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Durata media della vita

5. Demografia e politiche economiche: un framework analitico

5.3 Variabili demografiche

5.3.3 Durata media della vita

L’ultima variabile demografica legata all’et{ che influenza significativamente le principali grandezze economiche è la durata media della vita degli individui. I suoi effetti, però, non sono diretti, ma vengono filtrati dalla durata del periodo di pensionamento: un allungamento delle aspettative di vita causa infatti una dilatazione del periodo di pensionamento, che ha ripercussioni significative sull’economia. Come è facile notare, la durata del pensionamento dipende però anche dall’et{ minima prevista per il ritiro dal lavoro che, a differenza delle variabili demografiche, non è un fattore esogeno, ma dipende dalle scelte governative in materia di Previdenza Sociale. Un’analisi approfondita sul tema sar{ condotta nella successiva sezione di questo capitolo, dedicata alla relazione tra le scelte dei governi e delle banche centrali e i fattori demografici. Di seguito, invece, si analizza la durata del periodo di pensionamento “esogena”, considerando l’et{ di pensionamento fissa e riconducendosi quindi a considerazioni relative alla durata media della vita degli individui. In particolare:

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- Modello del Ciclo Vitale: la durata del periodo di pensionamento ricopre un ruolo chiave nel modello. Si ipotizza, infatti, che il motivo principale che spinge gli individui al risparmio sia accumulare risorse in vista della pensione, di modo da poter mantenere un livello di consumo costante anche a seguito della riduzione del reddito che inevitabilmente accompagna l’uscita dalla forza-lavoro. In particolare, in caso di stato stazionario (crescita zero) il modello arriva a definire la ricchezza aggregata di un paese come il prodotto tra il PIL del paese stesso e la durata media del periodo di pensionamento. Prescindendo dalle scelte in merito all’et{ di entrata in pensione, risulta chiaro come le aspettative sulla durata della vita ricoprano un ruolo chiave nella determinazione del risparmio e della ricchezza di una nazione, in quanto implicano l’allungamento del periodo di pensionamento. I lavoratori saranno indotti a risparmiare di più durante il periodo lavorativo, portando a una riduzione dei consumi pro capite e causando un aumento del tasso di interesse naturale. Questa situazione è comune a tutti i paesi sviluppati, che vedono le aspettative di vita degli individui allungarsi sempre più grazie ai progressi della medicina e al miglioramento delle condizioni di vita. In particolare, per i paesi dell’Euro si prevede un aumento della vita media di circa 3,4 anni entro il 2030 (Kara e Thadden, 2010).

- Modelli economici che incorporano il Ciclo Vitale: le analisi condotte in ambito del modello del ciclo di vita, seppur molto interessanti, non colgono al completo la complessità delle conseguenze della variabile oggetto di studio sull’economia. In particolare, si trascura di sottolineare come un aumento delle aspettative di vita e la conseguente estensione del periodo di pensionamento non solo spingano i lavoratori a risparmiare di più, ma abbiano anche l’effetto di aumentare il numero di pensionati che scelgono di continuare a lavorare; percepire un reddito da lavoro più a lungo è infatti il metodo alternativo (o complementare) al risparmio per mantenere un tenore di vita in linea con quello condotto durante l’et{ lavorativa. Al contrario della spinta al risparmio, la pressione verso l’allungamento del periodo lavorativo porta ad un abbassamento del tasso di interesse.

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Comprendere quale delle due spinte prevalga sull’altra è un esercizio non banale. Secondo i risultati dell’analisi di simulazione economica condotta da Kara e Thadden (2010), l’effetto aggregato risulta essere la riduzione del tasso di interesse naturale;

