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IL DIS-ASTRO DELLA NOSTRA NAZIONALE

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 159-162)

160 Casa Quinta

L.A. 127-545

Vorrei fare un omaggio a Torino.

Direte, ci sono città più belle, più affascinanti. Non dubitate, rimedieremo a suo tempo!

Ma Torino ha un merito incontestabile: qui nacque il CIDA, in una nevosa not-te autunnale di tanti anni fa; e siffatti nobili natali non si possono discunot-tere. E poi è la patria adottiva di Capone, di Ghivarello, di Gisa Frandino, di Enrico Castiglioni, del benemerito Piercarlo Caratti e di Grazia Mirti, cui deve tanto il CIDA; anche il nostro sito web vive e prospera in Piemonte grazie a Livio Montanaro.

Inoltre Torino ha il privilegio, qualificante “nell’ambiente”, di essere una delle tre città magiche di Europa, per cui i natali del CIDA diventano ancor più impregna-ti di esoterismo..

Torino è una città che non lascia indifferenti: o la si ama o la si detesta.

La ama chi ha qualche valore nettuniano, che può intravedere qualcosa al di là delle pietre.

Ci sono meriti di questa città che possono far discutere, come la Juventus, la FIAT … a nostro carico… ecc.. Ma c’è un merito che nessuno saprebbe contestare, ed è il vero suo primato: le cioccolaterie! Il famoso ritrovo “Al bicerin” è addirittura del 1763 . Tanto da ispirare in merito una poesia favolosa del torinese Guido Gozzano che riuscì a rendere palpitante e reale una realtà evanescente: ve la riportiamo per vostro diletto .

Le Golose

UN OMAGGIO

Io sono innamorato di tutte le signore Che mangiano le paste nelle confetterie Signore e signorine

Le dita senza guanto Scelgon la pasta. Quanto Ritornano bambine! Perche niùn le veda Volgon le spalle, in fretta, sollevan la veletta,

divorano la preda. C’è quella che s’informa Pensosa della scelta; quella che toglie svelta, né cura tinta o forma. L ‘una, pur mentre inghiotte, già pensa al dopo, al poi; e domina i vassoi

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Casa Quinta

Non trovate favolosi questi flash (“senza guanti”, “dita confetturate” “D’An-nunzio superliquefatto”, “le pupille ghiotte”, il “fàrmivi”)?

Chi ha frequentato un antico caffè-pasticceria di Torino può solo ritrovare queste raffinate sensazioni...

Il Segretario obietta (obietta sempre, che tortura!) che per giustificare l’articolo bisogna esaminare a fondo il tema di Gozzano (19/12/1883 h.16.30 Torino). E cerca-re i valori di cioccolato.

Bene, accontentato! C’è proprio la Luna in Vergine, tipica, come segnala da tempo Grazia Mirti, dei golosi di cioccolato. Al contrario dei Pesci.

Verificate anche voi …

(Dante Valente)

di cedro, di sciroppo, di creme, di velluti di essenze parigine, di mammole, di chiome: oh! Le signore come ritornano bambine!

Perché non m’ é successo O legge inopportuna! -Il farmivi da presso, baciarvi ad una ad una o belle bocche intatte di giovani signore, baciarvi nel sapore di crema e cioccolatte?

Io sono innamorato di tutte le signore Che mangiano le paste nelle confetterie Un’ altra il dolce crebbe

-Muove le disperate Bianchissime al giulebbe Dita confetturate! Un’altra, con bell’arte, sugge la punta estrema invano! che la crema esce dall’altra parte! L ‘una, senza abbadare a giovine che adocchi, divora in pace. Gli occhi altra solleva, e pare

sugga, in supremo annunzio, non crema e cioccolatte, ma superliquefatte parole del D’Annunzio. Fra quegli aromi acuti, strani, commisti troppo

162 Casa Quinta

L.A. 127-590

Quale dedica ha scelto Mirka Martini per il suo testo “Amori zenitali” (ed. Acanthus)? Allo Scorpione, naturalmente …”.

E dopo averne sparlato con dovizia. Ma si sa, il fascino è soprattutto perverso… Questa puntata – in cui Mirka sfoggia al meglio la sua vena sarcastica – è quindi dedicata al

PRINCIPE DELLE TENEBRE

Perverso, demoniaco, malvagio, bieco, velenoso: un’anaconda zodiacale, un boa constrictor. Dello Scorpione se ne dicono di cotte e di crude, e tutte vere.

Avendo l’occasione – talvolta letale – di trattare con uno Scorpione a distanza ravvicinata, ci si accorge che il vocabolario in uso per definire questo individuo è paurosamente carente e si è tentati di arricchirlo con altre perfidie. Ben pochi, dopo un’esperienza per lo più carbonizzante con lo Scorpione, rinunciano a coniare nei suoi confronti una sfilza di cattiverie che lo fanno soltanto sorridere. Per parlarne abbastanza male il linguaggio umano non basta: ci vorrebbe come minimo la fan-tasia infernale di Lucifero, che però sospettiamo in stretta connivenza con lui.

Del resto i due hanno parecchio in comune: intanto quell’aspetto di “bel tene-broso” che caratterizza ogni vero Scorpione e di cui era certamente dotato anche l’angelo ribelle. Poi quella capacità di sfida e quello smisurato orgoglio che suggeri-rono a Lucifero l’idea di sostituirsi a Dio. Ambizione che tuttavia lo Scorpione non avrà mai, perché trova molto più divertente fare la parte del diavolo.

Ci riesce benissimo. Dalla sua persona emana un fascino tentatore, un vago sentor di peccato capace di far crollare qualsiasi virtù. Sicuramente, il serpente del-l’Eden era nato sotto il segno dello Scorpione.

SODOMA E GOMORRA

Lo Scorpione non sempre è bello, ma è comunque magnetico e avvincente. Quando vi guarda con quei suoi occhi calamitati, vi mette k.o. facendovi sentire sciocca-mente importanti. E poi possiede il fascino del male, che manda in tilt le signore e precipita nell’abisso i signori: e non solo nel caso che si tratti di una Scorpiona fem-mina. Il diabolico infatti dove colpisce colpisce, senza andare troppo per il sottile. Intendiamoci, ciò non significa che falcidi qualsiasi cuore, chiamiamolo così, senza

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