogato i “perdoni” secondo i dodici segni: all’Ariete- a cui attribuiva la vescica come primo organo d’eliminazione del-l’impuro- prima via d’uscita delle tossine, spettano, come parole significanti: “pa-zienza- ribellione” oltre a molte altre che si allineano a queste, attraverso le loro qualità contrarie. Al Toro, a cui attribuisce la cistifellea come organo corrisponden-te: affetto-contraddizione. Ai Gemelli-polmoni: rispetto-intolleranza. Al Cancro-stomaco:accettare-subire. Al Leone-cuore: amare-odiare. Alla Vergine-intestino te-nue (la parte discriminante della nostra funzione assimilativa): fede-desiderare. Alla Bilancia-reni: armonia-infedeltà. Allo Scorpione-circolazione-sesso: lealtà-tentazio-ne. Al Sagittario-fegato: coraggio-dubbio. Al Capricorno-intestino crasso: coscien-za-vergogna. All’Acquario, a cui si attribuiscono come organi la milza ed il pancreas: altruismo-irrazionale. Ai Pesci, canale del triplice scaldatore (che comprende il siste-ma linfatico-ormonale e quello immunitario): capacità-conflitto.

La parola perdono spiega e concilia qualità contrarie, che costituiscono il con-tenuto della coscienza, il dualismo che è alla base d’ogni manifestazione. L’osserva-tore e l’osservato, il conosciL’osserva-tore ed il conosciuto… e cosi via. Percepire l’identità de-gli opposti, significa pervenire ad una “ liberazione”, perché allora si realizza che il cercatore stesso è il cercato, che tutte le distinzioni esistono soltanto nella dualità ma gli stessi, sovrapposti l’uno all’altro causano la distruzione loro e della condizio-ne stessa della dualità, rivelando cosi la fondamentale unità. Anche l’astrologia, at-traverso la contemplazione delle molteplici inclinazioni umane, atat-traverso l’alter-narsi di aspetti e transiti, astenendosi dal suggerire asserzioni su quel che è positivo e ciò che non lo è ed accettando l’intreccio di qualità opposte, costituisce un’oppor-tunità di trascendere il dualismo e di guardare alla fondamentale unità.

Per oltre dieci anni, Elaine si dedicò senza risparmiarsi al lavoro ed alla cura degli altri: seguiva con amore scevro da sentimentalismo, con saggezza e attenzio-ne, centinaia di persone che la seguivano come una madre o come una “profetessa”, sottoponendole ogni genere di problema. Era un’insegnante incantevole, capace di affascinare e commuovere le platee che assistevano alle sue lezioni. La sua morte, improvvisa ed inattesa è stata la sua ultima lezione: “muori come hai vissuto e co-me tu sei…” diceva. La sera di plenilunio del 22 dicembre 1999, co-mentre la luna com-piva un ciclo di 130 anni attorno alla terra, Elaine lasciava il suo corpo terreno.

“La grande lezione della morte è quella della separazione, che ti costringe a desiderare la riunificazione. Quando siamo nel punto del più grande rifiuto, l’ego non vuole più sofferenza, là c’è la trasformazione.”

NOTE

1 “Il più bello dei legami è quello che di se stesso e delle cose legate fa una cosa sola in grado su-premo. E questo, per sua natura, nel modo più bello fa la proporzione. Infatti, allorché di tre nu-meri o masse o potenze, il medio sta all’ultimo come il primo sta al medio e, a sua volta, il medio sta al primo come l’ultimo sta al medio, allora, il medio diventando primo ed ultimo, e l’ultimo ed

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il primo diventando ambedue medi, accadrà di necessità che tutte le proporzioni siano le stesse, e, divenute fra loro le stesse, tutte saranno un’unità” (Timeo).La sezione aurea prima accennata è l’operazione con cui si divide un segmento in due parti di cui la maggiore sia media proporzionale tra la minore e l’intero.

2 “L’Astrologia non è una costruzione della ragione. Essa fu creata dall’anima” (R. Sicuteri)

3 “L’Alchymia contemplativa prende per oggetto la natura dei cieli e dei loro astri, la sorgente degli elementi, la causa delle meteore, l’origine dei minerali, la nutrizione delle piante e degli animali. La seconda, ha per scopo “l’operazione” alla quale non può pervenire che per mezzo dell’Alchymia contemplativa e per questo partecipa dell’una e dell’altra. L’alchymia farmaceutica non ha per scopo che l’operazione.”

FONTI

■ Conferenze tenute a Marradi da Giorgini Dott. Martino e Williams Dott. Elaine.

Nessuno nasce, nessuno muore, di Nisargadatta Maharau-ed. “Il punto

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L.A. 127-258

Il Cenacolo di Leonardo travalica il messaggio puramente pittorico e ad ogni ango-latura presenta sorprendenti messaggi simbolici e criptici, taluni d’evidente matrice astrologica o numerologica. Il mistero del coltello in una mano “isolata”…

Un consesso d’uomini riuniti dietro una lunga tavola collocata in primo piano in un’immensa sala rettangolare.

Il dramma di tutta l’umanità è presente eternamente in questo cenacolo uni-versale, dove ogni uomo rappresenta magistralmente la tipologia lasciando traspa-rire l’intimità della sua anima e la totalità del suo essere.

Lo spazio del quadro abbraccia una prospettiva ottica inconsueta, ci dà la sen-sazione di un’atmosfera circolare e globale: è il risultato del concorso geniale tra prospettiva lineare e quella chiamata prospettiva fiorentina, prodotto dei rapporti tra luce ed ombra, creando l’illusione di profondità e rotondità con la densità ed il colore dell’atmosfera circostante. Circolarità suggerita anche dal maggiore peso ot-tico che Leonardo dà alle figure dell’estremità del quadro, dalla cornice curva sopra la porta centrale e dalla profondità infinita del cielo. Il primo piano è aperto nella sua totalità, forse, grazie alla leva del tavolo contro le pareti laterali. La luce sembra provenire dal fondo della sala da sinistra, illuminando la parete destra; creando una zona diurna in polarità alla parete notturna.

Leonardo crea un’unità grandiosa sintetizzando i seguenti elementi:

1 - Lo spazio. La sua visione di spazio non è solo ottica, cioè di creare una

realtà fisica tridimensionale illusoria in una parete di due dimensioni, per rappre-sentare fisicamente un oggetto, attraverso l’illusione ottica dalla prospettiva linea-re. Lo spazio dell’ultima cena è uno spazio in eterno mutamento psicologico, dove si sviluppano i moti dell’essere nell’intensità drammatica della propria autenticità, dell’onestà e dell’innocenza di fronte al dolo ed anche della propria identità di fron-te ad un fatto sociale, storico e cosmico ineluttabile. E’ uno spazio totale, fisico, psi-cologico, etico, sociale, spirituale. Uno spazio dell’essenza dell’essere, dei suoi moti mentali e dei suoi impulsi del cuore. Uno spazio cosmico e universale (un ordine e un’unità nella sua diversità) per la sua analogia con i quattro principi numerici

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