- Modelli econometrici: anche i modelli econometrici si occupano delle aspettative di vita degli individui, seppur indirettamente. Si fa riferimento in particolare alle analisi condotte da Jaimovich e Siu (2009) relativamente al contributo delle diverse fasce di et{ alla volatilit{ dell’output, secondo cui la fascia di lavoratori più anziani (60 - 65 anni) risulta essere soggetta ad alta volatilit{, di modo che l’aumento percentuale degli individui che la compongono causerebbe un aumento generalizzato della volatilità del ciclo economico. Queste considerazioni possono essere reinterpretate alla luce del fatto che all’aumentare della vita media i pensionati sono spinti a continuare a lavorare, come si è discusso nel precedente paragrafo. Si può infatti dedurre che, all’aumentare dell’et{ media, la fascia più anziana di lavoratori cresca sia in numero di individui che ne fanno parte sia in termini di età dei lavoratori che include (i.e. incorporando individui di età anche più avanzata). Si verificherà quindi un aumento generalizzato della volatilità d’impiego dell’economia, accompagnato dall’appiattimento della curva di Phillips56;

- Modelli finanziari: la durata della vita ha conseguenze rilevanti anche sui mercati finanziari. L’allungamento delle aspettative di vita e la conseguente estensione del periodo di pensionamento spingeranno infatti i lavoratori a risparmiare di più per la vecchiaia, come è emerso dall’analisi del modello del ciclo vitale. Oltre alla “quantit{” dei risparmi ne cambier{ però anche la “qualit{”: si modificheranno infatti le preferenze nei portafogli degli investitori i quali, dato lo scopo di salvaguardia del tenore di vita rivestito dai propri investimenti, vorranno contenere il rischio. Pertanto, aumenteranno percentualmente le quote di bond a scapito delle azioni, riducendo la volatilità del mercato finanziario. In una situazione in cui la

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maggior parte dei bond è denominata nominalmente, le banche centrali dovranno andare incontro alla volontà di mantenere sottocontrollo l’inflazione, come vedremo nell’analisi delle relazioni tra effetti della demografia e scelte politico-monetarie.

Dall’analisi critica sopra condotta in relazione ai principali contributi della letteratura, è possibile tirare le fila su quali siano gli effetti corrispondenti ad una variazione delle aspettative di vita. Le considerazioni che seguono fanno riferimento in particolare al caso del miglioramento delle aspettative di vita, che rispecchia il tipico andamento della variabile. Le stesse considerazioni sono valide nel caso di una peggioramento delle aspettative di vita, ovviamente con effetti di segno opposto. Gli effetti principali individuati risultano essere:

- Aumento relativo di pensionati: se non accompagnato da un corrispondente innalzamento dell’et{ pensionabile, l’aumento delle aspettative di vita contribuisce ad incrementare il numero di individui nella fascia dei pensionati. Gli effetti sull’economia saranno quindi gli stessi precedentemente evidenziati in relazione allo studio della composizione della popolazione in età: riduzione del valore degli asset, degli investimenti e dei consumi e aumento della volatilit{ d’impiego e di output;

- Tendenza degli individui a continuare a lavorare anche una volta raggiunta l’et{ di pensionamento, che rafforza gli effetti sulla volatilità appena commentati e che causa l’appiattimento della curva di Phillips;

- Aumento della propensione al risparmio dei lavoratori, con conseguente riduzione del consumo aggregato e rallentamento della crescita del PIL; - Riduzione del rischio e della volatilità dei mercati finanziari.

Si sottolinea ancora una volta come gli effetti sopra sintetizzati siano relativi al miglioramento delle aspettative di vita a parità di altri fattori, con riferimento in particolare all’et{ minima di pensionamento. Nulla si è dedotto relativamente a spesa e debito pubblico, in quanto il loro studio non può essere condotto senza prendere in considerazione le caratteristiche del sistema di previdenza sociale. Si accenna solo che, nel caso in cui i contributi pro-capite annui ai pensionati si

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mantenessero costanti, allora la spesa e il debito pubblico sarebbero irrimediabilmente destinati a lievitare, a meno che non si verifichi un corrispondente aumento delle tasse ai lavoratori. Viceversa se fosse il contributo aggregato a mantenersi costante, allora le pensioni annue si ridurrebbero drasticamente, amplificando ancor più gli effetti sopra analizzati. Il tema, di straordinaria attualità, verrà ripreso e approfondito in seguito.